SOMA
di
Dopo Penumbra e Amnesia, gli svedesi di Frictional Games sembra che ci abbiano preso gusto e continuano a cercare modi sempre più efficaci per farci passare lunghe nottate insonni. SOMA é infatti un nuovo titolo horror in prima persona, dalla grande atmosfera, dove non potremo affrontare i nostri nemici a viso aperto, ma nasconderci e sfuggir loro da sotto il naso. SOMA é anche molto di più, però, il simbolo evidente della maturazione di questo gruppo di talentuosi sviluppatori. Uscito su PS4 e Steam il 21 Settembre, l'abbiamo provato per voi. Con una decina di ore di gameplay sulle spalle e dopo diversi cambi di mutande, permetteteci di raccontarvi perché SOMA deve entrare nella vostra lista della spesa.
Un brutto incubo sveglia di soprassalto il nostro protagonista, Simon Jarret. Il giocatore vive l'intera avventura attraverso i suoi occhi, non lo vedrete mai in faccia se non riflesso in qualche specchio. Vi ritroverete nel suo appartamento, un setting ideale per prendere confidenza coi controlli, del tutto simili a quanto visto in Amnesia.
Ci si muove come in un classico titolo in prima persona, e col trigger destro sarà possibile interagire, toccare, afferrare e sollevare moltissimi oggetti nello scenario. Proprio attraverso questa semplice meccanica, l'utente si sente immerso nel mondo di gioco, che offre moltissimi indizi e pezzi da mettere assieme, al fine di ricostruire la trama ed il background narrativo, a tratti lineare e predefinito, altre volte puramente opzionale.
E proprio nella casa di Simon possiamo osservare da vicino delle foto, documenti, leggere qualche e-mail e capire così che lo attende un importante esame quel giorno, una scansione cerebrale. Sembra che il nostro protagonista sia rimasto vittima di un brutto incidente, insieme ad una donna al momento ancora in ospedale.
Lo conduciamo così presso lo studio dove l'attende questa misteriosa procedura. Seguendo le indicazioni del dottore, ci sediamo ed un casco che sembra fatto apposta per proiettarci in una realtà virtuale. Schermata nera ed il nostro protagonista si risveglia in un altro posto.
Come ci siamo finiti in questa specie di stazione sottomarina, apparentemente abbandonata sarà parte del nostro obiettivo. SOMA si sviluppa così attraverso fasi esplorative, raccontando una storia di fantascienza affascinante e davvero ben scritta. Non vi raccontiamo nulla per evitare antipatici spoiler, ma i temi che Frictional Games ha scelto di toccare sono molto maturi e davvero interessanti. SOMA é un gioco horror, e vi farà fare più di un salto sulla sedia. Il suo modo di terrorizzare il giocatore é però subdolo, non ricorre a banali "jump scare", o comunque lo fa di rado.
Punta piuttosto a creare tensione, un'ansia costante. E genera orrore nell'utente anche attraverso le tematiche narrative, facendoci riflettere su cosa significhi realmente essere umani, cos'é la vita e cosa distingue la nostra coscienza da quella di un'intelligenza artificiale. Subito all'inizio del gioco, esplorando la stazione, incontreremo un robot coricato a terra, che si muove a stento. Non é neanche lontanamente umanoide, ma parla, e compone frasi difficili da comprendere.
Simon cerca di comunicare, "mi senti? che succede?", gli chiede. Sembra sofferente, e ha come dei tubi che gli escono dal corpo metallico e lo connettono ad una console. Noi dobbiamo accedere a questa e per questo scolleghiamo il primo, ignari delle conseguenze. Il robot, infatti, si lamenta, come se gli avessimo fatto del male, "no, non farlo!". Esitiamo, quindi, ma il secondo tubo ci blocca il passaggio e noi dobbiamo andare avanti per scoprire cosa sta accadendo, per sopravvivere. E così estraiamo anche quello: "Mi serve!", urla il robot, "Perché? Stavo bene... Ero felice..." e si spegne. Stiamo giocando da un'oretta circa e già abbiamo creato empatia per una creatura virtuale, che ha a malapena spiccicato due parole, mettendo in discussione le nostre azioni. Un risultato non da tutti e questo esempio é solo il primo di molti.
Il gameplay non si discosta molto da quanto sperimentato in passato dai ragazzi di Frictional Games. Avanzeremo esplorando le ampie ambientazioni di gioco, interagendo con vari oggetti.
Ma tendenzialmente quello che dovremo fare é raccogliere informazioni e risolvere enigmi più o meno semplici. Non ci sono combattimenti, ma le creature nemiche sono ora maggiormente diversificate, così che potremo approfittare delle loro debolezze in modo da sopravvivere ad eventuali sfortunati incontri. L'esempio lampante é un mostro che non é in grado di percepire la nostra presenza a meno di guardarlo. Se distogliete lo sguardo, non vi noterà e continuerà ad emettere versi disturbanti e a girovagare alla cieca. Inquietante. Frictional Games ha compiuto anche una scelta coraggiosa ma davvero riuscita. Se verremo trovati dal nemico, questo ci attaccherà senza alcuna pietà, ma non moriremo all'istante.
Ci ritroveremo in un'altra zona della mappa col mostro un po' lontano, così da poter recuperare il fiato e studiare una via d'uscita o un approccio alternativo, zoppicando. Non avremo una terza possibilità, però, un nuovo scontro sarà infatti fatale. Questo sembra una semplificazione, ma in realtà mantiene la tensione più alta, eliminando di fatto il classico trial and error. E' quasi come giocare con una sola vita e tenerla salva fino alla fine.
La giocabilità si fonde alla perfezione con la narrazione, un esempio lampante é rappresentato dalle strane protuberanze che serviranno a rimettersi dalle ferite.
Queste risucchiano il braccio di Simon, che sviluppa una sorta di dipendenza, così che non potremo farne a meno se vorremo curare le ferite, ma al contempo abusarne ci darà la sensazione di trasformarci in tossico dipendenti. Un'ulteriore sfumatura che si aggiunge ad un prodotto stratificato.
La maturazione raggiunta da Frictional Games si nota anche nel comparto tecnico di SOMA, che é davvero un piacere da guardare ed esplorare. Non si prodiga in effetti grafici mai visti, ma sa fare il suo dovere, soprattutto giocando con un ottimo sistema di illuminazione. Il design dei livelli é a sua volta molto ben studiato ed attraverso profondità di campo, sfocature ed effetti vari, il titolo riesce ad essere attuale nonostante le origini indie. Il tutto scorre a 60 frame per secondo, per 1080p di risoluzione.Ma é il sonoro l'aspetto su cui si sono concentrate maggiormente le attenzioni degli sviluppatori, elemento indispensabile per creare l'atmosfera e la tensione giusta. Musiche e soprattutto effetti sono praticamente perfetti in ogni occasione, abbassate le luci e mettetevi un bel paio di cuffie.
Un brusco risveglio
Un brutto incubo sveglia di soprassalto il nostro protagonista, Simon Jarret. Il giocatore vive l'intera avventura attraverso i suoi occhi, non lo vedrete mai in faccia se non riflesso in qualche specchio. Vi ritroverete nel suo appartamento, un setting ideale per prendere confidenza coi controlli, del tutto simili a quanto visto in Amnesia.
Ci si muove come in un classico titolo in prima persona, e col trigger destro sarà possibile interagire, toccare, afferrare e sollevare moltissimi oggetti nello scenario. Proprio attraverso questa semplice meccanica, l'utente si sente immerso nel mondo di gioco, che offre moltissimi indizi e pezzi da mettere assieme, al fine di ricostruire la trama ed il background narrativo, a tratti lineare e predefinito, altre volte puramente opzionale.
La trama tocca temi profondi ed affascinanti come i migliori prodotti di fantascienza.
E proprio nella casa di Simon possiamo osservare da vicino delle foto, documenti, leggere qualche e-mail e capire così che lo attende un importante esame quel giorno, una scansione cerebrale. Sembra che il nostro protagonista sia rimasto vittima di un brutto incidente, insieme ad una donna al momento ancora in ospedale.
Lo conduciamo così presso lo studio dove l'attende questa misteriosa procedura. Seguendo le indicazioni del dottore, ci sediamo ed un casco che sembra fatto apposta per proiettarci in una realtà virtuale. Schermata nera ed il nostro protagonista si risveglia in un altro posto.
Come ci siamo finiti in questa specie di stazione sottomarina, apparentemente abbandonata sarà parte del nostro obiettivo. SOMA si sviluppa così attraverso fasi esplorative, raccontando una storia di fantascienza affascinante e davvero ben scritta. Non vi raccontiamo nulla per evitare antipatici spoiler, ma i temi che Frictional Games ha scelto di toccare sono molto maturi e davvero interessanti. SOMA é un gioco horror, e vi farà fare più di un salto sulla sedia. Il suo modo di terrorizzare il giocatore é però subdolo, non ricorre a banali "jump scare", o comunque lo fa di rado.
Punta piuttosto a creare tensione, un'ansia costante. E genera orrore nell'utente anche attraverso le tematiche narrative, facendoci riflettere su cosa significhi realmente essere umani, cos'é la vita e cosa distingue la nostra coscienza da quella di un'intelligenza artificiale. Subito all'inizio del gioco, esplorando la stazione, incontreremo un robot coricato a terra, che si muove a stento. Non é neanche lontanamente umanoide, ma parla, e compone frasi difficili da comprendere.
Simon cerca di comunicare, "mi senti? che succede?", gli chiede. Sembra sofferente, e ha come dei tubi che gli escono dal corpo metallico e lo connettono ad una console. Noi dobbiamo accedere a questa e per questo scolleghiamo il primo, ignari delle conseguenze. Il robot, infatti, si lamenta, come se gli avessimo fatto del male, "no, non farlo!". Esitiamo, quindi, ma il secondo tubo ci blocca il passaggio e noi dobbiamo andare avanti per scoprire cosa sta accadendo, per sopravvivere. E così estraiamo anche quello: "Mi serve!", urla il robot, "Perché? Stavo bene... Ero felice..." e si spegne. Stiamo giocando da un'oretta circa e già abbiamo creato empatia per una creatura virtuale, che ha a malapena spiccicato due parole, mettendo in discussione le nostre azioni. Un risultato non da tutti e questo esempio é solo il primo di molti.
Gameplay ad alta tensione
Il gameplay non si discosta molto da quanto sperimentato in passato dai ragazzi di Frictional Games. Avanzeremo esplorando le ampie ambientazioni di gioco, interagendo con vari oggetti.
SOMA crea una grande tensione senza ricorrere a trucchetti da horror di serie B
Ma tendenzialmente quello che dovremo fare é raccogliere informazioni e risolvere enigmi più o meno semplici. Non ci sono combattimenti, ma le creature nemiche sono ora maggiormente diversificate, così che potremo approfittare delle loro debolezze in modo da sopravvivere ad eventuali sfortunati incontri. L'esempio lampante é un mostro che non é in grado di percepire la nostra presenza a meno di guardarlo. Se distogliete lo sguardo, non vi noterà e continuerà ad emettere versi disturbanti e a girovagare alla cieca. Inquietante. Frictional Games ha compiuto anche una scelta coraggiosa ma davvero riuscita. Se verremo trovati dal nemico, questo ci attaccherà senza alcuna pietà, ma non moriremo all'istante.
Ci ritroveremo in un'altra zona della mappa col mostro un po' lontano, così da poter recuperare il fiato e studiare una via d'uscita o un approccio alternativo, zoppicando. Non avremo una terza possibilità, però, un nuovo scontro sarà infatti fatale. Questo sembra una semplificazione, ma in realtà mantiene la tensione più alta, eliminando di fatto il classico trial and error. E' quasi come giocare con una sola vita e tenerla salva fino alla fine.
La giocabilità si fonde alla perfezione con la narrazione, un esempio lampante é rappresentato dalle strane protuberanze che serviranno a rimettersi dalle ferite.
Queste risucchiano il braccio di Simon, che sviluppa una sorta di dipendenza, così che non potremo farne a meno se vorremo curare le ferite, ma al contempo abusarne ci darà la sensazione di trasformarci in tossico dipendenti. Un'ulteriore sfumatura che si aggiunge ad un prodotto stratificato.
Suoni che spaventano
La maturazione raggiunta da Frictional Games si nota anche nel comparto tecnico di SOMA, che é davvero un piacere da guardare ed esplorare. Non si prodiga in effetti grafici mai visti, ma sa fare il suo dovere, soprattutto giocando con un ottimo sistema di illuminazione. Il design dei livelli é a sua volta molto ben studiato ed attraverso profondità di campo, sfocature ed effetti vari, il titolo riesce ad essere attuale nonostante le origini indie. Il tutto scorre a 60 frame per secondo, per 1080p di risoluzione.Ma é il sonoro l'aspetto su cui si sono concentrate maggiormente le attenzioni degli sviluppatori, elemento indispensabile per creare l'atmosfera e la tensione giusta. Musiche e soprattutto effetti sono praticamente perfetti in ogni occasione, abbassate le luci e mettetevi un bel paio di cuffie.