Smash Court Tennis 3
Si dice spesso che i videogames ispirati ad una qualunque disciplina sportiva si dividono essenzialmente in due categorie: simulazione ed arcade. La realtà dei fatti ci insegna invece che di categoria ne esiste purtroppo anche una terza, che racchiude quei titoli “ne carne ne pesce” capaci di scontentare tanto gli amanti delle simulazioni senza compromessi quanto i giocatori “mordi e fuggi” più avvezzi invece ad un impianto di gioco forse meno impegnativo ma non per questo meno divertente.
Il primo appuntamento su Xbox 360 del tennis made in Namco doveva rappresentare una vera e propria svolta per la serie Smash Court. L'intento dichiarato del team di sviluppo era infatti quello di ridurre drasticamente il fattore “simulazione” che aveva contraddistinto la serie nelle precedenti apparizioni su PS2 e PSP, per garantire così un approccio al gioco finalmente meno “ostico” di quanto non fosse precedentemente. Smash Court Tennis 3 ha finito invece con lo scontentare entrambe le parti, diventando di fatto l'ultimo esponente proprio di quel terzo genere di cui faremmo volentieri a meno.
Eppure l'impatto iniziale con Smash Court Tennis 3 non é affatto così negativo come si possa pensare, anzi. Il titolo di Namco offre infatti una discreta varietà di modalità di gioco, che spaziano dall'immancabile tutorial (suddiviso in questo caso in ben ventidue sottosezioni) alla classica partita di esibizione affrontabile anche a ranghi misti sia in singolo che in doppio, fino alle ben più impegnative modalità Arcade (selezione di tre, quattro o cinque incontri da sostenere su diverse superfici di gioco) e Pro Tour. Quest'ultima é da considerarsi a tutti gli effetti il vero cuore pulsante del gioco, e permette non solo di creare il proprio alterego virtuale tramite l'editor a corredo, ma sopratutto di guidarlo fino alla vetta della classifica ATP. Come in ogni modalità carriera che si rispetti, anche in questo caso il risultato finale non può ovviamente prescindere dalle doti tecniche ed atletiche del proprio assistito e dall'attrezzatura in suo possesso, elementi questi che potranno -e dovranno- essere migliorati spendendo i punti esperienza ed il denaro accumulabile attraverso la vittoria dei numerosi tornei sparsi per il mondo.
Se dal punto di vista contenutistico Smash Court Tennis 3 appare dunque assolutamente in linea con altri titoli dello stesso genere, laddove il titolo di casa Namco delude é proprio sotto il profilo della giocabilità pura. Questo secondo noi é dovuto principalmente alla scelta più che discutibile di sfruttare un sistema di controllo “ibrido”, che unisce alla classica istintività dei colpi la necessità di approcciare agli stessi con precisione chirurgica.
Assodato che a ciascuno dei quattro tasti di azione frontali é deputato il compito di gestire i colpi standard (A per il tiro piatto X per il colpo potente, Y per il Lob e B per il colpo effettato) mentre alla combinazione degli stessi con lo stick analogico di sinistra quelli di attacco vero e proprio, il risultato ottenibile sul campo dipende non tanto dalla propria capacità di anticipare i colpi dell'avversario, quanto più da fattori quali la posizione del giocatore rispetto alla palla, la durata della pressione sul relativo pulsante di azione e soprattutto il tempismo con il quale si andrà ad eseguire la risposta.
All'atto pratico, intuire con netto anticipo le intenzioni dell'avversario non significherà avere l'automatica certezza di una risposta incisiva, visto che un ritardo od un anticipo sulla pressione del relativo tasto di azione avrà come effetto quello di “dar vita” ad una risposta tanto centrale quanto fiacca. Peggio ancora, anticipare eccessivamente la risposta significherà invece rischiare di non arrivare affatto sulla palla, in virtù del marchiano “errore di valutazione” da parte della CPU che in più di ogni occasione tenderà a confondere l'approccio sulla palla con un normale movimento lungo l'area di gioco.
A poco o nulla serve poi l'abuso dell'attacco sotto rete e della tecnica del serve & volley, entrambi mortificati dalla precisione chirurgica degli atleti controllati dalla CPU (che al contrario vostro non avranno problemi a trovare gli angoli del campo in qualunque situazione di gioco), nonché da una risposta ai comandi ancora una volta deficitaria e tale da non consentire una rotazione di 180 del proprio giocatore durante gli affannosi recuperi verso il fondo del campo.
In un contesto come questo, dove impostare uno scambio degno di questo nome assume i contorni della più classica delle missioni impossibili, é chiaro che anche le novità introdotte come il fattore stanchezza e la possibilità di contestare la chiamata dell'arbitro in occasione delle palle dubbie (molto utile sulle battute, meno nel corso del gioco visto che sarà attuabile esclusivamente al termine dello scambio), finiscono con l'assumere un ruolo del tutto marginale, fiaccate dagli evidenti limiti di un gioco che secondo i più avrebbe dovuto contendere alla serie Top Spin la palma del migliore titolo tennistico disponibile su console.
Tecnicamente parlando Smash Court Tennis 3 presenta più ombre che luci. Sebbene il gioco offra un discreto numero di tennisti (doveroso segnalare la presenza sul fronte maschile di Rafael Nadal, Roger Federer e dell'italiano Andreas Seppi, e sul quello femminile della Sharapova e della Hingis) e campi di gioco (alcuni realmente esistenti, altri di pura fantasia come quello di Piazza San Marco e quello Sospeso fra i grattacieli di Dubai), dal punto di vista prettamente grafico il titolo di casa Namco é purtroppo ben distante dagli standard a cui francamente siamo abituati.
Frequenti fenomeni di aliasing, totale assenza di effetti particellari (quanto meno dovuti nei campi in terra rossa) e qualità delle texture a dir poco altalenante (buone quelle delle strutture principali, da rivedere invece quelle usate per gli atleti) sono solo alcuni dei numerosi difetti evidenziati dal gioco, carenze che vanno poi a sommarsi al pessimo risultato ottenuto nella realizzazione dei diversi giocatori, che oltre a proporre animazioni decisamente sotto la media sia per quantità che per qualità evidenziano un effetto di pattinamento verso la palla tale da far sembrare quest'ultima dotata di un'attrazione gravitazionale tutta propria. Parlando delle poche note liete, più che positiva la fisica della pallina mentre al contrario da rivedere “la componente musicale” del comparto audio, assolutamente anonima e priva di mordente.
In mezzo a tanta modestia stupisce invece il multiplayer fruibile sia offline che via Xbox Live. La presenza contemporanea di due giocatori “in carne ed ossa” e la conseguente condivisione dei noti problemi di timing della risposta (mal comune mezzo gaudio diceva qualcuno), assicura infatti uno svolgimento dell'incontro sicuramente più equilibrato di quanto viceversa non accadrebbe in un confronto contro la CPU, riuscendo alfine a migliorare e non di poco l'esperienza di gioco complessiva. Una considerazione non da poco, specie per chi acquista un gioco proprio in ottica multiplayer.
Il primo appuntamento su Xbox 360 del tennis made in Namco doveva rappresentare una vera e propria svolta per la serie Smash Court. L'intento dichiarato del team di sviluppo era infatti quello di ridurre drasticamente il fattore “simulazione” che aveva contraddistinto la serie nelle precedenti apparizioni su PS2 e PSP, per garantire così un approccio al gioco finalmente meno “ostico” di quanto non fosse precedentemente. Smash Court Tennis 3 ha finito invece con lo scontentare entrambe le parti, diventando di fatto l'ultimo esponente proprio di quel terzo genere di cui faremmo volentieri a meno.
Eppure l'impatto iniziale con Smash Court Tennis 3 non é affatto così negativo come si possa pensare, anzi. Il titolo di Namco offre infatti una discreta varietà di modalità di gioco, che spaziano dall'immancabile tutorial (suddiviso in questo caso in ben ventidue sottosezioni) alla classica partita di esibizione affrontabile anche a ranghi misti sia in singolo che in doppio, fino alle ben più impegnative modalità Arcade (selezione di tre, quattro o cinque incontri da sostenere su diverse superfici di gioco) e Pro Tour. Quest'ultima é da considerarsi a tutti gli effetti il vero cuore pulsante del gioco, e permette non solo di creare il proprio alterego virtuale tramite l'editor a corredo, ma sopratutto di guidarlo fino alla vetta della classifica ATP. Come in ogni modalità carriera che si rispetti, anche in questo caso il risultato finale non può ovviamente prescindere dalle doti tecniche ed atletiche del proprio assistito e dall'attrezzatura in suo possesso, elementi questi che potranno -e dovranno- essere migliorati spendendo i punti esperienza ed il denaro accumulabile attraverso la vittoria dei numerosi tornei sparsi per il mondo.
Se dal punto di vista contenutistico Smash Court Tennis 3 appare dunque assolutamente in linea con altri titoli dello stesso genere, laddove il titolo di casa Namco delude é proprio sotto il profilo della giocabilità pura. Questo secondo noi é dovuto principalmente alla scelta più che discutibile di sfruttare un sistema di controllo “ibrido”, che unisce alla classica istintività dei colpi la necessità di approcciare agli stessi con precisione chirurgica.
Assodato che a ciascuno dei quattro tasti di azione frontali é deputato il compito di gestire i colpi standard (A per il tiro piatto X per il colpo potente, Y per il Lob e B per il colpo effettato) mentre alla combinazione degli stessi con lo stick analogico di sinistra quelli di attacco vero e proprio, il risultato ottenibile sul campo dipende non tanto dalla propria capacità di anticipare i colpi dell'avversario, quanto più da fattori quali la posizione del giocatore rispetto alla palla, la durata della pressione sul relativo pulsante di azione e soprattutto il tempismo con il quale si andrà ad eseguire la risposta.
All'atto pratico, intuire con netto anticipo le intenzioni dell'avversario non significherà avere l'automatica certezza di una risposta incisiva, visto che un ritardo od un anticipo sulla pressione del relativo tasto di azione avrà come effetto quello di “dar vita” ad una risposta tanto centrale quanto fiacca. Peggio ancora, anticipare eccessivamente la risposta significherà invece rischiare di non arrivare affatto sulla palla, in virtù del marchiano “errore di valutazione” da parte della CPU che in più di ogni occasione tenderà a confondere l'approccio sulla palla con un normale movimento lungo l'area di gioco.
A poco o nulla serve poi l'abuso dell'attacco sotto rete e della tecnica del serve & volley, entrambi mortificati dalla precisione chirurgica degli atleti controllati dalla CPU (che al contrario vostro non avranno problemi a trovare gli angoli del campo in qualunque situazione di gioco), nonché da una risposta ai comandi ancora una volta deficitaria e tale da non consentire una rotazione di 180 del proprio giocatore durante gli affannosi recuperi verso il fondo del campo.
In un contesto come questo, dove impostare uno scambio degno di questo nome assume i contorni della più classica delle missioni impossibili, é chiaro che anche le novità introdotte come il fattore stanchezza e la possibilità di contestare la chiamata dell'arbitro in occasione delle palle dubbie (molto utile sulle battute, meno nel corso del gioco visto che sarà attuabile esclusivamente al termine dello scambio), finiscono con l'assumere un ruolo del tutto marginale, fiaccate dagli evidenti limiti di un gioco che secondo i più avrebbe dovuto contendere alla serie Top Spin la palma del migliore titolo tennistico disponibile su console.
Tecnicamente parlando Smash Court Tennis 3 presenta più ombre che luci. Sebbene il gioco offra un discreto numero di tennisti (doveroso segnalare la presenza sul fronte maschile di Rafael Nadal, Roger Federer e dell'italiano Andreas Seppi, e sul quello femminile della Sharapova e della Hingis) e campi di gioco (alcuni realmente esistenti, altri di pura fantasia come quello di Piazza San Marco e quello Sospeso fra i grattacieli di Dubai), dal punto di vista prettamente grafico il titolo di casa Namco é purtroppo ben distante dagli standard a cui francamente siamo abituati.
Frequenti fenomeni di aliasing, totale assenza di effetti particellari (quanto meno dovuti nei campi in terra rossa) e qualità delle texture a dir poco altalenante (buone quelle delle strutture principali, da rivedere invece quelle usate per gli atleti) sono solo alcuni dei numerosi difetti evidenziati dal gioco, carenze che vanno poi a sommarsi al pessimo risultato ottenuto nella realizzazione dei diversi giocatori, che oltre a proporre animazioni decisamente sotto la media sia per quantità che per qualità evidenziano un effetto di pattinamento verso la palla tale da far sembrare quest'ultima dotata di un'attrazione gravitazionale tutta propria. Parlando delle poche note liete, più che positiva la fisica della pallina mentre al contrario da rivedere “la componente musicale” del comparto audio, assolutamente anonima e priva di mordente.
In mezzo a tanta modestia stupisce invece il multiplayer fruibile sia offline che via Xbox Live. La presenza contemporanea di due giocatori “in carne ed ossa” e la conseguente condivisione dei noti problemi di timing della risposta (mal comune mezzo gaudio diceva qualcuno), assicura infatti uno svolgimento dell'incontro sicuramente più equilibrato di quanto viceversa non accadrebbe in un confronto contro la CPU, riuscendo alfine a migliorare e non di poco l'esperienza di gioco complessiva. Una considerazione non da poco, specie per chi acquista un gioco proprio in ottica multiplayer.
Smash Court Tennis 3
5
Voto
Redazione
Smash Court Tennis 3
Nell'anno del debutto su next-gen console Namco manca clamorosamente il bersaglio, presentando con Smash Court Tennis 3 un titolo lontano parente del videogame ammirato su PS2 e PSP. La scelta di affidarsi ad un sistema di gioco completamente nuovo finisce infatti col deludere le speranze tanto degli amanti del genere simulazione quanto quelle dei giocatori “mordi e fuggi”, risultando di fatto il peggiore fra tutti gli episodi della serie attualmente disponibili. Un vero peccato.