Shin Megami Tensei Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army
di
"Mi scusi, sa indicarmi dov'è l'Inferno?"
Raidou Kuzunoha non è il semplice investigatore che sembra. Non ci si deve far ingannare dalla divisa che indossa e dall'aspetto tanto simile agli altri tutori della legge. Raidou infatti è un evocatore di demoni, per la precisione il quattordicesimo della sua stirpe. Quando la città di Teito, inserita nel Giappone del 1920, è in pericolo per un aumento della presenza di demoni, è proprio il nostro Raidou ad essere inviato per tenere sotto controllo la situazione. Come guida e compagno di viaggio Gouto, un gatto nero parlante (che risulterà una presenza familiare a chi già ha esplorato i mondi di Shin Megami Tensei) che non lesinerà consigli e suggerimenti.
La base operativa per tenere d'occhio la problematica situazione è l'agenzia investigativa dove Raidou lavora agli ordini di Nerumi, detective frivolo all'apparenza, ma con mille risorse. Tutto sembra scorrere su binari prestabiliti quando, una telefonata da parte di una misteriosa voce femminile chiede ai due di andare con urgenza al ponte poco lontano dalla sede dell'agenzia. Giunti sul luogo dell'appuntamento è una ragazza dalla lunga chioma scura ad attenderli.
Il motivo della chiamata? Kaya, questo è il nome della giovane, chiede di essere uccisa. Raidou e Narumi non hanno nemmeno il tempo per chiedere spiegazioni, che una truppa di soldati dalle uniforme rosse li tramortisce e rapisce l'aspirante suicida. Senza raccontare oltre la trama, eccovi dunque gettati in un vortice dove mistero e forze occulte vi trascineranno in una storia dove ogni capitolo è un tentativo di diradare la nebbia che invade la narrazione. Così, mentre Narumi se ne rimane comodamente seduto alla sua scrivania, per noi arriva il momento di investigare sull'accaduto con i pochi indizi in nostro possesso, girando per Teito facendo domande a chiunque voglia ascoltarci. Logicamente le nostre ricerche subiranno un ulteriore difficoltà: come detto prima la città pullula di demoni, che, sebbene siano invisibili agli esseri umani normali, non avranno problemi a mostrarsi a noi, per di più con intenzioni poco pacifiche. Una spada, una pistola e la nostra capacità di sottomettere gli stessi nemici alla nostra volontà, sono le armi per venire a capo dell'intricata situazione.
Spada, pistola e un tubo pieno di demoni.
Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army è l'ennesimo filone narrativo che si dirama dalla prolifica sigla "Shin Megami Tensei", che tra edizioni nipponiche e statunitensi vanta un nutrito numero di fan e un buon riscontro critico. Dopo Lucifer Call e i due Digital Devil Saga, ecco un'altra occasione per il pubblico italiano per conoscere questo particolare universo. Devil Summoner ( vi prego in ginocchio di perdonarmi se non ripeterò ogni volta il titolo completo ) si mette alla guida di Raidou impegnato alla ricerca di notizie e informazioni, perennemente braccato da entità maligne che solo lui riesce a vedere tra una folla ignara. L'azione si svolge tra le strade di Taito tra vie ben delineate, attraverso schermate con telecamera fissa. Spostandoci da un'area all'altra (anche tramite una mappa con tanto di fermata del treno per i viaggi più lunghi) faremo i classici incontri casuali, tanto cari alla tradizione di giochi di ruolo di stampo giapponese. Passeremo dunque a una schermata diversa, solitamente delineata in una zona limitata, dove combatteremo in tempo reale contro i più disparati demoni.
Oltre ad una spada, una pistola ci permetterà, grazie a proiettili appositi, di stordire i malefici avversari. Fatta questa operazione, entrerà in gioco la vera peculiarità del protagonista: con la pressione continuata del tasto cerchio del nostro dual shock, ingaggeremo una battaglia per rinchiudere il demone dentro un tubetto apposito che funziona da prigione per i malcapitati avversari. Una volta battuti, diventeranno i nostri aiutanti, combattendo al nostro fianco o accompagnandoci per le fasi esplorative. Ogni tipologia di questi amici/nemici offre diverse abilità, utilizzabili per sbloccare o risolvere alcune situazioni di gioco. Tenete presente che i comuni mortali continueranno a non vederli, fattore utilissimo per le zone con divieto d'accesso per il personaggio principale, potrete infatti mandare in avanscoperta il vostro invisibile seguace. Sia Raidou che i demoni possiedono diverse caratteristiche abbastanza classiche (forza, magia, fortuna e via discorrendo), quest'ultimi però, con il passare delle battaglia, incrementeranno il loro valore di lealtà verso l'evocatore, migliorando così la velocità di responso agli ordini e abilitando nuove mosse.
Toglietemi tutto, ma non il mio demone.
Ma le peculiarità di Devil Summoner non finiscono qui: grazie alle sue conoscenze occulte, Raidou potrà spostarsi dal mondo umano al mondo oscuro, perfetta rappresentazione delle ambientazioni normali, abitate però da spiriti, spiritelli e diavoli. Molto spesso, per andare avanti con le indagini, sarà necessario immergersi in questo oscuro mondo parallelo. Un'altra possibilità d'azione molto particolare è la fusione tra demoni. Nei sotterranei di un negozio nelle vicinanze della agenzia di Narumi, troveremo il laboratorio di Victor, uno scienziato dall'aspetto non proprio rassicurante, che si offrirà, tramite i suoi macchinari, di unire i nostri demoni (a patto che il valore della lealtà sia al massimo) creandone di nuovi o aumentando le qualità di uno sacrificandone un altro. Il tutto si rivela molto utile, principalmente perché con la classica tecnica di combattimento, non tutte le entità sono facili da imprigionare nei nostri tubi. Una folta collezione è poi utilissima in battaglia e non.
Alcuni demoni attaccano con magie elementali (anche in Devil Summoner regnano i classici poteri di fuoco, acqua, elettricità e compagnia bella), altri curano gli alleati, alcuni persino leggono nella mente dei passanti. Non è solo Victor a interagire con noi, ma svariati personaggi prendono parte alla storia, tutti ottimamente caratterizzati e rappresentati con uno stile tanto retrò quanto glamour.
La carne al fuoco è tanta, ma proprio alla luce di questo, il gioco non permette approcci troppo rilassati. La grande quantità di azioni da compiere e un utilizzo ottimizzato delle qualità di Raidou e i suoi compagni, necessitano una discreta dedizione al gioco. Indizi e notizie sono sì rimarcati dai dialoghi, ma senza un'idea precisa del da farsi, non sempre si troverà il bandolo della matassa. Ricordiamo inoltre che il gioco arriva in Italia con tutti i testi e i sottotitoli in lingua inglese, un ulteriore scalino alla comprensione di un gioco che dà tanta importanza ai testi.
Anche i demoni piangono...
Sebbene Devil Summoner sia indubbiamente un titolo colmo di pregi, è impossibile non notare alcuni difetti sparsi che ne minano la riuscita generale. Sebbene la presenza di incontri casuali si attesti su quantità simili ad altri jrpg, spesso molte battaglie sembreranno fotocopie di quelle già compiute, per la presenza degli stessi nemici che a volte troveremo anche in cinque o più esemplari identici dentro lo stesso combattimento. La grafica poi, nonostante uno stile decisamente apprezzabile, non è del tutto esente da critiche, complice il fatto che negli ultimi mesi abbiamo giocato e visto titoli che sfruttano le capacità di PlayStation 2 in modo più performante. Chiudiamo pure un occhio sui fondali statici, per altro di buona foggia, ma difficilmente non si storce il naso guardando gli abitanti di Teito: i personaggi con cui potremo interagire sono perennemente fermi in attesa delle nostre domande, mentre quelli che fungono da semplice abbellimento visivo, oltre a non far altro che camminare, facendo perdere agli ambienti la sensazione di essere realmente vissuti, risulteranno molto spesso oggetti dalla scarsa fisicità, che non raramente ci troveremo ad attraversare completamente muovendo Raidou per strade e vicoli.
L'interazione con gli ambienti è poi ai minimi storici, limitandosi all'apertura di alcune porte e di casse contenenti oggetti utili per l'avventura. Il sonoro è indubbiamente di buon livello, con alcuni temi che difficilmente scorderete, controbilanciati però da alcuni decisamente più monotoni e privi di verve.
Devil Summoner ha molte frecce al suo arco, ma non tutti i palati lo gusteranno come un manicaretto prelibato. Una storia così elaborata e complessa avrebbe meritato una traduzione curata, e alcuni difettucci ne minano il risultato generale. Indubbiamente un titolo da provare, soprattutto per chi nonostante un forte amore per i giochi di ruolo giapponesi è più improntato verso combattimenti in tempo reale. Imperativo però tenere conto che alcune lacune ci sono e che non tutto il pubblico europeo può trovarsi a suo agio in questa ambientazione sì fantasiosa ma, altrettanto profondamente imbevuta di stile nipponico.
Raidou Kuzunoha non è il semplice investigatore che sembra. Non ci si deve far ingannare dalla divisa che indossa e dall'aspetto tanto simile agli altri tutori della legge. Raidou infatti è un evocatore di demoni, per la precisione il quattordicesimo della sua stirpe. Quando la città di Teito, inserita nel Giappone del 1920, è in pericolo per un aumento della presenza di demoni, è proprio il nostro Raidou ad essere inviato per tenere sotto controllo la situazione. Come guida e compagno di viaggio Gouto, un gatto nero parlante (che risulterà una presenza familiare a chi già ha esplorato i mondi di Shin Megami Tensei) che non lesinerà consigli e suggerimenti.
La base operativa per tenere d'occhio la problematica situazione è l'agenzia investigativa dove Raidou lavora agli ordini di Nerumi, detective frivolo all'apparenza, ma con mille risorse. Tutto sembra scorrere su binari prestabiliti quando, una telefonata da parte di una misteriosa voce femminile chiede ai due di andare con urgenza al ponte poco lontano dalla sede dell'agenzia. Giunti sul luogo dell'appuntamento è una ragazza dalla lunga chioma scura ad attenderli.
Il motivo della chiamata? Kaya, questo è il nome della giovane, chiede di essere uccisa. Raidou e Narumi non hanno nemmeno il tempo per chiedere spiegazioni, che una truppa di soldati dalle uniforme rosse li tramortisce e rapisce l'aspirante suicida. Senza raccontare oltre la trama, eccovi dunque gettati in un vortice dove mistero e forze occulte vi trascineranno in una storia dove ogni capitolo è un tentativo di diradare la nebbia che invade la narrazione. Così, mentre Narumi se ne rimane comodamente seduto alla sua scrivania, per noi arriva il momento di investigare sull'accaduto con i pochi indizi in nostro possesso, girando per Teito facendo domande a chiunque voglia ascoltarci. Logicamente le nostre ricerche subiranno un ulteriore difficoltà: come detto prima la città pullula di demoni, che, sebbene siano invisibili agli esseri umani normali, non avranno problemi a mostrarsi a noi, per di più con intenzioni poco pacifiche. Una spada, una pistola e la nostra capacità di sottomettere gli stessi nemici alla nostra volontà, sono le armi per venire a capo dell'intricata situazione.
Spada, pistola e un tubo pieno di demoni.
Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army è l'ennesimo filone narrativo che si dirama dalla prolifica sigla "Shin Megami Tensei", che tra edizioni nipponiche e statunitensi vanta un nutrito numero di fan e un buon riscontro critico. Dopo Lucifer Call e i due Digital Devil Saga, ecco un'altra occasione per il pubblico italiano per conoscere questo particolare universo. Devil Summoner ( vi prego in ginocchio di perdonarmi se non ripeterò ogni volta il titolo completo ) si mette alla guida di Raidou impegnato alla ricerca di notizie e informazioni, perennemente braccato da entità maligne che solo lui riesce a vedere tra una folla ignara. L'azione si svolge tra le strade di Taito tra vie ben delineate, attraverso schermate con telecamera fissa. Spostandoci da un'area all'altra (anche tramite una mappa con tanto di fermata del treno per i viaggi più lunghi) faremo i classici incontri casuali, tanto cari alla tradizione di giochi di ruolo di stampo giapponese. Passeremo dunque a una schermata diversa, solitamente delineata in una zona limitata, dove combatteremo in tempo reale contro i più disparati demoni.
Oltre ad una spada, una pistola ci permetterà, grazie a proiettili appositi, di stordire i malefici avversari. Fatta questa operazione, entrerà in gioco la vera peculiarità del protagonista: con la pressione continuata del tasto cerchio del nostro dual shock, ingaggeremo una battaglia per rinchiudere il demone dentro un tubetto apposito che funziona da prigione per i malcapitati avversari. Una volta battuti, diventeranno i nostri aiutanti, combattendo al nostro fianco o accompagnandoci per le fasi esplorative. Ogni tipologia di questi amici/nemici offre diverse abilità, utilizzabili per sbloccare o risolvere alcune situazioni di gioco. Tenete presente che i comuni mortali continueranno a non vederli, fattore utilissimo per le zone con divieto d'accesso per il personaggio principale, potrete infatti mandare in avanscoperta il vostro invisibile seguace. Sia Raidou che i demoni possiedono diverse caratteristiche abbastanza classiche (forza, magia, fortuna e via discorrendo), quest'ultimi però, con il passare delle battaglia, incrementeranno il loro valore di lealtà verso l'evocatore, migliorando così la velocità di responso agli ordini e abilitando nuove mosse.
Toglietemi tutto, ma non il mio demone.
Ma le peculiarità di Devil Summoner non finiscono qui: grazie alle sue conoscenze occulte, Raidou potrà spostarsi dal mondo umano al mondo oscuro, perfetta rappresentazione delle ambientazioni normali, abitate però da spiriti, spiritelli e diavoli. Molto spesso, per andare avanti con le indagini, sarà necessario immergersi in questo oscuro mondo parallelo. Un'altra possibilità d'azione molto particolare è la fusione tra demoni. Nei sotterranei di un negozio nelle vicinanze della agenzia di Narumi, troveremo il laboratorio di Victor, uno scienziato dall'aspetto non proprio rassicurante, che si offrirà, tramite i suoi macchinari, di unire i nostri demoni (a patto che il valore della lealtà sia al massimo) creandone di nuovi o aumentando le qualità di uno sacrificandone un altro. Il tutto si rivela molto utile, principalmente perché con la classica tecnica di combattimento, non tutte le entità sono facili da imprigionare nei nostri tubi. Una folta collezione è poi utilissima in battaglia e non.
Alcuni demoni attaccano con magie elementali (anche in Devil Summoner regnano i classici poteri di fuoco, acqua, elettricità e compagnia bella), altri curano gli alleati, alcuni persino leggono nella mente dei passanti. Non è solo Victor a interagire con noi, ma svariati personaggi prendono parte alla storia, tutti ottimamente caratterizzati e rappresentati con uno stile tanto retrò quanto glamour.
La carne al fuoco è tanta, ma proprio alla luce di questo, il gioco non permette approcci troppo rilassati. La grande quantità di azioni da compiere e un utilizzo ottimizzato delle qualità di Raidou e i suoi compagni, necessitano una discreta dedizione al gioco. Indizi e notizie sono sì rimarcati dai dialoghi, ma senza un'idea precisa del da farsi, non sempre si troverà il bandolo della matassa. Ricordiamo inoltre che il gioco arriva in Italia con tutti i testi e i sottotitoli in lingua inglese, un ulteriore scalino alla comprensione di un gioco che dà tanta importanza ai testi.
Anche i demoni piangono...
Sebbene Devil Summoner sia indubbiamente un titolo colmo di pregi, è impossibile non notare alcuni difetti sparsi che ne minano la riuscita generale. Sebbene la presenza di incontri casuali si attesti su quantità simili ad altri jrpg, spesso molte battaglie sembreranno fotocopie di quelle già compiute, per la presenza degli stessi nemici che a volte troveremo anche in cinque o più esemplari identici dentro lo stesso combattimento. La grafica poi, nonostante uno stile decisamente apprezzabile, non è del tutto esente da critiche, complice il fatto che negli ultimi mesi abbiamo giocato e visto titoli che sfruttano le capacità di PlayStation 2 in modo più performante. Chiudiamo pure un occhio sui fondali statici, per altro di buona foggia, ma difficilmente non si storce il naso guardando gli abitanti di Teito: i personaggi con cui potremo interagire sono perennemente fermi in attesa delle nostre domande, mentre quelli che fungono da semplice abbellimento visivo, oltre a non far altro che camminare, facendo perdere agli ambienti la sensazione di essere realmente vissuti, risulteranno molto spesso oggetti dalla scarsa fisicità, che non raramente ci troveremo ad attraversare completamente muovendo Raidou per strade e vicoli.
L'interazione con gli ambienti è poi ai minimi storici, limitandosi all'apertura di alcune porte e di casse contenenti oggetti utili per l'avventura. Il sonoro è indubbiamente di buon livello, con alcuni temi che difficilmente scorderete, controbilanciati però da alcuni decisamente più monotoni e privi di verve.
Devil Summoner ha molte frecce al suo arco, ma non tutti i palati lo gusteranno come un manicaretto prelibato. Una storia così elaborata e complessa avrebbe meritato una traduzione curata, e alcuni difettucci ne minano il risultato generale. Indubbiamente un titolo da provare, soprattutto per chi nonostante un forte amore per i giochi di ruolo giapponesi è più improntato verso combattimenti in tempo reale. Imperativo però tenere conto che alcune lacune ci sono e che non tutto il pubblico europeo può trovarsi a suo agio in questa ambientazione sì fantasiosa ma, altrettanto profondamente imbevuta di stile nipponico.