Roland Garros 2003
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Colpi come pallonetti o top-spin risulteranno quasi inutili, e si cercherà di concludere lo scambio in due, tre colpi, dimenticandoci di riprodurre fedelmente una partita di tennis in bello stile e cercando più che altro colpi che l'avversario non riuscirà a raggiungere. La traiettoria della pallina, difficilmente leggibile e decifrabile renderà vana quasi ogni sortita sotto rete, mentre la maggior parte dei punti si realizzeranno a fondocampo e, come detto anche in precedenza, sugli errori dell'avversario. Buoni invece sono i servizi, di diversi tipi, tesi, ad effetto e a sorpresa, con un intrigante indicatore che regola al meglio la potenza del colpo. Già dalle prime partite si ha la sensazione che la difficoltà di gioco sia settata su livelli decisamente alti, e che lasciano poco spazio a giocate ragionate. Gli avversari guidati da computer sono particolarmente ostici, non tanto per l'intelligenza artificiale, quanto per la difficoltà stessa del gioco. Sono presenti poi alcuni errori di programmazione, dei veri e propri black out mentali che fanno fare, anche se abbastanza raramente cose stupide e imprevedibili ai nostri avversari, come percorrere senza motivo tutto il campo in larghezza o rimanere fermi al centro mentre la palla è destinata ai lati.
Per quel che concerne la grafica le cose non migliorano per niente, in quanto gli aggettivi "scarna" e "poco definita" sono quelli che meglio le si accostano. I giocatori, tutti peraltro troppo magri, vantano texture discrete ma sono costituiti da un numero esiguo di poligoni. I tennisti, che dovrebbero rappresentare le riproduzioni fedeli di alcuni tra i campioni più famosi e abili del mondo, in realtà poco hanno a che spartire con le loro controparti reali. Le loro animazioni sono troppo lente, e poco realistiche. Anche il moto della pallina non convince appieno, visto che questo corpo imprevedibile si carica d'effetto oltremodo, gira, e con la scia luminosa dalla quale è accompagnata non sempre si ha la precisa cognizione di dove essa sia destinata a cadere. Discreto il pubblico, che pur essendo (è anche normale) meno particolareggiato dei giocatori, si da il suo bel da fare, agitando le mani e applaudendo. Buone sono anche le ricostruzioni dei campi di gioco dei tornei più prestigiosi del mondo: i celeberrimi campi in terra battuta del Roland Garros, l'erba di Wimbledon, o dovrei dire open d'Inghilterra data la mancata licenza, e tutti gli altri.
Il sonoro, di discreto livello presenta alti e bassi: ad una colonna sonora abbastanza anonima, grazie alle sue musiche non certo indimenticabili, è affiancato un buon commento e dei discreti effetti sonori. Un grosso, anzi grossissimo neo è rappresentato dagli interminabili periodi di caricamento. Sulla schermata fissa carica un indicatore verde, poi uno giallo, poi uno rosso, e alla fine, quando saremo pronti a scegliere i giocatori molti di noi saranno già da tempo tra le braccia di Morfeo. Concludo quindi dicendo che Roland Garros 2003 è un gioco dalle poche pretese e che, con Virtua Tennis sul mercato, mi viene davvero difficile consigliarlo a qualcuno. Chi si è stancato del capolavoro Sega provi a dargli un occhiata, ma dopo aver viaggiato in Ferrari è difficile accontentarsi di un utilitaria.