Runaway

di Tommaso Alisonno

GIOCABILITA' E LONGEVITA'
In un'avventura grafica, specie con un'interfaccia punta e clicca, non c'è niente di complicato: i controlli si padroneggiano in venti secondi ed il resto è tutto gameplaying puro. Gli enigmi non sono cervellotici e fuori di testa come altri giochi più blasonati, ma non sono neanche banali, e come di consueto dovrete sempre mantenere un livello di attenzione piuttosto elevato per non ritrovarvi impantanati, e sicuramente fidarvi delle intuizioni e dell'istinto... e se proprio non ne venite a capo, rimane sempre il sistema di procedere per tentativi accoppiando tra loro oggetti impossibili. Il fatto che Brian "faccia il difficile" aumenta veramente di poco la difficoltà: più che altro è la seccatura di tornare a prendere un oggetto o a compiere un'azione che avremmo volentieri fatto prima. L'avventura è divisa in ben sette capitoli, e anche se i primi due sono piuttosto brevi e ristretti a poche locazioni, dal terzo in poi le cose cominceranno a farsi più interessanti, garantendo svariate ore di esplorazione e dialogo. Tutte le avventure grafiche prima o poi sono destinate a terminare, e quando questo capita le si ricorda solitamente con nostalgia, ma si sa che rigiocarle significa poco più che rivedere un bel film di cui conosciamo un po' tutto. Non nego che potrebbe succedere, e neanche che sia il problema di base di questo tipo di giochi, ma purtroppo possiamo dire che il 90% del divertimento si esaurisce quando finirete il gioco.

617

CONCLUSIONI
Runaway unisce una trama interessante e dei personaggi accattivanti ad una realizzazione tecnica veramente splendida (filmati a parte) ed enigmi di buon livello. Un'avventura grafica "Vecchio Stampo" ben fatta che è un piacere giocare, e che pertanto va presa in seria considerazione sia da appassionati sia da neofiti.

920