Rush for Berlin
di
Patrick Grioni
La storia, sopratutto le vicende legate alla seconda guerra mondiale, ha ispirato innumerevoli realizzazioni, cercando di reinventarsi ogni volta con innovazioni nel gameplay, nella grafica o nello stile.
La storia, però, come ogni materia umana, è limitata, tanto da rendere alcuni RTS ridondanti e noiosi, proprio perchè il videogiocatore è saturo di rivivere le stesse vicende.
Conciliare, quindi, realismo rappresentativo e videogioco diventa e diventerà sempre più difficile, a meno di non creare apparati che degradano il lato storiografico a mera scenografia, o semplicemente raccontano vicende plausibili strutturalmente ma inventate in sostanza, come il buon Manzoni ci insegna.
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Rush For Berlin, tra verità e finzione.
Rush for Berlin adotta un interessante mix narrativo, che ci vedrà guidare man mano tutte le principali potenze Europee alla ricerca di una migliore posizione strategica in vista della fine del conflitto mondiale.
Guideremo i Russi, vittoriosi e difensori della patria a Stalingrado e nell'Est europeo, intenti in una furiosa controffensiva fino al cuore della follia nazista, gli Americani, lesti a ricacciare i tedeschi da Francia e Paesi bassi seguendo in pratica il ripiegamento delle forze nemiche.
Infine, vox populi, probabilmente, gli stessi tedeschi, in un affascinante prospettiva che ci vedrà ultimo baluardo dell'imminente distruzione, ipotesi, come detto, plausibile, ma difficilmente documentabile.
Vi sarà poi una sola missione con i Francesi, peraltro una delle più interessanti, in cui con pochi uomini dovremo difenderci dalla rappresaglia nazista.
Rush for Berlin si differenzia dalla serie Panzers proprio per una variata importanza delle forze corazzate rispetto alla fanteria ordinaria: ogni unità, infatti, sarà dotata di mine magnetiche in grado di provocare ingenti danni ai carri armati e ai blindati.
Gli stessi, inoltre, avranno poca efficacia contro la fanteria costringendo il giocatore, di fatto, a tenere ordinate le proprie unità applicando vere e proprie tattiche di combattimento.
Aggiungendo variabili importanti, come colonnelli e unità speciali, artiglieria, ricognitori in grado di chiamare bombardamenti o unità di fanteria che possono comandare lanci di paracadutisti oltre le linee nemiche, ne consegue un mix tanto variegato e "furbo" che facilmente diventerà terreno ideale per gli amanti degli RTS.
Di fatto Rush for Berlin convince proprio perchè si ha la sensazione che il numero di unità sia una variabile che quasi mai fa la differenza, e per dimostrare ciò vorremmo portarvi un esempio di gioco reale.
Si premetta che il nostro numero di unità sia molto limitato, 2-3 lanciarazzi Katiuscia, 3-4 uomini con 2 mortai, 2-3 unità di fanteria in grado di posizionare mine e una unità di ricognizione in grado di chiamare bombardamenti: il nemico dispone di 20-25 carri e una decina di uomini di fanteria. Posizionando un buon numero di mine nei punti chiave controllati a loro volta da 2 unità Katiuscia da una parte e da un mix di obici e bombardamenti dall'altra, magari richiamati dal ricognitore, si può avere tranquillamente la meglio del più numeroso nemico, semplicemente sfruttando una migliore organizzazione tattica.
Questo schema è presente in ogni missione, insieme alla più facile e sbarazzina possibilità di creare molte unità per rompere le linee nemiche: entra in gioco, in questo caso, un'innovazione importante, che si chiama tempo.
Di fatto ogni minuto che passa nella missione in corso, ci penalizzerà in quella successiva, stimolando il giocatore a non costruire mille armamenti dello stesso tipo, ma piuttosto sfruttare tutte le poche unità presenti nello scenario, che tra le altre cose, risulta una soluzione notevolmente più appagante.
Questo modus operandi potrebbe invero generare una certa frustrazione in tutti coloro abituati a scegliere la via difensiva fintanto che no si dispone di un esercito adatto a far breccia, tattica che dai tempi di Starcraft ha spopolato, ma che in Rush for Berlin vede il suo finale epitaffio.
Interessante la possibilità di interagire sul morale del proprio esercito, con la doppia razione di viveri, o sul nemico, con il lancio di volantini di propaganda.
Sono presenti, è giusto segnalarlo, missioni in cui con un numero limitato di unità dovremo raggiungere gli obiettivi dello scenario, altre in cui sarà possibile costruirne nuovi mezzi, altre ancora dove si dovrà conquistare un determinato edificio della mappa per poter chiamare rinforzi.
L'intelligenza artificiale del nemico è di tipo posizionale, abbastanza statica e scontata, con vie d'attacco prestabilite e continue, nella maggior parte dei casi si concentreranno su presidi difensivi diventando temibili nell'ottimo uso dell'artiglieria.
Ottima la differenziazione dei terreni e del tempo atmosferico, che possono diventare anchessi elementi tattici importanti.
Risiede nella prontezza dei controlli il solo grande difetto di questa produzione: è presente, infatti, una certa latenza tra comando impartito ed effettiva azione, oltre che la tendenza della cpu a dimenticarsi qualche truppa selezionata in giro per la mappa.
Tolta questa lacuna, tutto il resto è sicuramente ben pensato: sulla sinistra capeggerà la mappa con a fianco le icone delle unità speciali richiamabili (di solito un artigliere, un paracadutista, un generale, ecc..) mentre sulla destra avremo il dettaglio delle nostre truppe sempre con icone simili e divise per specialità.
Quest'ultime potranno essere impostate nelle classiche modalità difensiva e aggressiva, coricate o in piedi, potranno inoltre occupare edifici, costruire ospedali da campo (l'unico "edificio" mobile nel gioco) arricchendo in questo modo il gameplay e la profondità tattica.
I mezzi corazzati, a loro volta, necessiteranno di unità per essere comandati, ovviamente potranno morire i soldati dentro un carro senza che quest'ultimo sia distrutto, così come non di rado sarà possibile occupare l'artiglieria nemica utilizzandola a proprio pro se si manderà avanti la fanteria per eliminare i soldati che la controllano.
Ecco un altro esempio di come l'importanza dei mezzi corazzati in questo Rush for Berlin sia stata di molto ridimensionata.
La pesantezza grafica di un RTS si scontra sempre con il numero elevato di unità che dovrà visualizzare: questo titolo non raggiunge l'eccellenza assoluta, anche se mostra un comparto grafico di tutto rispetto, ma sfoggia un funzionale equilibrio che lo rende fruibile su molte configurazioni non rinunciando a finezze come ombre dinamiche.
Abbiamo notato una certa difficoltà nel frame rate solo con scorci molto carichi (al massimo dettaglio su una 6600GT), non tale però da pregiudicare il gameplay.
Dal lato sonoro, per rispettare una certa coerenza storiografica, troveremo per ogni popolo la propria lingua, mentre i menù, il tutorial e qualsiasi indicazione a video sono scanditi da una perfetta dizione italiana e da un'ottima traduzione dei testi.
Le esplosioni, i colpi di fucile e il lancio di razzi, oltre che i tonfi di artiglieria sono resi ottimamente contribuendo all'immedesimazione.
Nota dolente è la sincronizzazione del sonoro con i filmati, spesso sfasati.
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La storia, però, come ogni materia umana, è limitata, tanto da rendere alcuni RTS ridondanti e noiosi, proprio perchè il videogiocatore è saturo di rivivere le stesse vicende.
Conciliare, quindi, realismo rappresentativo e videogioco diventa e diventerà sempre più difficile, a meno di non creare apparati che degradano il lato storiografico a mera scenografia, o semplicemente raccontano vicende plausibili strutturalmente ma inventate in sostanza, come il buon Manzoni ci insegna.
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Rush For Berlin, tra verità e finzione.
Rush for Berlin adotta un interessante mix narrativo, che ci vedrà guidare man mano tutte le principali potenze Europee alla ricerca di una migliore posizione strategica in vista della fine del conflitto mondiale.
Guideremo i Russi, vittoriosi e difensori della patria a Stalingrado e nell'Est europeo, intenti in una furiosa controffensiva fino al cuore della follia nazista, gli Americani, lesti a ricacciare i tedeschi da Francia e Paesi bassi seguendo in pratica il ripiegamento delle forze nemiche.
Infine, vox populi, probabilmente, gli stessi tedeschi, in un affascinante prospettiva che ci vedrà ultimo baluardo dell'imminente distruzione, ipotesi, come detto, plausibile, ma difficilmente documentabile.
Vi sarà poi una sola missione con i Francesi, peraltro una delle più interessanti, in cui con pochi uomini dovremo difenderci dalla rappresaglia nazista.
Rush for Berlin si differenzia dalla serie Panzers proprio per una variata importanza delle forze corazzate rispetto alla fanteria ordinaria: ogni unità, infatti, sarà dotata di mine magnetiche in grado di provocare ingenti danni ai carri armati e ai blindati.
Gli stessi, inoltre, avranno poca efficacia contro la fanteria costringendo il giocatore, di fatto, a tenere ordinate le proprie unità applicando vere e proprie tattiche di combattimento.
Aggiungendo variabili importanti, come colonnelli e unità speciali, artiglieria, ricognitori in grado di chiamare bombardamenti o unità di fanteria che possono comandare lanci di paracadutisti oltre le linee nemiche, ne consegue un mix tanto variegato e "furbo" che facilmente diventerà terreno ideale per gli amanti degli RTS.
Di fatto Rush for Berlin convince proprio perchè si ha la sensazione che il numero di unità sia una variabile che quasi mai fa la differenza, e per dimostrare ciò vorremmo portarvi un esempio di gioco reale.
Si premetta che il nostro numero di unità sia molto limitato, 2-3 lanciarazzi Katiuscia, 3-4 uomini con 2 mortai, 2-3 unità di fanteria in grado di posizionare mine e una unità di ricognizione in grado di chiamare bombardamenti: il nemico dispone di 20-25 carri e una decina di uomini di fanteria. Posizionando un buon numero di mine nei punti chiave controllati a loro volta da 2 unità Katiuscia da una parte e da un mix di obici e bombardamenti dall'altra, magari richiamati dal ricognitore, si può avere tranquillamente la meglio del più numeroso nemico, semplicemente sfruttando una migliore organizzazione tattica.
Questo schema è presente in ogni missione, insieme alla più facile e sbarazzina possibilità di creare molte unità per rompere le linee nemiche: entra in gioco, in questo caso, un'innovazione importante, che si chiama tempo.
Di fatto ogni minuto che passa nella missione in corso, ci penalizzerà in quella successiva, stimolando il giocatore a non costruire mille armamenti dello stesso tipo, ma piuttosto sfruttare tutte le poche unità presenti nello scenario, che tra le altre cose, risulta una soluzione notevolmente più appagante.
Questo modus operandi potrebbe invero generare una certa frustrazione in tutti coloro abituati a scegliere la via difensiva fintanto che no si dispone di un esercito adatto a far breccia, tattica che dai tempi di Starcraft ha spopolato, ma che in Rush for Berlin vede il suo finale epitaffio.
Interessante la possibilità di interagire sul morale del proprio esercito, con la doppia razione di viveri, o sul nemico, con il lancio di volantini di propaganda.
Sono presenti, è giusto segnalarlo, missioni in cui con un numero limitato di unità dovremo raggiungere gli obiettivi dello scenario, altre in cui sarà possibile costruirne nuovi mezzi, altre ancora dove si dovrà conquistare un determinato edificio della mappa per poter chiamare rinforzi.
L'intelligenza artificiale del nemico è di tipo posizionale, abbastanza statica e scontata, con vie d'attacco prestabilite e continue, nella maggior parte dei casi si concentreranno su presidi difensivi diventando temibili nell'ottimo uso dell'artiglieria.
Ottima la differenziazione dei terreni e del tempo atmosferico, che possono diventare anchessi elementi tattici importanti.
Risiede nella prontezza dei controlli il solo grande difetto di questa produzione: è presente, infatti, una certa latenza tra comando impartito ed effettiva azione, oltre che la tendenza della cpu a dimenticarsi qualche truppa selezionata in giro per la mappa.
Tolta questa lacuna, tutto il resto è sicuramente ben pensato: sulla sinistra capeggerà la mappa con a fianco le icone delle unità speciali richiamabili (di solito un artigliere, un paracadutista, un generale, ecc..) mentre sulla destra avremo il dettaglio delle nostre truppe sempre con icone simili e divise per specialità.
Quest'ultime potranno essere impostate nelle classiche modalità difensiva e aggressiva, coricate o in piedi, potranno inoltre occupare edifici, costruire ospedali da campo (l'unico "edificio" mobile nel gioco) arricchendo in questo modo il gameplay e la profondità tattica.
I mezzi corazzati, a loro volta, necessiteranno di unità per essere comandati, ovviamente potranno morire i soldati dentro un carro senza che quest'ultimo sia distrutto, così come non di rado sarà possibile occupare l'artiglieria nemica utilizzandola a proprio pro se si manderà avanti la fanteria per eliminare i soldati che la controllano.
Ecco un altro esempio di come l'importanza dei mezzi corazzati in questo Rush for Berlin sia stata di molto ridimensionata.
La pesantezza grafica di un RTS si scontra sempre con il numero elevato di unità che dovrà visualizzare: questo titolo non raggiunge l'eccellenza assoluta, anche se mostra un comparto grafico di tutto rispetto, ma sfoggia un funzionale equilibrio che lo rende fruibile su molte configurazioni non rinunciando a finezze come ombre dinamiche.
Abbiamo notato una certa difficoltà nel frame rate solo con scorci molto carichi (al massimo dettaglio su una 6600GT), non tale però da pregiudicare il gameplay.
Dal lato sonoro, per rispettare una certa coerenza storiografica, troveremo per ogni popolo la propria lingua, mentre i menù, il tutorial e qualsiasi indicazione a video sono scanditi da una perfetta dizione italiana e da un'ottima traduzione dei testi.
Le esplosioni, i colpi di fucile e il lancio di razzi, oltre che i tonfi di artiglieria sono resi ottimamente contribuendo all'immedesimazione.
Nota dolente è la sincronizzazione del sonoro con i filmati, spesso sfasati.
Rush for Berlin
9
Voto
Redazione
Rush for Berlin
Ci troviamo di fronte a uno splendido strategico, minato da pochi e risolvibili (con una patch) difetti, equilibrato, ricco, interessante graficamente, longevo, grazie anche al multiplayer, variegato.
Raramente si è trovato un titolo che premia in modo così netto la strategia, facendola diventare essa stessa protagonista del conflitto, in un ambientazione per di più realistica, ogni tanto verosimile.
Con un'IA più raffinata e furba, avrebbe potuto puntare ancor più all'eccelenza. Consigliato vivamente a tutti gli appassionati.
Raramente si è trovato un titolo che premia in modo così netto la strategia, facendola diventare essa stessa protagonista del conflitto, in un ambientazione per di più realistica, ogni tanto verosimile.
Con un'IA più raffinata e furba, avrebbe potuto puntare ancor più all'eccelenza. Consigliato vivamente a tutti gli appassionati.