Sociable Soccer 24, la recensione del calcio come ai vecchi tempi!
Dal creatore di Sensible Soccer una nuova versione del calcio arcade che strizza l'occhio ai fasti del passato!
Il bel calcio di una volta non muore mai!
Dopo una prima apparizione su Apple Arcade, arriva per Personal Computer Sociable Soccer 24 e con lui non poteva mancare la nostra recensione, così da capire se la nuova fatica di Jon Hare è in grado di tenere alto il nome del suo creatore che a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 diede vita a titoli come Mega Lo Mania, Cannon Folder e ovviamente la saga calcistica di Sensibile Soccer. Sociable Soccer 24 non fa alcun mistero di essere una diretta emanazione del suo famoso antenato da cui riprende stile e soprattutto gameplay. Sociable Soccer, quindi, non è una simulazione e non vuole provare ad esserlo nemmeno alla lontana.
Arcade sino al midollo, il gioco mostra sin dalle primissime battute le proprie intenzioni anche grazie a uno stile caricaturale che riguarda ogni elemento, sin dagli avatar che potremo scegliere per dare un volto al nostro alter ego. Non fatevi strane idee però: anche se tutto inizia con il presidente della nostra squadra preferita che ci assegna il ruolo di allenatore, la componente manageriale di Sociable Soccer 24 è praticamente nulla.
L'offerta ludica propone diverse modalità: carriera, amichevoli online o offline e tornei assortiti, mostrando subito la buona notizia di una massiccia presenza di licenze, tanto che avremo a disposizione, tra nazionali e club una marea di squadre e più di diecimila calciatori. Certo, mancano alcuni marchi blasonati (soprattutto in ambito Bundesliga) e alcuni club hanno nome e stemma inventato, ma è soprattutto la presenza di così tanti giocatori con relativa figurina in stile FUT (o album di stickers, per intenderci) a stupire piacevolmente.
Il gioco ci accompagna senza troppi fronzoli a scoprire la carriera dove ci verrà assegnata una rosa random a prescindere dalla società scelta. Sia che vogliate mettervi alla guida di uno dei più prestigiosi club al mondo sia che preferiate una sperduta provincia asiatica, il livello di partenza è il medesimo, lasciandovi solo la decisione dello schema da utilizzare e i titolari da schierare, anche se con un semplice tasto ci verrà consigliata la formazione migliore. Il sistema di progressione è molto simile a quello delle Stagioni usato in passato da FIFA e dell'odierno FC 24, senza specifici campionati, ma con una enorme classifica globale da scalare partita dopo partita, con le stagioni suddivise in 10 match in cui cercare di fare abbastanza punti per essere promossi nella divisione superiore e via di seguito.
Per riuscire a conquistare un posto di rilievo nel calcio mondiale si deve migliorare la propria rosa e per farlo avremo due modi: far crescere i nostri giocatori o acquisendone di nuovi. Gli atleti a nostra disposizione possono crescere in base all'esperienza fatta sul campo o spendendo dei crediti (conquistabili in game senza alcuna microtransazione) che permettono di sacrificare una carta giocatore con lo stesso ruolo per aumentarne il valore. Va però detto che sperare di migliorare realmente la squadra a questa maniera è molto complicato, vista la poca esperienza che si riesce a guadagnare in entrambi i modi. Potremo però riuscire a conquistare giocatori che potranno renderci pian piano più competitivi grazie alle carte che riusciremo a conquistare vincendo divisioni e collezionando stelle.
Prima di ogni partita potremo selezionare la difficoltà di gioco e in base a essa riuscire a pareggiare o vincere una gara farà guadagnare un certo numero di stelle. Una volta che ne avremo raccolte un numero adeguato potremo convincere un giocatore a unirsi alla nostra rosa, ma purtroppo non avremo alcuna voce in capitolo riguardo all’atleta in questione.
Il sistema sceglierà di volta in volta il calciatore che sarà il nostro obiettivo, rendendo davvero un terno al lotto riuscire a trovare uno dei nostri beniamini. Non esiste una modalità di compravendita, quindi saremo costretti ad accontentarci di quello che il caso avrà scelto per noi, fattore un po’ frustrante visto che il database da cui si pesca è enorme, ma per fortuna salendo di livello andremo a incontrare nomi sempre più conosciuti. Si, anche nel celeberrimo FUT molto è in mano al fato, ma il sistema di acquisto dei pacchetti e il mercato delle aste riesce a entusiasmare grazie alla ricerca del proprio campione preferito o del pezzo da novanta che serve per far quadrare la propria formazione.
Ottima l’idea di non appoggiarsi alle microtransazioni, ma creare un mercato interno, anche gestito interamente dalla CPU, legato ai punti guadagnabili in game sarebbe stato molto più stimolante. Oltre alla carriera potremo giocare uno dei tantissimi trofei disponibili tra quelli dedicati alle nazionali e ai club e anche se mancano molti dei nomi ufficiali non faremo fatica a riconoscere Mondiali, Europei, Coppa dei Campioni e competizioni nazionali per tutti i gusti. In queste situazioni la squadra scelta avrà la rosa reale e potremo così guidare la nostra squadra del cuore o quel team stracolmo di talenti che tanto ci affascina. Ci sono poi le amichevoli da giocare sia da soli che in compagnia e in quest’ultimo caso potremo sfruttare il gioco in locale con un amico seduto a fianco a noi o l’online con utenti di tutto il mondo.
Ecco, proprio a riguardo mi vedo costretto a segnalare che durante tutta la mia prova di Sociable Soccer 24, il matchmaking online è risultato insoddisfacente, costringendomi ad attendere anche delle mezz’ore per riuscire a trovare qualcuno contro cui giocare e purtroppo non sono mancati lag e disconnessioni dai server, nonostante sia dotato di UltraFibra dalle prestazioni di alto livello. Un vero peccato, perché se le altre modalità non riescono a rappresentare un particolare stimolo a giocare sul lungo periodo, le poche volte in cui sono riuscito a portare a termine qualche amichevole online, mi sono davvero divertito, ma servirebbe un sistema molto più snello e stabile.
Chi porta il pallone sceglie le squadre!
Come dicevamo il gameplay è prettamente arcade e scendendo in campo dovremo memorizzare una breve lista di comandi, per i quali consiglio caldamente di utilizzare un controller (uno della vecchia Xbox One ha funzuonato egregiamente). Tirare, passare, crossare, entrare in scivolata e correre alla massima velocità sino a quando la resistenza ci sostiene: queste sono tutte le nostre opzioni e usandole dovremo stare bene attenti al fatto che il pallone non è propriamente appiccicato ai nostri piedi, ma se cambieremo rapidamente direzione potremmo perderlo e vanificare quanto fatto sino a quel momento. Si deve prendere un po’ la mano con il sistema di gioco e indubbiamente aver giocato ai vecchi Sensible Soccer aiuta, quantomeno nel comprendere la filosofia del nuovo lavoro di Jon Hare, che non tradisce il suo passato.
Una volta fatto un passaggio o un tiro potremo dare un leggero effetto alla palla utilizzando la leva analogica del movimento e questa è la maggior variabile che fa la differenza tra un giocatore esperto e un neofita, permettendo tiri imprevedibili e passaggi in mezzo alle linee avversarie. I livelli di difficoltà disponibili, a dire la verità, non aiutano molto a tenere alta la sfida e appena si prende un po’ la mano con il gameplay si inizia a vincere anche in modalità difficile, dove più che altro si fa maggior fatica a infilare i portieri, che comunque non risultano mai troppo insuperabili. Insomma, se ho detto che il divertimento maggiore è arrivato quando sono stato in grado di trovare un compagno con cui giocare è proprio perché da solo non sono riuscito a trovare elementi in grado di darmi i giusti stimoli per andare avanti, né per quanto riguarda la difficoltà, né per l’appeal delle modalità disponibili.
A dare un po’ di pepe alle partite ci provano gli arbitri, tutti estremamente caricaturali e con personalità differenti. Alcuni troppo stanchi per fischiare decentemente, altri scrupolosi all'inverosimile, alcuni imprevedibili e via dicendo: meglio controllare chi avrà in bocca il fischietto prima di una partita per cercare di capire se potremo permetterci qualche tackle di troppo o se dovremo rigare dritti al millimetro per non finire anzitempo sotto la doccia. Ovviamente anche questo fattore va letto nell’animo arcade del gioco e ci da qualche opzione in più per le nostre partite.
Opzioni che, però, risultano incredibilmente limitate da altri punti di vista. Per prima cosa la durata delle gare è limitata a tre minuti ed è impossibile variarla, così come non si possono variare i tasti dei comandi. Potremo solo scegliere se giocare in modalità hardcore, con tutti i controlli manuali o se avvalerci di alcuni aiuti alla mira di tiri e passaggi, più una modalità abbastanza velleitaria in cui ci limiteremo ad assistere alla gara e a decidere con che tattica giocare, senza reali scelte di stampo manageriale. Dal punto vista tecnico Sociable Soccer sceglie uno stile caricaturale con i calciatori che nonostante abbiano alcuni elementi che ricordano le controparti reali, sono tutti abbastanza simili tra loro, ma era davvero difficile aspettarsi qualcosa di diverso da una produzione che non può certo vantare un budget stellare.
L'impatto visivo è adeguato e i requisiti sono alla portata di praticamente qualsiasi configurazione, ma voglio spendere ancora qualche parola riguardo alle visuali selezionabili in partita dove quella più funzionale è quella a volo d'uccello che ricalca la storica di Sensible Soccer, che si adatta perfettamente allo stile di gioco disegnato da Hare e che da il suo meglio quando punta sul classico, mentre fa fatica quando usiamo una telecamera laterale, che offre una scarsa visione di gioco (un radar sarebbe servito come il pane).
Alla fine della partita, Sociable Soccer 24 è un bel tuffo nel passato per chi ha amato Sensibile Soccer, ma l'effetto nostalgia dura poco. La mancanza di varie opzioni va a incidere sulla quality of life del giocatore e i problemi legati al matchmaking minano quella che potenzialmente è la modalità più divertente. Rimane una giocabilità immediata e piacevole, ma al giorno d'oggi è un po' poco per riuscire a spiccare sul mercato. Chiariamo, la classe non è acqua e Jon Hare continua ad avere un discreto “tocco magico” nel proporre un gameplay di base divertente, ma molto di quello che avrebbe dovuto supportarlo sembra essere rimasto negli spogliatoi.