Shadow Hearts: Covenant
Il sistema di combattimento vero e proprio si basa su scontri a turni in cui, in maniera molto simile a FFX, la successione delle azioni sarà stabilità dalla velocità dei singoli personaggi e dai tempi di recupero variabili a seconda dell'azione eseguita. Per quanto non sia effettivamente implementato un sistema di movimento "strategico" (non potrete, cioè, posizionare o spostare arbitrariamente i personaggi sul campo), sarà comunque importante la posizione per certi poteri dei bersagli: se infatti potrete eseguire l'attacco standard sempre e comunque su un solo bersaglio, un incantesimo esplosivo o a raggio potrebbe colpirne più di uno. Ogni potere o attacco avrà il suo proprio Anello del Giudizio, e quello degli attacchi standard di ogni personaggio sarà addirittura personalizzabile tramite degli Item ben nascosti nel gioco. È inoltre possibile operare delle "combo" di più personaggi (un apposito comando di movimento, l'unico, ci permette di "avvicinarli") per ottenere danni extra, ma affinché questa strategia sia fruttifera dovrete aver preso molta confidenza col sistema dell'Anello, dato che al minimo errore la combo risulterà rovinata.
REALIZZAZIONE TECNICA
La prima impressione su SHC è indubbiamente molto buona, complice anche un filmato introduttivo molto lungo ed estremamente suggestivo. In seguito parte dello stupore si placa (specie quando il primo ambiente che si vede, essendo di passaggio, è realizzato in maniera piuttosto semplice), complice ancora una volta la carenza di Anti Aliasing sul monolito Sony, ma nonostante ciò il lavoro svolto è notevole. I modelli dei protagonisti e degli avversari sono realizzati con una pregevole dovizia di particolari ed animati meravigliosamente: non sono pochi gli elementi dotati di "vita propria" come la chioma di Karin, le bretelle di Yuri, la coda di Blanca e così via, così come i labiali e le varie espressioni facciali sono veramente ben realizzate. La texturizzazione, tanto dei modelli quanto degli ambienti, è altresì pregevole, così come la realizzazione degli sfondi, molto spesso rielaborati su foto dei luoghi che visiterete: bellissimo, per esempio, il panorama di Parigi con la Torre Eiffel. Non siamo comunque a livelli di eccellenza per la PS2: se da un lato le ombre in tempo reale tengono conto di ogni singolo poligono, da un altro è vero che molti altri effetti di luce sono realizzati al minimo del discreto, e che il particellare sia quasi assente. Fa eccezione la realisticità delle fiamme, che è capaci di togliere il fiato. Molto buona la realizzazione degli ambienti, che sono spesso labirintici ma non per questo claustrofobici: ottimi per l'esplorazione di anfratti e la ricerca dei numerosi segreti.
Le musiche del gioco sono ben realizzate: orecchiabili e piuttosto discrete nelle situazioni tranquille, sommesse ed inquietanti durante esplorazioni dei luoghi pericolosi, maestose e stimolanti nel mezzo dei combattimenti. Hanno solo un grosso difetto: sono poche e riciclate. Per fare un esempio pratico: molte locazioni, come quasi tutte le città, hanno in comune la stessa musica di sottofondo, quando sarebbe stato perlomeno auspicabile la presenza di temi ben distinti. Un vero peccato, specie quando il gioco si avvale di uno dei più validi doppiaggi in lingua americana che ci sia capitato di ascoltare (fatta forse eccezione per la doppiatrice di Lucia). Niente da eccepire per quanto concerne gli effetti sonori, dato che sono tutti ben realizzati e abbastanza vari da permettere, per esempio, rumori di passi differenti al cambiamento della superficie.
GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Il sistema dell'Anello è indubbiamente una scelta molto felice, in quanto riesce a creare un ottimo connubio tra la possibilità di pianificare attentamente una strategia di battaglia e la frenesia data dal cursore che gira sempre troppo veloce (o troppo lento) per i nostri gusti. Per quanto sia necessario qualche tentativo prima di arrivare a padroneggiare pienamente la tecnica, in seguito tutto appare decisamente più abbordabile ed anche alcune configurazioni dell'anello "rischiose" non sembrano più così ostiche. La varietà nella gestione dei personaggi, che ricordiamo seguono ciascuno una progressione indipendente, fa si che questi siano effettivamente differenti l'uno dall'altro e che pertanto ci sia una certa ciclicità nel loro utilizzo nel party, a differenza di molti altri giochi che spesse volte ci concedono di "dimenticarci" di questo o quel personaggio. L'unico difetto della giocabilità di SHC è in effetti il fatto che è fortemente consigliato l'aver giocato il primo capitolo: per quanto infatti la trama si sviluppi indipendentemente, i riferimenti alla precedente vicenda sono infatti tantissimi e l'essersela persa porterebbe certamente a non comprendere certi risvolti o anche solo l'importanza di personaggi come Roger Bacon, Albert Simon o lo stesso Yuri.
Sarebbe d'altronde un peccato perdersi due DVD pieni zeppi di dialoghi seriosi infarciti da scenette grottesche, di una trama forse non particolarmente infarcita di colpi di scena ma sicuramente originale nei suoi risvolti, ed in generale di decine di ore di gioco incalzante e avventuroso. SHC si inizia con trepidanza e si porta avanti con rilassatezza, profondo interesse e un pizzico di curiosità storica visto che alla fin fine la vicenda parte della nostra vecchia Europa. Soprattutto, si porta avanti con divertimento e sincero apprezzamento: assolutamente obbligatorio per chi avesse già gustato il primo capitolo e sicuramente consigliato a tutti gli appassionati di JRPG, con in appendice il consiglio di giocarsi prima Shadow Hearts.
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REALIZZAZIONE TECNICA
La prima impressione su SHC è indubbiamente molto buona, complice anche un filmato introduttivo molto lungo ed estremamente suggestivo. In seguito parte dello stupore si placa (specie quando il primo ambiente che si vede, essendo di passaggio, è realizzato in maniera piuttosto semplice), complice ancora una volta la carenza di Anti Aliasing sul monolito Sony, ma nonostante ciò il lavoro svolto è notevole. I modelli dei protagonisti e degli avversari sono realizzati con una pregevole dovizia di particolari ed animati meravigliosamente: non sono pochi gli elementi dotati di "vita propria" come la chioma di Karin, le bretelle di Yuri, la coda di Blanca e così via, così come i labiali e le varie espressioni facciali sono veramente ben realizzate. La texturizzazione, tanto dei modelli quanto degli ambienti, è altresì pregevole, così come la realizzazione degli sfondi, molto spesso rielaborati su foto dei luoghi che visiterete: bellissimo, per esempio, il panorama di Parigi con la Torre Eiffel. Non siamo comunque a livelli di eccellenza per la PS2: se da un lato le ombre in tempo reale tengono conto di ogni singolo poligono, da un altro è vero che molti altri effetti di luce sono realizzati al minimo del discreto, e che il particellare sia quasi assente. Fa eccezione la realisticità delle fiamme, che è capaci di togliere il fiato. Molto buona la realizzazione degli ambienti, che sono spesso labirintici ma non per questo claustrofobici: ottimi per l'esplorazione di anfratti e la ricerca dei numerosi segreti.
Le musiche del gioco sono ben realizzate: orecchiabili e piuttosto discrete nelle situazioni tranquille, sommesse ed inquietanti durante esplorazioni dei luoghi pericolosi, maestose e stimolanti nel mezzo dei combattimenti. Hanno solo un grosso difetto: sono poche e riciclate. Per fare un esempio pratico: molte locazioni, come quasi tutte le città, hanno in comune la stessa musica di sottofondo, quando sarebbe stato perlomeno auspicabile la presenza di temi ben distinti. Un vero peccato, specie quando il gioco si avvale di uno dei più validi doppiaggi in lingua americana che ci sia capitato di ascoltare (fatta forse eccezione per la doppiatrice di Lucia). Niente da eccepire per quanto concerne gli effetti sonori, dato che sono tutti ben realizzati e abbastanza vari da permettere, per esempio, rumori di passi differenti al cambiamento della superficie.
GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Il sistema dell'Anello è indubbiamente una scelta molto felice, in quanto riesce a creare un ottimo connubio tra la possibilità di pianificare attentamente una strategia di battaglia e la frenesia data dal cursore che gira sempre troppo veloce (o troppo lento) per i nostri gusti. Per quanto sia necessario qualche tentativo prima di arrivare a padroneggiare pienamente la tecnica, in seguito tutto appare decisamente più abbordabile ed anche alcune configurazioni dell'anello "rischiose" non sembrano più così ostiche. La varietà nella gestione dei personaggi, che ricordiamo seguono ciascuno una progressione indipendente, fa si che questi siano effettivamente differenti l'uno dall'altro e che pertanto ci sia una certa ciclicità nel loro utilizzo nel party, a differenza di molti altri giochi che spesse volte ci concedono di "dimenticarci" di questo o quel personaggio. L'unico difetto della giocabilità di SHC è in effetti il fatto che è fortemente consigliato l'aver giocato il primo capitolo: per quanto infatti la trama si sviluppi indipendentemente, i riferimenti alla precedente vicenda sono infatti tantissimi e l'essersela persa porterebbe certamente a non comprendere certi risvolti o anche solo l'importanza di personaggi come Roger Bacon, Albert Simon o lo stesso Yuri.
Sarebbe d'altronde un peccato perdersi due DVD pieni zeppi di dialoghi seriosi infarciti da scenette grottesche, di una trama forse non particolarmente infarcita di colpi di scena ma sicuramente originale nei suoi risvolti, ed in generale di decine di ore di gioco incalzante e avventuroso. SHC si inizia con trepidanza e si porta avanti con rilassatezza, profondo interesse e un pizzico di curiosità storica visto che alla fin fine la vicenda parte della nostra vecchia Europa. Soprattutto, si porta avanti con divertimento e sincero apprezzamento: assolutamente obbligatorio per chi avesse già gustato il primo capitolo e sicuramente consigliato a tutti gli appassionati di JRPG, con in appendice il consiglio di giocarsi prima Shadow Hearts.
Shadow Hearts: Covenant
8.5
Voto
Redazione
Shadow Hearts: Covenant
Per chi ha giocato ed apprezzato il primo "Shadow Hearts", questo seguito è indubbiamente un titolo da non perdere per nessun motivo. Per chi non avesse, invece, mai avuto la fortuna di giocare il primo capitolo della saga Aruze (anche se in effetti le origini vanno ricercate in Koudelka per PS1) si pone un dubbio amletico: se è infatti vero che "Shadow Hearts: Covenant" sia un gioco veramente bello, con una realizzazione tecnica di tutto rispetto (salvo qualche leggerezza qua e là), un Battle System completo e una trama in molti suoi aspetti sicuramente originale, è anche vero che la vicenda pone irrimediabilmente le basi nel primo capitolo, e che il non averlo giocato, oltre a far perdere parte del fascino della trama e dell'ambientazione, potrebbe portare anche a non capire pienamente certi risvolti e i ruoli rivestiti da alcuni personaggi. Alla fine, il consiglio per tutti gli amanti dei JRPG è quello di rivoltare siti, giornali e cassoni dei grandi magazzini alla disperata ricerca del primo Shadow Hearts, per poi giocarci dietro questo meraviglioso secondo capitolo.