Roland Garros 2003
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Ricordo che due estati or sono mi occupai della recensione di una "simulazione" di tennis che non mi convinse proprio per niente: si trattava di Roland Garros 2001 (per l'oramai estinta PSX) e se devo essere proprio sincero, il 2002 è uscito senza che io abbia avuto modo di provarlo. Di RG2001 ho un ricordo per niente positivo: grafica mal realizzata con animazioni più scattose di Pantani in salita, un mirino per indirizzare la palla che sulle prime poteva sembrare una discreta novità, ma che col tempo mostrava grossi limiti. Insomma, un gioco dalle poche pretese. A distanza di due anni, forse sull'onda dell'entusiasmo quasi ancora tangibile per Project Zero (targato appunto Wanadoo), mi aspettavo da questa versione 2003 un buon prodotto, anche se poi mi sono dovuto ricredere.
Diciamo subito che RG2003 è un gioco di tennis prevalentemente arcade, con alcune sfumature simulative: vanta la licenza ufficiale del prestigioso torneo francese e la presenza di alcuni grandi campioni come Correja, Safin, ecc.. Trova nella quantità e nella varietà delle modalità la sua caratteristica principale ed il suo cavallo di battaglia, e già questo la dice lunga. Prima tra tutte la modalità esibizione, ottima per iniziare a giocare senza fronzoli e senza preoccuparci di classifiche o risultati. In questa modalità potremo anche giocare con un amico una partita in singolo o doppio, scegliendo a piacere il numero di set e game di durata; troviamo poi la modalità arcade, i tornei e i campionati nei quali prenderemo parte alle più importanti rassegne del tennis mondiale. Sono presenti tutti i più importanti tornei mondiali tra i quali anche il grande slam. Di questi solo il Roland Garros è in versione ufficiale, e tutti gli altri sono riprodotti in maniera convincente pur non avendo i loro nomi originali. Troviamo poi la modalità resistenza, nella quale ci dovremo cimentare in una serie consecutiva di incontri, cercando di collezionare più vittorie possibile. Infine, è presente anche una modalità di tutorial, nella quale ci concentreremo su un tipo di colpo o di giocata alla volta, sfidando degli avversari sulla durata di 2 games esercitandoci nel gioco a rete, da fondocampo, e provando tutti i vari colpi presenti, per acquisire pratica e buona padronanza del pad.
Discreto, quindi, il numero di modalità. Il gioco però mostra grossi limiti a livello di gameplay: non convincono la costruzione del gioco, gli scambi e quant'altro. Partiamo dalla lentezza della risposta ai comandi, che farebbe perdere la pazienza a chiunque. Si, perché tra la pressione del tasto e la risposta del giocatore passa quel buon mezzo secondo che ci impedirà di rispondere ad un servizio o ad un colpo del nostro avversario. Il colpo va infatti preparato e caricato premendo il tasto non appena si nota la possibile traiettoria scaturita dal colpo dell'avversario, e non quando la palla arriva all'altezza del nostro personaggio. I giocatori dalla loro hanno anche una lentezza dei movimenti, già precedentemente accennata, che rende difficile eseguire degli scambi efficaci, specie col computer, e specie nelle prime ore di gioco, che risulteranno disastrose. Col passare del tempo ci si abituerà sia alle limitazioni dei movimenti dei giocatori, sia all'intempestività della risposta ai comandi e si produrranno anche discrete giocate, che però si discostano e non poco dalla realtà. Si giocherà non tanto sui bei scambi e sui colpi pregevoli, ma più che altro sugli errori dell'avversario.
Roland Garros 2003
5
Voto
Redazione
Roland Garros 2003
Tante modalità, un gameplay che risulta un ibrido o un compromesso tra arcade e simulazione e svariati campioni da poter utilizzare. Sulle prime le premesse ci sono ma questa è l'altra faccia, quella semi-positiva di Roland Garros 2003, che si contrappone alla faccia negativa che tra poco analizzeremo. Per valutare appieno un gioco, non bisognerebbe prenderlo singolarmente senza tener conto della concorrenza, ma appunto inserirlo in un determinato contesto e confrontarlo con altri giochi dello stesso genere. Credo quindi che un paragone con Virtua Tennis sia quanto meno doveroso, visto che Roland Garros non vive in una dimensione separata, in una sorta di iperuranio ideale in cui non arrivano gli echi degli altri titoli sul mercato. Ed è proprio il confronto con il capolavoro Sega, uscito oramai da svariati mesi, che mette ancora più in risalto i difetti che quest'ultimo prodotto della Wanadoo si porta dietro: grafica sottotono, bassa intelligenza artificiale dei giocatori e gameplay poco profondo. Gli aspetti positivi evidenziati a inizio commento, non servono poi molto a risollevare le sorti di un gioco che già in partenza mostra notevoli lacune su più fronti. Che dire: provaci ancora Wanadoo!