Sid Meier's Civilization VI
Civilization VI è uno di quei titoli che non ha bisogno di presentazioni.
Ultimo capitolo di un franchise storico che da sempre ha avuto un corposo numero di appassionati, finalmente sbarca su Nintendo Switch e fin da quando è stato annunciato, vi è molta curiosità sulla qualità di questo porting.
IL POTERE IN UNA MANO
Per i pochi che non sanno cosa è Civilization VI stiamo parlando di un gioco strategico a turni (TAAAAANTI TURNI) in cui lo scopo è quello di pervenire ad una delle modalità di vittoria finale (almeno nella modalità classica).
Civilization VI è un gioco di strategia "4X", eXplore, eXpand, eXploit and eXterminate, termine nato negli anni 70 nel mondo dei giochi da tavolo (d’altro canto Civilization nasce sulle basi del gioco omonimo della Avalon Hill degli anni 80)
A nostra disposizione avremo una popolazione (che possiamo scegliere o affidarci al caso) tra le decine a disposizione, ognuna con le sue caratteristiche peculiari.
Alcune avranno una preferenza verso la parte militare del gioco, altre verso quella scientifica e così via. La scelta della popolazione è molto importante nel caso si voglia cercare di perseguire un particolare tipo di vittoria rispetto ad un altro, ma nessuna strada è preclusa, dando la possibilità al giocatore di poter intraprendere qualsiasi strada con qualsiasi nazione (ovviamente con le dovute difficoltà, date le lacune che potrebbe avere in un determinato campo)
Il nostro compito come leader sarà quello di far evolvere la nostra civiltà dall’età della pietra a quella spaziale, sviluppando in maniera intelligente e bilanciata la nostra forza economica, diplomatica, scientifica, militare e culturale.
Da giocatore di lunga data di Civilization VI (e dei suoi predecessori) vorrei evidenziare la parola bilanciata: infatti è molto difficile completare una partita ignorando completamente uno di questi aspetti o concentrandoci solo su uno di essi.
Ad esempio, anche per un giocatore che vuole vincere la partita con una vittoria culturale o scientifica, è impossibile non sviluppare la propria armata, anche solo per difendersi dagli attacchi dei popoli vicini, che potrebbero essere “invidiosi” della nuova scoperta che non abbiamo condiviso con loro o semplicemente essere infastiditi dallo sviluppo territoriale della nostra popolazione.
Ovviamente man mano che il tempo passa e il nostro impero cresce il grado di complessità aumenta, visto che dovremo essere bravi a gestire le rotte economiche per garantirci un flusso di cassa costante per non prosciugare le casse dello Stato, saper tenere a bada gli abitanti delle nostre città che potrebbero iniziare a diventare infelici per la presenza di una eccessiva forza militare o inquinamento e così via.
Ogni partita di Civilization VI ha un andamento unico, dettato dalle mappe generate in maniera casuale e da infiniti fattori, sia interni o esterni, che possono influenzare il corso di una partita e portarla, a volte, su binari diversi da quelli che avevamo in mente di seguire all’inizio, dando al titolo un grado di longevità altissimo.
Chi si approccia per la prima volta a Civilization VI potrebbe rimanere spaventato dalla quantità di cose da fare e programmare per sviluppare al meglio la propria nazione, ma il gioco viene incontro ai neofiti con dei tutorial ben studiati che guidano in maniera intelligente il giocatore, rendendo il titolo fruibile anche a chi non è propriamente un “fenomeno” di giochi strategici.
Oltre alla modalità “pronti e via” in cui ci verrà assegnata una popolazione casuale abbiamo la possibilità di affrontare Scenari prestabiliti in cui il nostro compito sarà ben specifico e da portare a termine in un certo numero di turni (una vera e propria modalità sfida, magari da affrontare quando avrete più dimistichezza con tutti gli aspetti del gioco) oppure accedere ad una modalità “sandbox” in cui sceglieremo i vari parametri di gioco, dalla dimensione e morfologia della mappa al numero di giocatori e il grado di bravura dell’AI.
Senza scordare la fantastica Civilopedia, una vera e propria enciclopedia che spiega in maniera accurata ogni singola unità, edificio, meraviglia, religione e in generale, qualsiasi cosa presente all’interno di Civilization VI.
PORTING ECCEZIONALE
Dopo questo piccolo excursus sul gameplay di Civilization VI (che avremmo potuto tranquillamente evitare, considerando la fama di cui questo prodotto gode), focalizziamoci sul porting per Nintendo Switch. Devo ammettere che all’annuncio del gioco ero molto titubante sulla resa di Civilization VI su una console come quella realizzata da Nintendo.
Certamente il touch screen capacitivo di Switch fornisce un discreto boost rispetto ad un eventuale versione per console da “televisore” come PS4 o XBOX One ed in effetti giocare in maniera portatile a Civilization VI è un vero piacere.
Dopo un primo impatto in cui ho sentito la mancanza del mouse, dopo pochi minuti ho completamente dimenticato di star giocando su una console e non al pc.
Ma ancora più contento sono stato quando, provando il gioco in modalità docked, mi sono ritrovato con comandi ben studiati sui joycon, con la possibilità di muoversi in maniera molto rapida tra le decine e decine di tasti presenti su schermo.
Sono rimasto anche piacevolmente colpito dal fatto che, anche a partita avanzata, dove i dati da gestire sono veramente tanti, non ho riscontrato eccessivi rallentamenti, cosa che mi sarei aspettato vista la capacità computazionale ridotta rispetto ad un PC della Nintendo Switch.
2K Games ha, secondo il mio modestissimo parere, effettuato il miglior porting possibile per Civilization VI, consegnandoci tra le mani un capolavoro che occuperà il nostro tempo per tantissime ore a venire.