Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2

di Fabio Fundoni
Demoni, meteoriti e paradisi perduti
Triste la vita del videogiocatore europeo, quando osserva capolavori su capolavori uscire in Giappone e Stati Uniti, per non vedere mai la luce nel vecchio continente. Potrei riempire pagine su pagine citando titoli d'interesse considerati troppo settoriali per vendere fuori dalla patria di nascita. Congrua fetta di questa amara torta, è composta da giochi di ruolo di stampo nipponico. Nonostante l'ottimo seguito della pluripremiata saga di Final Fantasy, tantissimi titoli d'interesse non attendono altro che una distribuzione fuori dai propri confini. Spicca tra i vari brand, il filone narrativo Shin Megami Tensei, prodotto da Atlus, che grazie a buoni riscontri di critica e pubblico, da anni ha ormai inanellato decine di incarnazioni tra episodi principali e spin off. Grazie a Ghostlight, da qualche tempo (seppur con congrui ritardi rispetto ad altri continenti) anche noi possiamo goderci alcuni di questi gioielli. Posto di rilievo tra i vari prodotti Atlus, è Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2, secondo e (salvo ripensamenti) ultimo capitolo di una storia appassionante, dalle forti connotazioni dark con corposi spunti di stampo fantascientifico. Il primo episodio, anch'esso reperibile in formato PAL, ci calava nei panni di Serph, capo della tribù Embryon, impegnato nella lotta per la supremazia su Junkyard, luogo in cui gli scontri tribali hanno sconvolto la vita di tutti.


Il premio per il vincitore e i suoi seguaci sarà la possibilità di raggiungere il Nirvana, una terra promessa dove splende il Sole, ormai oscuro su Junkyard. La situazione già complicata prende una piega inaspettata quando un meteorite cade dal cielo, emanando alcune radiazioni che lasciano strani tatuaggi sui presenti. Nulla di terribile direte voi, se non fosse che in breve tempo, tutti gli interessati scoprono più o meno traumaticamente di potersi trasformare a piacimento in demoni tanto spaventosi quanto forti (con una abilità chiamata Atma). Dopo i primi attimi di smarrimento, le nuove capacità vengono sfruttate nei combattimenti, con la particolarità che però, i mutanti sentono una fortissima necessità di finire l'avversario... mangiandolo. Ma non solo cannibalismo e mutazioni sono le novità che sconvolgono Junkyard, dopo la caduta del meteorite, la tribù di Serph ritrova Sera, una ragazza comparsa dal nulla, affetta da amnesia e senza anello di riconoscimento (una sorta di carta d'identità), che li accompagnerà alla vittoria e all'entrata nel Nirvana.

Ed è qui che inizia Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2, con l'arrivo del nostro alter ego in quella che doveva essere la terra illuminata dalla luce divina. Ma dopo i primi filmati, capiremo che qualcosa è andato storto. Il sole non manca, ma è di colore nero e pietrifica chi vi si espone. Quello che doveva essere un paradiso sembra più un inferno: città diroccate, abitanti tramutati in statue e soldati con la capacità di tramutarsi in mostri che ci attaccano da ogni parte. Anche i nostri compagni sembrano essere spariti, fatta eccezione per Argilla e Gale (che imparerete presto a conoscere). Dopo una breve scaramuccia, il gruppetto salverà dai violenti militari due giovani ragazzi, che una volta fuori pericolo, spiegheranno ai nostri la storia del nuovo mondo in cui sono approdati, introducendoli nei sotterranei della città e alla lotta intestina tra la Karma Society, associazione votata alla salvaguardia della razza umana tramite mezzi totalitari e i ribelli della Lokapala, gruppo armato guidato da Roland, leader capace ma schiacciato dal peso delle responsabilità e dipendente dall' alcol. Riparte dunque la nuova avventura di Serph alla ricerca di Sera, degli altri dispersi e di qualche risposta alle troppe domande che si affollano nella mente.

A spasso per Karma City

Ricordare velocemente la trama generale dell'opera era doveroso quanto necessario. Cimentarsi in Digital Devil Saga 2 senza nemmeno una breve infarinatura del primo episodio, può essere estremamente fuorviante. Teniamo sempre presente il filo che collega indissolubilmente i due capitoli, cosa che non tarderà di ricordarci lo stesso gioco, chiedendoci se abbiamo un salvataggio delle precedenti avventure di Serph e gli Embryon. In caso di risposta affermativa, caricandolo potremo ricevere alcuni bonus e una diversa impostazione della trama. In caso contrario sarà bene armarsi di pazienza e spirito d'osservazione per cogliere ogni informazione utile dai filmati introduttivi, ma non solo. Tutta la narrazione si mantiene su livelli alti, con ben poco da invidiare a produzioni come serial o anime (termine nipponico per definire i nostri cartoni animati). Intrecci, personaggi e dialoghi compongono magistralmente il tessuto che da vita a Karma City e i suoi sotterranei (teatro delle nostre peripezie).

Difficile non farsi trascinare sin dalle prime battute dal fiume di informazioni e domande che stimola la storia, per poi dipanarsi su binari poco prevedibili e ipnotici. Altrettanto breve è il periodo per metabolizzare l'atmosfera dark che si respira: un mondo morente, demoni, cannibalismo, morte, gruppi paramilitari e quant'altro a rendere credibile l'ambientazione horror/fantascientifica. Matrimonio perfetto del tutto con l'apparato tecnico: la grafica in cel-shading è un vero piacere per gli occhi, grazie ad una realizzazione pulita ma minimalista nelle caratterizzazioni dei personaggi. Se già è gradevole durante le fasi di gioco, di valore assoluto diventa nei filmati. Non da meno il sonoro, dove si sovrappongono discreti temi musicali (alcuni originali, altri già presenti nella saga) ad un doppiaggio anglofono di qualità più che pregevole. L'unione di tutti questi fattori porta a crearsi un pressante interesse nel vedere il prosieguo dei fatti, in un crescendo di tocchi di classe e colpi di scena.


Ti ho sconfitto e adesso ti mangio
Come dicevamo a inizio articolo, fondamentalmente Atlus ha prodotto e sviluppato un classico Jrpg, composto di fasi esplorative e combattimenti casuali a turni. Se il girare per gli ambienti sarà semplicemente intervallato da alcuni enigmi di bassa difficoltà, la parte dedicata al combattimento si presenta decisamente elaborata. I nostri eroi potranno innanzitutto combatte in forma umana (usando semplici armi) o in forma demoniaca, sfruttandone i poteri sovrannaturali. Avremo a disposizione i classici attacchi fisici, affiancati dall'uso di poteri legati a vari elementi, nel più rodato dei rapporti di forza tra materie (ad esempio, una abilità di fuoco avrà grande effetto su nemici di ghiaccio e via discorrendo. Via a via che sconfiggeremo avversari, acquisteremo punti Atma, che andranno a riempire un indicatore relativo al Mantra, cioè alla abilità che abbiamo deciso di allenare. Una volta riempito il Mantra, potremo usufruire delle capacità ad esso legate, e cominciare ad assimilarne uno nuovo, raccogliendo altri punti Atma.

Per equipaggiare nuovi Mantra, dovremo collegarci ad alcune postazioni sparse nel gioco, i Terminali del Karma. Da essi, oltre poter salvare il gioco o ricaricarci (nei terminali più grossi), potremo spendere i soldi sottratti alle nostre vittime comprando nuovi Mantra, gestendo il tutto tramite una schermata composta da innumerevoli esagoni (ogni esagono è legato ad un Mantra), tanto più accessibili quanto più evolveremo la nostra situazione. Stringendo la cinghia, possiamo dire che il fulcro per evolvere i nostri personaggi saranno punti Atma e dollari.
Tra le varie abilità, spiccano le cosiddette "hunter", cioè capacità legate alla eliminazione e cannibalizzazione dell'avversario, pratica che ci donerà alcuni punti Atma bonus, ma alla lunga può provocarci terribili dolori di stomaco per l'indigestione , rendendoci impossibilitati a combattere. Apprendendo e assegnando le varie mosse ai nostri combattenti, in alcuni casi potremo anche accedere ad alcune combo, mosse in grado di fare ingenti danni agli avversari. Citando di sfuggita la presenza dei classici oggetti curativi, sottolineiamo l'introduzione dei Karma Ring, anelli in grado di aumentare i parametri (nulla di nuovo sotto il sole: forza, agilità e simili) di chi li indossa. Sconfiggendo vari nemici, saliremo anche di livello. Serph, guidato direttamente da noi, avrà la possibilità di distribuire alcuni punti sui vari settori, mentre gli altri componenti del party, li accresceranno automaticamente, regalandoci a volte, di loro spontanea volontà, alcuni oggetti o altri punti assegnabili, come bonus per il superamento di livello.

Si evince facilmente che tutto sembra ruotare su punti Atma e soldi. Se i primi sono presenti in grande quantità, procurarsi un numero adatto di dollari per comprare nuovi mantra, oggetti e armi, sarà più complicato, costringendoci a volte a sessioni dedicate solo ai combattimenti, per procurarci i fondi necessari.
Un appunto si può muovere verso alcune ambientazioni, dove alcune stanze e alcuni corridoio sembrano somigliarsi enormemente, mettendo alla prova il senso d'orientamento del giocatore, che farà dunque bene a tenere sempre d'occhio la mappa in sovrimpressione.

Anche i demoni piangono
Con più di quaranta ore di gioco, Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2 risulta un'esperienza tanto particolare quanto piacevole. I temi maturi trattati sono un ottimo richiamo per l'utenza più esigente; noi stessi verremo chiamati in causa dovendo rispondere a vari quesiti nei dialoghi di gioco, dando nostri pareri ed esprimendoci su vari argomenti cambiando le reazioni dei personaggi non giocanti nei nostri confronti. La caratterizzazione dei protagonisti e estremamente curata e varia, rendendo il tutto più verosimigliante e credibile. Sarebbe stato gradito un riassunto più corposo sul primo capitolo, visti i continui richiami di quello che è a tutti gli effetti l'evolversi delle situazioni. Inoltre qualcuno non avvezzo all'inglese potrebbe storcere il naso per una localizzazione italiana assente, soprattutto per la particolarità dei temi trattati. A conti fatti i difetti imputabili al titolo sono quasi unicamente i segni distintivi di esso stesso, quindi principalmente soggettivi. Ad una realizzazione generale di fattura di prim' ordine fa da contraltare uno stile e dei temi che non potrebbero piacere a tutti, ma che portano una ventata d'aria fresca soprattutto nel mercato europeo, che ancora non ha potuto godere pienamente di jrpg di taglio maturo e filosofico. Il consiglio spassionato è di cercare di compiere il cammino nella sua interezza, quindi procurarsi Digital Devil Saga per poi passare al gioco in esame. Chi ha passato ore indimenticabili con i vari Final Fantasy potrebbe trovare un nuovo intrigante universo dove farsi rapire da un prodotto estremamente valido.