Sengoku BASARA Samurai Heroes

di Tommaso Alisonno
Sengoku BASARA é su per già la risposta di Capcom alle serie Musou di Koei (quelle da noi note come Dynasty Warriors e Samurai Warriors), e si presenta adesso per la prima volta col suo vero nome dopo una fugace apparizione su PS2 con il titolo Devil Kings. Ci troviamo in Giappone nel periodo Sengoku, ossia un periodo di lotte feudali per unificare il paese sotto un unico shogunato: nella fattispecie, Sengoku BASARA Samurai Heroes (terzo capitolo della serie) é ambientato nel più tardo periodo Sengoku, ossia dopo la disfatta sia di Nobunaga Oda sia di Ideyoshi Toyotomi. Il territorio é ancora suddiviso, ma le forze principali sembrerebbero essere ora Ieyasu Tokugawa e Mitsunari Ishida. Il gioco si configura nella forma di una picchiaduro a scorrimento multidirezionale, vale a dire che una volta scelto il personaggio da controllare vi troverete indaffarati ad abbattere centinaia di nemici mentre cercate di raggiungere l'immancabile boss di fine scenario.



Le battaglie seguono di base uno specifico concept: le mappe sono divise in “basi” che potrete conquistare sconfiggendone il comandante, ottenendo in questo modo dei punti di accesso per le vostre truppe, le quali agiranno indipendentemente difendendo le posizioni e aggredendo quelle circostanti. Non tutte le basi sono obbligatoriamente da conquistare, ma in tutte le mappe saranno presenti cancelli, portoni, barricate, ponti levatoi o altri tipi di ostacoli che andranno sbloccati prima di poter proseguire nel cammino verso il boss, solitamente uccidendo dei generali-chiave o conquistando determinate posizioni.

Il sistema di controllo si basa sull'utilizzo di due tasti d'attacco, rispettivamente quello “normale” e quello “speciale”, di solito corrispondenti all'attacco veloce e a quello potente, ma l'utilizzo esatto varia a seconda del personaggio (Magaichi Saika, ad esempio, usa l'attacco speciale per cambiare l'arma in uso tra pistola, fucile e, una volta sbloccato, mitra). A questi si aggiunge il tasto di salto e la parata, utilizzata anche per le schivate. Una barra di colore azzurro, che si riempie sferrando attacchi, ci dirà quando potremo utilizzare la tecnica Basara: si tratta di una mossa, di solito molto coreografica, che infliggerà ingenti danni ai nemici circostanti garantendoci anche qualche secondo di invulnerabilità.
Una seconda barra, di colore verde e anch'essa riempibile a suon di attacchi (ma più lentamente), permette di entrare invece in modalità “eroica”, la quale fondamentalmente si identifica in un effetto di slow-motion durante il quale potremo agire liberamente, infliggendo danni notevoli agli avversari mentre questi si muoveranno al rallentatore.

Inizialmente non avrete altre modalità d'attacco, ma ulteriori andranno ad aggiungersi all'arsenale del personaggio man mano che questo sale di livello - e in questo SBSH é un po' “legnoso” visto che l'ultimo comando si attiva solo al ventesimo livello. Tecnicamente il gioco non é certo la quintessenza della grafica HD next-gen, complice il fatto di essere stato concepito inizialmente come titolo per Nintendo Wii ed in seguito portato su PS3, ma il lavoro di restyling operato dagli sviluppatori é comunque piuttosto gradevole: i modelli dei personaggi sono realizzati con un dettaglio discreto e ben animati, gli ambienti sono vari - sebbene magari non vasti come quelli di alcun titoli della concorrenza - e soprattutto c'é uno studio interessante delle aree segrete. Diciamo che é un risultato semplice, senza troppe pretese, ma abbastanza funzionale e con un buono stile “manga” a cui si perdona anche qualche discrepanza (come guerrieri con la motosega o cannoni a rinculo ammortizzato).



Il sonoro invece é un po' deludente: i brani realizzati sono tutti di buona qualità, ma peccano nell'essere talvolta troppo “moderni” per il contesto storico presentato - per quanto questo sia reinterpretato in maniera “manga”, stiamo comunque parlando di Giappone feudale. Le cose non migliorano purtroppo con i doppiaggi, limitati alla versione Americana (lasciare l'originale Giapponese no, eh?) e sinceramente non di ottimo livello. Buone le traduzioni dei testi su schermo in Italiano. Prendere confidenza col gioco é essenzialmente semplice, complice il concept alla base che molti interpretano come il più banale dei botton-smashing. In realtà é sicuramente semplice, soprattutto alla difficoltà più bassa, avanzare tra le file nemiche puntando dritti all'obiettivo e falciando lungo strada chi ci si para dinanzi, ma interpretare il gioco in questo modo é sicuramente snaturarlo.

Le missioni diventano veramente divertenti solo quando si cerca di raggiungere tutte le aree segrete e contemporaneamente di ottenere gli obiettivi speciali, come la sconfitta di un determinato generale apparentemente imbattibile o il raggiungimento del boss alle spalle tramite un passaggio segreto. Ogni personaggio giocante, inoltre, ha a disposizione diverse trame: potremo infatti di norma scegliere lo scontro successivo tra 2-4 disponibili, e sebbene talvolta questo indicherà semplicemente di affrontare un nemico piuttosto che un altro e non avrà conseguenze sulla trama, altre volte andrà a incidere sugli eventi, e quindi l'epilogo. Ciò non toglie che, comunque, ogni volta che affronterete un determinato avversario (salvo nel caso di scontro finale) la battaglia sarà sempre la stessa, e dopo la seconda-terza volta non avrà più granché da raccontarvi. Tra l'altro, gli sviluppatori ci sono andati giù pesanti con le facezie (nemici che nel bel mezzo della battaglia scappano per andare a mangiare le polpette di riso sono solo un esempio), simpatiche e divertenti la prima volta che si vedono ma assolutamente eccessive nel totale.

Ovviamente cambiare personaggio aiuta a variare non di poco l'azione, visto che é stato operato un buon lavoro di differenziazione nel cast, ma é anche vero che - lo ripetiamo - i tasti si riempiono di comandi solo al 20 livello, e altre mosse sostitutive si sbloccano ancora più avanti. Di norma, conviene giocare la campagna di un nuovo personaggio a difficoltà “Facile” per sbloccare comandi e le successive a “Normale” per divertirsi sul serio (lasciando “Difficile” solo a personaggi veramente pompati). Anche il multiPlayer in split-screen aiuta a spezzare la monotonia, però é innegabile che nel DNA del gioco é insita una certa inevitabile ripetitività di fondo. Naturalmente questo non impedirà agli appassionati di questo concept, notoriamente di nicchia, di apprezzare il lavoro di Capcom: alla serie é stata data una “ripulita” avvicinandosi probabilmente un po' alla concorrenza ma senza per questo perdere la sua caratterizzazione “da manga”. Un gioco per specifici fan, non particolarmente superlativo ma decisamente onesto in tutte le sue parti.