SONIC ADVENTURE

SONIC ADVENTURE
di
DUE ANNI E NON SENTIRLI
Vedere Sonic Adventure oggi a due anni e mezzo di distanza dalla sua uscita (5 dicembre 1998 in Giappone) fa ancora un buon effetto. La grafica del gioco é infatti tuttora un piccolo gioiellino, veloce e definita come pochi altri giochi del genere. Certo, i vari difetti grafici denunciati ai tempi dell'uscita, come problemi di pop-up, di collisione dei poligoni, di gestione delle inquadrature (la telecamera a volte é un po' folle) e persino alcuni piccoli bug non fanno molto piacere, ma anche tenendoli in seria considerazione non si può non rimanere stupiti nel constatare come un videogame di una certa età come Sonic Adventure possa ancora oggi dire la sua a testa alta
SONIC ADVENTURE
Final Egg, c'è bisogno di aggiungere altro?

I veri problemi a livello di gameplay sono invece riscontrabili in un certo sbilanciamento nella difficoltà stessa del gioco, che in certi frangenti risulta calibrata molto male. Sebbene infatti i vari stage siano piuttosto ben concatenati su una scala di difficoltà crescente, é invece difficile trovare passaggi eccessivamente difficili o impegnativi (salvo un paio di livelli parecchio ostici, come il già citato Sky Deck). In particolare gli scontri con i boss di fine livello si rivelano nella stragrande maggioranza dei casi veramente troppo semplici, perdendo in qualche modo di significato. La giocabilità di Sonic Adventure dunque non é certamente perfetta, ma si attesta pur sempre su livelli molto alti grazie alla sua carta più importante: la varietà. E' davvero difficile annoiarsi nella marea di differenti cose da fare offerte dal gioco, almeno per quanto riguarda le prime settimane, e anche dopo aver finito e rifinito più volte l'avventura viene di tanto in tanto voglia di riprendere Sonic Adventure per ripetere qualche livello o dilettarsi con chissà quale evento speciale
Una lode particolare va rivolta al sonoro del gioco, di primissima qualità e comprendente alcune musiche molto belle, effetti speciali simpaticissimi (con menzione particolare per quanto riguarda i teneri Chao) e un doppiaggio dei personaggi (unicamente in inglese) davvero particolare, sebbene leggermente rovinato dalla scelta di un paio di voci non eccessivamente azzeccate (si, sto parlando di Tails...). Il confezionamento generale del gioco risulta dunque di elevata qualità, e non tradisce lo stile inconfondibile che il Sonic Team sa infondere in ogni sua produzione, e che é lecito aspettarsi anche nel prossimissimo Sonic Adventure 2, in arrivo il 23 giugno
SONIC ADVENTURE
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SONIC ADVENTURE

Anche valutandolo a oltre due anni dalla sua uscita, Sonic Adventure rimane uno dei migliori giochi mai prodotti per Dreamcast e uno dei videogame più vari, singolari e completi apparsi sul mercato negli ultimi anni. Di certo non privo di difetti, e sotto certi aspetti troppo semplice, il gioco del Sonic Team risulta pur sempre un'esperienza indimenticabile per gli amanti dei platform game e dei giochi d'azione, che rimarranno rapiti dalle avventure offerte da Sonic Adventure. Insomma, se possedete un Dreamcast e non avete ancora questo gioco il consiglio è quello di procurarsene una copia e goderselo fino al nocciolo. Difficilmente ne rimarrete delusi.

SECONDO COMMENTO
"Adventure". Il titolo è già parziale indizio di quello che troverete nell'incarnazione a 128 bit del mitico porcospino blu. Avventura perchè il passaggio attraverso le tre dimensioni ha inevitabilmente sacrificato parte dell'incessante freneticità che ha contraddistinto i precedenti titoli bidimensionali. Intendiamoci, questo non vuol assolutamente dire che il capolavoro Sega sia un Mario 64 antropomorfo: giocare a Sonic significa ancora sfrecciare alla velocità del suono, schizzare da una piattaforma all'altra e "pensare veloce". La sensazione di vivere una vita ai 200 Km/h è resa ancor più convincete dall'incredibile realizzazione tecnica che il Sonic Team ha saputo ottenere: fluidità praticamente incrollabile, texture eccellenti e colori vividi ricoprono livelli, a tratti molto lunghi, appositamente strutturati per lasciare il giocatore a bocca aperta fra un'evoluzione volante e l'altra. Peccato per alcuni problemi, piuttosto marcati invero, nella gestione delle telecamere di gioco... che però non possono intaccare un capolavoro che, anche grazie ad alcune trovate, come l'allevamento dei Chao, può contare su una longevità di tutto rispetto.
A oltre due anni e mezzo di distanza dalla sua uscita, Sonic Adventure si conferma indiscutibile capolavoro dell'industria videoludica moderna, sfoggiando un impatto grafico ancora al passo coi tempi, dove tuttora insuperato, e portando con se il dolce odore dei ricordi.

Andrea Focacci

TERZO COMMENTO
Il calendario segna 19 giugno 2000 nel momento in cui scrivo queste righe, a sottolineare che l'età dei proclami e delle grida sensazionalistiche, per il Dreamcast, è definitivamente passata. Eppure qualcosa di grande e significativo la "console sfortunata" è riuscita a presentarlo, partendo proprio dal qui presente Sonic Adventure. Un gioco di Sonic come non si vedeva da tanti, troppi anni, un platform 3D ancora ubriacante e ancora una volta diverso dal rivale di sempre, Mario. Sonic Adventure rappresenta effettivamente l'essenza del porcospino blu, trasportata in un piccolo universo di texture e poligoni, che si apre davanti al giocatore nel momento in cui viene premuto il pulsante Start. Grafica spettacolare, velocissima e quasi abbagliante, giocabilità da primato anche per merito dei numerosi personaggi (e delle relative avventure) disponibili, sonoro che vale l'acquisto della soundtrack originale dedicata. Sarebbe facile, per i più critici, bollare Sonic Adventure come un remake degli episodi a 16 bit, ma sarebbe anche ingeneroso e ingiusto, viste le tantissime possibilità offerte dal titolo Sonic Team, partendo dalle semplici corse mozzafiato sui palazzi di Station Square per arrivare al sottogioco A-Life. Se possedete un Dreamcast e non avete ancora acquistato questo titolo, sappiate che non solo vi siete persi uno dei migliori platform 3D degli ultimi anni, ma avete fatto un vero e proprio torto alla vostra "autostima" di videogiocatori.

Alessandro Martini