SOCOM: Confrontation

SOCOM Confrontation
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I dubbi restano. Qualche mese fa, reduci da un test sulla beta di SOCOM: Confrontation, ultima fatica Slant Six contrassegnata dal fregio dei SEALs della US Navy (che peraltro stavolta c'entrano poco), avevamo espresso qualche dubbio sulla tenuta commerciale del prodotto finale.
Purtroppo, ora che abbiamo potuto provare il gioco nella sua versione definitiva, ci troviamo a confermare tutte le impressioni di allora, o quasi.

A partire dalle mappe, alcune inedite ma parecchie, invece, recuperate dai precedenti titoli per PS” e riadattate con texture next-gen, in genere gradevoli, ma anni luce distanti dalle meraviglie grafiche dei capolavori Infinity o Treyarch. Comprendiamo bene che l'estensione delle arene stesse, davvero gigantesche al punto da richiedere, in molti casi, un numero minimo di giocatori perché lo scontro non si trasformi in un'interminabile partita a nascondino, non permetta una texturizzazione fotorealistica di ogni decimetro quadro di muro, ma la sensazione del profano, come dello specialista, é che si sarebbe potuto fare di molto meglio. A partire dalle animazioni e dalla grafica dei protagonisti che, a volte, ci regalano indesiderate sensazioni di retrogaming.

La mappa Casbah: un classico delle partite 16 contro 16
La mappa Casbah: un classico delle partite 16 contro 16
Sfida all'OK Corral nel cortile del mercato. Ne resterà uno solo!
Sfida all'OK Corral nel cortile del mercato. Ne resterà uno solo!
Ombre ed effetti di luce sono decisamente migliorabili
Ombre ed effetti di luce sono decisamente migliorabili


Per carità, i dettagli delle ambientazioni sono abbastanza curati, non ultima la distruggibilità di edifici (alcuni) e veicoli parcheggiati, ma la sensazione di spoglio rimane, complice forse l'ampiezza e la desolazione degli scenari cui probabilmente avrebbe giovato anche una palette di colori più vivace (c'é la sensazione di guardare sempre il tutto attraverso lenti colorate e dopo un po' la cosa viene a noia).
Ad un comparto tecnico grafico un po' deludente, però, si sarebbe potuto sopperire con aspetti di gameplay che ci avessero fatto letteralmente impedito di guardarci attorno durante gli scontri, regalandoci dosi d'adrenalina degne della fama che il franchise sin qui ha saputo conquistarsi con la clientela Sony, da sempre in esclusiva (e, ci si consenta, qualche volta non del tutto meritatamente). Invece, se il sonoro merita sicuramente un plauso per l'elevata fedeltà e realismo del suono delle differenti armi e per la buona implementazione degli effetti sonori, da gustare attraverso gli altoparlanti di un buon sistema surround, quando si comincia a parlare di gameplay il titolo rischia la sufficienza in pagella peggio di uno studente ripetente delle scuole serali.

Sulla discutibilità della scelta solo multiplayer del gioco, tanto per cominciare, ci eravamo già espressi con riserva momento di valutare la beta. Se é vero che ora le connessioni internet le mettono anche nei sacchetti di patatine, é altrettanto assodato che esiste una galassia intera di giocatori che, pur apprezzando titoli competitivi come RTS, FPS e sportivi, non ha né voglia né tempo di sottoporsi al faticoso e spesso frustrante training necessario per raggiungere standard qualitativi che rendano gratificante una partita online. I server, da sempre, sono popolati da una variegata fauna di hardcore gamers perlopiù molto giovani che sembrano trascorrere l'esistenza con una sorta di connessione cyber-neurale sempre attiva, spendendo le ore che noi trascorrevamo dietro le ragazze, sui motorini o magari a giocare di ruolo attorno ad un tavolo, impegnati in interminabili sessioni di gioco online. Il risultato é il rischio di una cocente umiliazione ogni volta che un giocatore occasionale si azzarda a collegarsi per tentare una partita in rete.

Una palette di colori appena meno "gotica" avrebbe giovato.
Una palette di colori appena meno "gotica" avrebbe giovato.
Certe texture delle ambientazioni non convincono proprio.
Certe texture delle ambientazioni non convincono proprio.
Dietro quel muretto potrebbe esserci qualsiasi cosa
Dietro quel muretto potrebbe esserci qualsiasi cosa


Per quanto abituato all'umiltà, il videogiocatore medio conserva quel minimo di ego che lo spinge a sacrificare qualche scampolo del suo tempo libero per dedicarsi ad un passatempo che gli regala, in cambio, la possibilità di sentirsi un eroe, sebbene per qualche ora. Spinto da questa motivazione, spesso preferisce spararsi in santa pace una campagna single-player che gli consente, allora, di restare tutto il tempo al centro del riflettore, piuttosto che finire a recitare la parte di una ballerina di fila zoppa e ormai attempata su un server di rete.

Scegliere allora d'immolare il debutto di SOCOM sull'altare del multiplayer nudo e crudo vuol dire decidere a tavolino che il mercato dei giocatori meno assidui, ma non per questo meno interessati o propensi a spendere per un nuovo gioco, é meno interessante di quello dei giocatori hardcore (che però si fissano su un titolo, mediamente, molto più a lungo, finendo per dedicare all'acquisto di nuovi titoli un budget inferiore), veri e propri animali da server. A meno che non si sia voluto far uscire un titolo ancora incompleto, là dove lo sviluppo di una trama dello spessore di quella appena vista con COD: World at War avrebbe richiesto uno sforzo in termini di denaro e tempo di cui Slant Six sentiva di non disporre.

La fruttata é fatta, comunque, e il risultato é un gioco selettivo, con una curva d'apprendimento ripida come una rampa di Cape Canaveral, dove sui server prevalgono le partite no respawn che condannano chi gioca occasionalmente a brevissime comparsate e a lunghissimi tempi d'attesa, una volta abbattuti come gazzelle dal fucile dei cacciatori abituali. Se ci mettiamo anche il fatto che perfino lo zoccolo duro del genere RTS rischia di finire penalizzato dalla presenza di lag e altri intoppi tecnici nella connessione, che rischiano di mandare in fumo anche il più brillante dei talenti, e aggiungiamo la procedura non certo rapidissima che occorre seguire, quando ci si iscrive ad una partita online, la misura é presto colma.

Non basta un arsenale vario e realistico, implementato di tutti i più recenti ritrovati della tecnica militare, né la possibilità di personalizzare a piacimento aspetto ed equipaggiamento del nostro alter ego virtuale. Né un'impostazione del gioco che finirà per piacere a quei pochi che avranno la costanza di superare il lungo impasse dell'apprendimento, impegnandosi fino a raggiungere un livello competitivo di bravura sufficiente a non farsi spazzare via come reclute da due soldi.
Oggi come oggi, specie in un panorama affollato come l'attuale dove perfino una console che soffre un po' come la PS3 in termini di vendite si é ormai dotata di un catalogo FPS di primissimo piano, sarebbe opportuno rivolgersi ad una fascia il più possibile ampia di pubblico, con un prodotto che accontenti un po' tutti. SOCOM: Confrontation fa esattamente l'inverso, scegliendo la logica del titolo di nicchia riservato ai fan e tagliando fuori di prepotenza tutto il resto degli utenti.

Ancora una volta, la domanda sorge immediata. Sarà una scelta di mercato, di cui francamente stentiamo a scorgere la logica, oppure c'era l'urgenza di fare uscire un prodotto a marchio SOCOM per PS3 e non il tempo di mettersi a sviluppare una trama single-player decente?
A chi fosse ancora in dubbio sull'acquisto, come sempre in questi casi, suggerisco di noleggiare il gioco, farselo prestare oppure scaricare la demo e farci un giro, prima di decidere se davvero faccia per voi oppure no.

Una delle mappe più belle. Occhio a non sforacchiare qualche reperto!
Una delle mappe più belle. Occhio a non sforacchiare qualche reperto!
Trovare riparo nelle ombre, e non solo dal sole di mezzogiorno!
Trovare riparo nelle ombre, e non solo dal sole di mezzogiorno!
Sparate alle macchine e le farete saltare in aria...
Sparate alle macchine e le farete saltare in aria...


SOCOM: Confrontation
6.5

Voto

Redazione

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SOCOM: Confrontation

Fatevi due conti. SOCOM da solo costa una trentina di euro, in bundle con l'headset bluetooth una sessantina (ma si trova anche a meno). L'headset da solo sui quaranta. Viene da sé, allora, che se non aveste già l'utile accessorio, utilizzabile anche per altri giochi, chat, eccetera, conviene davvero procurarsi la versione lusso del titolo Slant Six. Il guaio, purtroppo, é che il gioco manca di verve e rischia, all'atto pratico, di rivelarsi frustrante e dissuasivo per i novizi e noioso e limitato per i veterani. La scelta degli sviluppatori di non includere una trama single player, infatti, assieme a parecchie caratteristiche del gameplay meglio dettagliate in recensione, stroncheranno sul nascere le carriere di soldati virtuali di parecchi di voi, costringendovi, se non lo aveste già fatto, a migrare su qualche titolo più accattivante e accessibile.

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