Roland Garros 2002
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Più volte abbiamo parlato dei giocatori inclusi nel gioco: il più famoso di tutti è sicuramente il tre volte vincitore del Roland Garros Guga Kuerten; a fargli compagnia ci saranno l'inglese Tim Henman, il francese Sebastien Grosjean, il tedesco Nicolas Kiefer, Todd Martin per gli USA, Tommy Robredo per la Spagna e, gradita novità, anche quattro ragazze: Elena Dementieva, Barbara Schett, Virginie Razzano e Chanda Rubin. Ognuno di questi tennisti ha un tipo di gioco e dei colpi peculiari e predilige una superficie particolare, ma, stranamente, non c'è nessuna differenza, a parte quelle di stampo prettamente estetico, fra le donne e gli uomini che tirano i colpi con potenza pressoché uguale.
Ma veniamo alla partita vera e propria...
In Roland Garros 2002 sono presenti due sole visuali di gioco, diverse per la distanza dal campo: una classica di stampo televisivo ed una visione un po' più allargata che vi dà modo di comprendere meglio la posizione degli atleti sul campo. Il sistema di controllo prevede l'utilizzo, come in Tennis Master Series, di quattro tasti per gestire le rotazioni che è possibile imprimere alla palla: è quindi presente un tasto per il topspin, uno per il backspin, uno per i colpi piatti ed uno per effettuare i pallonetti.
La presenza delle rotazioni è, però, l'unica deroga che Roland Garros 2002, si concede dalla sua impostazione quasi esclusivamente arcade: i movimenti ed i colpi che eseguono i giocatori sul campo, infatti, non hanno nulla di realistico e spesso diventa frustrante osservare l'avversario che si produce in recuperi sovraumani su delle palle che per dei normali umani sarebbero state imprendibili. Allo stesso tempo è assolutamente irrealistica la condotta di gioco dei tennisti mossi dal computer: persino giocando sull'erba sarà assolutamente merce rara una loro comparsa nei pressi della rete col risultato che, a causa della velocità che assume la pallina dopo il rimbalzo, ogni punto si conclude con non più di un paio di colpi (in media per la superficie se non fosse che i colpi non sono servizio-risposta-voleè).
A differenza di Virtua Tennis è però molto facile sbagliare, soprattutto quando si colpiscono delle palle in condizioni di scarso equilibrio (palle lontane dal corpo o nei piedi): il problema è che l'unico giocatore che ha la possibilità di sbagliare è quello da voi controllato, mentre quello controllato dalla CPU è in grado di inanellare una serie lunghissima di colpi senza mai sbagliare e senza mai fallire un recupero. Tutti questi difetti sono comprensibili in un gioco dall'impostazione arcade, ma a differenza di Virtua Tennis, Roland Garros 2002 non fa della spettacolarità dei punti e della facilità di controllo il suo punto di forza: anzi il controllo dei giocatori si dimostra in alcune occasioni molto impreciso (e vi farà perdere molteplici punti).
Dal punto di vista della realizzazione tecnica il prodotto della Wanadoo non sfigura troppo: la grafica dei personaggi è ben curata, anche se non all'altezza del più volte citato prodotto Sega, soprattutto sotto il profilo della caratterizzazione dei personaggi, vero punto di forza di Virtua Tennis. Sono abbastanza curate, anche se un po' scarse in numero, le animazioni dei modelli. Il grosso punto di domanda dell'aspetto grafico è rappresentato dalle scie luminose che le palline lasciano sul campo: perché le avranno messe?
Sotto l'aspetto del sonoro siamo nella media, anche se gli sviluppatori non devono aver mai visto una partita di tennis visto che la voce dell'arbitro spesso parla a sproposito; per il resto sono presenti i normali effetti legati agli urti della pallina con il terreno e con le racchette e gli applausi del pubblico. La musica, come in tutti i giochi sportivi, non è uno degli aspetti fondamentali della realizzazione e dopo poco tempo tenderete a disabilitarla.