Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers

Shin Megami Tensei Devil Summoner Soul Hackers
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Shin Megami Tensei. Non é mai semplice recensire un gioco della serie SMT, vista l'aura di rispetto che questa serie si porta dietro dalla sua nascita. E ancora meno semplice é recensire un gioco di 16 anni fa che la Atlus ci ha portato su 3DS finalmente in una lingua comprensibile, con qualche bonus, ma lasciando inalterata la maggior parte del gioco. Insomma, la classica via di mezzo tra il porting e il remake. La serie di SMT é altresì famosa per la quantità degli spin off, che non ha pari in nessun'altra serie, con una qualità altalenante che va dai capolavori assoluti alle mediocrità. Vediamo dove si colloca questo porting dal nome lunghissimo: Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers.

10.000 DEMONS
La storia della serie SMT é lunga, complessa e molto interessante. Per chi volesse approfondire consiglio un giretto su http://en.wikipedia.org/wiki/Megami_Tensei, per gli altri faccio un breve riassunto. La serie nasce nel 1987 su MSX e Famicom (stesso anno di Final Fantasy) e fin dai primi giochi getta le basi del suo mondo, che diverranno tratti distintivi della serie fino ai giorni nostri. Esattamente come il suo eterno rivale Final Fantasy (in Giappone le serie sono sempre state contrapposte sia per tematiche che per gameplay), a partire da un universo comune si dipanano storie slegate tra di loro sia sul piano spaziale che temporale, accomunate però dai topoi tipici della serie: come abbiamo il futuro di FF7 o il passato di FF9 accomunati da chocobo, morlboro e code di fenice, così in SMT abbiamo la Terra, specialmente il Giappone contemporaneo, in cui convivono più o meno pacificamente uomini e demoni. La serie però, a differenza di Final Fantasy, ha un setting contemporaneo - futuristico che mescola sapientemente il cyberpunk di Gibson con lo Shintoismo giapponese, portando il giocatore attraverso un percorso di scelte morali e dubbi filosofici, ragionamenti buddisti, mischiando architetture indiane col più classico postnucleare.

Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers
La nostra base: il rimorchio di un enorme camion attrezzato con le più moderne tecnologie informatiche. Ah, lui é il nostro capo Spooky.


In generale, un evento particolare (un evocazione andata male, un hackeraggio, una bomba atomica, un esperimento con l'antimateria) permette alla dimensione demoniaca di "sovrapporsi" alla nostra. Il colpo di genio, quello che rende la serie in un certo qual modo "credibile", é il bestiario. Rifacendosi appunto alla tradizione Shintoista dei Kami e dall'uso arcaico della parola Daimon, crea un universo in cui tutte le divinità di quasi tutte le religioni e mitologie esistenti sono sullo stesso piano e sono i demoni da combattere / arruolare. Quindi troveremo angeli e cherubini cristiani, Anubi e Toth egiziani, Satan e Baphomet, Vishnu, Jeohva, i troll e le faerie irlandesi, Athena e Dyoniso greci, insomma tutta la demonologia esistente rivive nel gioco con i propri poteri e la propria personalità. Gli altri punti fermi della serie sono le fusioni (i demoni possono essere fusi tra loro per formarne di più potenti) e l'arruolamento. A seconda dello spin off, infatti, il protagonista é solo e si deve formare il party convincendo i demoni a combattere al suo fianco.

Come detto prima, serve molta passione per raccapezzarsi all'interno dell'universo SMT: mentre il filone principale conta solo 4 giochi, gli spin off - usciti per tutte le console esistenti - sono una decina, ciascuno con più titoli e ulteriori spin-off.

HACKING DEVICES IS DANGEROUS
Amami city é la tipica megalopoli giapponese ideata citando un po' Chiba e un po' Osaka. In questa città si aggira un gruppo di hacker piuttosto scanzonati (citazione di Hackers, film di 2 anni prima) chiamati Spookies, che si dedica a piccoli crimini informatici alla guida del capo Spooky. Un giorno il protagonista e Hitomi, la sua amica del cuore, vengono in possesso di un computer particolare che improvvisamente si attiva e mette in contatto il gruppetto con un personaggio misterioso che comincia a racccontare loro delle strane cose che accadono all'interno di Paradigm X, una sorta di Second Life - Facebook ante litteram, e dei misteri dietro la Argon Company - ideatrice del social game. Il gruppo decide quindi di indagare ma, dopo aver crackato il GUMP (il computer misterioso), si trova di fronte due problemi: un demone ha preso possesso del corpo di Hitomi e Paradigm X nasconde in realtà un piano per l'invasione del nostro mondo da parte del mondo parallelo dei demoni. Da qui inizia l'avventura del nostro gruppo di pirati informatici supportati dal demone amico Nemissa, nel corpo di Hitomi, che si svolgerà sia nella città reale che nella città virtuale regalandoci perle di pura immaginazione fino a sfiorare il surreale in alcuni livelli.

La storia é indubbiamente interessante: infarcita di citazioni letterarie e cinematografiche, gode di una sceneggiatura pregevole e sempre interessante nonostante spesso i personaggi scivolino nei cliché classici - non dimentichiamo però i 16 anni sul groppone, e ricordiamoci che é stata scritta quando ancora internet era tutto da immaginare. Il gioco si svolge nella citta di Amami e dentro il suo alter ego digitale Paradigm X, nel presente come nel passato, usando personaggi diversi per missioni diverse, rendendolo quindi sempre fresco e dinamico. I personaggi, nessuno escluso, sono vivi, ben caratterizzati e parlano spesso tra loro creando quell'atmosfera di "gruppo di amici" a cui ci si affeziona da subito.

Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers
Durante i combattimenti potremo convincere i demoni a combattere con noi. Questo é il tipo di domande a cui dovremo rispondere. Se sbagliamo, regaliamo loro il turno.


I EVOKE YOU!
Il gameplay di Soul Hackers é complesso, inutile girarci intorno. Possiamo forse considerarlo come l'apice della complessità della serie, al pari di SMT2: infatti da questo gioco in poi tutto il gameplay della serie si affina, si semplifica e perde alcune caratteristiche che sinceramente complicavano inutilmente la progressione ed erano dedicate ai giocatori più hardcore. Bene, se siete interessati siate prepatati: Soul Hackers ha il gameplay duro, puro e complicato.

Il gioco appartiene alla categoria dei "dungeon crawler old school": rpg che si svolgono all'interno di dungeon con visuale in prima persona e movimento "a caselle" - per i più nostalgici Eye of the Beholder / Dungeon Master / Legend of Grimrock, per i più giovani Etrian Odyssey.

La trama é solo un pretesto per lunghe immersioni in dungeon purtroppo monotoni, con pattern grafici che si ripetono e nessuna interazione ambientale tranne dove il programmatore ha disposto i "bauli" che contengono oggetti e soldi, ma non dimentichiamoci che é un gioco del 1997 riproposto così com'é senza cambiare la formula di gioco.
Quello che però valorizza il tutto é la trama, fresca e frizzante quanto basta per rendere interessante perfino l'esplorazione: spesso il nostro incedere é inframmezzato da scenette, chiaccherate tra i personaggi, filmati, insomma non é a compartimenti stagni filmato - dungeon come in altre produzioni del genere.

I personaggi si muovono, rappresentati da un "segnalino", in una mappa di Tokyo che si apre da subito quasi completamente, e fin da subito é possibile esplorare varie locazioni tra cui la nostra base, i classici negozi e vari posti con funzioni che vedremo più avanti. Il sistema é un po' lento visto che ci obbliga fin dall'inizio a pianificare tutto prima di affrontare un dungeon: infatti molte features sono disponibili soltanto in città e i dungeon, multipiano molto vasti e pieni di incontri casuali, non ci incoraggiano certo ad entrare e uscire.

I combattimenti, rigorosamente a turni, si basano su un punto fermo della serie fin dagli esordi: ciascun demone é forte / debole a un elemento o un attacco particolare. Usare l'attacco elementale giusto fa molto danno, usare l'elemento a cui il demone é forte non fa danno. Naturalmente questo vale anche per il party avversario, e sono da temere gli attacchi a sorpresa che possono facilmente devastare il party senza possibilità di reazione (difetto endemico della serie, non solo di Soul Hackers). Questo sistema rende le battaglie emozionanti e rischiose, soprattutto contro i boss di cui bisogna scoprire i punti deboli prima di essere spazzati via: la difficoltà é in genere sopra la media e spesso si muore anche contro nemici di parecchi levelli inferiori.

Il party é di sei elementi e, a parte il protagonista e Nemissa / Hitomi, é composto per il resto da demoni che vanno "convinti" a seguirvi. Coi demoni, durante le battaglie, é possibile cominciare una chiaccherata che se positiva porterà il demone all'interno del party (o a darvi oggetti e soldi), se negativa portera il demone ad attaccare per primo con tutti i malus del caso.
In questo Soul Hackers ciascun demone é caratterizzato da un allineamento e da un tratto caratteriale, il che fa sì che gestire il party sia inutilmente frustrante. I demoni, infatti, a seconda dell'allineamento (caos, neutral, law mischiati a light / dark) non si trovano bene con altri demoni e in più i loro tratti caratteriali spesso fanno sì che si ribellino ai nostri comandi, non agiscano o agiscano per conto loro, fino ad abbandonarci nel bel mezzo di uno scontro. Se un demone é Kind, cioé propenso alla cura, "forzarlo" a lanciare un attacco lo irriterà. Di contro, far lanciare una magia ad un carattere Wild lo porterà a ignorarci. Questo finché non avremo portato la loro fiducia al massimo: a quel punto faranno quello che vorremo. La fiducia, altro parametro importante, si conquista ordinando ai demoni di eseguire azioni conformi alla loro personalità e facendo loro dei doni: anche qui, attenzione al tipo di dono che faremo: potremmo persino rischiare di offendere il demone.

Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers
Il nostro demone é contento dell'ordine che gli abbiamo dato e ce lo fa sapere. Spesso capiterà di contrariarlo e reagirà di conseguenza.


Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers
7.5

Voto

Redazione

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Shin Megami Tensei: Devil Summoner: Soul Hackers

Insomma: ci é piaciuto questo SMT: DS: SH? Come dicevamo in apertura, recensire un gioco di questa portata é molto difficile. Se dovessimo dargli un voto per l'importanza storica, per la trama, la cura maniacale del gameplay, le tematiche adulte e infarcite di citazioni cinematografiche, letterarie, religiose e filosofiche, tutte le novità che ha portato nel mondo dei jrpg, dovremmo promuoverlo a mani basse come si fa con un grande classico.
Di contro, é un gioco uscito con 16 anni di ritardo. Molte parti del gameplay si sono evolute, limate, semplificate nei giochi successivi (pensiamo a Persona 3 e 4), e sinceramente ritornare indietro ad un sistema veramente ostico e impegnativo potrebbe scoraggiare gli utenti più giovani. Nonostante la Atlus abbia aggiunto una serie di novità e di tweaking per rendere l'esperienza più scorrevole, la pesantezza del sistema si sente tutta e molte caratteristiche possono essere apprezzate soltanto dai fan della serie.
I neofiti, purtroppo, devono armarsi di una pazienza enorme per districarsi all'interno di Soul Hackers tra fusioni, chat coi demoni, allineamenti, skills, statistiche e sarebbe meglio cominciare da un gioco più "recente". Chi però decide di affrontare la sfida troverà un pezzo di storia del videogioco che ancora oggi umilia titoli ben più recenti in quanto a trama e gameplay.
A voi la scelta.