Shellshock Nam '67
di
Alessandro 'Alenet' Cossu
VIETNAM, 1967
Un segno indelebile, una ferita perennemente aperta nei cuori dei sopravvissuti in generale e degli Americani in particolare. Ecco cosa rappresenta il conflitto in Vietnam, una delle più orrende pagine della storia dell'umanità. Il computo totale delle vittime parla di 58000 americani morti e di oltre 100.000 mutilati; pochi, se consideriamo il totale presunto delle vittime vietnamite, nell'ordine di tre milioni di unità(senza contare i due milioni di laotiani e cambogiani). La discesa in campo degli USA iniziò nel 1959, con l'invio di alcuni consiglieri per aiutare il sud del Vietnam. Lentamente ma inesorabilmente, il conflitto è mutato in una vera guerra, anche perché la Russia aiutava la parte nord del Vietnam, i cui abitanti desideravano un'unica grande nazione. La guerra terminò nel 1975 con i risultati che tutti conosciamo...ma il gioco propostoci oggi dalla Guerrilla Software alla loro prima uscita ufficiale in campo ludico, mentre attendiamo ancora KillZone - ci pone nei panni mimetici di un soldato qualunque chiamato alle armi e spedito nel cuore dell'inferno vietnamita, nel 1967, subito prima che la guerra entrasse nella sua fase più calda e sanguinosa. Un titolo senza censura alcuna, violento, splatteroso, realistico in termini di uccisioni e orrori (di tutt'altra pasta il gameplay, decisamente votato all'arcade) che mira a far rivivere, secondo le parole stesse dei programmatori, tutto l'orrore e il dramma di quei tragici anni.
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ShellShock Nam'67 si presenta come uno sparatutto in terza persona (anche se sarà possibile avvicinare l'inquadratura ad una sorta di 'tre quarti'), con la possibilità di scegliere un personaggio fra i tre disponibili: tutto il party, comunque, eccezion fatta per il colore della pelle e l'arma di partenza, non mostra alcuna differenza peculiare e non sarà possibile cambiare personaggio nel corso del match ne tantomeno dare ordini ai nostri compagni. Anzi, in quanto semplici "reclute" saremo noi a dover seguire gli ordini del nostro comandante, pena l'accusa di diserzione e la fine anticipata della nostra partita. Parlare di sparatutto a squadre, per questo SSN67 è forse una definizione un po' pomposa, dato che, oltre alla totale mancanza di interazione con i nostri compagni, essi presentano una intelligenza artificiale degna di una canna di bambù (per rimanere in tema vietnamita), limitandosi infatti a sparare ai vari Vietcong in giro per le varie locazioni, ma non muoveranno un passo in avanti o per coprirci, fintanto che non saremo noi a fare la prima mossa, avanzando verso il nemico. Per disseminare morte e distruzione, avremo a disposizione un discreto parco armi d'epoca, con l'opportunità però di portarne solo quattro con noi: un'arma leggera, una pesante, le granate e l'onnipresente coltello. Ovviamente, nulla ci vieterà di switchare a nostro piacimento fra un arma e un'altra trovata sul terreno, a patto di averne sempre e solo una per "categoria".
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A variare un po' un quadro complessivamente monotono e pregno dell'amaro sapore del già visto, ci sono alcune cosine di sicuro interesse ludico, vale a dire l'utilizzo di due droghe: la dexedrina e il temazepan. La prima aumenterà la nostra resistenza, la seconda la nostra precisione; ambedue potranno essere acquistate nell'intervallo fra una missione e l'altra, con il denaro conquistato in base al nostro comportamento in battaglia. Ovviamente, visto che i Guerrilla hanno scelto di emulare solo i contorni della battaglia, ci verrà data anche la possibilità di sfogare i nostri impulsi sessuali con alcune prostitute del luogo, una gioia per i ragazzini, forse, ma che ad occhi più critici rappresenta l'ennesima caduta di tono. Tecnicamente, il gioco in esame è il trionfo della linearità: nessuna strada alternativa ne sottoquest. Si deve semplicemente avanzare nelle varie missioni e locazioni e sbaragliare tutto ciò che si muove, cercando di non sorridere quando i vietcong grideranno: "Muoli, lulido amelicano" e non arrabbiandoci quando in talune circostanze un intero caricatore di mitra non basterà ad eliminare il nostro avversario. Allo stesso modo, novelli Robocop, anche noi saremo in grado di resistere alla pioggia di piombo made in vietnam che ci si riverserà addosso, grazie ad una sorta di invisibile scudo protettivo simile a quello visto in Halo, che si ricaricherà automaticamente se staremo fermi per qualche secondo. Insomma realismo si, ma non sul gameplay. Ottimamente curata la sezione audio: oltre ad un doppiaggio in Italiano non troppo inspirato ma decisamente gradevole, si annovera la presenza di eccezionali tracce audio delle più importanti figure canore dell'epoca: si va da Sonny and Cher ai The Monkeys, passando per Roy Orbison e Percy Sledge, finendo con i The Troggs e i Small Faces.
Un po' meno decenti i rumori delle armi e i rumori di sottofondo. Mancando inoltre l'interazione con i nostri commilitoni, anche i dialoghi che ascolteremo si tramuteranno presto in noiosi monologhi che ci troveremo purtroppo costretti a sentire fino in fondo...e talune volte la cosa risulta un po' inutile e noiosa.
Il titolo in esame, che soffre della sindrome da multipiattaforma (è infatti già disponibile su PS2 e XBox) non ci regala un sistema di controllo veramente pulito. Il nostro soldatino digitale non risponde perfettamente ai comandi e alcune situazioni, soprattutto quelle che richiedono il classico "Giù la testa" sono veramente frustranti: infatti, oltre ad una non perfetta gestione della telecamera, per rimanere sdraiati è necessario tenere premuto un tasto per tutto il tempo e la telecamera diventa lenta e instabile...una cosa pericolosa, soprattutto con tanti piccoli amici che vogliono farci la festa. Sul fronte grafico, anche spremendo il gioco al massimo delle sue possibilità, non possiamo dire di essere di fronte ad un capolavoro: pur mantenendo un buon frame in tutte le situazioni, sono i modelli ambientali e soprattutto quelli dei nostri nemici che non convincono. Un discreto numero di poligoni e texture realizzate forse con un velo di sollecitudine disegnano un quadro tutto sommato gradevole, ma svariati gradini sotto lo standard attuale. Più che buono, invece, il livello di dettaglio dei nostri compagni e anche quello del nostro alter-ego digitale. Sottotono le armi e buona invece la linea d'orizzonte, sufficientemente distante da permetterci locazioni "ad ampio respiro", pur mantenendosi nella più totale linearità.
Prima di imboscarci nel commento finale, ricordo a tutti che SSN67 è già disponibile nei negozi mentre leggete queste righe e che, pur potendo risultare una sorta di "ancora di salvezza", i Guerrilla hanno scelto di non dotare il proprio pargolo di una qualsivoglia modalità in multigiocatore.
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Un segno indelebile, una ferita perennemente aperta nei cuori dei sopravvissuti in generale e degli Americani in particolare. Ecco cosa rappresenta il conflitto in Vietnam, una delle più orrende pagine della storia dell'umanità. Il computo totale delle vittime parla di 58000 americani morti e di oltre 100.000 mutilati; pochi, se consideriamo il totale presunto delle vittime vietnamite, nell'ordine di tre milioni di unità(senza contare i due milioni di laotiani e cambogiani). La discesa in campo degli USA iniziò nel 1959, con l'invio di alcuni consiglieri per aiutare il sud del Vietnam. Lentamente ma inesorabilmente, il conflitto è mutato in una vera guerra, anche perché la Russia aiutava la parte nord del Vietnam, i cui abitanti desideravano un'unica grande nazione. La guerra terminò nel 1975 con i risultati che tutti conosciamo...ma il gioco propostoci oggi dalla Guerrilla Software alla loro prima uscita ufficiale in campo ludico, mentre attendiamo ancora KillZone - ci pone nei panni mimetici di un soldato qualunque chiamato alle armi e spedito nel cuore dell'inferno vietnamita, nel 1967, subito prima che la guerra entrasse nella sua fase più calda e sanguinosa. Un titolo senza censura alcuna, violento, splatteroso, realistico in termini di uccisioni e orrori (di tutt'altra pasta il gameplay, decisamente votato all'arcade) che mira a far rivivere, secondo le parole stesse dei programmatori, tutto l'orrore e il dramma di quei tragici anni.
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ShellShock Nam'67 si presenta come uno sparatutto in terza persona (anche se sarà possibile avvicinare l'inquadratura ad una sorta di 'tre quarti'), con la possibilità di scegliere un personaggio fra i tre disponibili: tutto il party, comunque, eccezion fatta per il colore della pelle e l'arma di partenza, non mostra alcuna differenza peculiare e non sarà possibile cambiare personaggio nel corso del match ne tantomeno dare ordini ai nostri compagni. Anzi, in quanto semplici "reclute" saremo noi a dover seguire gli ordini del nostro comandante, pena l'accusa di diserzione e la fine anticipata della nostra partita. Parlare di sparatutto a squadre, per questo SSN67 è forse una definizione un po' pomposa, dato che, oltre alla totale mancanza di interazione con i nostri compagni, essi presentano una intelligenza artificiale degna di una canna di bambù (per rimanere in tema vietnamita), limitandosi infatti a sparare ai vari Vietcong in giro per le varie locazioni, ma non muoveranno un passo in avanti o per coprirci, fintanto che non saremo noi a fare la prima mossa, avanzando verso il nemico. Per disseminare morte e distruzione, avremo a disposizione un discreto parco armi d'epoca, con l'opportunità però di portarne solo quattro con noi: un'arma leggera, una pesante, le granate e l'onnipresente coltello. Ovviamente, nulla ci vieterà di switchare a nostro piacimento fra un arma e un'altra trovata sul terreno, a patto di averne sempre e solo una per "categoria".
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A variare un po' un quadro complessivamente monotono e pregno dell'amaro sapore del già visto, ci sono alcune cosine di sicuro interesse ludico, vale a dire l'utilizzo di due droghe: la dexedrina e il temazepan. La prima aumenterà la nostra resistenza, la seconda la nostra precisione; ambedue potranno essere acquistate nell'intervallo fra una missione e l'altra, con il denaro conquistato in base al nostro comportamento in battaglia. Ovviamente, visto che i Guerrilla hanno scelto di emulare solo i contorni della battaglia, ci verrà data anche la possibilità di sfogare i nostri impulsi sessuali con alcune prostitute del luogo, una gioia per i ragazzini, forse, ma che ad occhi più critici rappresenta l'ennesima caduta di tono. Tecnicamente, il gioco in esame è il trionfo della linearità: nessuna strada alternativa ne sottoquest. Si deve semplicemente avanzare nelle varie missioni e locazioni e sbaragliare tutto ciò che si muove, cercando di non sorridere quando i vietcong grideranno: "Muoli, lulido amelicano" e non arrabbiandoci quando in talune circostanze un intero caricatore di mitra non basterà ad eliminare il nostro avversario. Allo stesso modo, novelli Robocop, anche noi saremo in grado di resistere alla pioggia di piombo made in vietnam che ci si riverserà addosso, grazie ad una sorta di invisibile scudo protettivo simile a quello visto in Halo, che si ricaricherà automaticamente se staremo fermi per qualche secondo. Insomma realismo si, ma non sul gameplay. Ottimamente curata la sezione audio: oltre ad un doppiaggio in Italiano non troppo inspirato ma decisamente gradevole, si annovera la presenza di eccezionali tracce audio delle più importanti figure canore dell'epoca: si va da Sonny and Cher ai The Monkeys, passando per Roy Orbison e Percy Sledge, finendo con i The Troggs e i Small Faces.
Un po' meno decenti i rumori delle armi e i rumori di sottofondo. Mancando inoltre l'interazione con i nostri commilitoni, anche i dialoghi che ascolteremo si tramuteranno presto in noiosi monologhi che ci troveremo purtroppo costretti a sentire fino in fondo...e talune volte la cosa risulta un po' inutile e noiosa.
Il titolo in esame, che soffre della sindrome da multipiattaforma (è infatti già disponibile su PS2 e XBox) non ci regala un sistema di controllo veramente pulito. Il nostro soldatino digitale non risponde perfettamente ai comandi e alcune situazioni, soprattutto quelle che richiedono il classico "Giù la testa" sono veramente frustranti: infatti, oltre ad una non perfetta gestione della telecamera, per rimanere sdraiati è necessario tenere premuto un tasto per tutto il tempo e la telecamera diventa lenta e instabile...una cosa pericolosa, soprattutto con tanti piccoli amici che vogliono farci la festa. Sul fronte grafico, anche spremendo il gioco al massimo delle sue possibilità, non possiamo dire di essere di fronte ad un capolavoro: pur mantenendo un buon frame in tutte le situazioni, sono i modelli ambientali e soprattutto quelli dei nostri nemici che non convincono. Un discreto numero di poligoni e texture realizzate forse con un velo di sollecitudine disegnano un quadro tutto sommato gradevole, ma svariati gradini sotto lo standard attuale. Più che buono, invece, il livello di dettaglio dei nostri compagni e anche quello del nostro alter-ego digitale. Sottotono le armi e buona invece la linea d'orizzonte, sufficientemente distante da permetterci locazioni "ad ampio respiro", pur mantenendosi nella più totale linearità.
Prima di imboscarci nel commento finale, ricordo a tutti che SSN67 è già disponibile nei negozi mentre leggete queste righe e che, pur potendo risultare una sorta di "ancora di salvezza", i Guerrilla hanno scelto di non dotare il proprio pargolo di una qualsivoglia modalità in multigiocatore.
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Shellshock Nam '67
5.5
Voto
Redazione
Shellshock Nam '67
Una buona occasione mancata, per questa prima uscita ufficiale della Guerrilla Sotfware. Un titolo di buon impatto, ma creato sottovalutando tanti aspetti critici, come la giocabilità e la modalità multigiocatore (assente), ma comunque divertente per tutti coloro che amano i videogame al sapore di guerra. Dati anche i pochi avversari papabili in questo ambito guerresco (moltissimi i titoli sulle guerre mondiali, molto minori quelli sul conflitto vietnamita)indubbiamente SSN67, preso con le dovute maniere, potrebbe risultare piacevole. Tuttavia, è impossibile non sottolineare come un titolo di qualche stagione fa, tale Vietcong, sia superiore in più di un aspetto al titolo patrocinato dalla Eidos.