Risen

di Fabio Fundoni
Cronache di un naufragio
Una nave, un eroe per caso, un naufragio. L'importante é naufragare su un'isola, anche fosse misteriosa e piena di pericoli. Sempre meglio che naufragare su una conversione. Se ancora non si fosse capito, ci troviamo su una barca chiamata “Risen”, varata in due versioni, una su PC e l'altra nell'oceano di Xbox 360. Dopo aver ampiamente esaminato e apprezzato la prima (qui la recensione del nostro Alessandro Cossu), eccoci a bordo della seconda che, nei piani degli sviluppatori, doveva essere una gemella della precedente. Stiamo logicamente parlando del nuovo gioco di ruolo degli studi che sono diventati famosi grazie alla realizzazione di Gothic, una saga che ha saputo ritagliarsi una nutrita schiera di fan grazie a indubbie qualità.


Dopo il naufragio della nave dove eravamo imbarcati da clandestini, ci ritroviamo sulle sponde di un'isola che ben poco sembra aver da condividere con la civiltà che eravamo abituati a conoscere. Fatta una prima e sommaria esplorazione, braccati di belve e mostri di ogni tipo, inizia finalmente a farsi un minimo di chiarezza su quello che sta accadendo. A seguito di alcune scosse telluriche, sono venute alla luce molte antiche rovine che hanno scatenato l'entusiasmo dei cacciatori di tesori dell'isola. Peccato però che, assieme alle rovine, siano arrivate anche implacabili orde di mostri. Tra paura e sgomento ecco giungere l'inquisizione, organo militare-religioso inviato dal continente per fare chiarezza sull'accaduto e difendere la popolazione inerme.

A mali estremi, estremi rimedi, sembrerebbe pensare l'inquisitore Mendoza che, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, chiude tutta la popolazione tra le mura della città del porto e instaura il proprio governo provvisorio senza ammettere la minima interferenza. Un eccesso di zelo? Molti cittadini non sembrano pensarla così, soprattutto i fedeli a Don Esteban, precedente capo della città diventato ora ribelle nascosto tra le paludi. Da questo incipit tutto comincia e tutto si dirama. Pronto per voi un mondo fantasy dove non dovrete semplicemente sfoderare la spada per prendervi la ragione, ma sarete chiamati a compiere delle scelte di cui sentirete le conseguenze sulla vostra stessa pelle.


Aiutare il Don contro quella che sembra una setta di fanatici religiosi con troppo amore per l'oro? O abbracciare l'Ordine degli inquisitori e combattere gli uomini di Esteban le cui maniere assomigliano sempre più a quelle di una organizzazione criminale piuttosto che a una valorosa resistenza? O ancora cercare di barcamenarsi facendo il doppio gioco con il rischio di essere scoperti? Come si dice nei migliori GDR... “ a voi la scelta”!

Finché la barca va
Sarebbe inutile girarci intorno: basteranno pochissimi attimi di gioco per rendersi conto che, rispetto alla versione per PC, Risen ha trovato su Xbox 360 un pesante downgrade grafico. Non servirà andare ad osservare con pazienza i vari elementi a schermo, basterà semplicemente guardarsi in giro per trovare povertà di poligoni, texture ai minimi storici e bug grafici a profusione, tra bad clipping marcatissimo e compenetrazioni ai limiti della fisica. Insomma, quello che avremo sotto gli occhi non sarà certo un bel vedere. A discolpa degli sviluppatori é necessario dire che l'estensione dell'area giocabile é davvero grande e tutta visitabile senza nemmeno un caricamento, ma questo non riesce a scusare uno dei panorami più deludenti della storia della console Microsoft al punto che, diversi elementi, avrebbero fatto storcere il naso persino nella scorsa generazione.

Se eravate abituati a visioni da sogno e immagini mozzafiato grazie agli hardware di Xbox 360, dovrete mettervi mestamente il cuore in pace. Quantomeno, per quel che riguarda la fluidità, Risen riesce a mantenersi su livelli accettabili, allontanando dalla mente la triste esperienza con titoli “scattosi” come Two World, sempre per rimanere sulla stessa piattaforma. Il sonoro é invece fatto d'altra pasta, offrendo temi musicali adatti a sottolineare le varie atmosfere anche se la varietà non é poi enorme. Ogni personaggi ha la propria voce grazie ad un doppiaggio apprezzabile e tutto in inglese, logicamente con corredo di sottotitoli e testi a schermo completamente in italiano.