Rune: Viking Warlord

di Redazione Gamesurf
IL GIOCO SI FA DURO
E' un vero peccato che il gioco vero e proprio non si basi sui presupposti dell'introduzione ma li accantoni quasi completamente. Il gioco infatti si riduce a una serie infinita di scontri, trabocchetti e di enigmi tipo "pulsante-salto-porta". E certe volte é davvero ridicolo vedere il nostro vichingone saltare su di un trampolino "di cuoio" e schizzare via per raggiungere un pulsante
I combattimenti dal canto loro non sono proprio il massimo. Si ha una discreta varietà di armi e la possibilità di usare molti oggetti (come il cranio di uno scheletro) come corpi contundenti. Peccato che poi il tutto si risolva in combinazioni lineari e una continua pressione del tasto di attacco. In conclusione sono i momenti di esplorazione che danno maggiore soddisfazione, trasformando Rune in una versione mascolina (e arcaica) di Tomb Raider

Almeno dal punto di vista delle armi possiamo riscontrare un po' di varietà: sono divise in tre grandi famiglie, le spade, le mazze e le asce
Il tutto può variare dal piccolo spadino all'ascia bipenne e in combinazione con vari scudi si può ottenere la combinazione ideale, che più si confà sia al potenziale bellico degno di un vichingo che alla nostra idea di stile di combattimento. Ed é grazie alle armi, in effetti, che riusciremo a non dimenticare l'ambientazione e le premesse della storia introduttiva (l'unica cosa che spinga a continuare il gioco), anche se la serie infinita di labirinti e trabocchetti sembra voler far di tutto perché ci si dimentichi che il titolo non é un platform
Oltre alle varie armi é possibile trovare qua e là delle vere e proprie Rune (simboli cuneiformi dal supposto potere magico/rituale) ognuna in grado di potenziare il nostro guerriero o di mandarlo in Berserk, rendendolo virtualmente invulnerabile per un periodo limitato di tempo. Le armi poi possono anche essere lanciate, ma l'effetto di tale azione lascia piuttosto perplessi, visto che non solo é piuttosto difficile colpire obiettivi distanti, non solo il danno inflitto non sembra essere molto rilevante, ma é pure possibile perdere del tutto l'arma, gettandola in un luogo non raggiungibile