SONIC ADVENTURE
di
Redazione Gamesurf
Non é finita: un Chao adulto può "accoppiarsi" (piuttosto platonicamente) con un altro Chao per dare vita ad una ennesima, differente razza. La quantità di differenti Chao ottenibili con le varie combinazioni é altissima, senza contare le decine di trasformazioni segrete (ottenibili facendo seguire al Chao particolari diete) e alcune specie particolari di Chao che possono nascere da uova argentate, dorate o nere
UNA QUESTIONE DI EMBLEMI
La percentuale di "completamento" di Sonic Adventure é quantizzabile nel numero di "emblemi" che sono stati raccolti durante l'avventura. Tali emblemi rappresentano una specie di "medaglia" elargita in seguito a particolari azioni, come il terminamento di un livello o la sconfitta di un boss. Ma seguendo queste semplici indicazioni non é possibile ottenere che una minima parte dei centotrenta emblemi presenti in Sonic Adventure: per accaparrarseli tutti é invece necessario compiere tutta una serie di operazioni che potrebbero richiedere mesi e mesi di gioco. Ad esempio, ciascun Action Stage può venire superato in tre differenti modi, di difficoltà crescente, ciascuno dei quali elargisce un singolo emblema: alcuni livelli presentano sfide così difficili (ma mai impossibili) da richiedere ore e ore di tentativi prima di poter mettere le mani sull'agognato emblema
Altri modi per ricevere gli emblemi sono legati alla minuziosa esplorazione degli Adventure Field (alcuni sono stati celati in luoghi veramente impensabili), alla vittoria nei vari eventi proposti nella modalità Trial e persino al corretto allevamento dei Chao. Tali creaturine infatti possono essere iscritte in apposite competizioni sportive che richiederanno notevole allenamento e prestanza fisica per essere superate con successo, conquistando il gradino più alto sul podio. Sebbene non strettamente correlata alla scoperta di caratteristiche segrete del gioco, la raccolta degli emblemi rappresenta una sfida duratura e stimolante, da cui i giocatori rimasti rapiti da Sonic Adventure non riescono proprio a dire di no
UNA QUESTIONE DI EMBLEMI
La percentuale di "completamento" di Sonic Adventure é quantizzabile nel numero di "emblemi" che sono stati raccolti durante l'avventura. Tali emblemi rappresentano una specie di "medaglia" elargita in seguito a particolari azioni, come il terminamento di un livello o la sconfitta di un boss. Ma seguendo queste semplici indicazioni non é possibile ottenere che una minima parte dei centotrenta emblemi presenti in Sonic Adventure: per accaparrarseli tutti é invece necessario compiere tutta una serie di operazioni che potrebbero richiedere mesi e mesi di gioco. Ad esempio, ciascun Action Stage può venire superato in tre differenti modi, di difficoltà crescente, ciascuno dei quali elargisce un singolo emblema: alcuni livelli presentano sfide così difficili (ma mai impossibili) da richiedere ore e ore di tentativi prima di poter mettere le mani sull'agognato emblema
Altri modi per ricevere gli emblemi sono legati alla minuziosa esplorazione degli Adventure Field (alcuni sono stati celati in luoghi veramente impensabili), alla vittoria nei vari eventi proposti nella modalità Trial e persino al corretto allevamento dei Chao. Tali creaturine infatti possono essere iscritte in apposite competizioni sportive che richiederanno notevole allenamento e prestanza fisica per essere superate con successo, conquistando il gradino più alto sul podio. Sebbene non strettamente correlata alla scoperta di caratteristiche segrete del gioco, la raccolta degli emblemi rappresenta una sfida duratura e stimolante, da cui i giocatori rimasti rapiti da Sonic Adventure non riescono proprio a dire di no
SONIC ADVENTURE
SONIC ADVENTURE
Anche valutandolo a oltre due anni dalla sua uscita, Sonic Adventure rimane uno dei migliori giochi mai prodotti per Dreamcast e uno dei videogame più vari, singolari e completi apparsi sul mercato negli ultimi anni. Di certo non privo di difetti, e sotto certi aspetti troppo semplice, il gioco del Sonic Team risulta pur sempre un'esperienza indimenticabile per gli amanti dei platform game e dei giochi d'azione, che rimarranno rapiti dalle avventure offerte da Sonic Adventure. Insomma, se possedete un Dreamcast e non avete ancora questo gioco il consiglio è quello di procurarsene una copia e goderselo fino al nocciolo. Difficilmente ne rimarrete delusi.
SECONDO COMMENTO
"Adventure". Il titolo è già parziale indizio di quello che troverete nell'incarnazione a 128 bit del mitico porcospino blu. Avventura perchè il passaggio attraverso le tre dimensioni ha inevitabilmente sacrificato parte dell'incessante freneticità che ha contraddistinto i precedenti titoli bidimensionali. Intendiamoci, questo non vuol assolutamente dire che il capolavoro Sega sia un Mario 64 antropomorfo: giocare a Sonic significa ancora sfrecciare alla velocità del suono, schizzare da una piattaforma all'altra e "pensare veloce". La sensazione di vivere una vita ai 200 Km/h è resa ancor più convincete dall'incredibile realizzazione tecnica che il Sonic Team ha saputo ottenere: fluidità praticamente incrollabile, texture eccellenti e colori vividi ricoprono livelli, a tratti molto lunghi, appositamente strutturati per lasciare il giocatore a bocca aperta fra un'evoluzione volante e l'altra. Peccato per alcuni problemi, piuttosto marcati invero, nella gestione delle telecamere di gioco... che però non possono intaccare un capolavoro che, anche grazie ad alcune trovate, come l'allevamento dei Chao, può contare su una longevità di tutto rispetto.
A oltre due anni e mezzo di distanza dalla sua uscita, Sonic Adventure si conferma indiscutibile capolavoro dell'industria videoludica moderna, sfoggiando un impatto grafico ancora al passo coi tempi, dove tuttora insuperato, e portando con se il dolce odore dei ricordi.
Andrea Focacci
TERZO COMMENTO
Il calendario segna 19 giugno 2000 nel momento in cui scrivo queste righe, a sottolineare che l'età dei proclami e delle grida sensazionalistiche, per il Dreamcast, è definitivamente passata. Eppure qualcosa di grande e significativo la "console sfortunata" è riuscita a presentarlo, partendo proprio dal qui presente Sonic Adventure. Un gioco di Sonic come non si vedeva da tanti, troppi anni, un platform 3D ancora ubriacante e ancora una volta diverso dal rivale di sempre, Mario. Sonic Adventure rappresenta effettivamente l'essenza del porcospino blu, trasportata in un piccolo universo di texture e poligoni, che si apre davanti al giocatore nel momento in cui viene premuto il pulsante Start. Grafica spettacolare, velocissima e quasi abbagliante, giocabilità da primato anche per merito dei numerosi personaggi (e delle relative avventure) disponibili, sonoro che vale l'acquisto della soundtrack originale dedicata. Sarebbe facile, per i più critici, bollare Sonic Adventure come un remake degli episodi a 16 bit, ma sarebbe anche ingeneroso e ingiusto, viste le tantissime possibilità offerte dal titolo Sonic Team, partendo dalle semplici corse mozzafiato sui palazzi di Station Square per arrivare al sottogioco A-Life. Se possedete un Dreamcast e non avete ancora acquistato questo titolo, sappiate che non solo vi siete persi uno dei migliori platform 3D degli ultimi anni, ma avete fatto un vero e proprio torto alla vostra "autostima" di videogiocatori.
Alessandro Martini
SECONDO COMMENTO
"Adventure". Il titolo è già parziale indizio di quello che troverete nell'incarnazione a 128 bit del mitico porcospino blu. Avventura perchè il passaggio attraverso le tre dimensioni ha inevitabilmente sacrificato parte dell'incessante freneticità che ha contraddistinto i precedenti titoli bidimensionali. Intendiamoci, questo non vuol assolutamente dire che il capolavoro Sega sia un Mario 64 antropomorfo: giocare a Sonic significa ancora sfrecciare alla velocità del suono, schizzare da una piattaforma all'altra e "pensare veloce". La sensazione di vivere una vita ai 200 Km/h è resa ancor più convincete dall'incredibile realizzazione tecnica che il Sonic Team ha saputo ottenere: fluidità praticamente incrollabile, texture eccellenti e colori vividi ricoprono livelli, a tratti molto lunghi, appositamente strutturati per lasciare il giocatore a bocca aperta fra un'evoluzione volante e l'altra. Peccato per alcuni problemi, piuttosto marcati invero, nella gestione delle telecamere di gioco... che però non possono intaccare un capolavoro che, anche grazie ad alcune trovate, come l'allevamento dei Chao, può contare su una longevità di tutto rispetto.
A oltre due anni e mezzo di distanza dalla sua uscita, Sonic Adventure si conferma indiscutibile capolavoro dell'industria videoludica moderna, sfoggiando un impatto grafico ancora al passo coi tempi, dove tuttora insuperato, e portando con se il dolce odore dei ricordi.
Andrea Focacci
TERZO COMMENTO
Il calendario segna 19 giugno 2000 nel momento in cui scrivo queste righe, a sottolineare che l'età dei proclami e delle grida sensazionalistiche, per il Dreamcast, è definitivamente passata. Eppure qualcosa di grande e significativo la "console sfortunata" è riuscita a presentarlo, partendo proprio dal qui presente Sonic Adventure. Un gioco di Sonic come non si vedeva da tanti, troppi anni, un platform 3D ancora ubriacante e ancora una volta diverso dal rivale di sempre, Mario. Sonic Adventure rappresenta effettivamente l'essenza del porcospino blu, trasportata in un piccolo universo di texture e poligoni, che si apre davanti al giocatore nel momento in cui viene premuto il pulsante Start. Grafica spettacolare, velocissima e quasi abbagliante, giocabilità da primato anche per merito dei numerosi personaggi (e delle relative avventure) disponibili, sonoro che vale l'acquisto della soundtrack originale dedicata. Sarebbe facile, per i più critici, bollare Sonic Adventure come un remake degli episodi a 16 bit, ma sarebbe anche ingeneroso e ingiusto, viste le tantissime possibilità offerte dal titolo Sonic Team, partendo dalle semplici corse mozzafiato sui palazzi di Station Square per arrivare al sottogioco A-Life. Se possedete un Dreamcast e non avete ancora acquistato questo titolo, sappiate che non solo vi siete persi uno dei migliori platform 3D degli ultimi anni, ma avete fatto un vero e proprio torto alla vostra "autostima" di videogiocatori.
Alessandro Martini