SiN Episodes: Emergence
di
Luca Gambino
"Se non puoi batterli, fatteli amici". Un antico adagio popolare che alla Ritual sembrano conoscere molto bene, se è vero che per la realizzazione di questo Sin Episodes il talentuoso team di programmazione si è rivolto proprio a coloro che avevano in un certo senso affossato proprio la prima uscita delle avventure di John Blade. L'azienda in questione, per chi non l'avesse capito, è proprio la Valve, che con il suo Half Life, pubblicato quasi in contemporanea a Sin, aveva messo in ombra il prodotto della Ritual relegandolo ad un semplice ruolo di comparsa. Eppure Sin aveva dalla sua diversi aspetti (bug a parte, ovviamente) che l'hanno reso comunque unico nel suo genere ed è stato foriero di importanti novità, prime fra tutte la localizzazione dei danni inflitti che, sebbene non perfetto, è stato un modello di gameplay utilizzato poi da diversi altri titoli fedeli al filone FPS, Soldier of Fortune in testa.
Le non esaltanti vendite di Sin, sebbene una folta e affezionata community multiplayer si sia sviluppata attorno a questo titolo, non ha quindi dato modo a Ritual di trovare un publisher disposto ad investire su un suo eventuale seguito. Sette anni dopo e dopo l'arrivo sul mercato di Half Life 2 e del suo Source, sembra essere arrivato il momento per Tom Mustaine e soci di far rivivere John Blade e compagnia in una serie di nuove avventure mosse appunto dal nuovo motore prodotto da Valve. La peculiarità di Sin Episodes, così come suggerisce il titolo stesso, risiede infatti nella particolarità della sua distribuzione (Ritual ha scelto Steam come piattaforma della diffusione del gioco online, che precede di qualche settimana la normale distribuzione nei negozi) e nella volontà dei creatori di renderlo come il primo gioco "seriale" della storia, proponendo ogni 6/9 mesi un nuovo episodio fino al raggiungimento delle 6 puntate complessive finora preventivate.
Un progetto ambizioso, quindi, che però si scontra, almeno in questa sua prima uscita, con la sostanziale assenza di novità. Fatta eccezione per la sua forma di distribuzione e per il rinnovato motore grafico (che manda giustamente in pensione il motore di Quake 2 utilizzato per Sin), Emergence non apporta novità di rilievo in un gameplay che, al contrario, sembra un catalogo ingiallito dal tempo di tutti gli stilemi classici del genere sparatutto in prima persona. Anche la personalità scanzonata e goliardica di John Blade (che a molti aveva riportato alla mente in celebre Duca di 3d Realms), sembra essere stata sostituita con una sobrietà che non appartiene assolutamente al personaggio conosciuto anni addietro. Un passo indietro, quindi, che sorprende in negativo tutti coloro avessero sperato di riviere in meglio le stesse emozioni di Sin. Un approccio diretto al cuore del genere e senza inutili fronzoli, questo è vero, ma che fa ripiombare la serie direttamente ai primissimi shooter in soggettiva dove sparare a qualsiasi oggetto in movimento sullo schermo era l'unico requisito richiesto al giocatore di turno.
Ma se ai tempi dei vari Doom e Duke Nukem l'eliminazione sistematica di nemici idioti poteva essere giustificata dalla scarsa tecnologia del periodo, tale attenuante non può essere addotta per questo primo capitolo di Sin Episodes che, a detta dei programmatori, sarebbe stato foriero di importanti novità anche sotto questo punto di vista. Dispiace notare, invece, come molte delle novità riguardanti l'intelligenza artificiale avversaria siano rimaste rinchiuse negli uffici della Ritual, se è vero che quelli che ci troviamo di fronte possono essere tutto meno che avversari realmente degni di nota. Capiterà di frequente, per esempio, che non si accorgano di una granata lanciata nella loro direzione, arrivando persino a spostarsi verso di essa per farsi ridurre il mille pezzi. Inutile parlare poi del ristretto cono visivo di cui sono dotati e dell'apparente guasto all'apparato uditivo che faciliterà non poco il vostro compito. E se a tutto questo aggiungete anche un armamentario non certo esaltante, appare chiaro come il gameplay di Sin sia piuttosto distante da quelle che erano le speranze dei fan della serie. Un titolo quindi piatto, senza particolare mordente e scevro di qualsiasi novità di rilievo e che non appare particolarmente brillante nemmeno sotto il profilo prettamente tecnico. E' anche da rimarcare come l'aspetto "fisico" di Emergence si riduca agli effetti di ragdoll che, per quanto ottimi, vanificano un po' l'utilizzo di un motore fisico così famoso e performante come l'Havok.
L'utilizzo del Source ha ovviamente portato indiscutibili vantaggi sul versante estetico di Sin, ma la scarsa vena creativa del reparto grafico Ritual è riuscita a far somigliare gli ambienti di gioco a quanto già visto in Halif Life 2, con la conseguente sensazione di un enorme Deja Vu che fa sprofondare questo potenziale capolavoro in una sorta di enorme add on per l'ultima avventura di Gordon Freeman. Non solo texture che hanno quel retrogusto amaro di "riciclato" ed effetti di luce che sembrano essere stati presi pari-pari dal campionario di Source, ma anche alcune soluzioni di gioco che somigliano pericolosamente a quanto già visto in quel di City 17. La soluzione "spara al cavo, si sgancia l'asse che va a sfondare la porta" è palesemente scopiazzata dal titolo Valve e retrocede Sin 2 ad una scimmiottatura di Half Life 2. Anzi, se proprio dobbiamo esseri sinceri, dobbiamo riconoscere che Ritual ha svolto un ottimo lavoro nel "bombare" ancora di più Elexis Sinclaire e nello studiare il look fetish di Jessica Cannon. Che si sia pensato che una maggiore esposizione di "tette e culi" (perdonateci l'espressione), potessero accecarci così tanto? Al giorno d'oggi, poi? Non ci siamo...
Insomma, un ritorno sulle scene piuttosto amaro, quello di John Blade, inscatolato in una struttura di gioco che gli va stretta, privato del gusto di poter avere a che fare con nemici capaci di dargli finalmente un po' di filo da torcere e messo al cospetto di boss di fine livello davvero ridicoli. Mettete in conto anche una durata di gioco ridicola (parliamo di meno di 5 ore) e la colpevole assenza del multiplayer, per completare il deludente scenario entro cui si muove questo Emergence. Certo, il bello della struttura studiata da Ritual è che può permettere di porre facilmente riparo a questi errori nella progettazione del successivo episodio ed è stata la stessa Ritual ad affermare affermato la struttura "episodica" dell'opera è stata pensata proprio per tenere in considerazione le esigenze della community. Speriamo bene. Alla prossima, John.
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Le non esaltanti vendite di Sin, sebbene una folta e affezionata community multiplayer si sia sviluppata attorno a questo titolo, non ha quindi dato modo a Ritual di trovare un publisher disposto ad investire su un suo eventuale seguito. Sette anni dopo e dopo l'arrivo sul mercato di Half Life 2 e del suo Source, sembra essere arrivato il momento per Tom Mustaine e soci di far rivivere John Blade e compagnia in una serie di nuove avventure mosse appunto dal nuovo motore prodotto da Valve. La peculiarità di Sin Episodes, così come suggerisce il titolo stesso, risiede infatti nella particolarità della sua distribuzione (Ritual ha scelto Steam come piattaforma della diffusione del gioco online, che precede di qualche settimana la normale distribuzione nei negozi) e nella volontà dei creatori di renderlo come il primo gioco "seriale" della storia, proponendo ogni 6/9 mesi un nuovo episodio fino al raggiungimento delle 6 puntate complessive finora preventivate.
Un progetto ambizioso, quindi, che però si scontra, almeno in questa sua prima uscita, con la sostanziale assenza di novità. Fatta eccezione per la sua forma di distribuzione e per il rinnovato motore grafico (che manda giustamente in pensione il motore di Quake 2 utilizzato per Sin), Emergence non apporta novità di rilievo in un gameplay che, al contrario, sembra un catalogo ingiallito dal tempo di tutti gli stilemi classici del genere sparatutto in prima persona. Anche la personalità scanzonata e goliardica di John Blade (che a molti aveva riportato alla mente in celebre Duca di 3d Realms), sembra essere stata sostituita con una sobrietà che non appartiene assolutamente al personaggio conosciuto anni addietro. Un passo indietro, quindi, che sorprende in negativo tutti coloro avessero sperato di riviere in meglio le stesse emozioni di Sin. Un approccio diretto al cuore del genere e senza inutili fronzoli, questo è vero, ma che fa ripiombare la serie direttamente ai primissimi shooter in soggettiva dove sparare a qualsiasi oggetto in movimento sullo schermo era l'unico requisito richiesto al giocatore di turno.
Ma se ai tempi dei vari Doom e Duke Nukem l'eliminazione sistematica di nemici idioti poteva essere giustificata dalla scarsa tecnologia del periodo, tale attenuante non può essere addotta per questo primo capitolo di Sin Episodes che, a detta dei programmatori, sarebbe stato foriero di importanti novità anche sotto questo punto di vista. Dispiace notare, invece, come molte delle novità riguardanti l'intelligenza artificiale avversaria siano rimaste rinchiuse negli uffici della Ritual, se è vero che quelli che ci troviamo di fronte possono essere tutto meno che avversari realmente degni di nota. Capiterà di frequente, per esempio, che non si accorgano di una granata lanciata nella loro direzione, arrivando persino a spostarsi verso di essa per farsi ridurre il mille pezzi. Inutile parlare poi del ristretto cono visivo di cui sono dotati e dell'apparente guasto all'apparato uditivo che faciliterà non poco il vostro compito. E se a tutto questo aggiungete anche un armamentario non certo esaltante, appare chiaro come il gameplay di Sin sia piuttosto distante da quelle che erano le speranze dei fan della serie. Un titolo quindi piatto, senza particolare mordente e scevro di qualsiasi novità di rilievo e che non appare particolarmente brillante nemmeno sotto il profilo prettamente tecnico. E' anche da rimarcare come l'aspetto "fisico" di Emergence si riduca agli effetti di ragdoll che, per quanto ottimi, vanificano un po' l'utilizzo di un motore fisico così famoso e performante come l'Havok.
L'utilizzo del Source ha ovviamente portato indiscutibili vantaggi sul versante estetico di Sin, ma la scarsa vena creativa del reparto grafico Ritual è riuscita a far somigliare gli ambienti di gioco a quanto già visto in Halif Life 2, con la conseguente sensazione di un enorme Deja Vu che fa sprofondare questo potenziale capolavoro in una sorta di enorme add on per l'ultima avventura di Gordon Freeman. Non solo texture che hanno quel retrogusto amaro di "riciclato" ed effetti di luce che sembrano essere stati presi pari-pari dal campionario di Source, ma anche alcune soluzioni di gioco che somigliano pericolosamente a quanto già visto in quel di City 17. La soluzione "spara al cavo, si sgancia l'asse che va a sfondare la porta" è palesemente scopiazzata dal titolo Valve e retrocede Sin 2 ad una scimmiottatura di Half Life 2. Anzi, se proprio dobbiamo esseri sinceri, dobbiamo riconoscere che Ritual ha svolto un ottimo lavoro nel "bombare" ancora di più Elexis Sinclaire e nello studiare il look fetish di Jessica Cannon. Che si sia pensato che una maggiore esposizione di "tette e culi" (perdonateci l'espressione), potessero accecarci così tanto? Al giorno d'oggi, poi? Non ci siamo...
Insomma, un ritorno sulle scene piuttosto amaro, quello di John Blade, inscatolato in una struttura di gioco che gli va stretta, privato del gusto di poter avere a che fare con nemici capaci di dargli finalmente un po' di filo da torcere e messo al cospetto di boss di fine livello davvero ridicoli. Mettete in conto anche una durata di gioco ridicola (parliamo di meno di 5 ore) e la colpevole assenza del multiplayer, per completare il deludente scenario entro cui si muove questo Emergence. Certo, il bello della struttura studiata da Ritual è che può permettere di porre facilmente riparo a questi errori nella progettazione del successivo episodio ed è stata la stessa Ritual ad affermare affermato la struttura "episodica" dell'opera è stata pensata proprio per tenere in considerazione le esigenze della community. Speriamo bene. Alla prossima, John.
SiN Episodes: Emergence
5.5
Voto
Redazione
SiN Episodes: Emergence
Ok, lo sappiamo. Emergence è solo il primo episodio delle serie e Sin Episodes dovrebbe essere giudicato appunto nel suo completo, ma è inutile negare che il rilancio del colonnello Blade parte decisamente con il piede sbagliato. Un passo indietro nel gameplay, decisamente meno vario rispetto al passato (ma con l'aggravante di una tecnologia anni luce avanti rispetto al primo Sin), un protagonista privato quasi totalmente del suo carisma e, quel che è peggio, con un'intelligenza artificiale che, al contrario di quanto promesso, è decisamente lacunosa e fa perdere di mordente all'intera opera. Resta sul piatto della bilancia un costo decisamente abbordabile (19), mitigato però dalla scarsa durata dell'opera (5 ore in tutto) e dalla promessa di Ritual che a breve i fan di Elexis Sinclaire e John Blade potranno spassarsela in multiplayer. Per il momento, però, teniamo il pollice verso il basso. E il muso lungo...