Robotech Invasion

di Paolo Mulas
Forse non tutti sanno che la famosa serie d'animazione conosciuta in occidente con il nome di Robotech, è in realtà l'unione di tre serie nipponiche (Macross, Southern Cross e Mospeada) non strettamente correlate fra loro, ma legate qui da noi per scopi prettamente commerciali. Dopo Robotech Battlecry (sicuramente la migliore trasposizione di questa prestigiosa licenza), i Vicious Cycle hanno da poco completato la loro ultima fatica, basata questa volta sugli eventi narrati in Mospeada. In un futuro prossimo, la terra è stata colonizzata da una popolazione aliena, i temibili Invid, che organizzati come insetti hanno in breve tempo assoggettato la razza umana. Ora la speranza per la liberazione del pianeta Terra è legata al coraggio ed alla forza dei Robotech. La nostra avventura comincia nei panni di Locke, un combattente dell'esercito terrestre dal passato misterioso e che ha trascorso presumibilmente quattro anni prigioniero degli Invid. Successivamente, avremo modo di controllare anche Tasha, la cui vita è stata in qualche modo legata a quella di Locke. L'incrociarsi delle due storie attraverso dei puntuali flashback, rende sempre viva l'attenzione del giocatore nei confronti della trama.


Se ad una prima impressione Robotech Invasion potrebbe apparire come uno sparatutto come tanti, ad un'analisi più approfondita presenta invece numerose caratteristiche che lo differenziano dalla maggior parte degli altri esponenti del genere. La prima possibilità positivamente apprezzabile è quella di poter selezionare liberamente il metodo di visualizzazione dell'azione, tra prima persona e due differenti inquadrature in terza. La prima persona, come si può facilmente prevedere, è quella che meglio si addice alle sezioni di combattimento. Nello schermo appare una sorta di griglia che richiama alla mente il blasonato Metroid Prime, che mostra tutte le informazioni più importanti per il giocatore: l'arma equipaggiata ed i proiettili disponibili, l'energia rimasta ed un radar che permette di conoscere la posizione dei nemici. La terza persona invece, è consigliabile soprattutto per le fasi d'esplorazione e di movimento all'interno dei vari ambienti. Un'altra caratteristica sulla carta interessante, è data dal Cyclon, una sorta di zaino "tutto fare" utilizzabile come scudo protettivo, Jet pack (per effettuare salti più alti e precisi), ma che principalmente può trasformasi in moto per muoversi in maniera più rapida. Peccato però che questa funzione del Cyclon non sia stata perfettamente implementata, innanzi tutto la moto è difficilmente manovrabile e soprattutto offre una sensazione di velocità veramente bassa anche dopo il ritrovamento di potenziamenti.


Inoltre in sella al veicolo risulta piuttosto difficile combattere, perché si può disporre solamente di un'arma prestabilita. La situazione per quel che riguarda le fasi "sparatorie" migliora riprendendo la forma "umana"; avremo la possibilità di alternare due armi (piuttosto pochine) con le quali agganciare e seguire i nostri nemici per poter così meglio prendere la mira nei loro punti vitali. I combattimenti sono piuttosto frenetici, e la difficoltà è più dovuta alla resistenza dei nostri avversari che alla loro intelligenza artificiale. Il gioco si dipana in maniera eccessivamente lineare, al giocatore è lasciata davvero poca libertà d'iniziativa, praticamente bisogna muoversi da un punto predeterminato ad un altro e qui risolvere la missione, che può consistere in un opera di boicottaggio ed attacco ai danni dell'esercito nemico, recupero di materiali preziosi e cosi via. La giocabilità soffre soprattutto per le poche possibilità d'interazione con l'ambiente circostante e per l'ingombrante presenza della Cpu che c'indicherà in ogni momento la giusta direzione da intraprendere. Davvero un peccato, perché comunque la varietà di situazioni offerte al giocatore è discreta ed inoltre la trama spinge chi riesce a soprassedere a questi difetti, ad andare avanti verso la conclusione. Alla campagna per il giocatore singolo (che dura circa otto ore) si aggiunge anche il multiplayer, esclusivamente online che permette fino ad un massimo di otto giocatori di competere o cooperare in quattro differenti modalità.

Mentre Robotech Battlecry si avvaleva di una discreta grafica cell-shading, con Invasion i Vicious Cycle hanno preferito adottare uno stile più realistico, che purtroppo delude sotto molti aspetti. Innanzi tutto le ambientazioni sono piuttosto povere di particolari, monocromatiche e poco ispirate, e lo stesso si può dire per i modelli poligonali dei protagonisti e dei comprimari, piuttosto grezzi e mal definiti, inoltre anche le animazioni sono poco fluide e piuttosto irreali. Discorso migliore per il sonoro, che a parte un doppiaggio non sempre consono (in inglese, con i sottotitoli discretamente tradotti in italiano) può vantare dei buoni effetti e soprattutto dei brani abbastanza consoni al contesto e piuttosto evocativi. Robotech Invasion è un titolo realizzato in maniera piuttosto approssimativa, che purtroppo non brilla particolarmente in nessuna caratteristica. Un gioco che con le dovute riserve è possibile consigliare ai soli irriducibili appassionati della serie.