Secret Files: Tunguska
di
UN MISTERO VECCHIO DI CENTO ANNI
Correva l'anno del Signore 1908, quando, alle 7.14 ora locale, nella Siberia Orientale, un "bolide" velocissimo perfora l'atmosfera terrestre, esplodendo a circa 8 chilometri dal suolo e provocando un terremoto di proporzioni gigantesche.
L'onda d'urto percorse per due volte l'intero globo, facendosi registrare dai sismografi di Londra, Parigi, Mosca e Washington. I danni paiono incredibili: la potenza dell'esplosione pare raggiungere la medesima potenza di 1000 bombe atomiche che esplodano in simultanea. La Taiga vale a dire la foresta siberiana venne rasa al suolo per una rea di 2000 chilometri quadrati; solo il caso volle che non ci siano state vittime umane, poiché la zona dell'urto (nei pressi della valle del fiume Podkamennaja) era disabitata.
L'origine di tale immane cataclisma è ancora oggi un enigma irrisolto per la comunità scientifica; su Tunguska è stato detto tutto ed il contrario di tutto e, in chiave ludica, i signori della Deep Silver, tentano oggi di dare una spiegazione con la loro ultima ma non ultima fatica : SF Tunguska.
La storia narrata dal gioco prende vita in una Domenica mattina come tante. La bella Nina Kalenkow, protagonista dell'opera, ha un appuntamento con suo padre Wladimir, famoso e apprezzato studioso e ricercatore. Ma, dopo una lunga e vana attesa, Nina decide di recarsi allo studio del dottor Kalenkow, convinta che lo spesso distratto luminare si sia dimenticato per l'ennesima volta di dover fare colazione con la figlia.
Una brutta sorpresa, però, attende la giovane una volta arrivata al laboratorio: ogni cosa è a soqquadro, i cassetti aperti, le carte svolazzano per l'ufficio, il computer è danneggiato. Un disordine violento regna nella stanza e del professor Kalenkow, non c'e' nessuna traccia. Dopo una breve analisi, la ragazza prende il telefono, ma la Polizia non pare decisa a prestarle il benché minimo soccorso. In pochi minuti, la decisione è presa: esplorando l'ambiente a caccia di indizi, Nina ed il suo buon amico Max Gruber si mettono in cerca del professore scomparso...Una sparizione e questo lo si evince fin da subito, legata sicuramente agli studi del dotto ricercatore.
Questa è, in buona sostanza, la trama che si cela dietro al prodotto dei già citati signori della Deep Silver, una avventura grafica "Punta & Clicca", sulla falsa riga di Broken Sword II. In ambienti riprodotti in due dimensioni, saremo chiamati a muovere il nostro personaggio realizzato in 3D, alla ricerca di indizi, oggetti e quant'altro ci possa essere utile per il prosieguo della missione; usare il cervello sarà la chiave dominante del gioco, dove a fronte di enigmi di difficoltà crescente, dovremo essere abili a manovrare i vari oggetti in nostro possesso, allo scopo di combinarli e ottenere nuovi articoli che ci facciano uscire dalle varie situazioni. La telecamera, fissa, ci garantirà una visuale completa di ogni location e con un semplice click faremo muovere alternativamente Nina o Max all'interno dell'ambientazione; al nostro buon senso, dovremo poi fare appello in base ai personaggi non giocanti che ci troveremo di fronte. Se, ad esempio, siamo a caccia di informazioni da un tizio alto due metri e largo altrettanto, sarà perfettamente inutile scomodare il buon Max per ottenere qualcosa; meglio dare fondo al fascino della bella Nina (che vanta un anteriore di tutto rispetto), che sicuramente farà sciogliere la lingua al bruto di turno.
I due protagonisti saranno assolutamente vitali l'uno per l'altra: disponendo essi di un inventario distinto, saremo chiamati spesso a farli sedere attorno ad un tavolo, combinando gli oggetti in possesso ad entrambi. Questa attività, invero vitale per andare avanti nell'avventura, se da un lato conferisce una buona varietà al gameplay, dall'altro tende a spezzare in qualche misura alcuni momenti sequenziali di sicuro impatto...ma transeat.
Sul fronte prettamente tecnico, ci troviamo di fronte ad un opera che, pur lontana dai fasti di Syberia (non solo a livello grafico), ha dalla sua un'ottima gestione dell'illuminazione in tempo reale; inoltre, i modelli dei personaggi sono stati realizzati grazie a raffinate tecniche di motion-capture, il che garantisce una notevole fluidità nei movimenti. Sottotono, invece, le ambientazioni fisse, realizzate con uno stile un po' retrò che non ci ha convinto del tutto. Abbiamo provato il gioco su una macchina con un processore Sempron 2400+, con 1 GB di Ram e GF 6600GT e, come ci aspettavano, si è sempre comportato egregiamente. Buone le musiche e più che discreto il doppiaggio. La versione testata da noi era in lingua originale, ma siamo certi che al momento dell'uscita sugli scaffali, il titolo sarà disponibile nella lingua del Bel Paese. SF:T è un buon prodotto, cervellotico quanto basta e che può vantare uno stile di risoluzione degli enigmi sempre logico e mai affidato al caso o alla fortuna. Si può essere certi che ogni oggetto sarà utilizzabile e combinabile con altri, senza troppi salti di fantasia inerenti ad improbabili accoppiamenti come visto, ad esempio, nella saga di Monkey Island. Il che, non è certo poco.
Correva l'anno del Signore 1908, quando, alle 7.14 ora locale, nella Siberia Orientale, un "bolide" velocissimo perfora l'atmosfera terrestre, esplodendo a circa 8 chilometri dal suolo e provocando un terremoto di proporzioni gigantesche.
L'onda d'urto percorse per due volte l'intero globo, facendosi registrare dai sismografi di Londra, Parigi, Mosca e Washington. I danni paiono incredibili: la potenza dell'esplosione pare raggiungere la medesima potenza di 1000 bombe atomiche che esplodano in simultanea. La Taiga vale a dire la foresta siberiana venne rasa al suolo per una rea di 2000 chilometri quadrati; solo il caso volle che non ci siano state vittime umane, poiché la zona dell'urto (nei pressi della valle del fiume Podkamennaja) era disabitata.
L'origine di tale immane cataclisma è ancora oggi un enigma irrisolto per la comunità scientifica; su Tunguska è stato detto tutto ed il contrario di tutto e, in chiave ludica, i signori della Deep Silver, tentano oggi di dare una spiegazione con la loro ultima ma non ultima fatica : SF Tunguska.
La storia narrata dal gioco prende vita in una Domenica mattina come tante. La bella Nina Kalenkow, protagonista dell'opera, ha un appuntamento con suo padre Wladimir, famoso e apprezzato studioso e ricercatore. Ma, dopo una lunga e vana attesa, Nina decide di recarsi allo studio del dottor Kalenkow, convinta che lo spesso distratto luminare si sia dimenticato per l'ennesima volta di dover fare colazione con la figlia.
Una brutta sorpresa, però, attende la giovane una volta arrivata al laboratorio: ogni cosa è a soqquadro, i cassetti aperti, le carte svolazzano per l'ufficio, il computer è danneggiato. Un disordine violento regna nella stanza e del professor Kalenkow, non c'e' nessuna traccia. Dopo una breve analisi, la ragazza prende il telefono, ma la Polizia non pare decisa a prestarle il benché minimo soccorso. In pochi minuti, la decisione è presa: esplorando l'ambiente a caccia di indizi, Nina ed il suo buon amico Max Gruber si mettono in cerca del professore scomparso...Una sparizione e questo lo si evince fin da subito, legata sicuramente agli studi del dotto ricercatore.
Questa è, in buona sostanza, la trama che si cela dietro al prodotto dei già citati signori della Deep Silver, una avventura grafica "Punta & Clicca", sulla falsa riga di Broken Sword II. In ambienti riprodotti in due dimensioni, saremo chiamati a muovere il nostro personaggio realizzato in 3D, alla ricerca di indizi, oggetti e quant'altro ci possa essere utile per il prosieguo della missione; usare il cervello sarà la chiave dominante del gioco, dove a fronte di enigmi di difficoltà crescente, dovremo essere abili a manovrare i vari oggetti in nostro possesso, allo scopo di combinarli e ottenere nuovi articoli che ci facciano uscire dalle varie situazioni. La telecamera, fissa, ci garantirà una visuale completa di ogni location e con un semplice click faremo muovere alternativamente Nina o Max all'interno dell'ambientazione; al nostro buon senso, dovremo poi fare appello in base ai personaggi non giocanti che ci troveremo di fronte. Se, ad esempio, siamo a caccia di informazioni da un tizio alto due metri e largo altrettanto, sarà perfettamente inutile scomodare il buon Max per ottenere qualcosa; meglio dare fondo al fascino della bella Nina (che vanta un anteriore di tutto rispetto), che sicuramente farà sciogliere la lingua al bruto di turno.
I due protagonisti saranno assolutamente vitali l'uno per l'altra: disponendo essi di un inventario distinto, saremo chiamati spesso a farli sedere attorno ad un tavolo, combinando gli oggetti in possesso ad entrambi. Questa attività, invero vitale per andare avanti nell'avventura, se da un lato conferisce una buona varietà al gameplay, dall'altro tende a spezzare in qualche misura alcuni momenti sequenziali di sicuro impatto...ma transeat.
Sul fronte prettamente tecnico, ci troviamo di fronte ad un opera che, pur lontana dai fasti di Syberia (non solo a livello grafico), ha dalla sua un'ottima gestione dell'illuminazione in tempo reale; inoltre, i modelli dei personaggi sono stati realizzati grazie a raffinate tecniche di motion-capture, il che garantisce una notevole fluidità nei movimenti. Sottotono, invece, le ambientazioni fisse, realizzate con uno stile un po' retrò che non ci ha convinto del tutto. Abbiamo provato il gioco su una macchina con un processore Sempron 2400+, con 1 GB di Ram e GF 6600GT e, come ci aspettavano, si è sempre comportato egregiamente. Buone le musiche e più che discreto il doppiaggio. La versione testata da noi era in lingua originale, ma siamo certi che al momento dell'uscita sugli scaffali, il titolo sarà disponibile nella lingua del Bel Paese. SF:T è un buon prodotto, cervellotico quanto basta e che può vantare uno stile di risoluzione degli enigmi sempre logico e mai affidato al caso o alla fortuna. Si può essere certi che ogni oggetto sarà utilizzabile e combinabile con altri, senza troppi salti di fantasia inerenti ad improbabili accoppiamenti come visto, ad esempio, nella saga di Monkey Island. Il che, non è certo poco.