Rule of Rose
di
Jennifer, sfortunata ragazza, in seguito alla morte dei genitori in un incidente aereo viene mandata a trascorrere gli ultimi anni della sua giovinezza nell'Orfanotrofio "Giardino di Rose", nell'anno 1830; prima ancora di arrivare alla tetra costruzione, incontra sull'autobus un misterioso bambino che la invita a "leggergli la storia": sbalordita, la ragazza scopre che, in qualche modo, il quaderno che le viene porto parla di lei, e che molte pagine sono ancora da riempire. Il bambino fugge poi verso l'orfanotrofio, da cui poi si dipanerà la tragica, sudicia, sventurata vicenda che avrà Jennifer come protagonista: una storia sospesa tra il reale e l'onirico, tra l'orfanotrofio ed un colossale dirigibile, tra le angherie dei bambini e quelle degli adulti, con solo il fiuto di un cane come alleato.
Rule of Rose è, stringendo all'osso, un Survival-Horror, vale a dire un gioco in cui dovremo risolvere una serie di enigmi, raramente più complessi del "prendi oggetto e portalo al punto giusto", in un'ambientazione inquietante e ansiosa in cui non mancheranno mostri più o meno umani da sconfiggere o, preferibilmente, evitare. Nella fattispecie, RoR non è certo il titolo più complesso del filone, né per quanto concerne gli enigmi né per quanto concerne i combattimenti, ma ha come non indifferente punto di forza un'ambientazione ed un'atmosfera particolarmente peculiare.
La vicenda della nostra Jennifer sarà infatti continuamente raccontata come in una fiaba: esaminando gli oggetti questi le "parleranno", i personaggi che incontrerà saranno "principi" e "principesse" con titoli particolari (ad esempio, la sguattera dell'orfanotrofio è la "Regina della Pulizia"), e tutto in generale darà alla storia delle tinte molto alla "Alice nel paese delle meraviglie" in cui però le meraviglie sono davvero poche.
Il sistema di controllo e di combattimento è piuttosto semplice, in quanto Jennifer dovrà fare affidamento su un unico tasto azione per interagire col mondo circostante, coadiuvato da un secondo tasto che la porrà in posizione di guardia (tenendo premuto quest'ultimo, il tasto azione succitato le permetterà di compiere un attacco). La ragazza avrà a disposizione un menù di inventario, in cui tra l'altro troverà posto la barra della vita residua, dove potrà visualizzare gli oggetti raccolti, equipaggiare armi, utilizzare il cibo per recuperare energia e, cosa molto importante, selezionare un oggetto da far "fiutare" al suo amico, il cane Brown (disponibile dopo circa una mezz'ora di gioco). Il biondo quadrupede potrà in questo modo essere mandato alla ricerca di oggetti dello stesso tipo o, qualora ne esistessero, di oggetti dall'odore simile: un assiduo utilizzo delle sue capacità olfattiva è la chiave per fare incetta di preziosi biscotti curativi oltre che la via per rinvenire oggetti segreti. Per il resto, il cane non sarà di particolare aiuto in battaglia, sebbene il suo incessante abbaiare riesca talvolta a spaventare o paralizzare temporaneamente i nemici minori.
Tecnicamente, RoR non presenta particolari elementi di pregio, per non dire addirittura che la realizzazione è decisamente ferma ai livelli di qualche anno fa. Nel complesso, però, la grafica svolge il suo lavoro in maniera sufficiente: tutti gli ambienti sono realizzati in vero 3D e per ciascuno sono presenti almeno due inquadrature dinamiche, le quali non sono sempre all'altezza delle esigenze ma sono comunque più comode di un'unica fissa.
Le animazioni sono morbide e fluide, anche se non mancano errori qua e là (camminare su un avversario svenuto, ad esempio, potrebbe dar luogo ad alcuni sgradevoli effetti di "scivolamento"), ed i modelli, pur non essendo particolarmente ricchi nel numero di poligoni, sono comunque piuttosto curati nella texturizzazione.
Ottimo l'impiego delle ombre dinamiche, sebbene i punti-luce siano comunque fissi, e simpatico l'utilizzo di un effetto "noise" regolabile per dare al tutto un effetto antidato.
Molto carina anche la scelta stilistica di visualizzare i menù come disegni infantili realizzati col gessetto bianco. Il sonoro si avvale di temi musicali molto adatti all'atmosfera, in cui gli strumenti più utilizzati sono il pianoforte ed un quartetto d'archi: al sottofondo lento ed angosciante di un violoncello nelle situazioni di esplorazione si sostituisce infatti l'incalzante trillo di un violino durante i combattimenti, più tante altre musiche, tutte in tema, per le varie situazioni o capitoli. L'unico problema è il fatto che la maggior parte dei brani sono rielaborazioni di parte del tema principale (quello, per intenderci, che sentiremo cantare nell'intro o nei credits), e che alla lunga tende ad essere piuttosto ripetitivo.
La giocabilità di RoR ha, come anticipato, il suo principale punto di forza nell'atmosfera da fiaba "oscura" e nella peculiare ambientazione del dirigibile anni '30 (la stragrande maggioranza del gioco si svolge difatti lì), a cui si accostano le complesse psicologie dei personaggi, soprattutto le quattro ragazze Meg, Eleanor, Diana e Amanda, e il segreto onirico che regge insieme tutta la vicenda. Ha però un punto a suo sfavore nel sistema di gioco vero e proprio: Jennifer combatte con veramente troppa difficoltà, e il fatto di trovarsi spesso circondata da nemici porta alla fuga molto più frequentemente che non in altri giochi (eccezion fatta per Hounting Ground).
I boss sono pochi e di norma semplici, con forse un'unica eccezione, e non costituiscono un vero pericolo quanto più che altro una seccatura. Il fiuto del cane diventa spesso una scorciatoia elementare per andare avanti nel gioco, giacché è sufficiente sbattergli sul muso l'ultima traccia trovata per avere praticamente l'indirizzo del prossimo luogo da raggiungere; fargli odorare altri oggetti in cerca di segreti o curativi, invece, può risultare in una grossa perdita di tempo e nella raccolta di biglie, mollette, fiocchi e calzini tanto numerosi quanto inutili (in realtà hanno anch'essi una loro utilità, ma qui ci addentriamo nel campo dei segreti e degli spoiler).
Per portare a termine RoR sono sufficienti una decina di ore, senza fare le cose in fretta ed anzi soffermandosi a cercare oggetti extra, e dopo averlo portato a termine col finale "buono" lo rigiocherete forse una singola volta tanto per togliervi qualche sfizio (come ad esempio quello di uccidere tutti i nemici con le armi speciali disponibili al "secondo giro"). In generale, però, nonostante la meravigliosa atmosfera che lo pervade e il fittissimo polverone di polemiche che ha sollevato su di se, Rule of Rose è un gioco destinato ad essere presto dimenticato. Si sarebbe potuto fare decisamente di più...
Rule of Rose è, stringendo all'osso, un Survival-Horror, vale a dire un gioco in cui dovremo risolvere una serie di enigmi, raramente più complessi del "prendi oggetto e portalo al punto giusto", in un'ambientazione inquietante e ansiosa in cui non mancheranno mostri più o meno umani da sconfiggere o, preferibilmente, evitare. Nella fattispecie, RoR non è certo il titolo più complesso del filone, né per quanto concerne gli enigmi né per quanto concerne i combattimenti, ma ha come non indifferente punto di forza un'ambientazione ed un'atmosfera particolarmente peculiare.
La vicenda della nostra Jennifer sarà infatti continuamente raccontata come in una fiaba: esaminando gli oggetti questi le "parleranno", i personaggi che incontrerà saranno "principi" e "principesse" con titoli particolari (ad esempio, la sguattera dell'orfanotrofio è la "Regina della Pulizia"), e tutto in generale darà alla storia delle tinte molto alla "Alice nel paese delle meraviglie" in cui però le meraviglie sono davvero poche.
Il sistema di controllo e di combattimento è piuttosto semplice, in quanto Jennifer dovrà fare affidamento su un unico tasto azione per interagire col mondo circostante, coadiuvato da un secondo tasto che la porrà in posizione di guardia (tenendo premuto quest'ultimo, il tasto azione succitato le permetterà di compiere un attacco). La ragazza avrà a disposizione un menù di inventario, in cui tra l'altro troverà posto la barra della vita residua, dove potrà visualizzare gli oggetti raccolti, equipaggiare armi, utilizzare il cibo per recuperare energia e, cosa molto importante, selezionare un oggetto da far "fiutare" al suo amico, il cane Brown (disponibile dopo circa una mezz'ora di gioco). Il biondo quadrupede potrà in questo modo essere mandato alla ricerca di oggetti dello stesso tipo o, qualora ne esistessero, di oggetti dall'odore simile: un assiduo utilizzo delle sue capacità olfattiva è la chiave per fare incetta di preziosi biscotti curativi oltre che la via per rinvenire oggetti segreti. Per il resto, il cane non sarà di particolare aiuto in battaglia, sebbene il suo incessante abbaiare riesca talvolta a spaventare o paralizzare temporaneamente i nemici minori.
Tecnicamente, RoR non presenta particolari elementi di pregio, per non dire addirittura che la realizzazione è decisamente ferma ai livelli di qualche anno fa. Nel complesso, però, la grafica svolge il suo lavoro in maniera sufficiente: tutti gli ambienti sono realizzati in vero 3D e per ciascuno sono presenti almeno due inquadrature dinamiche, le quali non sono sempre all'altezza delle esigenze ma sono comunque più comode di un'unica fissa.
Le animazioni sono morbide e fluide, anche se non mancano errori qua e là (camminare su un avversario svenuto, ad esempio, potrebbe dar luogo ad alcuni sgradevoli effetti di "scivolamento"), ed i modelli, pur non essendo particolarmente ricchi nel numero di poligoni, sono comunque piuttosto curati nella texturizzazione.
Ottimo l'impiego delle ombre dinamiche, sebbene i punti-luce siano comunque fissi, e simpatico l'utilizzo di un effetto "noise" regolabile per dare al tutto un effetto antidato.
Molto carina anche la scelta stilistica di visualizzare i menù come disegni infantili realizzati col gessetto bianco. Il sonoro si avvale di temi musicali molto adatti all'atmosfera, in cui gli strumenti più utilizzati sono il pianoforte ed un quartetto d'archi: al sottofondo lento ed angosciante di un violoncello nelle situazioni di esplorazione si sostituisce infatti l'incalzante trillo di un violino durante i combattimenti, più tante altre musiche, tutte in tema, per le varie situazioni o capitoli. L'unico problema è il fatto che la maggior parte dei brani sono rielaborazioni di parte del tema principale (quello, per intenderci, che sentiremo cantare nell'intro o nei credits), e che alla lunga tende ad essere piuttosto ripetitivo.
La giocabilità di RoR ha, come anticipato, il suo principale punto di forza nell'atmosfera da fiaba "oscura" e nella peculiare ambientazione del dirigibile anni '30 (la stragrande maggioranza del gioco si svolge difatti lì), a cui si accostano le complesse psicologie dei personaggi, soprattutto le quattro ragazze Meg, Eleanor, Diana e Amanda, e il segreto onirico che regge insieme tutta la vicenda. Ha però un punto a suo sfavore nel sistema di gioco vero e proprio: Jennifer combatte con veramente troppa difficoltà, e il fatto di trovarsi spesso circondata da nemici porta alla fuga molto più frequentemente che non in altri giochi (eccezion fatta per Hounting Ground).
I boss sono pochi e di norma semplici, con forse un'unica eccezione, e non costituiscono un vero pericolo quanto più che altro una seccatura. Il fiuto del cane diventa spesso una scorciatoia elementare per andare avanti nel gioco, giacché è sufficiente sbattergli sul muso l'ultima traccia trovata per avere praticamente l'indirizzo del prossimo luogo da raggiungere; fargli odorare altri oggetti in cerca di segreti o curativi, invece, può risultare in una grossa perdita di tempo e nella raccolta di biglie, mollette, fiocchi e calzini tanto numerosi quanto inutili (in realtà hanno anch'essi una loro utilità, ma qui ci addentriamo nel campo dei segreti e degli spoiler).
Per portare a termine RoR sono sufficienti una decina di ore, senza fare le cose in fretta ed anzi soffermandosi a cercare oggetti extra, e dopo averlo portato a termine col finale "buono" lo rigiocherete forse una singola volta tanto per togliervi qualche sfizio (come ad esempio quello di uccidere tutti i nemici con le armi speciali disponibili al "secondo giro"). In generale, però, nonostante la meravigliosa atmosfera che lo pervade e il fittissimo polverone di polemiche che ha sollevato su di se, Rule of Rose è un gioco destinato ad essere presto dimenticato. Si sarebbe potuto fare decisamente di più...