Sacred Citadel

di Tommaso Alisonno
Tempi duri per le Serafine: la loro cittadella, dove le mitiche maghe/guerriere si sono ritirate in preghiera, é stata presa di mira dal tirannico impero di Ashen, il quale ha creato nei suoi laboratori arcani un potente condottiero denominato Gatebreaker la cui unica ragione d'esistenza é (per l'appunto) quella di abbattere i cancelli del chiostro. Per fare ciò, il mostro ha però bisogno di due potenti artefatti magici e scatena i selvaggi Grimmoc alla loro ricerca; peccato che nella loro follia distruttiva i mostri incrocino la strada di alcuni eroici avventurieri: un guerriero, un ranger, una sciamana e una maga, quest'ultima proveniente proprio dall'ordine delle Serafine.

Il genere dei picchiaduro a scorrimento, soprattutto con elementi di RPG, sta vivendo una seconda giovinezza da quando titoli come Castle Crasher e Scott Pilgrim Vs The World l'hanno riportato alle luci della ribalta. Southend Interactive e Deep Silver ci provano con questo Sacred Citadel, spin-off della serie di ActionRPG (Sacred, appunto) che si avvicina al terzo capitolo ufficiale. Il gioco offre un'intelaiatura classica: i livelli si snodano da sinistra a destra con solo occasionali digressioni verticali (botole, ascensori, declivi e cose così), e prevedono sostanzialmente di avanzare di tappa in tappa annichilendo volta per volte tutti i nemici prima di poter proseguire.



Per quanto i quattro personaggi abbiano delle innegabili differenze, condividono buona parte dei comandi da battaglia di base: questo perché tutti utilizzano come “armamento primario” una coppia di armi ad una mano, siano esse spade, asce o mazze; a queste accostano un'arma speciale specifica per ciascuna classe (il martello per il guerriero, l'arco per il ranger, la bacchetta per la maga e il tamburo per la sciamana), che utilizzano nelle mosse esclusive. I quattro tasti frontali sono associati al salto (doppio), all'attacco normale, all'attacco “finale” (se usato in combo) o “speciale” (da solo) e infine all'attacco “potente”, una vera supermossa che va però caricata a furia di sberle o tramite apposite pozioni.

Il campionario di mosse a disposizione degli eroi non si ferma qui: l'analogico destro può essere utilizzato per effettuare delle schivate, mentre nei tasti laterali trovano posto lo scatto e la parata, più un tasto “accessorio”, inerte da solo ma necessario per attivare alcuni attacchi speciali. Particolarmente interessante é la possibilità di “tempestare di colpi” un nemico mandato al tappeto in modo da fargli più danno possibile prima che si rialzi. Quando un personaggio “muore”, un alleato può risvegliarlo semplicemente avvicinandosi e premendo un tasto: se tutti i membri del party finiscono al tappeto, si ritorna all'ultimo checkpoint.

Man mano che ammazzano nemici, i giocatori acquisteranno esperienza coi personaggi in uso, sbloccando volta per volta nuove combo e attacchi “potenti”; per ogni livello ottenuto, inoltre, si guadagneranno due punti da distribuire tra le caratteristiche di Attacco, Difesa, Destrezza e Potere del, potenziando così l'efficienza del personaggio. Durante il gioco in multiplayer, il titolo attua una politica molto “alla Dungeons & Dragons” in cui tutto il denaro e i punti-esperienza accumulati vengono automaticamente suddivisi tra tutti i partecipanti: in questo modo si evitano infantili “corse all'oro” o bisticci per chi deve dare l'ultima botta al boss di turno, favorendo la collaborazione piuttosto che la competitività.




In un certo grado, anche le armi e le armature rinvenute in giro saranno disponibili a tutti: sul momento potranno essere raccolte da un solo giocatore, ma basterà fare tappa presso il fabbro cittadino tra una missione e l'altra per trovare a disposizione - gratuitamente - tutti gli oggetti che hanno fatto la loro comparsa durante la missione. In città sarà inoltre possibile acquistare pozioni e cristalli che aumentino temporaneamente le nostre caratteristiche (oggetti che comunque sono reperibili “sul campo”), nonché scommettere denaro in “sfide” di resistenza, tempo o punteggio che si ambienteranno in un livello scelto a caso tra quelli disponibili. Tutte le missioni sbloccate saranno infatti ripetibili a volontà in modo da potenziarsi adeguatamente prima di passare alle successive.

Dal punto di vista tecnico, Sacred Citadel propone una grafica tendenzialmente semplice e colorata, aiutata dal Cell-Shading che le dona un aspetto riconducibile ai classici degli anni '80-'90, di cui parleremo tra un attimo. Il risultato non fa certo gridare al miracolo, ma é sicuramente gradevole all'occhio, abbastanza vario nelle ambientazioni e fluido, dunque pienamente soddisfacente. Durante le sessioni di multiplayer online può capitare che qualche giocatore “sfarfalli”, ma questo problema non inficia il gameplay e, sebbene sia indubbiamente poco bello a vedersi, di base non é di disturbo. La colonna sonora é gradevole ma un po' anonima, e tendente alla ripetitività: non esattamente “brutta”, ma con poco di più si sarebbe potuto fare certamente meglio. Il gioco é doppiato in Inglese e sottotitolato in Italiano, con una buona traduzione.

Giocando a Sacred Citadel non é possibile - perlomeno se si appartiene alla “vecchia scuola” che con simili giochi é stata svezzata - non ripensare ai classici degli anni '80-'90, primo fra tutti Golden Axe a cui il titolo Southend Interactive si ispira innegabilmente: tracce del titolo SEGA traspaiono da tralci della colonna sonora, e quando arrivano i bestioni cavalcabili, beh: la citazione é d'obbligo! Ma stiamo parlando di uno dei capostipiti del genere (probabilmente il primo in salsa fantasy) e questo non é certo un difetto quanto un omaggio. Altra ispirazione é tratta certamente dagli Action-RPG, come Diablo e ovviamente lo stesso Sacred, che hanno dato al gioco il concept di progressione del personaggio ed equipaggiamento in un contesto tendenzialmente arcade.

Terminare i quattro atti principali del gioco non richiederà troppo tempo: orientativamente un paio di serate, dando spazio a un minimo di backtracking a fini di level-up, dovrebbero essere sufficienti per una prima “run”. Ovviamente stiamo però parlando di una run volta esclusivamente ad “arrivare allo scontro finale e vedere i credits”, ma il gioco ha sicuramente altro da dare: tanto per cominciare, ci sono le succitate sfide che offrono un valido motivo per rigirarsi praticamente tutto il gioco altre tre volte, e naturalmente c'é sempre la possibilità di ricominciare con un nuovo personaggio. E' un po' un peccato, però, che manchi un selettore di difficoltà... Gli sviluppatori, dal canto loro, hanno già rilasciato tre missioni extra gratuite e un intero quinto atto sottoforma di DLC - il quale non inficia la storia del gioco.

Storia che in verità non riserva grandi sorprese o colpi di scena, e si limita ad essere il classico canovaccio necessario per unire tra loro le varie missioni e ambientazioni. Non é certo su questa che si basa il mordente del gioco, quanto su una grezza immediatezza e su un multiplayer fresco e divertente. In sostanza, Sacred Citadel non é certo un nuovo messia nel mondo degli Hack'n'Slash, ma compie dignitosamente il suo lavoro, soprattutto considerando il rapporto qualità/prezzo. Approfittate della Demo per dargli un'occhiata: potreste trovarlo interessante.