Rugby Challenge 2006
di
Francesco Romagnoli
Anche se è innegabile che negli ultimi anni il rugby abbia fatto passi da gigante in quanto a notorietà, rimane tuttavia uno sport che interessa le pagine marginali dei quotidiani sportivi. Quest'anno poi è quello dei mondiali di calcio e, a meno che la nazionale non ci regali cocenti delusioni, lo sport dalla palla ovale farà molta fatica a catturare le attenzioni e le palpitazioni dei cuori degli italiani.
La Ubisoft però decide di provarci, anche perché non solo da italiani è composto il mercato videoludico, e questo suo Rugby Challenge è il primo di una serie di titoli sportivi della casa d'oltralpe. Vediamo se la sua sfida parte col piede giusto.
Pro Evolution Rugby
Rispetto al football americano, il rugby è più immediato, con azioni meno spezzettate e molta meno leziosità concessa a schemi e moduli di gioco, anche se, come in tutti gli sport, un po' di tattica non manca. Questa spontaneità aiuta sicuramente il videogiocatore novizio che a fatica conosce le regole base della disciplina e sicuramente non apprezza molto ritrovarsi di fronte ad una pletora di schemi, freccette, nomignoli di cui non capisce minimamente il significato o l'utilità.
Questo Rugby Challenge in particolare esalta la semplicità di gioco grazie a dei comandi piuttosto intuitivi e a delle scelte in quanto a giocabilità che, se da un lato non appaiono molto simulative, dall'altro si presentano sicuramente immediate ed user-friendly.
Così il sistema di passaggi è ridotto a 2-3 possibilità, le mischie vengono gestite con un solo pulsante e a volte richiedono tempismo e coordinazione per aggiudicarsi la palla (dovendo fermare l'indicatore più volte nell'area predeterminata e con velocità sempre crescente).
Con poche partite e soprattutto dopo aver affrontato il tutorial (quasi obbligatorio per godere appieno di questo prodotto) in cui poter far pratica e apprendere come ogni azione reale sia stata qui trasposta virtualmente, si è in grado di portare a termine onorevolmente gran parte dei match. Certo un'infarinata riguardante le regole generali del rugby ci vuole (questo il gioco non lo offre), ma se si è degli esperti in questo campo non si incontreranno difficoltà di alcun tipo.
Insomma Rugby Challenge 2006, in quanto a gameplay, per l'immediatezza cui corrisponde spesso una certa corrispondenza con la realtà, potrebbe essere etichettato come "Pro Evolution Rugby", tanto risulta immediatamente appagante e altresì profondo come sistema di controllo. Le uniche pecche riscontrabili sono una certa mancanza di precisione nella conduzione degli atleti (richiamando sempre gli esempi calcistici, PES è definibile come "preciso", mentre FIFA ha sempre lasciato quell'impressione di un qualcosa leggermente più approssimativo) e il numero ristretto di finte o altri mezzi con cui evitare le difese avversarie.
Le diverse ricette per giocare a rugby
Per quanto riguarda le modalità a disposizione il menù si presenta molto ricco.
Oltre all'allenamento, suddiviso in tutorial e in una serie di prove a sfide in cui cercare di segnare nuovi record e conquistare i tre classici traguardi (bronzo argento ed oro), e alle classiche amichevoli per le sfide veloci con gli amici, il ventaglio di scelte non può che soddisfare tutti i palati, soprattutto quelli che seguono a fondo questo sport.
Tra le competizioni abbiamo varie coppe, campionati (sia di club che di nazionali), tournee e le "classiche": coppa europea, tre nazioni, sei nazioni e campionato mondiale.
Stupisce in positivo il numero di licenze acquistate che sicuramente aiutano e stimolano anche chi ha cominciato ad appassionarsi al rugby da poco tempo a questa parte.
Abbiamo poi una serie di sfide, anche queste di vario tipo: ci sono gli incontri classici, ovvero le 10 partite storiche più famose in cui raggiungere un determinato risultato, la prova di sopravvivenza in cui portare a termine una serie di obiettivi che si fanno più difficili partita dopo partita. Si passa poi alle modalità in cui sono le regole del rugby stesso a cambiare: nella modalità "patata bollente", ad esempio, ogni giocatore non dovrà protrarre il proprio possesso palla per più di 3 secondi; nel "rugby dei vecchi tempi" non si segnerà facendo meta bensì cercando di calciare verso la rete, com'era il rugby di una volta. Infine in "superstar" prima della partita si deve selezionare uno specifico giocatore, il quale sarà l'unico a poter segnare una meta.
Non poteva mancare la modalità carriera in cui partiremo dalla classica divisione più bassa della "master league" del gioco con una squadra di pivelli. Non solo dovremo curare la campagna acquisti, ma potremo decidere, ed eseguire noi stessi, gli allenamenti da far effettuare a tutto il team, per potenziare i giocatori già in nostro possesso.
Quindi anche sotto il profilo della longevità c'è di che sbizzarrirsi potendo inoltre calibrare su tre differenti livelli la difficoltà dell'intelligenza artificiale.
Troppo presso per esultare
Dal punto di vista del gameplay, abbiamo assodato che il gioco è quasi inoppugnabile, Ubisoft è riuscita a coniugare immediatezza e profondità un po' in tutti campi.
Non altrettanto encomianti sono gli appunti da fare al gioco dal punto di vista tecnico.
La grafica, è vero, si presenta pulita e gli stadi apprezzabili. I giocatori al contrario non sono molto realistici, già nell'aspetto (sono piuttosto tozzi e non molto appariscenti) ma soprattutto nelle movenze che spesso rasentano il ridicolo (ad esempio quando esultano dopo una meta).
Il tutto non va ad inficiare il gameplay in sé, ma di certo l'occhio ne risente, soprattutto quando si era abituato agli standard di EA in quanto ad animazioni e capacità di somiglianza dei giocatori con le loro controparti virtuali.
Anche dal punto di vista del sonoro, a voler esser buoni, il commentatore è definibile come "spigliato" ma non offre certo quell'alone professionale da telecronaca diretta capace di esaltare. Gli effetti sonori sono poco esaltanti (quando al contrario un placcaggio giocando a Madden vale quasi quanto un cazzottane dato in Tekken).
Si presentano curate invece le divise delle squadre ed altri particolari marginali che fanno comunque intuire che le buone intenzioni ci sono, forse a mancare è l'esperienza e la convinzione di poter offrire un prodotto di alto rango.
Ubisoft segna una meta importante, ma davanti ai pali non la realizza.
Tirando le somme, il bilancio alla fine dei conti risulta positivo.
Il gioco presenta una giocabilità buona, immediata ed intuitiva, che torna molto utile, specie nel mercato italiano dove, essendo il rugby uno sport dalla popolarità marginale (anche se in crescita), questi attributi sono particolarmente apprezzati.
Altrettanto si può essere soddisfatti delle licenze acquisite e della nutrita schiera di possibilità offerte dalle varie competizioni disponibili.
Il gioco però pecca dal punto di vista grafico ma, considerato che siamo al primo capitolo e che Ubisoft ha appena cominciato a cimentarsi in questo campo, possiamo essere indulgenti ed attendere i prossimi sviluppi nella speranza di constatare qualche miglioramento in questo senso.
Leggete il commento per scoprire infine se questo gioco fa o non fa per voi.
La Ubisoft però decide di provarci, anche perché non solo da italiani è composto il mercato videoludico, e questo suo Rugby Challenge è il primo di una serie di titoli sportivi della casa d'oltralpe. Vediamo se la sua sfida parte col piede giusto.
Pro Evolution Rugby
Rispetto al football americano, il rugby è più immediato, con azioni meno spezzettate e molta meno leziosità concessa a schemi e moduli di gioco, anche se, come in tutti gli sport, un po' di tattica non manca. Questa spontaneità aiuta sicuramente il videogiocatore novizio che a fatica conosce le regole base della disciplina e sicuramente non apprezza molto ritrovarsi di fronte ad una pletora di schemi, freccette, nomignoli di cui non capisce minimamente il significato o l'utilità.
Questo Rugby Challenge in particolare esalta la semplicità di gioco grazie a dei comandi piuttosto intuitivi e a delle scelte in quanto a giocabilità che, se da un lato non appaiono molto simulative, dall'altro si presentano sicuramente immediate ed user-friendly.
Così il sistema di passaggi è ridotto a 2-3 possibilità, le mischie vengono gestite con un solo pulsante e a volte richiedono tempismo e coordinazione per aggiudicarsi la palla (dovendo fermare l'indicatore più volte nell'area predeterminata e con velocità sempre crescente).
Con poche partite e soprattutto dopo aver affrontato il tutorial (quasi obbligatorio per godere appieno di questo prodotto) in cui poter far pratica e apprendere come ogni azione reale sia stata qui trasposta virtualmente, si è in grado di portare a termine onorevolmente gran parte dei match. Certo un'infarinata riguardante le regole generali del rugby ci vuole (questo il gioco non lo offre), ma se si è degli esperti in questo campo non si incontreranno difficoltà di alcun tipo.
Insomma Rugby Challenge 2006, in quanto a gameplay, per l'immediatezza cui corrisponde spesso una certa corrispondenza con la realtà, potrebbe essere etichettato come "Pro Evolution Rugby", tanto risulta immediatamente appagante e altresì profondo come sistema di controllo. Le uniche pecche riscontrabili sono una certa mancanza di precisione nella conduzione degli atleti (richiamando sempre gli esempi calcistici, PES è definibile come "preciso", mentre FIFA ha sempre lasciato quell'impressione di un qualcosa leggermente più approssimativo) e il numero ristretto di finte o altri mezzi con cui evitare le difese avversarie.
Le diverse ricette per giocare a rugby
Per quanto riguarda le modalità a disposizione il menù si presenta molto ricco.
Oltre all'allenamento, suddiviso in tutorial e in una serie di prove a sfide in cui cercare di segnare nuovi record e conquistare i tre classici traguardi (bronzo argento ed oro), e alle classiche amichevoli per le sfide veloci con gli amici, il ventaglio di scelte non può che soddisfare tutti i palati, soprattutto quelli che seguono a fondo questo sport.
Tra le competizioni abbiamo varie coppe, campionati (sia di club che di nazionali), tournee e le "classiche": coppa europea, tre nazioni, sei nazioni e campionato mondiale.
Stupisce in positivo il numero di licenze acquistate che sicuramente aiutano e stimolano anche chi ha cominciato ad appassionarsi al rugby da poco tempo a questa parte.
Abbiamo poi una serie di sfide, anche queste di vario tipo: ci sono gli incontri classici, ovvero le 10 partite storiche più famose in cui raggiungere un determinato risultato, la prova di sopravvivenza in cui portare a termine una serie di obiettivi che si fanno più difficili partita dopo partita. Si passa poi alle modalità in cui sono le regole del rugby stesso a cambiare: nella modalità "patata bollente", ad esempio, ogni giocatore non dovrà protrarre il proprio possesso palla per più di 3 secondi; nel "rugby dei vecchi tempi" non si segnerà facendo meta bensì cercando di calciare verso la rete, com'era il rugby di una volta. Infine in "superstar" prima della partita si deve selezionare uno specifico giocatore, il quale sarà l'unico a poter segnare una meta.
Non poteva mancare la modalità carriera in cui partiremo dalla classica divisione più bassa della "master league" del gioco con una squadra di pivelli. Non solo dovremo curare la campagna acquisti, ma potremo decidere, ed eseguire noi stessi, gli allenamenti da far effettuare a tutto il team, per potenziare i giocatori già in nostro possesso.
Quindi anche sotto il profilo della longevità c'è di che sbizzarrirsi potendo inoltre calibrare su tre differenti livelli la difficoltà dell'intelligenza artificiale.
Troppo presso per esultare
Dal punto di vista del gameplay, abbiamo assodato che il gioco è quasi inoppugnabile, Ubisoft è riuscita a coniugare immediatezza e profondità un po' in tutti campi.
Non altrettanto encomianti sono gli appunti da fare al gioco dal punto di vista tecnico.
La grafica, è vero, si presenta pulita e gli stadi apprezzabili. I giocatori al contrario non sono molto realistici, già nell'aspetto (sono piuttosto tozzi e non molto appariscenti) ma soprattutto nelle movenze che spesso rasentano il ridicolo (ad esempio quando esultano dopo una meta).
Il tutto non va ad inficiare il gameplay in sé, ma di certo l'occhio ne risente, soprattutto quando si era abituato agli standard di EA in quanto ad animazioni e capacità di somiglianza dei giocatori con le loro controparti virtuali.
Anche dal punto di vista del sonoro, a voler esser buoni, il commentatore è definibile come "spigliato" ma non offre certo quell'alone professionale da telecronaca diretta capace di esaltare. Gli effetti sonori sono poco esaltanti (quando al contrario un placcaggio giocando a Madden vale quasi quanto un cazzottane dato in Tekken).
Si presentano curate invece le divise delle squadre ed altri particolari marginali che fanno comunque intuire che le buone intenzioni ci sono, forse a mancare è l'esperienza e la convinzione di poter offrire un prodotto di alto rango.
Ubisoft segna una meta importante, ma davanti ai pali non la realizza.
Tirando le somme, il bilancio alla fine dei conti risulta positivo.
Il gioco presenta una giocabilità buona, immediata ed intuitiva, che torna molto utile, specie nel mercato italiano dove, essendo il rugby uno sport dalla popolarità marginale (anche se in crescita), questi attributi sono particolarmente apprezzati.
Altrettanto si può essere soddisfatti delle licenze acquisite e della nutrita schiera di possibilità offerte dalle varie competizioni disponibili.
Il gioco però pecca dal punto di vista grafico ma, considerato che siamo al primo capitolo e che Ubisoft ha appena cominciato a cimentarsi in questo campo, possiamo essere indulgenti ed attendere i prossimi sviluppi nella speranza di constatare qualche miglioramento in questo senso.
Leggete il commento per scoprire infine se questo gioco fa o non fa per voi.
Rugby Challenge 2006
7.5
Voto
Redazione
Rugby Challenge 2006
Se siete degli appassionati di questa disciplina provate questo Rugby Challenge. Troverete certe soluzioni interessanti e uno stuolo di competizioni ufficiali in cui cimentarvi. Se al contrario vi state interessando da poco a questo sport, concedete comunque una chance al titolo Ubisoft, senza timori: potreste trovare il giusto stimolo per approfondire le vostre conoscenze in questo ambito. Basta un qualche rudimento e una passata di tutorial per "buttarsi nella mischia" e divertirsi a suon di mete e placcaggi.
Solo dovrete chiudere un'occhio sull' "aspetto fisico", non molto appariscente. Siate indulgenti e il gioco saprà coinvolgervi, perché va ricordato che anche un'altra serie sportiva famosa ha cominciato con un aspetto grafico tutt'altro che gratificante ed ora gode di una stima inattaccabile (qualcuno ha detto Winning Eleven?)...
Solo dovrete chiudere un'occhio sull' "aspetto fisico", non molto appariscente. Siate indulgenti e il gioco saprà coinvolgervi, perché va ricordato che anche un'altra serie sportiva famosa ha cominciato con un aspetto grafico tutt'altro che gratificante ed ora gode di una stima inattaccabile (qualcuno ha detto Winning Eleven?)...