SOCOM Fireteam Bravo

di Marco Modugno
Due contro tutti. La differenza sostanziale di questo capitolo "portatile" della saga SOCOM, rispetto ai suoi tre predecessori per PS2, sta proprio nella possibilità di controllare un team di soli due operatori, contro i quattro degli altri episodi. Niente di grave, comunque. La struttura graduale della curva d'apprendimento ed il livello di sfida mai elevatissimo, se non settando la difficoltà al massimo, consentiranno a Sandman e Lonestar, nomi di battaglia dei nostri due eroi di cui solo il primo controllato direttamente dal giocatore, di trarsi senza troppi problemi d'impaccio.


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Le missioni, 14 in tutto, sono ambientate in Cile, Marocco, Sud Est asiatico e Polonia, in perfetto stile "forze speciali". Non mancheranno infiltrazioni con raccolta d'informazioni dietro le linee, assalto a basi del terrorismo, distruzione di veicoli o di magazzini di scorte, salvataggio d'ostaggi e così via. Le mappe sono davvero vaste, come mai avremmo immaginato su una console portatile, al punto da restare pienamente funzionali anche nelle gazzarre a 16 giocatori del multiplayer, senza che si percepisca mai la sensazione d'affollamento.
Lo schermo panoramico della PSP, poi, si presta particolarmente al genere FPS, consentendo di godere sempre di un campo visivo ottimale, sia che si giochi in soggettiva, sia che si preferisca "appollaiarsi" sulla spalla del nostro alter ego digitale. Un appunto è doveroso, però, nei confronti del motore grafico. Se è vero che gli esseri umani e il loro accessori sono resi graficamente in modo ineccepibile, sia in posa statica che quando si muovono, interagendo con l'ambiente, la scarsità di vegetazione e di arredi degli ambienti esplorati lascia sempre un po' addosso quella sensazione di "poligono di tiro" attenuata appena dalla presenza di sporadici civili di passaggio.

Se la grafica, che comunque si mantiene su un regime fluido di almeno 30 fps, salvo che nei momenti di maggiore concitazione, merita una tirata d'orecchie, nulla si può dire di male contro un comparto sonoro che ha del prodigioso. Il consiglio, valido per tutti i giochi PSP, è di giocare sempre in cuffia, vista la scarsità di prestazioni degli altoparlanti della console. Solo così potrete gustare l'ottimo comparto vocale, localizzato nelle lingue dei luoghi dove vi troverete, e gli ottimi effetti sonori di armi ed esplosivi, davvero realistici.
Una volta completata la campagna principale, ai giocatori solitari rimarrà comunque la possibilità di rigiocare su ciascuna mappa "sbloccata" in modalità azione istantanea, potendo scegliere tra missioni di salvataggio di ostaggi, caccia ai terroristi o sabotaggio obiettivi.
Molto meglio farebbe, chi si è sobbarcato della spesa per acquistare il gioco, ad un prezzo appena superiore al normale, vista l'inclusione delle cuffie speciali nella confezione, a sperimentare, in modalità wireless o online, qualcuna delle molte opzioni di gioco offerte dal comparto multiplayer del titolo Zipper.


Deathmatch, salvataggio ostaggi, demolizione, caccia libera e perfino una variante del deathmatch nella quale potrete essere curati dai vostri compagni di squadra vi appassioneranno per settimane intere, rubando la scena perfino all'inflazionatissimo FIFA. Il merito va anche all'ottima implementazione del sistema di comunicazione vocale ingame, che trasforma la PSP in una ricetrasmittente via Internet affidabile ed efficiente, aprendo ben più di uno spiraglio sulle future possibilità multimediali della piccola console.
Il gameplay, mantiene sempre un ritmo eccellente, consentendo al giocatore di farsi le ossa un po' alla volta prima d'infilarlo in situazioni davvero spinose. L'assenza di un secondo pad analogico per mirare è compensata da un sistema di blocco automatico del bersaglio che, comunque, non facilita più di tanto la vostra mira. Soprattutto se pretendete di sparare in corsa, magari da una grande distanza. L'accuratezza del vostro fuoco, infatti, si basa sulla vostra posizione, in piedi, accucciato o prono, sulla lontananza dal bersaglio e, ovviamente, sul tipo dell'arma (ne esiste un assortimento più che congruo, oltre alla possibilità di raccogliere quelle dei nemici uccisi).

I tasti della PSP bastano appena a contenere i numerosi comandi di gioco, essenziali, tra le altre cose, per impartire ordini al vostro inseparabile gregario Lonestar. La cosa, specialmente all'inizio, può ingenerare qualche confusione, ma si finisce presto per farci l'abitudine, specie se non ci si sta cimentando, nello stesso periodo di tempo, anche con un altro sparatutto dall'impostazione completamente differente.
Missione compiuta Fireteam Bravo, insomma! Il nuovo capitolo della saga conferma ancora una volta la solidità del brand, conquistandosi un meritato primato negli FPS da console portatile. Cercavate uno shooter da portarvi in vacanza, che si tratti di mare o di monti non importa? L'avete trovato.