Sifu, la recensione PS5
Nonostante sia uscito da quasi un anno, è sempre tempo e luogo per parlare di Sifu
I ragazzi francesi di Sloclap non sono nuovi ai giochi di combattimento. In pochi forse ricorderanno Absolver, pregevole derivazione da gioco di combattimento online, con una struttura ludica assolutamente impressionante, a cui però facevano contorno delle idee non propriamente smussate e una grammatica di gioco che necessitava di un supporto in termini di esperienza.
Ma nonostante un interesse iniziale che si è affievolito nel tempo da parte dell'utenza (anche se qualche server è popolato dai soliti fedelissimi) gli sviluppatori hanno preso questa base per crearci sopra un gioco incredibilmente più maturo, preciso e chirurgico nell'esecuzione.
Una storia di vendetta
Sifu, seguendo la scia della cinematografia orientale di arti marziali, che ha come ingredienti vendetta e una sequela interminabile di pugni e calci, si ciba a piene mani da questi stereotipi, con il nostro protagonista (lui o lei a seconda della nostra scelta iniziale) che assiste all'omicidio di suo padre, maestro di arti marziali, ad opera di un suo allievo aiutato da quattro scagnozzi. Creduto morto, il giovane allena duramente mente e corpo per ben dieci anni per poi andare alla ricerca degli assassini e reclamare la sua vendetta.
Al tessuto narrativo vi è un importante oggetto da inserire nel contesto: un amuleto, composto da diversi anelli che ci dona la possibilità di tornare in vita quando veniamo sconfitti, sacrificando anni della nostra vita e accelerando il processo di invecchiamento. La reale possibilità di invecchiare di circa trenta anni nel giro di una manciata di minuti se non saremo abili e letali nel combattimento.
I pugni nelle mani
La progressione ludica di Sifu si mescola tra picchiaduro a scorrimento e meccaniche da roguelite, con il terzo elemento fantasma che è rappresentato dalla costante e crescente difficoltà. Al netto della successiva implementazione di una modalità di difficoltà assai più facile, non si può non sottolineare come questo spezzi inevitabilmente il divertimento del gioco.
Questo perché Sifu è un titolo estremamente tecnico e difficile, rendendo questi due elementi i punti inamovibili su cui gli sviluppatori hanno costruito il loro gioco. Non basta infatti centellinare un'esecuzione offensiva perfetta a cui far seguito anche un ottimo uso delle tecniche di difesa, ma ogni singola abilità (da sbloccare tramite esperienza o punteggio di gioco) è necessariamente utile nell'impresa di finire il livello più giovani possibili.
Non si tratta più di puntare alla run perfetta, o alla ricerca del punteggio maggiore, dato che il gioco ci dona tante e diverse possibilità per rendere l'esperienza più funzionale possibile, per esempio utilizzando a nostro vantaggio gli oggetti o l'arredamento delle aree di gioco, anche il recupero dei punti vita avviene tramite delle esecuzioni finali dei nemici, ma alla fine dei conti, l'unica cosa che scopriremo essere fondamentale è l'età.
Alla nostra sconfitta, il contatore delle morti segnerà un +1 che andrà ad aumentare progressivamente ogni volta che i nemici ci sconfiggeranno. Al rientro in partita, la nostra età attuale verrà addizionata al contatore delle morti, dunque con un semplice esempio, se abbiamo 25 anni e un contatore morti a +7 al rientro in partita il nostro personaggio avrà 32 anni, qualche chioma brizzolata in più, meno fiato e dunque meno punti vita, ma una forza offensiva maggiore.
Alla conclusione del livello (cinque totali) l'età non verrà azzerata e quando toccheremo età anziane dove non si potrà più tornare in vita, partita finita e siamo costretti a ricominciare il gioco dall'inizio.
Il fattore difficoltà
Nel corso del tempo in molti hanno lamentato l'incredibile difficoltà di Sifu, bollandola come estrema, impossibile per un giocatore medio o anche per quelli più appassionati che potrebbero perderci le classiche decine e decine di ore per scoprire ogni singolo trucco nell'esecuzione delle arti da combattimento.
Ancora una volta viene in aiuto quella situazione classica dove il gioco chiede di essere “compreso”, suggerendoci di non essere destinato a plasmarsi alle esigenze del giocatore, bensì è il giocatore che deve piegarsi alle regole del gioco. Arriverà un punto in cui ci renderemo facilmente conto di star eseguendo tutte le arti offensive in modo perfetto, di essere diventati letali e silenziosi come un ninja e renderci conto che non si è mai trattato di una difficoltà scalabile nel tempo o di un'esecuzione fortuita, in quel momento siamo noi che abbiamo capito i meccanismi del gioco, li abbiamo fatti nostri e siamo entrati in sintonia con il flusso ludico.
Alla fine del gioco, con il sopraggiungere della vendetta, non sarà Sifu ad essere diventato più semplice, ma noi ad essere diventati più bravi e abili ad usare gli strumenti del mestiere.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione
Sifu
Commento finale: Sifu è un gioco che più invecchia e più acquista spessore. Un titolo di una consapevolezza tecnica impressionante da parte dei ragazzi di Sloclap che prendono il meglio di Absolver per creare un'opera coerente, forte, precisa e coinvolgente. Un gioco da avere costantemente installato sui nostri dispositivi per tentare nuove run e battere i nostri precedenti record una volta ancora.