Shinobido 2: Revenge of Zen

di Davide Ottagono
Dopo aver messo le basi con Tenchu ed averle “evolute” con Shinobido su PS2 (e, in seguito, con un discutibile porting PSP), la saga ninja più apprezzata di sempre giunge anche sulla nuovissima PSVita. Forte del suo sistema a missioni maggiormente adatto proprio ad una portatile, Shinobido si ripresenta con un seguito ufficiale che, a dirla tutta, non cerca granché di differenziarsi da quanto visto anni fa.

Il protagonista della storia é Zen, ninja che - a causa del tradimento del suo compagno di vecchia data, Shu - ha perso l'amata. Dopo essere stato pestato a morte, o quasi, viene salvato e rimesso in sesto presso la capanna di un guerriero esperto che lo allena nelle sue arti. L'avventura, senza troppe pretese sul lato della sceneggiatura, ci vedrà impegnati a raccogliere gli otto specchi di Tenma, prima che finiscano nelle mani di Shu e vengano riutilizzati per scopi malvagi. Nessun colpo di scena e la mancanza di vere e proprie sequenze d'impatto rendono la trama un semplice collante tra una missione e l'altra. Il che non é neanche tanto negativo, soprattutto per un gioco così tanto basato sul gameplay. Il problema é che, quasi fin da subito, neanche i vari compiti assegnatici riusciranno ad interessarci più di tanto.



In linea di massima, a differenza di quanto visto già in Tenchu, ci troviamo ai comandi di un protagonista agile, veloce e potentissimo, tanto nelle fasi d'azione quanto in quelle stealth. Nonostante l'approccio silenzioso sia sempre quello più consigliato, siamo di fronte ad un prodotto che consente qualunque tipo di tattica per raggiungere l'obiettivo, senza mai essere troppo punitivo. Le zone esplorabili saranno enormi e, di conseguenza, decine le strade percorribili. Nessun'ostacolo sarà mai tale grazie al rampino di fiducia, al mantello per planare e alle mille acrobazie di Zen. Fatta eccezione per una telecamera ubriaca che non sempre riesce a seguire gli spostamenti più veloci, soprattutto nelle zone più strette, il sistema é comodo e funziona abbastanza bene.

Così come nel predecessore, anche qui uno degli scopi principali sarà quello di servire un re a nostra scelta per portarlo sul podio più alto della guerra in corso. Il gioco non ha un'avventura vera e propria, ma si baserà completamente su missioni distinte e separate da scegliere dalla bacheca del proprio covo. Per sbloccare quelle primarie (che poi non sono mai così diverse dalle altre, eccezion fatta per la presenza di un boss), dovremo cimentarci in una sequela apparentemente infinita di compiti extra, ognuno legato indissolubilmente al marchio di un re (o daimyo, se vogliamo usare la terminologia giusta). Aiutandone uno, indeboliremo pian piano i suoi concorrenti sull'aspetto militare e non solo, fin quando non ne resterà uno solo. Alla fine, ognuno di loro ci regalerà ricompense diverse, quindi non dovrete farvi spingere solo dalla simpatia.





Il vero problema, che é un po' quello più pesante nel gioco, é la varietà delle missioni secondarie. Pare incredibile, ma su un centinaio buono di compiti opzionali, i livelli diversi saranno 4 o 5. questo significa che capiterà tantissime volte di girare sempre e perennemente per le stesse zone, con la sola differenza che l'obiettivo sarà un altro. E anche gli obiettivi non lasciano molto spazio alla fantasia, se é per questo. Alla fine, ci ritroveremo sempre e solo a “raggiungere quel punto”, “liberare la zona dai nemici”, “uccidere il VIP”. Il posizionarli sempre in un edificio diverso non farà sembrare di certo la missione diversa e, dopo ore e ore a ripetere sempre gli stessi giri, la noia si sarà fatta ormai insopportabile. La cosa strana é che l'avventura principale dura poco più di un paio d'ore, nel caso si saltino tutti i contorni. “Divertentissimo” il fatto che, quando abbiamo sconfitto l'ultimo boss, pensavamo d'aver semplicemente completato uno dei primi capitoli. Anche se poi, a dirla tutta, la longevità del gioco si basa completamente sulla rigiocabilità. Vedere tutti i finali diversi, potenziare al massimo il protagonista e - soprattutto - cimentarsi nell'ultima, tostissima difficoltà potrebbe anche convincere qualcuno a dare a Shinobido 2 un'altra possibilità.

Menzione a parte per i controlli touch, una delle note positive di questa versione. Non parliamo solo di "tocca col dito un nemico e parte la mossa speciale", assolutamente. Ad esempio, toccando l'icona della mappa, si aprirà quest'ultima. Toccando invece l'inventario, andremo direttamente nel menù di gestione oggetti senza essere costretti a spostare le dita dall'azione di gioco. Premendo le icone ai lati dello schermo, invece, la telecamera si bloccherà automaticamente sui nemici più vicini alla nostra posizione, aiutandoci così molto nelle manovre stealth, che potranno comunque essere eseguite comodamente senza impegnare i polpastrelli in evoluzioni assurde.

Graficamente, ci troviamo di fronte ad un prodotto altalenante. Il modello del protagonista é ottimo, un po' meno quello dei nemici e le texture generali dell'ambiente. Non siamo di certo di fronte ad un pacchetto scarso, ma neanche a qualcosa che riesca a mostrare le vere capacità di Vita come nel caso degli altri articoli della line-up iniziale. Diciamo che, in linea di massima, ci troviamo a metà strada tra un titolo PSP e uno di Vita. Buono invece il comparto sonoro, anche se il doppiaggio lascia a desiderare in ben più di un'occasione. Completamente da rivedere, invece, l'Intelligenza Artificiale. Il che é un peccato, visto che un'IA scarsa va per forza di cose a minare la natura stealth di ogni gioco. Il fatto che i nemici non riescano a vedere da un palmo dal loro naso, non sentano alcun tipo di rumore o che perdano di vista il protagonista appena quest'ultimo gira semplicemente un angolo, é un po' triste, e fa perdere fin da subito la tensione di ogni manovra “delicata”.