Slave Zero
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Nonostante le grandi dimensioni dei robot, la città sembra semplicemente immensa, sovente non si vedrà il fondo o la cima dei palazzi, che si perderanno nell'oscurità. In effetti non si tratta del primo gioco a proporre scontri tra mech, già in passato l'eccellente Shogo aveva dato inizio al genere e, se allarghiamo il panorama al cartoni animati e fumetti non possiamo non ricordare serie come Evangelion, Gundam o il recente Escaflowne che propongono da anni argomenti simili. Slave Zero si propone come uno sparatutto 3D perlomeno anomalo, é possibile infatti giocarlo con una visuale in prima persona, in modo del tutto simile a Quake, ma si rischia di perdere gran parte del senso di enormità dei livelli, oltre alle ottime animazioni del nostro alter ego, oppure giocarlo in terza persona
Tutto sommato la visuale in terza persona é ben realizzata, il personaggio non impalla mai la visuale, dato che la telecamera é situata leggermente sopra le spalle del protagonista
Purtroppo, come in quasi tutti i giochi realizzati in questo modo, le difficoltà di visualizzazione si fanno tutte notare quando ci si trova con le spalle al muro, in questo caso il sistema sembra andare in confusione muovendo continuamente la telecamera e mostrando alcune incertezze nella visualizzazione dei poligoni
I controlli sono quelli classici di ogni sparatutto, con alcune aggiunte comunque non determinanti: la possibilità di schiacciare i nemici a terra con una pedata o la possibilità di utilizzare alcuni elementi del gioco come armi da lancio
I livelli sono molti e ben congegnati, ma il limite evidente é proprio dato dall'ambientazione di gioco, la megalopoli é fantastica, vedere il traffico in movimento é una gioia per gli occhi, ma a forza di girare per livelli tutti simili i difetti cominciano a farsi sempre piu vistosi
Vediamo allora i principali difetti: i livelli sono costituiti da un buon numero di texture, tutte realizzate però in maniera simile, anche gli stessi elementi di gioco come i palazzi, gli arredi e le strade si assomigliano troppo tra di loro, e la sensazione di deja vù si fa man mano crescente, il traffico é carino, ma non esiste ovunque, molte strade sono trafficatissime, mentre altre sono prive del tutto di quella rapida scia di mezzi che sfrecciano rapidi e fin troppo ordinati tra i palazzi; infine i livelli sotterranei sembrano poi realizzati sottotono rispetto a quelli in superficie
Tutto sommato la visuale in terza persona é ben realizzata, il personaggio non impalla mai la visuale, dato che la telecamera é situata leggermente sopra le spalle del protagonista
Purtroppo, come in quasi tutti i giochi realizzati in questo modo, le difficoltà di visualizzazione si fanno tutte notare quando ci si trova con le spalle al muro, in questo caso il sistema sembra andare in confusione muovendo continuamente la telecamera e mostrando alcune incertezze nella visualizzazione dei poligoni
I controlli sono quelli classici di ogni sparatutto, con alcune aggiunte comunque non determinanti: la possibilità di schiacciare i nemici a terra con una pedata o la possibilità di utilizzare alcuni elementi del gioco come armi da lancio
I livelli sono molti e ben congegnati, ma il limite evidente é proprio dato dall'ambientazione di gioco, la megalopoli é fantastica, vedere il traffico in movimento é una gioia per gli occhi, ma a forza di girare per livelli tutti simili i difetti cominciano a farsi sempre piu vistosi
Vediamo allora i principali difetti: i livelli sono costituiti da un buon numero di texture, tutte realizzate però in maniera simile, anche gli stessi elementi di gioco come i palazzi, gli arredi e le strade si assomigliano troppo tra di loro, e la sensazione di deja vù si fa man mano crescente, il traffico é carino, ma non esiste ovunque, molte strade sono trafficatissime, mentre altre sono prive del tutto di quella rapida scia di mezzi che sfrecciano rapidi e fin troppo ordinati tra i palazzi; infine i livelli sotterranei sembrano poi realizzati sottotono rispetto a quelli in superficie