Saw II: Flesh & Blood
di
Giuseppe Schirru
Serve macabro sadismo e negligenza per partire da un prodotto raccapricciante come il primo Saw e sfornare un seguito che riesca ad attestarsi al medesimo livello, o addirittura sotto, riproponendone i medesimi difetti e i pochissimi pregi (una componente splatter ai massimi storici e un livello di sangue che nemmeno in traumatologia dopo lo schianto di un pullman pieno di gente). Terribile? Si, il risultato finale.
Sulla carta siamo di fronte a pacchetto ludico invitante: un survival horror dall'alto tasso splatter che propone enigmi su larga scala e scene talmente truculente da non far rimpiangere uno qualsiasi dei sette film finora usciti nelle sale. I minuti iniziali tentano di soddisfare da subito l'ultimo punto, con una scena dove il giocatore é chiamato a sfregiarsi la faccia con un bisturi per trovare la chiave per liberarsi. Se però l'inizio garantisce che le scene truculenti sono all'ordine del giorno, per il resto dell'interessante pachetto ludico sopracitato dovremo attraversare l'intera (dis)avventura senza trovarne traccia. Il termine survival horror infatti mal si addice al prodotto partorito da Zombie Studios, per una serie di concause che vedremo di seguito, mentre per gli enigmi il discorso é in parte ambiguo. Il gameplay si dimostra da subito ruvido. Si avanza abulicamente lungo ambientazioni sporche e tetre quanto basta, disseminate di trappole ed enigmi con cui confrontarsi e di tanto in tanto qualche comprimario più sfortunato di noi. Dimenticatevi però concetti come suspense, tensione, coinvolgimento emotivo e quant'altro. Le uniche sensazioni che Saw suscita sono l'angoscia data dal continuo peregrinare senza sosta e senza poter interagire con alcunché del fondale, il ribrezzo per sezioni QTE vomitevoli, la ripetitività delle situazioni proposte e l'onnipresenza di superficialità nella realizzazione di ogni anfratto del codice.
Più che momenti di tensione abbiamo scene di disgusto per quanto mostrato su schermo, ma tutto finisce lì. Roba da nulla per gli stomaci allenati. Il punto forte della produzione dovrebbe risiedere nel puzzle design, ma ci vorrebbe del folle coraggio per asserire che dal cilindro é stato tirato fuori qualcosa di particolarmente ispirato. C'é la solita caterva di minigiochi utili al fine di scassinare una serratura, o ripristinare un generatore di corrente, a volte é doveroso studiare la location per trovare la combinazione numerica per aprire una porta, altre volte, invero poche, saremo di fronte a enigmi più validi che metteranno alla prova la nostra materia grigia. O quantomeno la nostra pazienza, visto che basterà ritentare una seconda o terza volta per farsi beffe dell'enigmista.
Sorprende, in negativo, la realizzazione delle sezioni di combattimento, che se nel precedente episodio risultavano irritanti, qua riescono a fare addirittura di peggio. Nel qual caso non ve la dobbiate dare a gambe e mostrare le vostre doti di centometrista perché sprovvisti di armi da fuoco (magari cavandovela facendo il trucchetto del torero ma senza il drappo rosso), il tutto si ridurrà a una sequenza QTE che si distinguerà come una delle peggiori nella storia videoludica. Lente, insignificanti, ma soprattutto impiegate in un frangente dove si sarebbe mille volte preferito un sistema di combattimento classico che avrebbe innalzato il grado di realismo, o quantomeno il coinvolgimento. É ovvio quindi che un simile survival horror depurato della componente action (perché gli scontri non sono qui definibili come tali) si limiti alla fine a proporre una sequenza di enigmi senza sosta, dal primo all'ultimo minuto, rallentando eccessivamente il ritmo di gioco.
Inutile poi parlare di linearità, percorsi filoguidati, un finale multiplo o una trama che risulta fedele alle pellicole cinematografiche. Perché l'esperienza ludica rimane angosciante e si ha un certo disagio non per le scene forti, quanto nel vedere riunite insieme le brutture del sistema di combattimento, a fasi di esplorazione risibili, condite da enigmi spesso soporiferi e ripetitivi. Insomma, qualcosa di buono c'é, ma immerso in un mare di mediocrità che non può che portarlo a fondo. Manca quel seppur finto coinvolgimento dato dal sentirsi parte di una storia, manca inoltre una realizzazione tecnica quantomeno discreta. Perché al giorno d'oggi movenze del protagonista degne di un film girato in stop-motion con omini Lego, ambientazioni spoglie come un albero in autunno, modelli poligonali spigolosi come la mascotte di Italia '90 proprio non si posson vedere. Senza contare un reparto audio che nulla fa per migliorare una situazione generale che rimane, se non scandalosa, al di sotto di una sufficienza che non si meriterebbe nemmeno politicamente.
Quando l'obiettivo primo dei programmatori é quello di proporre un'esperienza disturbante e angosciante al pari dei film, ancor prima di creare un valido videogioco, allora il risultato finale non può che essere equivalente a quello di Saw 2, fallimentare tentativo di proporre un survival horror e spacciarlo per un videogioco.
Sulla carta siamo di fronte a pacchetto ludico invitante: un survival horror dall'alto tasso splatter che propone enigmi su larga scala e scene talmente truculente da non far rimpiangere uno qualsiasi dei sette film finora usciti nelle sale. I minuti iniziali tentano di soddisfare da subito l'ultimo punto, con una scena dove il giocatore é chiamato a sfregiarsi la faccia con un bisturi per trovare la chiave per liberarsi. Se però l'inizio garantisce che le scene truculenti sono all'ordine del giorno, per il resto dell'interessante pachetto ludico sopracitato dovremo attraversare l'intera (dis)avventura senza trovarne traccia. Il termine survival horror infatti mal si addice al prodotto partorito da Zombie Studios, per una serie di concause che vedremo di seguito, mentre per gli enigmi il discorso é in parte ambiguo. Il gameplay si dimostra da subito ruvido. Si avanza abulicamente lungo ambientazioni sporche e tetre quanto basta, disseminate di trappole ed enigmi con cui confrontarsi e di tanto in tanto qualche comprimario più sfortunato di noi. Dimenticatevi però concetti come suspense, tensione, coinvolgimento emotivo e quant'altro. Le uniche sensazioni che Saw suscita sono l'angoscia data dal continuo peregrinare senza sosta e senza poter interagire con alcunché del fondale, il ribrezzo per sezioni QTE vomitevoli, la ripetitività delle situazioni proposte e l'onnipresenza di superficialità nella realizzazione di ogni anfratto del codice.
Più che momenti di tensione abbiamo scene di disgusto per quanto mostrato su schermo, ma tutto finisce lì. Roba da nulla per gli stomaci allenati. Il punto forte della produzione dovrebbe risiedere nel puzzle design, ma ci vorrebbe del folle coraggio per asserire che dal cilindro é stato tirato fuori qualcosa di particolarmente ispirato. C'é la solita caterva di minigiochi utili al fine di scassinare una serratura, o ripristinare un generatore di corrente, a volte é doveroso studiare la location per trovare la combinazione numerica per aprire una porta, altre volte, invero poche, saremo di fronte a enigmi più validi che metteranno alla prova la nostra materia grigia. O quantomeno la nostra pazienza, visto che basterà ritentare una seconda o terza volta per farsi beffe dell'enigmista.
Sorprende, in negativo, la realizzazione delle sezioni di combattimento, che se nel precedente episodio risultavano irritanti, qua riescono a fare addirittura di peggio. Nel qual caso non ve la dobbiate dare a gambe e mostrare le vostre doti di centometrista perché sprovvisti di armi da fuoco (magari cavandovela facendo il trucchetto del torero ma senza il drappo rosso), il tutto si ridurrà a una sequenza QTE che si distinguerà come una delle peggiori nella storia videoludica. Lente, insignificanti, ma soprattutto impiegate in un frangente dove si sarebbe mille volte preferito un sistema di combattimento classico che avrebbe innalzato il grado di realismo, o quantomeno il coinvolgimento. É ovvio quindi che un simile survival horror depurato della componente action (perché gli scontri non sono qui definibili come tali) si limiti alla fine a proporre una sequenza di enigmi senza sosta, dal primo all'ultimo minuto, rallentando eccessivamente il ritmo di gioco.
Inutile poi parlare di linearità, percorsi filoguidati, un finale multiplo o una trama che risulta fedele alle pellicole cinematografiche. Perché l'esperienza ludica rimane angosciante e si ha un certo disagio non per le scene forti, quanto nel vedere riunite insieme le brutture del sistema di combattimento, a fasi di esplorazione risibili, condite da enigmi spesso soporiferi e ripetitivi. Insomma, qualcosa di buono c'é, ma immerso in un mare di mediocrità che non può che portarlo a fondo. Manca quel seppur finto coinvolgimento dato dal sentirsi parte di una storia, manca inoltre una realizzazione tecnica quantomeno discreta. Perché al giorno d'oggi movenze del protagonista degne di un film girato in stop-motion con omini Lego, ambientazioni spoglie come un albero in autunno, modelli poligonali spigolosi come la mascotte di Italia '90 proprio non si posson vedere. Senza contare un reparto audio che nulla fa per migliorare una situazione generale che rimane, se non scandalosa, al di sotto di una sufficienza che non si meriterebbe nemmeno politicamente.
Quando l'obiettivo primo dei programmatori é quello di proporre un'esperienza disturbante e angosciante al pari dei film, ancor prima di creare un valido videogioco, allora il risultato finale non può che essere equivalente a quello di Saw 2, fallimentare tentativo di proporre un survival horror e spacciarlo per un videogioco.
Saw II: Flesh & Blood
4.5
Voto
Redazione
Saw II: Flesh & Blood
Una saga dall'alto potenziale che in questo secondo capitolo riesce a imbruttirsi ancor più e pare non aver toccato il fondo. Ovvero, pala e scavare. C'é ancora qualche margine di peggioramento. Zombie Studios smarrisce la via e in corsa si dimentica quel che é chiamata a creare: un videogioco. Se é questa la qualità media delle future produzioni, l'augurio é che la saga videoludica di Saw non raggiunga il numero delle uscite al cinema. Si qualifica a mani basse ai campionati mondiali per il peggior gioco horror di sempre. E chissà che non riesca pure a vincere.