Samurai Warriors 3
Nella modalità principale, Storia, vengono ripercorse le tappe più significative della vita del guerriero selezionato. La Storia si sviluppa lungo l'arco di cinque livelli, che riproducono altrettante battaglie realmente accadute. Le ricostruzioni, per ovvi motivi ludici, non risultano particolarmente accurate, ma si dimostrano funzionali allo scopo, che consiste nel creare uno sfondo plausibile sul quale scatenare l'azione. Questo sfondo prende forma nelle mappe, che raffigurano il paesaggio tipico del Giappone feudale: campagne, foreste, paludi, villaggi e soprattutto castelli fortificati, che vanno esplorati, piano dopo piano, per tutta la loro estensione. Un livello può protrarsi fino alla durata di un'ora e, se si considera che é stata dedicata una storia quasi a tutti, ci si fa un'idea circa l'eccellente longevità di Samurai Warriors 3. Per non citare l'apparato di statistiche in stile rpg, con la contestuale crescita del personaggio, o le tante armi e armature da raccogliere e potenziare, che vanno ad incrementare ulteriormente il tempo trascorso.
Ma non é che l'inizio. Nella modalità storica (con la c), si può prendere parte a una quindicina fra le battaglie più famose del Sengoku-Jidai, disposte in ordine cronologico. Nella sezione Castello di Murasame ci si misura invece con una campagna suddivisa in parecchi livelli, dove bisogna aiutare il samurai Takamaru a respingere un'orda demoniaca (gli avversari incontrati sono quindi dei mostri, che tuttavia non differiscono significativamente dai soldati umani). Poi, la modalità libera consente di riaffrontare una qualsiasi delle battaglie sbloccate, con qualunque guerriero. Se ancora non bastasse, si aggiunga l'editor, tramite cui si plasma a piacimento un personaggio personalizzato. Forse non ci si sbizzarrisce in tema di aspetto fisico, poiché il guardaroba non prevede moltissime alternative; in compenso, la nostra creatura può equipaggiare ogni genere di arma.
Il multiplayer, in cooperativa a schermo diviso orizzontalmente, rappresenta quanto di meglio Samurai Warriors 3 abbia da offrire. L'immediatezza (a cui si é accennato poco sopra) permette anche al più inesperto di imparare in fretta come ci si comporta. Quando ci si trova a calcare il terreno in due, si apre un ventaglio di possibilità fino ad allora precluso: ci si può organizzare per coprire efficacemente un'area ben più estesa della mappa, ci si può spartire i compiti da svolgere, o collaborare fino a superare degli scogli che magari, in singolo, parevano insormontabili. Fra i due giocatori, sebbene formalmente alleati, tende ad instaurarsi uno spirito di competizione che li spinge a primeggiare: mietere più vittime dell'altro, piuttosto che eliminare l'ufficiale più importante prima che lo faccia il compagno, costituisce una sfida nella sfida, che innalza il coinvolgimento ad una dimensione che il singleplayer può solo sognarsi. Passando al multiplayer online, duole dover parlare di un'occasione sprecata, perché troppo limitato. Tralasciando l'impossibilità di comunicare con l'altra persona, va segnalato che la Wi-Fi Connection ammette di cimentarsi solo con i livelli del Castello di Murasame, escludendo così la parte più considerevole di Samurai Warriors. Inoltre, a meno di accordarsi preventivamente con un amico, non sempre si riesce a trovare qualcuno insieme a cui divertirsi.
Il sistema di controllo prevede l'utilizzo di Wiimote+Nunchuck, Classic Pad oppure pad del Gamecube. Sfogliando il libretto di istruzioni, si intuisce una preferenza (nemmeno troppo velata) per una configurazione tradizionale. In effetti, l'accoppiata Mote+Nunchuck si rivela scomoda per l'impugnatura e la disposizione dei tasti; perlomeno, il Team di Omega Force ha resistito alla tentazione di associare l'attacco allo scuotimento del telecomando. Dunque si deve propendere per un pad tradizionale, tenendo presente che le alternative sono entrambe ugualmente valide. Forse il Classic Pad si fa preferire al controller Gamecube per la migliore croce direzionale e per la collocazione più razionale dei pulsanti, ma nel complesso si tratta di sottigliezze di poco conto.
La nota negativa di Samurai Warriors 3 sta nel reparto visivo. Il motore grafico é stato sfacciatamente riciclato dai precedenti capitoli e già ai tempi della PS2 non si posizionava certo al top, figurarsi adesso. Fra i modelli poligonali, le texture, le animazioni ecc... Difficilmente ci si imbatte in qualcosa di accettabile. Ancor più grave il discorso della telecamera, quasi impossibile da governare. Gli ufficiali nemici si perdono spesso e volentieri d'occhio, rischiando così di subire i loro colpi senza nemmeno capire da dove provengano. Nelle situazioni più affollate, si può perfino smarrire la cognizione della propria posizione! Il caos é un elemento integrante della battaglia, il continuo straripare di soldati dallo schermo é una scelta precisa dei programmatori, ma la comprensibilità non dovrebbe mai venire minata in maniera irrimediabile. Anche il sonoro attinge a piene mani dagli episodi del passato, con risultati più confortanti. In primo luogo, perché il comparto audio soffre in misura minore lo scorrere del tempo; secondariamente, perché al doppiaggio inglese si affianca quello giapponese, imbattibile per intensità.
11
Per concludere, Samurai Warriors 3 ritorna identico a se stesso, forte di una longevità eccezionale, dovuta alla stratificazione dei contenuti di ben tre capitoli della serie. Tutte le feature originali sono rimaste inalterate: se il gameplay può ancora dire la sua, aldilà di qualche imperfezione che si avrebbe potuto smussare, non si può affermare altrettanto per il comparto tecnico, che si spera possa giovare di un restyling nel prossimo futuro. Da rivedere l'esperimento del multiplayer online, poco riuscito.
Ma non é che l'inizio. Nella modalità storica (con la c), si può prendere parte a una quindicina fra le battaglie più famose del Sengoku-Jidai, disposte in ordine cronologico. Nella sezione Castello di Murasame ci si misura invece con una campagna suddivisa in parecchi livelli, dove bisogna aiutare il samurai Takamaru a respingere un'orda demoniaca (gli avversari incontrati sono quindi dei mostri, che tuttavia non differiscono significativamente dai soldati umani). Poi, la modalità libera consente di riaffrontare una qualsiasi delle battaglie sbloccate, con qualunque guerriero. Se ancora non bastasse, si aggiunga l'editor, tramite cui si plasma a piacimento un personaggio personalizzato. Forse non ci si sbizzarrisce in tema di aspetto fisico, poiché il guardaroba non prevede moltissime alternative; in compenso, la nostra creatura può equipaggiare ogni genere di arma.
Il multiplayer, in cooperativa a schermo diviso orizzontalmente, rappresenta quanto di meglio Samurai Warriors 3 abbia da offrire. L'immediatezza (a cui si é accennato poco sopra) permette anche al più inesperto di imparare in fretta come ci si comporta. Quando ci si trova a calcare il terreno in due, si apre un ventaglio di possibilità fino ad allora precluso: ci si può organizzare per coprire efficacemente un'area ben più estesa della mappa, ci si può spartire i compiti da svolgere, o collaborare fino a superare degli scogli che magari, in singolo, parevano insormontabili. Fra i due giocatori, sebbene formalmente alleati, tende ad instaurarsi uno spirito di competizione che li spinge a primeggiare: mietere più vittime dell'altro, piuttosto che eliminare l'ufficiale più importante prima che lo faccia il compagno, costituisce una sfida nella sfida, che innalza il coinvolgimento ad una dimensione che il singleplayer può solo sognarsi. Passando al multiplayer online, duole dover parlare di un'occasione sprecata, perché troppo limitato. Tralasciando l'impossibilità di comunicare con l'altra persona, va segnalato che la Wi-Fi Connection ammette di cimentarsi solo con i livelli del Castello di Murasame, escludendo così la parte più considerevole di Samurai Warriors. Inoltre, a meno di accordarsi preventivamente con un amico, non sempre si riesce a trovare qualcuno insieme a cui divertirsi.
Il sistema di controllo prevede l'utilizzo di Wiimote+Nunchuck, Classic Pad oppure pad del Gamecube. Sfogliando il libretto di istruzioni, si intuisce una preferenza (nemmeno troppo velata) per una configurazione tradizionale. In effetti, l'accoppiata Mote+Nunchuck si rivela scomoda per l'impugnatura e la disposizione dei tasti; perlomeno, il Team di Omega Force ha resistito alla tentazione di associare l'attacco allo scuotimento del telecomando. Dunque si deve propendere per un pad tradizionale, tenendo presente che le alternative sono entrambe ugualmente valide. Forse il Classic Pad si fa preferire al controller Gamecube per la migliore croce direzionale e per la collocazione più razionale dei pulsanti, ma nel complesso si tratta di sottigliezze di poco conto.
La nota negativa di Samurai Warriors 3 sta nel reparto visivo. Il motore grafico é stato sfacciatamente riciclato dai precedenti capitoli e già ai tempi della PS2 non si posizionava certo al top, figurarsi adesso. Fra i modelli poligonali, le texture, le animazioni ecc... Difficilmente ci si imbatte in qualcosa di accettabile. Ancor più grave il discorso della telecamera, quasi impossibile da governare. Gli ufficiali nemici si perdono spesso e volentieri d'occhio, rischiando così di subire i loro colpi senza nemmeno capire da dove provengano. Nelle situazioni più affollate, si può perfino smarrire la cognizione della propria posizione! Il caos é un elemento integrante della battaglia, il continuo straripare di soldati dallo schermo é una scelta precisa dei programmatori, ma la comprensibilità non dovrebbe mai venire minata in maniera irrimediabile. Anche il sonoro attinge a piene mani dagli episodi del passato, con risultati più confortanti. In primo luogo, perché il comparto audio soffre in misura minore lo scorrere del tempo; secondariamente, perché al doppiaggio inglese si affianca quello giapponese, imbattibile per intensità.
Per concludere, Samurai Warriors 3 ritorna identico a se stesso, forte di una longevità eccezionale, dovuta alla stratificazione dei contenuti di ben tre capitoli della serie. Tutte le feature originali sono rimaste inalterate: se il gameplay può ancora dire la sua, aldilà di qualche imperfezione che si avrebbe potuto smussare, non si può affermare altrettanto per il comparto tecnico, che si spera possa giovare di un restyling nel prossimo futuro. Da rivedere l'esperimento del multiplayer online, poco riuscito.
Samurai Warriors 3
7
Voto
Redazione
Samurai Warriors 3
Guardando Samurai Warriors 3, si potrebbe pensare che il reparto tecnico invochi disperatamente un restyling, o magari che il gameplay sia troppo vecchiotto per reggersi ancora in piedi, e pure un po' decerebrato; insomma, si potrebbe pensare che i guerrieri di Koei siano a spasso ormai da troppo tempo. Poi si inizia a giocare, e non ci si capacita di come quel che sembrava un vetusto macinino possa funzionare ancora così bene. Mentre ci si interroga su pregi che parevano ben nascosti, si é già arrivati a cento uccisioni, e si sta incrociando la spada con il comandante nemico. Quando si passa al multiplayer, poi, é la fine: vecchiotto lo sarà pure, ma di action coinvolgenti come Samurai Warriors 3 non se ne vedono molti.