Rune: Viking Warlord

di Redazione Gamesurf
Altra cosa che sembra minare la fruibilità del titolo in generale sono i lunghi e continui caricamenti, che, soprattutto all'inizio, possono innervosire
SANGUE E NEBBIA
Come già detto la grafica risulta stranamente pallida, scura, poco attraente. Il numero di poligoni mossi tuttavia sembra ottimo: Ragnar si muove veramente bene nei combattimenti, nei salti (anche se spropositati), mentre scavalca un muro Il sistema di controllo non é personalizzabile completamente ma si può scegliere tra numerosi set "pre-confezionati" e mentre il settaggio di default non risulta, in effetti, molto comodo, altri come "Freya" (ebbene sì, i vari settaggi hanno il nome di Divinità vichinghe, quello di partenza naturalmente si chiama "Odino") sono molto più adatti al gioco, lasciando i tasti dorsali alla gestione delle armi

C'e poi da dire che la versione PlayStation 2 é stata anche dotata di una versione multiplayer che permette fino a quattro giocatori di sfidarsi in un'arena. La cosa si presenta ancora una volta bene, si può scegliere il proprio personaggio tra una ventina di diversi vichinghi, si può scegliere la località dove sfidarsi e il numero dei giocatori. Il gioco in sé però é poca cosa: i combattimenti sono troppo semplici, l'effetto sorpresa é nullo, di colpi speciali manco a parlarne insomma in genere chi attacca per primo uccide l'avversario, il quale rinasce con più vita del suddetto omicida, lo trova e lo uccide a sua volta minime variabili alla trama sopra prevista possono tuttavia capitare, ma ne vale la pena? Nella versione multiplayer del gioco, poi, la grafica già scialba dà il suo peggio e il tutto diventa confuso e quasi ingestibile, a meno che non si abbia uno schermo estremamente grande (più di un 28")
In definitiva questa versione PlayStation 2 di Rune non eccelle in nessun particolare ambito: presenta numerosi difetti ed é un peccato perché le potenzialità del titolo non erano da sottovalutare. La conversione grossolana non fa altro che acuire il rimpianto per un gioco che avrebbe potuto essere ben più intrigante.