Shoot Many Robots
di
Massimiliano Pacchiano
Ricordate Metal Slug, il classico arcade da sala che si ispirava alla formula del difficilissimo Contra? E ricordate Borderlands, lo sparatutto post-apocalittico in cel-shading votato al multiplayer? Ebbene, questo nuovo Shoot Many Robots si pone esattamente a metà tra questi due mondi. La storia é semplice: vestiamo i panni di un povero disgraziato yankee che si trova alle prese con la tanto paventata Apocalisse degli Zombi. No, un'attimo. Non degli zombi, ma dei robot assassini.
Proprio così, alla fine é successo: le macchine si sono ribellate all'uomo ed ora i robot scorrazzano per gli Stati Uniti seminando panico e distruzione; ecco quindi che il nostro eroe insieme ad altri tre suoi compagni (multiplayer permettendo) si mette in viaggio per tutto il Nord America per tentare di mettere un freno a questa follia elettromeccanica.
Ma qual'é il motivo di tanto astio verso questi paciosi (mica tanto) ammassi di bulloni e ingranaggi? Semplice, lo stesso tutorial ci mostra in maniera alquanto buffa e sbrigativa che gli infamissimi robot hanno distrutto il furgone e la casa (rigorosamente in ordine di importanza) del nostro rozzissimo eroe, il quale salta allora a bordo del suo camper (che come viene sottolineato é una casa-furgone) alla volta dell'esercito cibernetico per farne piazza pulita. Il gioco é in sostanza un discendente del filone Contra/Metal Slug in cui si avanza e si spara a tutto ciò che si muove, ma con l'aggiunta di spiccati elementi di customizzazione e possibilità di giocare in multiplayer online fino a quattro giocatori. Questi due aspetti aggiungono una certa profondità e rigiocabilità al tutto, rendendolo decisamente accattivante e piacevole. C'e da specificare comunque che l'accostamento ai vecchi arcade anziché ai più recenti action bidimensionali ha un motivo ben preciso: in un mondo ormai assuefatto alla comodità del modello “twin-stick shooter” i controlli del titolo Demiurge sono invece fedeli alla vecchia scuola: si punta sempre in direzione del movimento, e per avere una mira più precisa si può premere il grilletto sinistro, azione che blocca la deambulazione del personaggio e ci permette di puntare il braccio con più accuratezza.
Le quattordici tappe di gioco (per un totale di circa 60 livelli) presentano una difficoltà inizialmente irrisoria ma che va aumentando esponenzialmente, e l'unico modo per superare gli stage avanzati é quello di acquistare nuove armi ed equipaggiamenti sempre più devastanti. La valuta del gioco é rappresentata dai bulloni lasciati a terra dai robot sconfitti, che andranno spesi tra un livello e l'altro nel camper: abbiamo a disposizione armi sempre nuove (che vengono “sbloccate” sul catalogo raccogliendo le apposite icone nei livelli) e soprattutto una serie di cappelli, maschere, zaini, pantaloni, cinturoni ed altri accessori da equipaggiare negli appositi tre slot. Tra i più bizzarri segnaliamo il cappello “portabirra” che ci dà due medikit aggiuntivi (o meglio birrozze) ed una pinna da squalo che consente attacchi in picchiata e scivolate più potenti. Tali oggetti oltre a cambiare l'aspetto del nostro personaggio ci forniranno anche dei bonus di vario genere, che vanno da una riserva di salute più grande a maggiori proiettili per le armi secondarie, ma a volte hanno anche dei risvolti negativi come il rallentarci o eliminare la scivolata. Riguardo quest'ultima azione, si effettua con il grilletto destro e serve a sfuggire con stile ai colpi nemici; in alternativa abbiamo anche un attacco corpo a corpo, utile anche per rispedire al mittente degli speciali proiettili rossi sparati da alcune tipologie di nemici.
Il gioco é affrontabile in solitaria, in due giocatori sulla stessa console oppure online fino a 4 partecipanti; inutile dire che il tutto si fa più caotico ma anche più divertente con l'aggiunta di altri giocatori. E se possiamo dirlo, l'azione multiplayer unita al tema simil-western delle prime ambientazioni ci ha ricordato parecchio Sunset Riders di Konami. L'avanzamento é costante, grazie anche al senso di progressione fornito dall'acquisto dell'equipaggiamento, ma spesso é necessario ripetere i livelli già affrontati per raccogliere altri bulloni e/o per raggiungere una valutazione migliore nel completamento degli stessi (il ranking va da una a cinque stelle). I livelli sono generalmente lineari in pieno stile Contra, ma a colte ci sono dei piccoli bivi con raccordo (Metal Slug 3?) o aree extra da esplorare; alcuni stage poi sono delle vere e proprie arene di sopravvivenza in cui si può scorrere avanti e indietro, ma l'unico scopo é quello di sopravvivere il più possibile e guadagnare quanti più bulloni per ottenere una buona valutazione. A proposito di soldi virtuali, apriamo una parentesi: Shoot Many Robots é uno di quei titoli che sfrutta le debolezze dei giocatori ed offre pacchetti di “denaro virtuale” (i summenzionati bulloni) ed oggetti speciali in cambio di MP, ovvero soldi reali. Queste aggiunte non sono assolutamente necessarie per godersi il gioco (anzi potrebbero rovinarlo, visto che eliminano le ore di fruizione che normalmente si impiegherebbero per trovare e acquistare gli oggetti), ma facilitano il tutto per chi é così pigro da non voler “sparare a tanti robot” (come dice il titolo del gioco) prima di mettere le mani sulle armi migliori.
Tecnicamente parlando, Shoot Many Robots si presenta inizialmente molto bene: il cel-shading offre uno stile piacevole ed interessante da graphic novel che ricorda alla lontana il già citato Borderlands (dal quale mutua anche altri dettagli come i numerini che indicano le entità dei danni), mentre i nemici sono piuttosto originali e ben animati: oltre ai canonici robot antropomorfi abbiamo anche tutta una serie di nemici inusuali, tra i quali spiccano le “motoseghe deambulanti” con le zampette da ragno che sgambettano per farci a pezzi. I boss sono piuttosto altalenanti: alcuni sono piuttosto miseri (soprattuto verso l'inizio del gioco) ma avanzando diventano sempre più grossi ed impressionanti, anche se tendono a ripetersi o ad essere “riciclati” in seguito come mini-boss o nemici comuni. Tutto sommato il versante grafico si difende bene, ma nonostante il 3D, la fisica e la ditruttibilità di alcuni elementi (barili, camion, ecc) non siamo ai livelli della spettacolarità dei vecchi classiconi 2D su Neo Geo. Inoltre segnaliamo un aggiornamento video non eccelso ed una risoluzione sotto i 720p (dissimulata da un buon anti-alias, comunque), ma anche la presenza di alcuni bug marchiani come alcuni nemici, elementi o personaggi che s'incastrano nei fondali di tanto in tanto.
Il lato sonoro ci offre delle discrete musiche in pieno stile yankee (country/western, blues, rock classico) ed effetti adeguati. La localizzazione italiana consiste in una buona traduzione dei testi, ma purtroppo alcune delle battute vanno perse, mentre altre sono adattate in modo discutibile. Basti pensare agli stessi bulloni usati come denaro nel gioco: la versione italiana parla di “dadi” mentre l'originale é “nuts”, che nel più rozzo dei doppisensi sta anche ad indicare gli attributi maschili. Insomma, l'umorismo tutto particolare del gioco (che emerge sin dal titolo volutamente banale come in “Snakes on a Plane” o “I Made a Game With Zombies in It”) avrebbe beneficiato di un lavoro di adattamento più attento e capace.
Proprio così, alla fine é successo: le macchine si sono ribellate all'uomo ed ora i robot scorrazzano per gli Stati Uniti seminando panico e distruzione; ecco quindi che il nostro eroe insieme ad altri tre suoi compagni (multiplayer permettendo) si mette in viaggio per tutto il Nord America per tentare di mettere un freno a questa follia elettromeccanica.
Ma qual'é il motivo di tanto astio verso questi paciosi (mica tanto) ammassi di bulloni e ingranaggi? Semplice, lo stesso tutorial ci mostra in maniera alquanto buffa e sbrigativa che gli infamissimi robot hanno distrutto il furgone e la casa (rigorosamente in ordine di importanza) del nostro rozzissimo eroe, il quale salta allora a bordo del suo camper (che come viene sottolineato é una casa-furgone) alla volta dell'esercito cibernetico per farne piazza pulita. Il gioco é in sostanza un discendente del filone Contra/Metal Slug in cui si avanza e si spara a tutto ciò che si muove, ma con l'aggiunta di spiccati elementi di customizzazione e possibilità di giocare in multiplayer online fino a quattro giocatori. Questi due aspetti aggiungono una certa profondità e rigiocabilità al tutto, rendendolo decisamente accattivante e piacevole. C'e da specificare comunque che l'accostamento ai vecchi arcade anziché ai più recenti action bidimensionali ha un motivo ben preciso: in un mondo ormai assuefatto alla comodità del modello “twin-stick shooter” i controlli del titolo Demiurge sono invece fedeli alla vecchia scuola: si punta sempre in direzione del movimento, e per avere una mira più precisa si può premere il grilletto sinistro, azione che blocca la deambulazione del personaggio e ci permette di puntare il braccio con più accuratezza.
Le quattordici tappe di gioco (per un totale di circa 60 livelli) presentano una difficoltà inizialmente irrisoria ma che va aumentando esponenzialmente, e l'unico modo per superare gli stage avanzati é quello di acquistare nuove armi ed equipaggiamenti sempre più devastanti. La valuta del gioco é rappresentata dai bulloni lasciati a terra dai robot sconfitti, che andranno spesi tra un livello e l'altro nel camper: abbiamo a disposizione armi sempre nuove (che vengono “sbloccate” sul catalogo raccogliendo le apposite icone nei livelli) e soprattutto una serie di cappelli, maschere, zaini, pantaloni, cinturoni ed altri accessori da equipaggiare negli appositi tre slot. Tra i più bizzarri segnaliamo il cappello “portabirra” che ci dà due medikit aggiuntivi (o meglio birrozze) ed una pinna da squalo che consente attacchi in picchiata e scivolate più potenti. Tali oggetti oltre a cambiare l'aspetto del nostro personaggio ci forniranno anche dei bonus di vario genere, che vanno da una riserva di salute più grande a maggiori proiettili per le armi secondarie, ma a volte hanno anche dei risvolti negativi come il rallentarci o eliminare la scivolata. Riguardo quest'ultima azione, si effettua con il grilletto destro e serve a sfuggire con stile ai colpi nemici; in alternativa abbiamo anche un attacco corpo a corpo, utile anche per rispedire al mittente degli speciali proiettili rossi sparati da alcune tipologie di nemici.
Il gioco é affrontabile in solitaria, in due giocatori sulla stessa console oppure online fino a 4 partecipanti; inutile dire che il tutto si fa più caotico ma anche più divertente con l'aggiunta di altri giocatori. E se possiamo dirlo, l'azione multiplayer unita al tema simil-western delle prime ambientazioni ci ha ricordato parecchio Sunset Riders di Konami. L'avanzamento é costante, grazie anche al senso di progressione fornito dall'acquisto dell'equipaggiamento, ma spesso é necessario ripetere i livelli già affrontati per raccogliere altri bulloni e/o per raggiungere una valutazione migliore nel completamento degli stessi (il ranking va da una a cinque stelle). I livelli sono generalmente lineari in pieno stile Contra, ma a colte ci sono dei piccoli bivi con raccordo (Metal Slug 3?) o aree extra da esplorare; alcuni stage poi sono delle vere e proprie arene di sopravvivenza in cui si può scorrere avanti e indietro, ma l'unico scopo é quello di sopravvivere il più possibile e guadagnare quanti più bulloni per ottenere una buona valutazione. A proposito di soldi virtuali, apriamo una parentesi: Shoot Many Robots é uno di quei titoli che sfrutta le debolezze dei giocatori ed offre pacchetti di “denaro virtuale” (i summenzionati bulloni) ed oggetti speciali in cambio di MP, ovvero soldi reali. Queste aggiunte non sono assolutamente necessarie per godersi il gioco (anzi potrebbero rovinarlo, visto che eliminano le ore di fruizione che normalmente si impiegherebbero per trovare e acquistare gli oggetti), ma facilitano il tutto per chi é così pigro da non voler “sparare a tanti robot” (come dice il titolo del gioco) prima di mettere le mani sulle armi migliori.
Tecnicamente parlando, Shoot Many Robots si presenta inizialmente molto bene: il cel-shading offre uno stile piacevole ed interessante da graphic novel che ricorda alla lontana il già citato Borderlands (dal quale mutua anche altri dettagli come i numerini che indicano le entità dei danni), mentre i nemici sono piuttosto originali e ben animati: oltre ai canonici robot antropomorfi abbiamo anche tutta una serie di nemici inusuali, tra i quali spiccano le “motoseghe deambulanti” con le zampette da ragno che sgambettano per farci a pezzi. I boss sono piuttosto altalenanti: alcuni sono piuttosto miseri (soprattuto verso l'inizio del gioco) ma avanzando diventano sempre più grossi ed impressionanti, anche se tendono a ripetersi o ad essere “riciclati” in seguito come mini-boss o nemici comuni. Tutto sommato il versante grafico si difende bene, ma nonostante il 3D, la fisica e la ditruttibilità di alcuni elementi (barili, camion, ecc) non siamo ai livelli della spettacolarità dei vecchi classiconi 2D su Neo Geo. Inoltre segnaliamo un aggiornamento video non eccelso ed una risoluzione sotto i 720p (dissimulata da un buon anti-alias, comunque), ma anche la presenza di alcuni bug marchiani come alcuni nemici, elementi o personaggi che s'incastrano nei fondali di tanto in tanto.
Il lato sonoro ci offre delle discrete musiche in pieno stile yankee (country/western, blues, rock classico) ed effetti adeguati. La localizzazione italiana consiste in una buona traduzione dei testi, ma purtroppo alcune delle battute vanno perse, mentre altre sono adattate in modo discutibile. Basti pensare agli stessi bulloni usati come denaro nel gioco: la versione italiana parla di “dadi” mentre l'originale é “nuts”, che nel più rozzo dei doppisensi sta anche ad indicare gli attributi maschili. Insomma, l'umorismo tutto particolare del gioco (che emerge sin dal titolo volutamente banale come in “Snakes on a Plane” o “I Made a Game With Zombies in It”) avrebbe beneficiato di un lavoro di adattamento più attento e capace.
Shoot Many Robots
8
Voto
Redazione
Shoot Many Robots
Giocabilità vecchia scuola unita ad una profondità attuale: questo é ciò che offre Shoot Many Robots. Un erede di Contra e Sunset Riders che si rifiuta di abbracciare il trend dei controlli twin-stick; scatto d'orgoglio che sicuramente gli costerà l'avversione di una certa fetta del pubblico odierno e che richiederà un piccolo periodo di tirocinio da parte delle nuove leve. Ma il gioco appassiona e diverte, grazie all'azione continua, al multiplayer ed alla ripida curva di difficoltà da addomesticare facendo crescere il personaggio (o meglio, il suo equipaggiamento). Longevo e dalla rigiocabilità altissima, il titolo Demiurge pecca lievemente sul lato tecnico, ma i reduci di Metal Slug e di Alien Hominid non ci faranno troppo caso.