Shenmue

Shenmue
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Quando i Radiohead hanno scelto Paranoid Android come singolo trainante di OK Computer (1997), qualcuno ha storto il naso: sei minuti sei di singolo la cui atmosfera si scontrava visibilmente con l'MTV Style. Sarà un azzardo? Non si tratta, dal punto di vista commerciale, di una scelta fin troppo pericolosa? La storia ha dato alla band di Oxford ragione. Ora togliete il mouse dalla barra dell'indirizzo e calmate il battito cardiaco, non siete finiti sulle pagine della versione online di New Musical Express, ma l'esempio portato poco sopra può forse servire per stendere un significativo iter argomentativo sul valore e sulla figura ricoperta da Shenmue. Che effettivamente è tanto vicino allo stile attuale di far videogiochi quanto Gianni Bella lo è alle tematiche sonore offerte dai Sonic Youth, insomma, non c'entra esattamente una mazza.
Shenmue è quindi un titolo diverso, coraggioso, criticabile come e più di ogni altro prodotto, ma comunque estremamente lontano dai canonici ritmi "giocosi" offerti dalle produzioni più in voga allo stato attuale delle cose e, allo stesso modo, appare sicuramente un titolo tanto affascinante quanto semplicemente difficile da proporre quale portabandiera (singolo) di una line-up (disco) di titoli che devono forzatamente confermare le potenzialità e le aspirazioni di mercato della Sega. E comunque sia, finora, il colosso nipponico ha vinto la sua prima battaglia: Shenmue si rivela vendutissimo negli States e in Europa, di certo non come successe più o meno dodici mesi or sono nel caso del lancio nipponico della visione di Suzuki e compagnia assortita.

RUBBER SOUL
Dicevamo, Shenmue in vetta alle classifiche di mezzo globo terracqueo. Addirittura il nostro PCista convinto Scamu sta fremendo in attesa di mettere le mani sulla sua copia originale di Shenmue (!), svariati negozi anche ben lontani dal rappresentare dei considerevoli centri commerciali nazionali, quando interpellati da Nextgame.it hanno confermato di avere richieste di Dreamcast (console) e Shenmue (gioco) in quantità decisamente ragguardevoli e come mai era successo per la macchina bianca della Sega. Ma sarà tutto giusto? Intendiamoci... se una console quale il Dreamcast iniziasse a raggranellare qualche sudato spicciolo anche nella Terra Dei Ladroni (l'Italia copia), sarebbe tanto di guadagnato e da cero-al-santo-devoto-del-caso... Ma... Ma c'è un ma. Shenmue è un prodotto particolare e con questa "recensione" vorremmo farvi capire definitivamente quanto sia o meno il caso che vi fondiate nel negozio più vicino per passare all'esborso della cifra richiesta. Non per nulla la Cover Story propostavi nelle ultime tre settimane è stata pensata appositamente per mettere i nostri lettori nelle condizioni di capire nel migliore dei modi (vogliamo sperare) quale fosse la reale natura del gioco voluto fortemente da Yu Suzuki.
Un mondo in creazione: Shenmue
Un mondo in creazione: Shenmue
Li ha affettati, li ha firmati... Suzuki!
Li ha affettati, li ha firmati... Suzuki!
Ogni storia ha un inizio
Ogni storia ha un inizio

Effettivamente Shenmue è come il miglior champagne (?), sicuramente per molti, ma non per tutti... O meglio. Sarebbe idealmente consigliabile al primo e all'ultimo giocatore, ma visto il costo di un gioco e le aspettative di un comune mortale videogiocatore da un videogioco (un gioco, appunto) ci sarebbe da discutere molto e molto a lungo sulla necessità e la "moralità" del consigliarlo al leggendario gruppetto di Cani.
E arriviamo al succo della questione: Shenmue è arte. Prima di ridare linfa vitale a una delle questioni e dei dibattiti più noiosi e irrimediabilmente privi di fondamenta degli ultimi eoni (i videogiochi sono arte, i videogiochi non sono arte, ma l'arte che cos'è, ma se è arte questa allora anche i Lunapop, ma se Biscardi è giornalista, allora anche io... e via sparandone), spieghiamoci: Shenmue è arte tanto quanto un quadro realizzato dal sottoscritto in momento di particolare ispirazione, intendiamo arte quindi come visione estremamente personale e univoca di una realtà (o creazione di una realtà personalizzata).
Shenmue
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Shenmue

Non possiamo istintivamente consigliarvi Shenmue. Possiamo però consigliarvi senza remore di leggere quanto più potete dei nostri diari giornalieri dedicati al mondo di Ryo Hazuki e Yokosuka, solo così potrete farvi una mezza idea su quanto aspettarsi dal titolo di Suzuki. Non vorremmo, sinceramente, decantare le lodi, peraltro giuste, di un titolo che qualcuno (troppi) potrebbero immediatamente pensare come un nuovo grande colosso dei GdR nipponici sulla falsariga di un Final Fantasy, non sarebbe giusto. Quello che comprate con Shenmue è invece un'esperienza in un mondo estremamente lontano dal nostro, assolutamente caratteristico e infinitamente curato. Il gioco, la parte più giocosa di Shenmue, è invece un progetto in divenire, un fanciullo in crescita. Sotto questo punto di vista va ricordato come questo sia effettivamente il primo dei (speriamo) 16 capitoli che comporranno quella che a oggi appare come una promettentissima e leggendaria saga. La sensazione più netta che si ha durante l'intera esperienza in Yokosuka è che effettivamente queste siano le basi (anche leggermente azzoppate da qualche decisione di marketing un pelo troppo invadente) di un grattacielo che per ora riusciamo solo a intuire. E' il gioco che fa per voi? Potrebbe, come non potrebbe. E' un'emozione e uno stato d'animo e come tali varia, da persona a persona. Nonostante questo il valore complessivo di un titolo simile rimane innegabile e se oggi stiamo discutendo sul futuro dei video-"giochi" e sulle loro potenziali espansioni e incarnazioni, lo dobbiamo in gran parte a Shenmue. Scusate se è poco.

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