Rome Total War Gold Edition

di Marco Modugno
"La Gallia è divisa in tre parti". Con queste fatidiche parole, croce e delizia di generazioni di studenti, inizia il De bello gallico, memorabile opera cesariana sulle vittoriose campagne dell'esercito romano in terra d'oltralpe. Di soli due componenti, invece, ma di tutto rispetto per contenuti ed implementazione tecnica, consta questo cofanetto Gold Edition di Rome: Total War.
Oltre al gioco originale, acclamatissimo successore dei già ottimi Shogun e Medieval, la Sega ha voluto allegare anche la prima espansione ufficiale Barbarian Invasion.
A beneficio dei pochi che non avessero letto quanto da noi scritto in passato sulle creature della Creative Assembly, giova ricordare come Rome sia strutturato come un riuscito ibrido tra un gestionale di civiltà alla Civilization e un RTS storico alla Cossacks!.


Nei panni del leader di una famiglia romana, scelta tra tre "gentes" patrizie storiche dell'Urbe, il giocatore ha il compito non facile di conquistare il potere assoluto su Roma, facendosi acclamare imperatore. La strada è ovviamente lastricata di difficili decisioni politiche, economiche e diplomatiche, e di sanguinose campagne militari tese ad annientare i nemici di Roma e a conquistare prestigio personale che permetta di attirare il favore del popolo e del Senato.
Ad una fase a turni, da effettuarsi su una splendida mappa tridimensionale, accompagnati da finestre d'istruzioni per accedere a miriadi di opzioni, dalla scelta di un degno pretendente alla mano di nostra figlia alla nomina di un governatore per la provincia appena sottomessa.
Come è facile intuire, per quanto imperatori per (presunta) designazione divina, i giocatori hanno un bel da fare a tenere d'occhio tutto. Per questo motivo, invece di lasciare allo stato brado le città conquistate, faranno bene a scegliere accuratamente una personalità di spicco, gestita dall'IA ovviamente, per governarle. La designazione di un politico, dotato di spiccate doti diplomatiche, piuttosto che di un generale dal pugno di ferro, può modificare non di poco l'esito finale, a seconda che la città in questione sia, ad esempio, agli estremi confini dell'impero o in una tranquilla retrovia. Barbarian Invasion aggiunge ulteriore pepe alla sfida, mettendo in gioco la religione. A seconda che il vostro governatore sia cristiano, pagano o dedito ai culti zoroastriani, il favore incontrato presso i cittadini varierà, specie se in città si venera una divinità differente!

L'altra novità dal punto di vista strategico di BI è la possibilità di gestire l'Impero d'Occidente, compito ai limiti dell'impossibile visto che la campagna dell'add-on inizia solo cento anni prima del collasso finale, o d'Oriente, rivivendo i fasti di Costantinopoli. Inoltre, a differenza di quanto accade nel gioco base, si può accedere direttamente alla gestione delle fazioni barbariche (mentre in Rome, per gestire ad esempio i Galli o i Cartaginesi, bisogna prima sbloccarli).
Particolarità introdotta da BI è la possibilità di gestire una civiltà come "orda", vero e proprio esercito formato da guerrieri e popolo, senza fissa dimora ma pronta a dilagare con un fiume in piena attraverso i territori civilizzati. Nutrendosi dei frutti dei saccheggi e non dovendo provvedere al mantenimento di strutture cittadine, l'orda è quanto di più flessibile ed economico si possa concepire. Inoltre tende ad essere inarrestabile salvo che non si riesca a radunare un'armata di potenza straordinaria. Di contro, finché non si sarà deciso di passare al modello stanziale, occupando almeno una città in pianta stabile, i novelli Attila non potranno reclutare nuove truppe a rimpiazzo dei caduti, o spendere proficuamente i proventi delle loro ruberie.


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Una volta pianificate le mosse, e non appena le armate da noi faticosamente reclutate o assoldate incontrano, sulla mappa strategica, forze ostili, una piacevole zoomata ci rimanda all'istante al campo di battaglia dove, in pieno stile RTS, saremo chiamati a combattere per il successo della nostra campagna di conquista o, più semplicemente, per la sopravvivenza.
Alle oltre 100 diverse unità militari presenti in Rome, dal legionario standard agli elefanti cartaginesi, Barbarian Invasion aggiunge altrettante novità, tra cui i leggendari cavalieri catafratti di Bisanzio, i micidiali franchi, armati d'ascia da battaglia, e i travolgenti Unni con le loro frecce infuocate pronte a solcare i cieli notturni. Un'altra novità dell'espansione, infatti, è la possibilità di effettuare scontri alla luce delle stelle (e dei proiettili incendiari), a patto che il comandante di uno schieramento possegga l'abilità di combattere di notte. Se ne è sprovvisto peggio per lui, dato che i suoi uomini senza guida si ritroveranno letteralmente a brancolare nel buio.
Mentre è ancora carente il comparto delle battaglie navali, l'evoluzione del gameplay ha portato evidenti benefici negli scontri terrestri. Anche l'IA di amici e nemici, in BI, sembra rispondere meglio ai comandi ricevuti, e l'effetto visivo delle battaglie è sempre ai massimi livelli di spettacolarità, al punto di essersi meritata, l'intera serie Total War, un programma dedicato su History Channel.

Di contro il motore grafico, non all'ultimo grido ma ancora al top della categoria per qualità e fluidità, specie quando mostra di non avere difficoltà nel gestire migliaia di unità in movimento simultaneo sullo stesso schermo, è stato mantenuto nell'espansione come nel gioco, senza particolari implementazioni. Stesso discorso vale per la colonna sonora, epica al punto giusto, che mantiene le stesse tracce audio anche nell'add-on.
La complessità del titolo non lo rende un boccone immediatamente digeribile, specie per chi non ha un brillante passato di stratega e generale con altri giochi del genere. Tuttavia, l'implementazione di un sistema di aiuti efficace e di un'interfaccia di comando tutt'altro che macchinosa, permette a chiunque abbia ancora dei neuroni in movimento all'interno della scatola cranica di togliersi molto presto qualche bella soddisfazione sul campo. Riuscire a raddrizzare le sorti del disastrato Impero d'Occidente dopo la calata dei Visigoti resta pane per i denti aguzzi degli hardcore gamers, sia chiaro, ma la corona di Cesare è tutt'altro che fuori portata di chi vorrà dedicare qualche ora ad impratichirsi dei meccanismi di gioco.

Un gioco così non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione, al giorno d'oggi, se non fosse dotato di un degno comparto multiplayer. Rome e il suo seguito, ovviamente, prevedono questa possibilità, limitata per ovvie ragioni di durata delle partite, al solo aspetto tattico e di combattimento. Scontri di un numero massimo di sei giocatori affollano i server di rete da anni, senza flessioni di presenza, testimonianza autentica del gradimento riservato al gioco dagli appassionati.
Ogni mese, nuovi RTS spesso mediocri vanno ad affollare gli scaffali del nostro negozio di fiducia. Districarsi nel mare delle offerte è difficile, lo sappiamo. Ma se si è appassionati di storia antica, o più semplicemente si apprezza il genere storico, dove gli eserciti che scendono in campo sono fatti di uomini veri e non di creature leggendarie scappate da un romanzo fantasy piuttosto che da un bestiario mitologico, l'uscita di questa Gold Edition rappresenta un'occasione unica di aggiudicarsi, ad un prezzo concorrenziale, quello che ancora per molto tempo rappresenterà lo stato dell'arte degli RTS massivi, nonché uno dei migliori strategici gestionali mai visti in giro dai tempi di Sid Meier. Assieme alla sua altrettanto efficace prima espansione ufficiale. Saprete resistere alla tentazione di percorrere in trionfo le vie di Roma sul carro dei Cesari, o di ammirare le acque dorate del Bosforo e la cupola di Aghia Sofia dalle terrazze del Palazzo Nuovo di Costantinopoli?