Sega Superstars

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Se non vi siete mai immaginati muovervi davanti alla tv a ritmo di musica sulle note di Samba de Janeiro come dei deficienti, mentre vostra madre vi guarda con sguardo compassionevole e compone il numero della neuro, è il momento di ricredervi. Dopo l'inaspettato (non per noi ovviamente) successo di Eye Toy, era logico attendersi che la minicamera del monolite nero dalle mille risorse ludiche avrebbe calamitato l'attenzione di parecchi sviluppatori, così si fa avanti il Sonic Team con questo Sega Superstars a conquistare territori in queste lande ancora tutte da scoprire. I pregi e i difetti del suo prodotto però non si discostano poi tanto da quelli degli mogonisti , la Sega ci mette del suo e aggiunge un po' più di brio alle meccaniche di gioco, per quanto il risultato finale ricalchi sostanzialmente le medesime gesta: divertimento assicurato sulle prime, poi un lento (ma non troppo) e inevitabile oblio. La prova che SS sia un titolo dannatamente divertente, perlomeno sulle prime, è facilmente deducibile se ragionate in questi termini: vi muovereste mai come dei fessi davanti alla tv per giocare a un titolo noioso? La risposta è chiaramente negativa. Rischiereste di essere visti dalla bella vicina del palazzo di fronte mentre vi esibite in balletti spastici a mò di Tony Manero dei poveri con al posto della camicia un pigiama con gli orsacchiotti? Se la risposta è si, al posto di Gamesurf è meglio che leggiate qualcosa che possa salvare la vostra vuota esistenza. Ma bando alle ciance. Sega Superstars, sempre che qualcuno non l'abbia capito, necessita della piccola telecamera da attaccare alla PS2 tramite porta USB (compresa nella confezione), di una camera ben illuminata e magari qualche amico (anzi, amiche) e coca cole alla mano. I dodici mini-giochi proposti (il mini è d'obbligo) sono accessibili a tutti, tanto che anche quell'energumeno del capo redazionale non ha avuto problemi a farsi valere. Questi sono il mitico Sonic, Crazy Taxy, Nights, Virtua Fighter, Samba de Amigo, Monkey Ball, The House of the Dead, Space Channel 5, ChuChu Rocket, Billy Hatcher, Puyo Puyo Fever e Virtua Striker.


Come avrete ben intuito, i titoli in questione differiscono notevolmente l'uno dall'altro, nonostante i gameplay siano stati adattati alle necessità del caso. Si fa sotto una questione puramente soggettiva, dove alcuni piaceranno e altri faranno storcere nettamente il caso. Dovendo essere sinceri, abbiamo trovato apprezzabili e divertentissimi i giochi musicali, un po' meno quelli platfom. In Sonic, per esempio, dovrete muovere le braccia affinché il personaggio cambi posizione correndo lungo un tubo ricco di anelli, smeraldi o alcune cattiverie disseminate lungo il percorso. In Virtua Striker dovrete posizionarvi a un lato dello schermo e colpire di testa i palloni al fine di centrare dei palloncini colorati, in Monkey Ball controllare col movimento delle mani la scimmietta impallottolata e farle superare i vari stage, mentre in House Of The Dead sarete chiamati a debellare gli zombi (colpendoli) e cercando di evitare i civili. Alcuni giochi risultano sottotono, è indubbio, hanno un grado di difficoltà che partendo sempre dal livello facile per poi sbloccare gli altri li renderà adatti a qualsiasi tipo di utenza.


Una piccola precisazione, o correzione: quando parliamo di colpire, intendiamo muovere le mani in modo che la nostra immagine ripresa sullo schermo colpisca determinati punti. Chiusa la parentesi, citiamo gli ultimi due titoli che sostanzialmente funzionano in modo analogo. Parliamo di Space Channel 5 e Samba de Amigo: nel secondo - che propone sette canzoni tra cui le bellissime Gonna Fly Now, Samba de Janeiro, La Bamba e Livin' la vida loca dovrete colpire dei cerchietti posti nello schermo, naturalmente a tempo di musica. Davvero divertente. Per quanto riguarda il comparto grafico, diciamo che il sostantivo che meglio descrive il lavoro del Sonic Team è "funzionale", in quanto il motore del gioco non brilla certo nel far muovere miriadi di poligoni su schermo: la grafica migliora esponenzialmente se l'immagine riflessa è quella di un bel tipo come il sottoscritto. Il sonoro è invece azzecatissimo e collabora non poco a ricreare quel senso di allegria e freschezza con cui SS gratifica il fruitore.

Come EyeToy, anche il prodotto Sega si dimostra spassoso e divertente sulle prime, dannatamente ripetitivo a lungo andare. Limiti del gameplay a parte, e del gioco in sé che andrebbe valorizzato attraverso la fruizione di più giocatori, magari in serate tra amici con pizze, coca cole e spogliarelliste (che non guastano mai), un gioco che sicuramente vale la pena di essere provato, anche solo per stupire vostra madre con i progressi tecnologici dell'industria dei videogames (forse vostra madre non si impressionerà, provate allora con vostra nonna). Everyone's invited!