Rising Kingdoms

di Alessandro 'Alenet' Cossu
A forza di prendere tesori, uccidere nemici e completare missioni, accumuleremo punti esperienza e punti gloria che faranno divenire sempre più possente il nostro piccolo alter ego, con nuove abilità, nuovi incantesimi, maggiore resistenza alle armi ed incantesimi e...alla via così, secondo i più tradizionali clichè dei giochi di questi genere, anche e soprattutto gli ibridi come Rising Kingdoms. Se è vero che è l'azione, nonchè i combattimenti, il perno attorno al quale ruota la struttura di RK, anche la componente gestionale riceve un certo rilievo durante la nostra partita. Infatti, dovremo preoccuparci di trovare luoghi adatti per scavare alla ricerca di oro e gioielli, fortificare i nostri edifici (siano essi preesistenti o appena costruiti), creare o catturare colonie e sottometterne gli abitanti per utilizzarli come manodopera, rifornire i carri e tutto o quasi - quello che faremmo in un ipotetica realtà dove siamo chiamati a gestire un regno, con un occhio di riguardo al borsello! Gameplay vario e variegato, dunque, che purtroppo non trova nessun riscontro o quasi sul fronte tecnico, invero di bassa lega. Ad un primo impatto, il titolo meraviglia per complessità e profondità, ma è una sensazione che dura pochi secondi, appena cercheremo di spostare il nostro eroe.


Il sistema di controllo, infatti, è a dir poco ostico e snervante per usare un blando eufemismo e ben presto ci si potrebbe stancare di dover premere quattro tasti solo per eseguire un movimento! Infatti, affinché il personaggio vada nella direzione da noi richiesta, occorre prima selezionarlo con un click del mouse, indi premere il tasto "M" (non customizzabile), poi spostare il puntatore del mouse sul luogo dove vogliamo recarci e premere alfine il tasto sinistro...e sperare che nel tragitto non si facciano brutti incontri. Infatti, il nostro eroe, così come tutte le nostre truppe, se un nemico entra nel raggio visivo, tenderà ad aggredirlo immediatamente, senza che noi si possa fare nulla per evitarlo. Questo, oltre ad essere ridicolo, mina pesantemente l'aspetto strategico quando controlliamo delle truppe, siano esse d'aria o di terra, poiché è impossibile pianificare un attacco; se uno solo dei nostri soldatini vede un avversario, partirà con tutti gli altri in tromba a fargli la festa e poco importa se si tratta di un Drago Rosso con una ventina di focosi amici al seguito. Fortunatamente, anche i nostri nemici sono particolarmente tardi, aggredendoci senza soluzione di continuità e senza alcuna strategia, mostrando una IA degna di un muflone zoppo.

La resa globale del gioco, da un punto di vista strettamente visivo, appare appena sufficiente e almeno un paio di gradini sotto allo standard attuale. Graficamente, il motore di gioco, per quanto scalabile, mostra un risultato che avrebbe avuto maggior fortuna nei titoli di dodici mesi orsono; manca inoltre la funzione di zoom, ormai grande "classico" in tutti i titoli del genere.
Il titolo è completamente localizzato nella lingua del BelPaese, dal menù, ai sottotitoli, fino al parlato, ispirato e ben realizzato. Peccato solo per la pessima scelta di far dire una frase spesso assolutamente incongrua al nostro personaggio ogni volta che gli facciamo fare un passo od una azione. Basta immaginare di percorrere un canyon senza avversari (magari perché li abbiamo appena uccisi) e, con i tre click necessari a uscirne, vedremo un piccolo invasato che grida "Senti la forza della mia spada", "Hai perso il senso dello Humor?", "Per la luce Divina!" e finalmente ne siamo fuori, con una bella ambulanza della neuro ad aspettarci.
Non manca ovviamente la sezione multigiocatore, in Internet grazie a Gamespy, o in Lan, dove ci attendono sfide 1vs1 oppure 2vs2. Prima di colonizzare il commento finale, si ricorda a tutti che il titolo esaminato è già presente sugli scaffali e che, data la sua natura, pare consigliato a tutte le fasce d'utenza, eccezion fatta per i giovanissimi colonizzatori.

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