Rory McIlroy PGA Tour

di Roberto Vicario
Da poco si é concluso uno dei tornei di golf più antichi e prestigiosi, nonché uno dei quattro Major della stagione golfistica. Stiamo ovviamente parlando dell'Open Championship di Inghilterra, che come da tradizione si gioca al Old Course St. Andrews in Scozia.

Quale occasione migliore allora per parlare dell'ultimo capito della simulazione golfistica made in EA. Dopo un anno sabbatico la serie fa segnare un doppio debutto, da una parte l'esordio della saga all'interno della nuova generazione, e dall'altra il cambio di testimonial, che dopo oltre 15 anni abbandona Tiger Wood a favore del più fresco e vincente Rory McIlroy. Come sarà andato questo debutto? scopriamolo nella nostra recensione.



Il taglio televisivo che mancava..



A distanza di più di un anno dall'annuncio, la serie arriva finalmente sulla nuova generazione con un motore grafico completamente rinnovato, ora supportato dal potente Frostbite 3, diventato quasi uno standard per quel che riguarda i giochi EA.

Questa scelta é sicuramente la prima che qualsiasi appassionato della serie noterà a livello visivo e di impatto. La realizzazione dei vari percorsi, soprattutto quelli ufficiali, é davvero ottima, con tantissimi dettagli che spaziano dall'increspatura dell'acqua mossa dal vento, all'erba con i suoi vari tagli, fino ad arrivare alla sabbia dei bunker.

A questo si aggiunge poi un taglio televisivo decisamente importante, che rende Rory McIlRoy PGA Tour il capitolo che più di ogni altro, riesce a regalare a chi sta giocando le stesse sensazioni che un appassionato può percepire guardando i vari tornei in televisione o dal vivo.

Questo importante traguardo é stato raggiunto ovviamente grazie ad una serie di inquadrature che riprendono molto da vicino quelle delle emittenti televisive, ma soprattutto grazie ad un pubblico finalmente vivo e presente tra le varie buche del campo, ed estremamente partecipativo sotto l'aspetto audio, con svariate reazioni in base all'andamento del nostro giro o della singola buca.



Purtroppo non possiamo parlare altrettanto bene dei modelli poligonali dei golfisti professionisti inseriti all'interno del titolo. Se da una parte abbiamo il testimonial perfettamente ricreato, a fare da controllare a quest'ultimo ci sono una serie di altri personaggi famosi che potevano essere curati in maniera decisamente migliorie, come ad esempio Kaymer.

Ovviamente tante migliorie arrivano anche da quelli che sono aspetti prettamente più funzionali. Per la prima volta nella serie il circuito verrà caricato per intero prima che inizi il nostro giro. Questo rende un pelo più lunghi i caricamenti iniziali ma elimina definitivamente quelli tra una buca e l'altra, lasciando al giocatore il piacere di non veder interrotta costantemente la sua sessione di gioco. Una scelta che vi assicuriamo non é assolutamente da sottovalutare.

Il passaggio al nuovo motore grafico ha comunque portato a dei sacrifici all'interno di questo contesto prettamente tecnico. Scordatevi cielo nuvoloso o addirittura con pioggia, perché gli sviluppatori non hanno inserito alcun variazione climatica all'interno del percorso. Inoltre, il vento é risultato più uno strumento utile allo studio del colpo da effettuare, dato che a livello di alberi e vegetazione non riesce a dimostrare un effetto reale e tangibile.



Un golf piuttosto scarno di contenuti



Una volta inserito il disco nella console, in pieno stile EA Sport, avremo la possibilità di giocare una sorta di tutorial che ci spiegherà nel dettaglio le novità, in termini di gameplay, inserite in questo capitolo. Quelle principali riguardano il sistema di controllo, che ci offrirà tre differenti set up, diversificati in base alla bravura e all'abilità del giocatore.

La modalità Tour é quella sicuramente più simulativa e chiede al golfista virtuale di mimare con una sorta di mezza luna il gesto dello swing. In questa variante, ogni gesto compiuto con il pad andrà ad influire sulla forza e sulla direzione della pallina. Nonostante una certa macchinosità iniziale, una volta presa confidenza con questo sistema di controllo, risulterà quello più preciso e sopratutto “simulativo”. Di pasta decisamente diversa é invece la variante arcade che chiederà al giocatore di spostare semplicemente lo stick del pad dal basso verso l'alto, lasciando a chi comanda il golfista il compito di gestire forza e direzione.



Per i nostalgici sarà invece bellissimo sapere che EA ha deciso di reintrodurre il famoso sistema a tre tasti. Un sistema di gioco reso famoso da gloriosi titoli dedicati a questo sport come il grandissimo Neo Turf Masters o la saga di Sony Everybody's Golf. Unica pecca di questa modalità é legata ad un certo ritardo dell'input lag che a volte va ad inficiare la precisione del nostro colpo.

Molto interessante si é invece rivelata la modalità custom, che permetterà al giocatore di personalizzare, mischiandoli tra loro, questi tre sistemi di comando.

Tutto molto bello insomma, peccato che tutte queste novità siano in realtà per larga parte sacrificate sull'altare dei contenuti che purtroppo risultano quasi dimezzati rispetto solamente all'ultimo capitolo uscito sulla passata generazione.

Le modalità di gioco, oltre alla partita veloce, sono solamente 3: carriera, Night Club Challenge e l'online. Di per se, a livello numerico, non sarebbero neanche così male, peccato che all'interno di ognuna di esse si trovano versioni rivedute e tagliate di quelle viste in altri capitoli della serie.

La carriera ci permetterà di creare il nostro golfista all'interno di un editor che pecca in maniera incredibile in termini di personalizzazione. Per i volti ad esempio si può attingere unicamente a set pre impostati, andando a modificare unicamente capelli, colore degli occhi, altezza, peso e poco altro. Assurda, ad esempio e giusto per citarne una, la mancanza della barba. Anche la mappatura facciale, ormai standard in quasi tutti i titoli sportivi, si sente in maniera pesante all'interno dei limiti imposti dall'editor.



La stessa carriera é inoltre curata in maniera piuttosto grossolana. Niente intro, cut scene, eventi speciali o simili. Tutto si baserà unicamente su giocare e vincere tornei per migliorare le caratteristiche del nostro giocatore (farà tutto l'IA in base allo stile di gioco scelto). Se a questo sommiamo la presenza di soli dieci percorsi ufficiali e tre inventati tra cui quello dedicato a Battlefield 4 (nel capitolo precedente i percorsi erano il doppio!) capirete che la modalità che dovrebbe dare longevità al titolo si rivela invece un qualcosa che arriverà a stancarvi molto velocemente.

Decisamente più divertenti, ma anche qui in numero non proprio esagerato, le Night Club Challenge delle sfide con regole speciali che si giocheranno sulle buche in versione notturna dei vari circuiti.

Arriviamo infine a parlarvi del comparto online che purtroppo segue il trend abbastanza negativo per quanto riguarda i contenuti del titolo. Sebbene il net code non abbia evidenziato particolari problemi in termini di lag o simili, l'online ci permette unicamente di giocare partite in stoke play contro altri golfisti virtuali. Un po poco rispetto a quello a cui ci eravamo abituati in passato.

Nel complesso Rory McIlroy PGA Tour, non é un brutto gioco, ma esattamente come successo per altri titoli che hanno fatto il salto generazionale, si sono persi diversi elementi in termini di contenuti ed offerta di gioco. Detto questo se siete alla tremenda ricerca di un titolo dedicato a questo sport, a patto di chiudere un occhio sui contenuti, il gioco di EA Sports riuscirà ad appassionarvi e regalarvi diverse soddisfazioni. Per tutti quelli che invece non hanno una impellente necessità di mazze, green o bunker, forse vale la pena aspettare il capitolo del prossimo anno.