Sherlock Holmes: l'orecchino d'argento
di
Alessandro 'Alenet' Cossu
ELEMENTARE, CARO ALENET
Nell'anno del Signore 1859, vide i suoi natali un certo Arthur Conan Doyle, ed esattamente in quel di Edimburgo. La fervida mente di questo geniale scrittore partorì quello che diventerà l'investigatore privato più famoso della letteratura e successivamente del cinema che risponde al nome di Sherlock Holmes. In principio, nel 1887, anno in cui vide la luce il primo romanzo di Holmes, l'accoglienza del pubblico fu gelida. "Uno studio in rosso" passò praticamente inosservato al pubblico; il secondo racconto, invece, vale a dire "Il segno dei quattro", riscontrò un favore tale da critica e lettori, che Mister Doyle prese a scrivere articoli, romanzi e racconti brevi sul carismatico investigatore per oltre quaranta anni, anche dopo essere stato insignito del titolo di baronetto per meriti letterari. Oggi, Microids, patrocinando il lavoro dei signori della Frogwares, sforna una seconda avventura non collegata al primo titolo uscito qualche stagione fa, ottenendo un risultato persino migliore del suo (a torto) poco conosciuto predecessore. Ma, come per ogni indagine che si rispetti, partiamo dall'inizio, che è sempre la cosa migliore.
Sbrigate le formalità di rito, eccoci entrare nella Londra vittoriana preparata per noi con scrupolosa cura dai programmatori ed il mistero prende subito corpo...l'azione si svolge nell'ormai lontano Ottobre 1897. Sherlock Holmes ed il fido amico dottor Watson, vengono invitati ad un ricevimento del ricchissimo (e come scopriremo in seguito, odiatissimo) magnate Sir Melvin Bromsby, il quale ha indetto una festa per celebrare il ritorno dopo un lungo viaggio, della figlia Lavinia. Gli invitati sono tutti nel salone della villa di Bromsby, il quale, con la consueta superbia, sta elogiando se stesso ed i successi ottenuti, di fronte ad una piccola folla aristocratica. Il discorso termina con una overdose di piombo subita suo malgrado dal padrone di casa : un omicidio in piena regola, perpetrato dinanzi a decine di persone. Ma chi ha sparato, e perché? Quale segreto si cela dietro la non certo linda vita di Bromsby, e della sensuale figlia Lavinia? Questi misteri, con tutte le loro sfaccettature, sono un piatto troppo ricco per impedire a Sherlock Holmes di indagare, ed è qui che entriamo in scena noi : nei panni dell'infallibile detective e del suo amico Watson dovremo far luce su questa intricatissima vicenda ed assicurare il responsabile alla giustizia.
Tecnicamente, SH:LOA è una classica avventura grafica in "terza persona", dove saremo a chiamati a muovere il nostro personaggio in locazioni 3D prerenderizzate, alla scoperta di ogni indizio possibile. Parlare con tutti i presenti, grazie ad un sistema di dialoghi predefiniti (ma che potremo scegliere, in base alle domande disponibili) sarà a dir poco fondamentale per il proseguo del gioco.
Ogni oggetto che troveremo lungo il nostro cammino potrà finire nelle tasche del detective con la semplice pressione di un tasto, e richiamato in qualsiasi momento grazie al pratico inventario; spesso, saremo chiamati a combinare uno o più oggetti trovati, per ottenerne magari un terzo che ci tirerà fuori dalle situazioni più intricate. Uno degli oggetti utilissimi oggetti dell'inventario è l'onnipresente taccuino: su di esso, il nostro eroe scriverà ogni rapporto e ogni deduzione, trascrivendo fedelmente tutti i documenti cartacei nel quale si imbatterà. Spesso, leggere fra le righe del taccuino si rivelerà...illuminante...per risolvere un enigma.
Sul fronte grafico, ci troviamo di fronte ad un ottimo lavoro da parte dei programmatori; tutte le locazioni sono curate e ottimamente realizzate, ed un buon sistema di ombre (precalcolate) contribuisce a creare quell'effetto più realistico che certamente non guasta. Anche se il conteggio dei poligoni non fa gridare al miracolo rispetto ad altri titoli dello stesso filone, SH:LOA vanta texture ottimamente riprodotte e, sia pur in quei sporadici casi di compenetrazione, non c'e' nulla che faccia gridare allo scandalo. In effetti, ci sono alcune chicche che meritano sicuramente una citazione : una fra tutte, il riflesso dell'ambiente circostante negli occhi del protagonista durante i primi piani, con un effetto a dir poco stupefacente, degno delle migliori produzioni.
Sul fronte audio, si segnala la scelta di mantenere i dialoghi in Inglese, ma tutti i menù di gioco e i sottotitoli sono in Italiano, sia pur con qualche leggerissima sbavatura. Una nota di merito all'ottimo doppiaggio, estremamente espressivo e ispirato. Ottime anche le musiche, che contribuiscono a entrare nell'atmosfera della vita londinese di fine ottocento.
Più che buona la risposta ai comandi di Holmes & Watson, anche se in qualche circostanza non c'e' stato verso di farli correre, rassegnandosi ad attendere che camminassero per un lungo tratto.
Di particolare interesse, la sezione di ogni fine livello : i quiz a cui verremo sottoposti, con domande a cui rispondere "Si" o "No", saranno utili per rivedere la nostra posizione e per scegliere nuovi approcci investigativi. Unico, vero neo di questa produzione, sta nel fatto che taluni indizi sono davvero occultati in maniera eccessiva, degna di una astronave Klingon, costringendoci, qualche volta, a passare il mouse su ogni millimetro della locazione dove ci troviamo, al fine di uscirne fuori con i nervi ancora a posto. Ma questo è solo una piccola sbavatura, che non inficia l'ottimo quadro finale. In definitiva, questa nuova avventura di Sherlock Holmes, quindi, può sicuramente dirsi un prodotto ben riuscito, geniale e pieno di colpi di scena; prima di investigare sul commento finale, si ricorda a tutti che il titolo in esame è già disponibile sugli scaffali e, data la sua natura, appare adatto a tutte le fasce d'età, eccezion fatta per i giovanissimi.
Nell'anno del Signore 1859, vide i suoi natali un certo Arthur Conan Doyle, ed esattamente in quel di Edimburgo. La fervida mente di questo geniale scrittore partorì quello che diventerà l'investigatore privato più famoso della letteratura e successivamente del cinema che risponde al nome di Sherlock Holmes. In principio, nel 1887, anno in cui vide la luce il primo romanzo di Holmes, l'accoglienza del pubblico fu gelida. "Uno studio in rosso" passò praticamente inosservato al pubblico; il secondo racconto, invece, vale a dire "Il segno dei quattro", riscontrò un favore tale da critica e lettori, che Mister Doyle prese a scrivere articoli, romanzi e racconti brevi sul carismatico investigatore per oltre quaranta anni, anche dopo essere stato insignito del titolo di baronetto per meriti letterari. Oggi, Microids, patrocinando il lavoro dei signori della Frogwares, sforna una seconda avventura non collegata al primo titolo uscito qualche stagione fa, ottenendo un risultato persino migliore del suo (a torto) poco conosciuto predecessore. Ma, come per ogni indagine che si rispetti, partiamo dall'inizio, che è sempre la cosa migliore.
Sbrigate le formalità di rito, eccoci entrare nella Londra vittoriana preparata per noi con scrupolosa cura dai programmatori ed il mistero prende subito corpo...l'azione si svolge nell'ormai lontano Ottobre 1897. Sherlock Holmes ed il fido amico dottor Watson, vengono invitati ad un ricevimento del ricchissimo (e come scopriremo in seguito, odiatissimo) magnate Sir Melvin Bromsby, il quale ha indetto una festa per celebrare il ritorno dopo un lungo viaggio, della figlia Lavinia. Gli invitati sono tutti nel salone della villa di Bromsby, il quale, con la consueta superbia, sta elogiando se stesso ed i successi ottenuti, di fronte ad una piccola folla aristocratica. Il discorso termina con una overdose di piombo subita suo malgrado dal padrone di casa : un omicidio in piena regola, perpetrato dinanzi a decine di persone. Ma chi ha sparato, e perché? Quale segreto si cela dietro la non certo linda vita di Bromsby, e della sensuale figlia Lavinia? Questi misteri, con tutte le loro sfaccettature, sono un piatto troppo ricco per impedire a Sherlock Holmes di indagare, ed è qui che entriamo in scena noi : nei panni dell'infallibile detective e del suo amico Watson dovremo far luce su questa intricatissima vicenda ed assicurare il responsabile alla giustizia.
Tecnicamente, SH:LOA è una classica avventura grafica in "terza persona", dove saremo a chiamati a muovere il nostro personaggio in locazioni 3D prerenderizzate, alla scoperta di ogni indizio possibile. Parlare con tutti i presenti, grazie ad un sistema di dialoghi predefiniti (ma che potremo scegliere, in base alle domande disponibili) sarà a dir poco fondamentale per il proseguo del gioco.
Ogni oggetto che troveremo lungo il nostro cammino potrà finire nelle tasche del detective con la semplice pressione di un tasto, e richiamato in qualsiasi momento grazie al pratico inventario; spesso, saremo chiamati a combinare uno o più oggetti trovati, per ottenerne magari un terzo che ci tirerà fuori dalle situazioni più intricate. Uno degli oggetti utilissimi oggetti dell'inventario è l'onnipresente taccuino: su di esso, il nostro eroe scriverà ogni rapporto e ogni deduzione, trascrivendo fedelmente tutti i documenti cartacei nel quale si imbatterà. Spesso, leggere fra le righe del taccuino si rivelerà...illuminante...per risolvere un enigma.
Sul fronte grafico, ci troviamo di fronte ad un ottimo lavoro da parte dei programmatori; tutte le locazioni sono curate e ottimamente realizzate, ed un buon sistema di ombre (precalcolate) contribuisce a creare quell'effetto più realistico che certamente non guasta. Anche se il conteggio dei poligoni non fa gridare al miracolo rispetto ad altri titoli dello stesso filone, SH:LOA vanta texture ottimamente riprodotte e, sia pur in quei sporadici casi di compenetrazione, non c'e' nulla che faccia gridare allo scandalo. In effetti, ci sono alcune chicche che meritano sicuramente una citazione : una fra tutte, il riflesso dell'ambiente circostante negli occhi del protagonista durante i primi piani, con un effetto a dir poco stupefacente, degno delle migliori produzioni.
Sul fronte audio, si segnala la scelta di mantenere i dialoghi in Inglese, ma tutti i menù di gioco e i sottotitoli sono in Italiano, sia pur con qualche leggerissima sbavatura. Una nota di merito all'ottimo doppiaggio, estremamente espressivo e ispirato. Ottime anche le musiche, che contribuiscono a entrare nell'atmosfera della vita londinese di fine ottocento.
Più che buona la risposta ai comandi di Holmes & Watson, anche se in qualche circostanza non c'e' stato verso di farli correre, rassegnandosi ad attendere che camminassero per un lungo tratto.
Di particolare interesse, la sezione di ogni fine livello : i quiz a cui verremo sottoposti, con domande a cui rispondere "Si" o "No", saranno utili per rivedere la nostra posizione e per scegliere nuovi approcci investigativi. Unico, vero neo di questa produzione, sta nel fatto che taluni indizi sono davvero occultati in maniera eccessiva, degna di una astronave Klingon, costringendoci, qualche volta, a passare il mouse su ogni millimetro della locazione dove ci troviamo, al fine di uscirne fuori con i nervi ancora a posto. Ma questo è solo una piccola sbavatura, che non inficia l'ottimo quadro finale. In definitiva, questa nuova avventura di Sherlock Holmes, quindi, può sicuramente dirsi un prodotto ben riuscito, geniale e pieno di colpi di scena; prima di investigare sul commento finale, si ricorda a tutti che il titolo in esame è già disponibile sugli scaffali e, data la sua natura, appare adatto a tutte le fasce d'età, eccezion fatta per i giovanissimi.
Sherlock Holmes: L'Orecchino d'Argento
7.5
Voto
Redazione
Sherlock Holmes: L'Orecchino d'Argento
Sherlock Holmes, parafrasando una famosa rivista, è senza alcun dubbio l'investigatore che vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Da Poirot a Maigret, passando per Miss Marple e la "Signora in giallo",molti hanno tentato di emulare e superare, ma senza successo. Sui libri, al cinema o in digitale, Holmes rimane il primo ed il più interessante e da oggi, grazie ai signori della FrogWares, una nuova avventura aspetta solo di essere vissuta. Elementare, cara Microids!