Shadow of Rome

Shadow of Rome
di
Capcom abbraccia l'interpretazione dell'agonizzante repubblica latina nel suo aspetto più tenebroso, con una città scossa dal grido della violenza intestina e dagli echi di guerra provenienti dalle lontane province. L'assassinio di Giulio Cesare e le sue ultime parole fanno da sfondo alla teatralità plasmata dagli sviluppatori, pronti ad abusare e modellare licenziosamente figure del calibro di Ottaviano, personaggio rilevante tanto in termini interattivi quanto narrativi. Altro primo attore di pari grado è l'arcigno amico di quest'ultimo: Agrippa, ignoto centurione un tempo in missione presso i confini germanici e dopo le idi di marzo coinvolto insieme alla famiglia in un'inattesa congiura. Vipsanio, suo genitore, dopo essere stato accusato dell'omicidio del "Phoenix" è infatti destinato ad una cruenta pena: suo boia, per decreto senatoriale, sarà il campione dei giochi allestiti in memoria della vittima. Tramite costoro si articola dunque il diktat ludico del gioco, ovverosia l'alternanza fra stealth ed hack&slash, con il primo genere citato gestito dal futuro principe di Roma e con il secondo impersonato naturalmente dallo spirito guerriero e vendicatore di un figlio tanto disperato da diventare gladiatore per salvare il padre.

Non è esattamente la passione storiografica a muovere la trama di Shadow of Rome, semmai lo è quella scenica.
Non è esattamente la passione storiografica a muovere la trama di Shadow of Rome, semmai lo è quella scenica.
Talvolta le citazioni al colossal di Russle Crow non sono esattamente velate, i richiami si sprecano (specie nel preludio narrativo).
Talvolta le citazioni al colossal di Russle Crow non sono esattamente velate, i richiami si sprecano (specie nel preludio narrativo).
Ottaviano Augusto non vanta la possanza di Agrippa e pertanto deve essere scaltro e il più silenzioso possibile (pena la rapida morte).
Ottaviano Augusto non vanta la possanza di Agrippa e pertanto deve essere scaltro e il più silenzioso possibile (pena la rapida morte).

Come si denota dall'apertura di recensione e fin subito dalle prime battute del titolo in analisi, forza motrice di Shadow of Rome è la voluta ricerca scenica, non certo la passione storiografica. Trascendendo infatti da numerose inesattezze-forzature (di personaggi, loro rapporti, luoghi e vicende note), va riconosciuto che l'atmosfera imbastita dagli artefici di Onimusha risulti senz'altro d'effetto, merito (oltre che del fascino per l'antichità) della perizia manifestata dagli addetti al reparto audiovisivo (da sempre fiore all'occhiello della casa di Megaman). Delle pregevoli animazioni da una parte e ad una recitazione anglosassone dall'altra (con sottotitoli in italiano), contribuiscono, al pari d'una globale cura stilistica, alla causa estetica (unico rammarico: la ripetitività delle seppur valide composizioni musicali). A livello ambientale inoltre, il cambio di personaggi opera la stessa influenza riscontrabile sulla controparte giocabile; mentre infatti Ottaviano sarà propenso a continue e furtive esplorazioni cittadine (edifici inclusi), Agrippa vivrà prevalentemente nell'ombra e nella polvere dell'arena o dei luoghi ad essa connessi, col chiassoso ed inumano pubblico come suo unico alleato (da segnalare comunque dei diversivi, come terre barbare e le carceri di Siracusa). Il dualismo dunque, rappresenta insieme alla meta della grandiosità l'ingrediente basilare ed irrinunciabile. Esso ha da una parte il merito d'essere efficiente nell'amalgamare due ritmi e due gameplay concettualmente in antitesi (uno riflessivo, l'altro frenetico), ma al contempo inciampa nel proporre poco o nulla per rinverdire la formula delle sue due componenti, senza migliorare quanto di perfettibile esse hanno e, peggio, trascinando nel vortice alcune pecche strutturali.

Scendendo in ambito analitico, un deficit vistoso è dato, durante le infiltrazioni di Ottaviano, dall'intelligenza artificiale avversaria (non certo definibile come esemplare). Anzitutto il giovane nobile non è stato concepito per il combattimento e di conseguenza sarà sufficiente un colpo di lama per (tra)passare rapidamente all'Averno. Al contrario è nato per pianificare ed essere scaltro, così le mansioni per averla vinta saranno quelle che lo vedranno indossare una toga in locali altrimenti preclusi, sorprendere un soldato in ronda alle spalle e soprattutto osservare assiduamente l'indispensabile mappa (richiamabile rapidamente tramite pressione di Select). Qualora sorpresi, se lo spazio "fisico" sarà sufficiente, al fine di far cessare lo stato precario d'allerta basterà scappare lontano (e non inseguiti) o magari nascondersi (non adocchiati) all'interno di larghi vasi. Peccato, ed è questo il punto, che talvolta le sentinelle non dimostrino quel determinismo militare che le ha consacrate alla storia: è capitato ad esempio che nella fuga, saliti su un muro sopraelevato, non solo il nemico non ha raggiunto il nostro alterego, ma, cessato l'allarme (indicato visivamente con una barra verticale posta in basso a destra dello schermo) ha fatto come se niente fosse, tornando alle sue azioni precalcolate. Sarà pertanto bastevole agire nel silenzio e nel segreto, sfruttando anche simili contrasti con la verosimiglianza (comuni alla quasi totalità degli esponenti del genere) che faranno temere, piuttosto che un fendete di gladio, la vista e l'udito altrui. I giocatori pacati apprezzeranno ciononostante queste sezioni, anche per smorzare la reazione richiesta nei combattimenti (si pensi a delle azioni del tutto fini a sé stesse: Ottaviano, oltre a poter cambiare capigliatura, per abbellire e decorare la propria abitazione, può recarsi alle porte della città ed acquistare mobili e suppellettili).

Fra i mezzi d'offesa del futuro principe di Roma si annoverano corde e brocche; da utilizzare giocoforza alle spalle dell'avversario.
Fra i mezzi d'offesa del futuro principe di Roma si annoverano corde e brocche; da utilizzare giocoforza alle spalle dell'avversario.
Durante le sezioni stealth un singolo fendente è sufficiente per farci trapassare all'Averno: se è necessario la fuga è tutto fuorché poco onorevole.
Durante le sezioni stealth un singolo fendente è sufficiente per farci trapassare all'Averno: se è necessario la fuga è tutto fuorché poco onorevole.
I nemici da affrontare nelle vesti di centurione decaduto variano nell'armamentario e nelle fattezze (normali, nanesche e decisamente fuori parametro).
I nemici da affrontare nelle vesti di centurione decaduto variano nell'armamentario e nelle fattezze (normali, nanesche e decisamente fuori parametro).

I più affini all'azione, invece, acclameranno i capitoli dedicati ad Agrippa ed a tal proposito il bollino che vieta l'acquisto ai minorenni è di una chiarezza cristallina. Gli scontri sono grotteschi e sanguinosi, costellati da numerose mosse (denominate Raffiche), variegati sia nelle circostanze (tutti contro tutti, in squadra, contro belve ed altro ancora), sia nei mezzi d'attacco e difesa che se abusati diventano inutilizzabili e da sostituire (l'arsenale spazia da lame a una e due mani, a mazze e protezioni). Nel passato reale come nel gioco, il triste destino del gladiatore non è solo sopravvivere, ma intrattenere gli invasati spettatori, che incitati aiuteranno all'uopo i propri "beniamini" tanto con armi più potenti e rare (lanciate letteralmente sul campo di battaglia), quanto con cibo (carne, pagnotte e formaggio) da ingurgitare al fine di lenire le ferite sofferte. Alcuni fastidi tecnici potrebbero essere dovuti al sistema di telecamere ed all'eventuale molteplicità di nemici da affrontare, specie se spalle al muro, ma globalmente, vieppiù che si procede, la gestione dei comandi si perfeziona e la sfida cresce gradualmente verso l'alto (l'impegno dipende dalla difficoltà selezionata ed è specialmente richiesto per quanti desiderino ottenere alti punteggi e relative coppe).
L'avventura, del resto, accompagnerà i suoi fruitori per circa una quindicina-ventina d'ore, invogliandoli anche ad intrattenersi nei menu facoltativi atti a sbloccare appositi extra. Eppure, come ovvio, è nella bipartita modalità principale che risiedono necessariamente gli alti e bassi di un titolo in definitiva non miracoloso, ma nel complesso meritevole e più che discreto.

Non mancano alcuni diversivi, nell'immagine è visibile la missione a squadre in cui occorre distruggere le statue contrassegnate dal colore della compagine avversaria.
Non mancano alcuni diversivi, nell'immagine è visibile la missione a squadre in cui occorre distruggere le statue contrassegnate dal colore della compagine avversaria.
E' possibile, mediante tasto triangolo, scagliare qualsiasi arma (negli scontri fuori dall'arena cogliere in tal modo il nemico di sorpresa fa risparmiare del prezioso tempo).
E' possibile, mediante tasto triangolo, scagliare qualsiasi arma (negli scontri fuori dall'arena cogliere in tal modo il nemico di sorpresa fa risparmiare del prezioso tempo).
La barra in basso a destra indica il grado d'apprezzamento dell'invasato pubblico; incitarlo può comportare inattesi aiuti (tradotti in armi più potenti o cibo dall'effetto curativo).
La barra in basso a destra indica il grado d'apprezzamento dell'invasato pubblico; incitarlo può comportare inattesi aiuti (tradotti in armi più potenti o cibo dall'effetto curativo).

Shadow of Rome
7.5

Voto

Redazione

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Shadow of Rome

La congiura è la tematica madre della trama di Shadow of Rome, titolo Capcom ambientato nell'agonizzante repubblica latina del primo secolo avanti Cristo. Suo diktat ludico è l'alternanza fra due personaggi e generi (Ottaviano ed Agrippa, rispettivamente fruitori di meccaniche stealth ed hack&slash) che per quanto concettualmente agli antipodi, si dimostrano efficienti nella miscela ludica proposta dai creatori di Onimusha. Invero non un titolo miracoloso ed all'insegna dell'originalità (con qualche pecca strutturale da segnalare), ma nel complesso meritevole e più che discreto ( sicuramente affascinante nella sua atmosfera e ricerca scenica, trascendendo ovviamente dalla licenziosa interpretazione di personaggi, luoghi e vicende storicamente note).

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