Sins of a Solar Empire

di Marco Modugno
Si dice il peccato, ma non il peccatore. E la coscienza di un imperatore galattico non può certo brillare dello stesso candore di quella di un monaco benedettino. A questo dovevano pensare, forse, gli sviluppatori dell'Ironclad nel concepire il titolo di quest'ambizioso gioco RT4X (per la disamina di tale acronimo rimandiamo al box di commento qui sotto). Passato quasi in sordina dopo la sua prima uscita sul mercato anglosassone, qualche mese or sono, quando era stato reso disponibile per il download diretto ad un prezzo ridotto, il titolo si affaccia ora prepotentemente nelle vetrine dei negozi di casa nostra, forte di una completa rilocalizzazione e di una confezione deluxe all'altezza di quella dei più blasonati concorrenti.



Resta da vedere cosa attendersi da un titolo che si propone come concorrente diretto di uscite recenti e gettonate come X3: Terran Conflict, da noi recentemente recensito, o del più anziano Empire at War. Anche perché, é bene dirlo, le prime due creature targate Stardock, al tempo nella veste di sviluppatore, dal titolo di Galactic Civilization, avevano fatto rivoltare nella tomba gli avi del buon Sid Meier, inventore del genere 4X, fino al quarto grado di parentela.
Affidato lo sviluppo a Ironclad, Stardock ci riprova e stavolta si mostra capace di regalarci un titolo che mantiene la difficile promessa di regalare agli appassionati delle sfide di grande respiro qualcosa di davvero nuovo.

A partire dall'enormità dello scenario di gioco e dalla modalità grafica di gestione dello stesso, zoomabile dal dettaglio tridimensionale della singola astronave fino alla mappa galattica generale, senza alcuna soluzione di continuità. Fino al comparto ricerca e sviluppo, forte di più di duecento voci e talmente complesso da meritarsi ben quattro pagine di un complesso menu ad albero, dedicate rispettivamente alle risorse militari, civili, della flotta e degli artefatti.

Pur in assenza di una vera e propria campagna strutturata in missioni sequenziali da portare a termine, il gioco possiede una longevità decisamente spiccata anche in single player, grazie all'impostazione open-ended della modalità di conquista galattica e alla presenza di diversi scenari skirmish (si fa per dire, visto che si tratta di partite che possono durare settimane!), da giocare in single player, prima di confrontarsi con avversari umani online o di cominciare a divertirsi a creare i propri scenari con l'editor di mappe allegato.

Anche perché la strada da percorrere, fondata sui binari paralleli di sviluppo tecnologico e commerciale e di espansione militare del vostro impero, scelto tra le tre fazioni disponibili (i mercanti tecnocrati TEC, i religiosissimi Advent e gli alieni Vasari), si preannuncia sin dalle prime battute del gioco, complessa e non certo breve. Il tutorial é lì, come ci si attende, a guidarci nei primi passi con le poche astronavi forniteci per iniziare. Poi, però, le cose si fanno più complicate e occorre imparare a districarsi tra navi da trasporto, ricerca, corvette, fregate lanciamissili, navi appoggio e cannoniere, estrattori minerari e stazioni difensive fisse. Il menu di ricerca con le sue centinaia di voci é abbastanza impegnativo da far venire qualche brutto incubo a più di un fan di Quake 4.



D'altronde Sins non é un titolo per tutti. Per goderselo al meglio occorre avere pazienza e umiltà, virtù indispensabili per un appassionato di strategici che si rispetti. Il premio, sotto forma di ore insonni di divertimento da cui sarà difficile staccarsi, arriverà solo quando avremo acquisito sufficiente familiarità con i comandi di gioco e stabilito un'efficiente routine di gestione delle risorse economiche, dello schieramento delle forze armate d'assalto e di difesa, delle trattative diplomatiche (niente di complesso, in questo caso: ci limiteremo a pagare in cambio di materiali o informazioni, oppure a compiere missioni conto terzi per conquistarne la benevolenza). Guai a peccare di presunzione e pensare di poter padroneggiare il gameplay con poche ore di sessioni ”mordi e fuggi”. Nella migliore tradizione del genere, il gioco Ironclad richiede dedizione certosina in cambio di un'esperienza a tutto tondo che solo un appassionato di strategici potrà aver davvero voglia di sperimentare.

Senza fare troppo caso ad una grafica tutto sommato datata, comprensibile e giustificabile in un titolo budget che mette a disposizione un'area di gioco tanto vasta e completamente zoomabile. Ci mancano un po' i colori e la dinamicità delle battaglie dell'indimenticato Homeworld di Sierra, ma lo spazio di Sins é ancor più affollato e movimentato e la varietà di navi e strutture che lo popolano basta e avanza per tenerci incollati al monito per ore ed ore nel tentativo di espandere di pianeta in pianeta il nostro dominio. Anche la colonna sonora, alimentata da pezzi stile space opera classici, fa il suo discreto dovere nell'accompagnare le nostre imprese spaziali. D'altro canto il gioco gira senza particolari problemi anche su PC con configurazione da ufficio, il che in questi tempi di recessione, non é certo cosa da poco!

Last but not least, il titolo Ironclad sfoggia un multiplayer agguerrito ed in grado di battersi ad armi pari con i concorrenti distribuiti dalle marche più blasonate. Scontrarsi con un numero massimo di 9 avversari umani in partite skirmish in grado di toglierci il sonno per notti intere non é da tutti e niente può gratificare un aspirante imperatore galattico come una sudata vittoria contro i suoi pari sparsi per il globo.

Insomma, se vi per essere felici vi basta salire nel cockpiti di un caccia e lanciare qualche missile, Sins non é decisamente roba per voi. Se, invece, l'unico limite alla vostra ambizione é l'estremo confine della galassia, allora é tempo di staccare dal chiodo scettro e corona ed iniziare a darsi da fare. Non sarà una passeggiata (nello spazio)!