Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

L'Apocalisse non è nel gioco: è il gioco stesso

Sancticide la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

Non dubito che ogni progetto videoludico parta con le migliori intenzioni, guidato dalla volontà di lasciare la propria traccia in un panorama in continua espansione. Il punto è che queste intenzioni si devono poi concretizzare in un'esperienza altrettanto lodevole, per una ragione o l'altra: cosa impossibile da affermare per Sancticide, un GdR in terza persona sviluppato e pubblicato da Red Square Games e Sylen Studio. Vestiamo i panni di Ezechiele, ufficiale della Montagna perseguitato dal dolore e dal rimorso, che attraversa le rovine del nostro mondo devastato dall'Apocalisse tanto citata nella Bibbia con un obiettivo preciso: sradicare il peccato e la corruzione per la gloria del Creatore.

Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

Le premesse sarebbero pure interessanti, perché ci sono tutti gli elementi quantomeno narrativi per costruire attorno un gioco capace di attirare l'attenzione. Tuttavia, seppur in Early Access, Sancticide non riesce a farne giusta nemmeno una: dal comparto grafico, al tecnico, passando per il gameplay, la narrazione e persino il doppiaggio, niente si salva davvero, portando il gioco a essere la sua stessa Apocalisse.

Un gioco apocalittico... nel senso sbagliato

Gettati subito nel vivo dell'azione dopo una breve introduzione del personaggio di Ezechiele, iniziamo subito ad accorgerci che qualcosa non va. Finché si deve esplorare, tutto bene, nel momento in cui si passa al combattimento ci si rende conto di quanto sia goffo e poco responsivo in generale. Il feedback dei colpi con armi corpo a corpo è atroce, mentre il gunplay (siamo pur sempre in un mondo presente, per quanto in rovina) è altrettanto grezzo e a memoria non ricordo un gioco che richieda l'uso di L1/R1 per rispettivamente mirare e sparare - credo sia la base più controintuitiva di sempre quando si utilizza un pad. I nemici potrebbero diventare un problema se sono in un nutrito gruppo, questo complice anche un sistema di puntamento e una telecamera discutibili, altrimenti se capitano scontri solitari non c'è sfida.

Ezechiele può equipaggiare un'arma a una mano, una a due mani e una da fuoco nell'inventario, l'uso però di una ruota di selezione quando si tratta di passare dall'una all'altra è implementato malissimo: non solo è scomodo per sé ma capita troppo spesso che, per motivi ignoti, l'arma selezionata non si possa equipaggiare. Poiché questo cambio avviene in tempo reale mentre i nemici ci danno addosso, avrebbe dovuto funzionare in modo pressoché perfetto invece ci si trova a battagliare contro una responsività assente e che ogni tanto decide di funzionare.

Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

Oltre alle armi, Ezechiele ha anche diversi poteri, legati al consumo di mana e al tempo di ricarica degli stessi: al di là della spinta, tutti gli altri non sembrano implementati a dovere o comunque funzionare come dovrebbero. Il rallentamento del tempo, per esempio, dovrebbe rendere più lenti i nemici ma è un'illusione perché la reattività è la stessa di sempre. Insomma, al netto di tutti i mezzi a disposizione ben pochi di questi sono utili o effettivamente funzionanti, rendendo ogni combattimento un tedioso schivare e colpire continuo con l'arma che riusciamo a usare.

Ezechiele guadagna esperienza sconfiggendo i nemici ma il level up anzitutto non viene notificato e, in secondo luogo, non sembra portare a nulla nonostante una sezione dedicata alle abilità. Non è chiaro in che modo impatti sull'esperienza o se fa effettivamente guadagnare qualcosa di concreto; come se fosse stato messo lì giusto affinché il gioco rientrasse nel genere GdR ma nient'altro. Manca del tutto il senso di progressione, riducendo l'esperienza a un agire blando e senza particolare scopo al di là dell'obiettivo di missione. Pollice alto per forse l'unico aspetto curato, ossia il bestiario quando si tratta di creature non umane: in generale i bozzetti e la storia dietro ciascuno sono interessanti, anche in termini di varietà estetica, peccato che poi a entrare nel vivo del gioco si ricada nei problemi summenzionati.

Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

In quanto ispirato ai soulslike, Sancticide ha una meccanica per cui, alla morte, si deve tornare sul posto per raccogliere tutto il possibile dalle nostre spoglie. O almeno, si dovrebbe fare perché una volta in zona si scopre che del corpo non c'è neanche l'ombra. Perciò la morte diventa un'involontaria punizione definitiva per cui andiamo a perdere tutto il bottino raccolto fino a quel momento, aggiungendo l'ennesimo problema a una pila che finora ha fatto solo che aumentare.

Se il gameplay non convince, come anticipato la narrativa non intende essere da meno. Al netto delle premesse e dell'Apocalisse, la scrittura è terribile, i dialoghi privi di mordente, incapaci di definire i personaggi, e a carattere generale niente di quello che succede sembra avere senso. Da un lato abbiamo concetti anche seri estrapolati dalla Bibbia, dall'altro è un continuo gettare lì meme per il semplice gusto di farlo. A questo si aggiunge la quantità di improperi espressi con la stessa velocità alla quale si esaurisce un caricatore del nostro AK-47. Nessun problema con la volgarità ma, come qualsiasi altro elemento narrativo, va accuratamente dosata o si sfocia nell'essere "edgy" tanto per.

Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

Quando poi si passa al doppiaggio, la questione peggiora e basta perché la fortissima sensazione è che sia stato fatto con l'IA (anche se a onor del vero potrebbero essere solo persone poco talentuose, come spesso è capitato di vedere negli anni '90 e primi 2000 con i doppiaggi italiani). Non solo, Ezechiele ha due voci completamente diverse: una quando racconta e l'altra quando c'è il gameplay effettivo. Da qui il sospetto che l'intelligenza artificiale giochi un ruolo non da poco in questo gigantesco casino che potrebbe forse essere alpha, non certo EA.

Ciliegina sulla torta, bug e problemi tecnici di ogni tipo. Da personaggi incastrati nel terreno a voci che non corrispondono al sesso degli stessi (uomini con voci femminili e viceversa), fino a interazioni non funzionanti e chi più ne ha ne metta. Non so che futuro ci sia in serbo per Sancticide ma come progetto andrebbe rifatto da zero se vuole avere una speranza non dico di imporsi ma almeno farsi notare per qualcosa che non siano soltanto i suoi enormi errori.

Versione Testata: PC

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Sancticide, la recensione di un disastro di proporzioni bibliche

Per quanto sia un Early Access, dunque passibile di future migliorie, Sancticide è un progetto che andrebbe preso e rifatto fin dalle fondamenta. Non si tratta solo di bug o problemi tecnici di sorta, bensì di un sistema ludico completamente mal pensato e implementato, nonché di una narrazione e di un doppiaggio improponibili. L'unico, piccolissimo aspetto che si salva riguarda i bozzetti dei nemici e in particolare delle creature non umane, assieme alle loro descrizioni, però non basta certo a risollevare da terra un gioco che è fautore della sua stessa apocalisse.

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