Rune: Viking Warlord
di
Redazione Gamesurf
Purtroppo le conversioni tra PC e console non sempre riescono col buco., se poi la base di partenza é un gioco che anche su piattaforma Windows non poteva essere segnalato per molto se non per la bellezza delle texture, é ovvio che le premesse non possano essere confortanti. Il mix terribile causato dalla scarsezza di memoria video della PlayStation 2 e della scarsa ottimizzazione di questa conversione ha fatto perdere a Rune anche quell'unico pregio, al punto che risulta quasi opportuno, dopo aver assistito al filmato introduttivo del gioco su PlayStation 2, andare a installare la versione nativa sul primo PC che ci capita sotto mano. Il paragone, infatti, é avvilente: tanto sono curate e dettagliate le texture nella versione PC, tanto sono piatte, sfocate e poco definite quelle della versione in esame. Il resto del gioco, come detto, non eccelle certo per originalità e giocabilità, ma andiamo con ordine..
FALSA PARTENZA
La cosa buffa (ma non troppo) é che tutto sembra iniziare davvero bene: come già detto, nel gioco impersoneremo Ragnar, possente e giovane vichingo, cresciuto secondo i dettami guerrieri di Odino in attesa del Ragnarok, lo scontro finale tra dei e titani (o almeno così ci viene presentato da Rockstar Games). L'esistenza di un vichingo é essenzialmente tesa alla battaglia, sia nella vita che nella morte, poiché,secondo la tradizione, i valorosi al momento del decesso vengono salvati dalla valchirie e portati nei campi del Valhalla, in attesa che Odino li convochi per combattere al proprio fianco nella battaglia delle battaglie. Tutto comincia, per tornare a vicende più inerenti il nostro Ragnar (pessima trovata per un nome) con la nostra iniziazione: Odino mantiene il suo potere sulla terra e il controllo sul malvagio Loki (suo figlio, sigillato sottoterra) grazie a delle pietre di potere disseminate sulla terra e protette dai vari villaggi nordici. Ragnar é, per l'appunto, nato in uno di questi villaggi votato alla protezione della stele di Odino, sotto la quale si svolge la cerimonia che vi consacrerà vero e proprio guerriero, nonostante la vostra giovane età (viste le vostre spiccate attitudini alla battaglia e dato che si vive in momenti difficili). Subito dopo la nostra iniziazione, l'importantissima procedura della vestizione ci doterà delle armi necessarie allo svolgimento del nostro compito, e scopriremo in questo frangente che non tutti, il fabbro per primo, sono d'accordo con i saggi che ci hanno voluto guerriero
Tutto questo fa parte dell'introduzione che ci permette di entrare nel sistema di vita di Ragnar, ci permette di conoscere le sue vicende, la sua famiglia, i suoi amici. Ed il tutto sembra promettere davvero bene Solo che quando si comincia a giocare sul serio tutto il villaggio é stato sterminato, tutti gli amici uccisi, e ci ritroviamo all'inferno, dove Odino ci grazierà con il dono di una seconda vita, perché si porti vendetta ai traditori della nostra stirpe. Ora una domanda sorge spontanea: com'é che tutti questo tipo di giochi (azione con visuale in terza persona) sembrano iniziare tutti allo stesso modo? Alcuni esempi? Akuji the Heartless o Soul Reaver per PSOne. E com'é che queste onnipotenti forze capaci di sfidare la morte ci lasciano sempre negli inferi a cavarcela da soli? Da qui in poi inizia comunque il gioco vero e proprio, una serie di massacri e di battaglie alla ricerca della vendetta
FALSA PARTENZA
La cosa buffa (ma non troppo) é che tutto sembra iniziare davvero bene: come già detto, nel gioco impersoneremo Ragnar, possente e giovane vichingo, cresciuto secondo i dettami guerrieri di Odino in attesa del Ragnarok, lo scontro finale tra dei e titani (o almeno così ci viene presentato da Rockstar Games). L'esistenza di un vichingo é essenzialmente tesa alla battaglia, sia nella vita che nella morte, poiché,secondo la tradizione, i valorosi al momento del decesso vengono salvati dalla valchirie e portati nei campi del Valhalla, in attesa che Odino li convochi per combattere al proprio fianco nella battaglia delle battaglie. Tutto comincia, per tornare a vicende più inerenti il nostro Ragnar (pessima trovata per un nome) con la nostra iniziazione: Odino mantiene il suo potere sulla terra e il controllo sul malvagio Loki (suo figlio, sigillato sottoterra) grazie a delle pietre di potere disseminate sulla terra e protette dai vari villaggi nordici. Ragnar é, per l'appunto, nato in uno di questi villaggi votato alla protezione della stele di Odino, sotto la quale si svolge la cerimonia che vi consacrerà vero e proprio guerriero, nonostante la vostra giovane età (viste le vostre spiccate attitudini alla battaglia e dato che si vive in momenti difficili). Subito dopo la nostra iniziazione, l'importantissima procedura della vestizione ci doterà delle armi necessarie allo svolgimento del nostro compito, e scopriremo in questo frangente che non tutti, il fabbro per primo, sono d'accordo con i saggi che ci hanno voluto guerriero
Tutto questo fa parte dell'introduzione che ci permette di entrare nel sistema di vita di Ragnar, ci permette di conoscere le sue vicende, la sua famiglia, i suoi amici. Ed il tutto sembra promettere davvero bene Solo che quando si comincia a giocare sul serio tutto il villaggio é stato sterminato, tutti gli amici uccisi, e ci ritroviamo all'inferno, dove Odino ci grazierà con il dono di una seconda vita, perché si porti vendetta ai traditori della nostra stirpe. Ora una domanda sorge spontanea: com'é che tutti questo tipo di giochi (azione con visuale in terza persona) sembrano iniziare tutti allo stesso modo? Alcuni esempi? Akuji the Heartless o Soul Reaver per PSOne. E com'é che queste onnipotenti forze capaci di sfidare la morte ci lasciano sempre negli inferi a cavarcela da soli? Da qui in poi inizia comunque il gioco vero e proprio, una serie di massacri e di battaglie alla ricerca della vendetta
Rune: Viking Warlord
Rune: Viking Warlord
Il gioco gode di ottime premesse ma si assesta su un livello di mediocrità in quasi tutti i campi. L'unico aspetto veramente positivo sembrano il controllo del personaggio e per lo più le animazioni dello stesso. Non si può negare tuttavia un certo senso di forte delusione di fronte ad un titolo che "avrebbe potuto" ma che semplicemente sembra mancare di qualcosa: non è che il gioco sia assolutamente improponibile, può piacere, può anche appassionare, ma sicuramente nel suo genere la concorrenza è agguerritissima.