Scarface: The World is Yours
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Vi è mai capitato di rimanere delusi dal finale di un film, tanto da desiderare ardentemente di riscriverne gli ultimi minuti, quelli che precedono i titoli di coda? Se la vostra risposta è si, e uno dei film che vorreste editare è Scarface, il capolavoro del 1983 interpretato da Al Pacino e diretto da Brian Di Palma, allora questo Scarface: The World Is Yours (d'ora in poi abbreviato semplicemente in Scarface) è quello che fa per voi.
Per chi non lo sapesse, il lungometraggio narra dell'ascesa al potere della malavita di Miami di un giovane cubano, tal Tony Montana, di cui abbiamo assistito alla morte giusto pochi istanti prima dalla comparsa della scritta "the end", freddato all'interno della sua lussuosa villa dagli scagnozzi di un narcotrafficante rivale, un certo Alejandro Sosa. Ed è in questo preciso istante che assumerete il controllo del buon Tony e spetterà proprio al vostro grilletto la responsabilità di dare un lieto fine alla vicenda, offrendo così al nostro protagonista la possibilità di sopravvivere all'assalto nemico, sparire dalla circolazione per un paio di mesi e quindi tornare nella ridente (mica tanto!) città di Miami con l'intento di riguadagnare soldi, reputazione, potere e infine mettere in atto la sua vendetta.
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GTA con tanto di licenza
Fa sensazione parlare, una volta tanto, di un titolo che gode di una licenza cinematografica e allo stesso tempo è capace di convincere. Non a caso lo sfruttamento della licenza in questo caso è marginale, in quanto il gioco non ripercorre in toto la trama del film (come consuetudine videoludica), bensì solo gli ultimi minuti, costituendone a tutti gli effetti un sequel. In particolare lo sfruttamento dei diritti riguarda solo i personaggi (il buon Tony è doppiato da un attore scelto in collaborazione con Al Pacino stesso) e l'ambientazione, cosa che ha permesso al team di sviluppo di lavorare ad ampio raggio con la fantasia, creando di fatto un gioco che sin dalle prime battute ricorda la serie GTA: la libertà con cui vi potete muovere per la città a bordo di veicoli rubati, il modo in cui si iniziano le missioni, le guerre tra gang, le missioni facoltative e la struttura di gioco sono tutti aspetti palesemente ispirati alla pluripremiata produzione Rockstar, accanto alla quale riesce a non sfigurare più di tanto.
Il parallelo inizia dalla grafica, molto simile a quella dell'episodio sottotitolato Vice City, che non a caso è ambientato in una città del tutto analoga alla Miami che appare in questo Scarface, così come il periodo storico (anni '80), un altro fattore comune alle due produzioni. Un'altra similitudine riguarda la trama del gioco: in entrambi i casi assumerete i panni di un ambizioso gangster che mira ad assumere il comando della malavita locale a suon di "lavoretti" sporchi. L'unica differenza risiede nell'atmosfera che fa da sfondo al gioco, in questo caso sorretta dall'interesse suscitato della produzione cinematografica.
L'illusione del vantaggio
Un altro punto a favore di questo Scarface riguarda il meccanismo con cui si affrontano le sparatorie: avrete la possibilità di utilizzare un sistema di mira del tutto manuale, oppure uno semiautomatico in cui il mirino verrà ancorato ai bersagli a mezzo di L1, dandovi tuttavia la possibilità di raffinare la mira per colpire punti specifici dei corpi nemici (teste e così via). A seconda della precisione con cui vengono colpiti i nemici e del sistema di mira impiegato, infatti, vi verranno assegnati punti "balls", i quali tenderanno ad accumularsi in una barra che, una volta riempita, vi consentirà di fruire della modalità Rage, in cui la visuale diventa in prima persona con offuscamento tendente al rosso, diventerete invincibili, avrete munizioni infinite e ad ogni colpo inferto vi verrà regalata un po' di salute extra. Il tutto funziona discretamente e dona maggiore spessore agli scontri a fuoco, che rappresentano metà dell'anima del gioco.
Buona anche la possibilità offerta da questo Scarface di assoldare tre scagnozzi (un autista, un picchiatore e un assassino) ai quali sarà possibile affibbiare i lavori più sporchi, così come inedito risulta essere il sistema con cui vengono attuate le intimidazioni, le trattative di acquisto e vendita della droga, nonché il deposito in banca dei soldi guadagnati, tutti gestiti con una barra da riempire a mezzo della pressione e del rilascio tempestivo del pulsante apposito, il che dona maggiore spessore al gesto rispetto alla semplice pressione di un tasto.
L'1 a 0 messo a segno da questo Scarface, tuttavia, si rivela ben presto un vantaggio temporaneo, in quanto l'enorme esperienza Rockstar fa sentire immediatamente la sua superiorità: la varietà delle missioni risulta essere in questo caso un tantino deficitaria, soprattutto se paragonata al capolavoro GTA. Un altro punto a sfavore si nota nell'AI di ogni essere vivente comandato dalla CPU: i civili non faranno granché per non essere investiti dalla vostra auto, e di certo non si può dire che i nemici armati si rivelino troppo intelligenti, in quanto capaci di collocarsi tutti in fila indiana sotto il vostro fuoco.
Conto alla rovescia
Un'ultima nota di demerito riguarda il modo in cui è gestita la polizia: oltre all'obbligo di uscire dalla circonferenza di influenza delle forze dell'ordine è presente anche un tempo limite entro cui dovrete farlo, oltre il quale sarete letteralmente spacciati. Tale limitazione è piuttosto inspiegabile e limita il gameplay durante le sparatorie nelle quali sono fortuitamente coinvolti anche poliziotti, in cui sarete costretti a lasciare la zona per seminare le forze dell'ordine ed eventualmente ritornare sul luogo del misfatto (piuttosto fastidioso durante le guerre tra gang).
Va infine detto che di tanto in tanto il gioco sfiora la noia a causa della ripetitività delle missioni di scorta e di difesa e dai lunghi trasferimenti in auto da un punto all'altro della baia di Miami.
In conclusione, siamo di fronte a un titolo che ha deciso di affrontare frontalmente il più grande di tutti i giochi del genere, essendo comunque capace di non sfigurare troppo di fronte al secondo episodio della serie GTA, quel Vice City ambientato non a caso nella stessa zona climatica e nel medesimo periodo storico. Alcuni difetti gli impediscono di affiancare la produzione Rockstar (non vanno dimenticati i lunghi tempi di caricamento), ma tutto sommato si tratta della migliore alternativa a GTA, utile per intrattenerci durante l'attesa del capolavoro Rockstar per la next generation di console.
Per chi non lo sapesse, il lungometraggio narra dell'ascesa al potere della malavita di Miami di un giovane cubano, tal Tony Montana, di cui abbiamo assistito alla morte giusto pochi istanti prima dalla comparsa della scritta "the end", freddato all'interno della sua lussuosa villa dagli scagnozzi di un narcotrafficante rivale, un certo Alejandro Sosa. Ed è in questo preciso istante che assumerete il controllo del buon Tony e spetterà proprio al vostro grilletto la responsabilità di dare un lieto fine alla vicenda, offrendo così al nostro protagonista la possibilità di sopravvivere all'assalto nemico, sparire dalla circolazione per un paio di mesi e quindi tornare nella ridente (mica tanto!) città di Miami con l'intento di riguadagnare soldi, reputazione, potere e infine mettere in atto la sua vendetta.
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GTA con tanto di licenza
Fa sensazione parlare, una volta tanto, di un titolo che gode di una licenza cinematografica e allo stesso tempo è capace di convincere. Non a caso lo sfruttamento della licenza in questo caso è marginale, in quanto il gioco non ripercorre in toto la trama del film (come consuetudine videoludica), bensì solo gli ultimi minuti, costituendone a tutti gli effetti un sequel. In particolare lo sfruttamento dei diritti riguarda solo i personaggi (il buon Tony è doppiato da un attore scelto in collaborazione con Al Pacino stesso) e l'ambientazione, cosa che ha permesso al team di sviluppo di lavorare ad ampio raggio con la fantasia, creando di fatto un gioco che sin dalle prime battute ricorda la serie GTA: la libertà con cui vi potete muovere per la città a bordo di veicoli rubati, il modo in cui si iniziano le missioni, le guerre tra gang, le missioni facoltative e la struttura di gioco sono tutti aspetti palesemente ispirati alla pluripremiata produzione Rockstar, accanto alla quale riesce a non sfigurare più di tanto.
Il parallelo inizia dalla grafica, molto simile a quella dell'episodio sottotitolato Vice City, che non a caso è ambientato in una città del tutto analoga alla Miami che appare in questo Scarface, così come il periodo storico (anni '80), un altro fattore comune alle due produzioni. Un'altra similitudine riguarda la trama del gioco: in entrambi i casi assumerete i panni di un ambizioso gangster che mira ad assumere il comando della malavita locale a suon di "lavoretti" sporchi. L'unica differenza risiede nell'atmosfera che fa da sfondo al gioco, in questo caso sorretta dall'interesse suscitato della produzione cinematografica.
L'illusione del vantaggio
Un altro punto a favore di questo Scarface riguarda il meccanismo con cui si affrontano le sparatorie: avrete la possibilità di utilizzare un sistema di mira del tutto manuale, oppure uno semiautomatico in cui il mirino verrà ancorato ai bersagli a mezzo di L1, dandovi tuttavia la possibilità di raffinare la mira per colpire punti specifici dei corpi nemici (teste e così via). A seconda della precisione con cui vengono colpiti i nemici e del sistema di mira impiegato, infatti, vi verranno assegnati punti "balls", i quali tenderanno ad accumularsi in una barra che, una volta riempita, vi consentirà di fruire della modalità Rage, in cui la visuale diventa in prima persona con offuscamento tendente al rosso, diventerete invincibili, avrete munizioni infinite e ad ogni colpo inferto vi verrà regalata un po' di salute extra. Il tutto funziona discretamente e dona maggiore spessore agli scontri a fuoco, che rappresentano metà dell'anima del gioco.
Buona anche la possibilità offerta da questo Scarface di assoldare tre scagnozzi (un autista, un picchiatore e un assassino) ai quali sarà possibile affibbiare i lavori più sporchi, così come inedito risulta essere il sistema con cui vengono attuate le intimidazioni, le trattative di acquisto e vendita della droga, nonché il deposito in banca dei soldi guadagnati, tutti gestiti con una barra da riempire a mezzo della pressione e del rilascio tempestivo del pulsante apposito, il che dona maggiore spessore al gesto rispetto alla semplice pressione di un tasto.
L'1 a 0 messo a segno da questo Scarface, tuttavia, si rivela ben presto un vantaggio temporaneo, in quanto l'enorme esperienza Rockstar fa sentire immediatamente la sua superiorità: la varietà delle missioni risulta essere in questo caso un tantino deficitaria, soprattutto se paragonata al capolavoro GTA. Un altro punto a sfavore si nota nell'AI di ogni essere vivente comandato dalla CPU: i civili non faranno granché per non essere investiti dalla vostra auto, e di certo non si può dire che i nemici armati si rivelino troppo intelligenti, in quanto capaci di collocarsi tutti in fila indiana sotto il vostro fuoco.
Conto alla rovescia
Un'ultima nota di demerito riguarda il modo in cui è gestita la polizia: oltre all'obbligo di uscire dalla circonferenza di influenza delle forze dell'ordine è presente anche un tempo limite entro cui dovrete farlo, oltre il quale sarete letteralmente spacciati. Tale limitazione è piuttosto inspiegabile e limita il gameplay durante le sparatorie nelle quali sono fortuitamente coinvolti anche poliziotti, in cui sarete costretti a lasciare la zona per seminare le forze dell'ordine ed eventualmente ritornare sul luogo del misfatto (piuttosto fastidioso durante le guerre tra gang).
Va infine detto che di tanto in tanto il gioco sfiora la noia a causa della ripetitività delle missioni di scorta e di difesa e dai lunghi trasferimenti in auto da un punto all'altro della baia di Miami.
In conclusione, siamo di fronte a un titolo che ha deciso di affrontare frontalmente il più grande di tutti i giochi del genere, essendo comunque capace di non sfigurare troppo di fronte al secondo episodio della serie GTA, quel Vice City ambientato non a caso nella stessa zona climatica e nel medesimo periodo storico. Alcuni difetti gli impediscono di affiancare la produzione Rockstar (non vanno dimenticati i lunghi tempi di caricamento), ma tutto sommato si tratta della migliore alternativa a GTA, utile per intrattenerci durante l'attesa del capolavoro Rockstar per la next generation di console.