Sonic Heroes
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Tutto è racchiuso in quegli istanti in cui il porcospino sfreccia a velocità supersoniche, lasciando una scia blu dietro di se mentre gli stage, dalla fisionomia quasi visionaria, si stagliano davanti a lui assecondando la sua voglia di rapidità. Rampe, giri della morte, grind e salti nel vuoto danno modo alla telecamera, abile a seguire tutte le acrobazie e le evoluzioni dei nostri veloci beniamini grazie ad abili virtuosismi, di immortalare il fantastico mondo messo in scena dai programmatori. E per quanto la moda sia oramai quella di mixare generi, unirli e coniarne di nuovi, la sua essenza sta nella velocità. Velocità pura. Il suo io più profondo è il marchio che dietro ogni minimo dettaglio cela una piccola perla di bravura, riconducibile all'ormai sempre meno riconoscibile Sega. La Sega delle brutte situazioni economiche, la Sega degli insuccessi commerciali, la Sega del "se non puoi batterti unisciti a loro" (anzi, forniscigli le armi) ma la Sega, è doveroso dirlo, dei bei giochi.
L'ampiezza dell'accezione assunta può essere motivata da qualsiasi giocatore navigato, difficilmente qualcuno potrebbe scalfire questa affermazione. E' appunto lo stile Sega che si nota dal primo minuto: essenziale ed elegante come per un coin-op nella facciata, nasconde un gameplay che non fa scalpore in quanto a spessore, quanto a vero divertimento, capace di regalarne a fiumi. Non fa scalpore nemmeno in quanto a longevità, ma il sapore è quello di un gioco atipico, il dolce aroma che solo certe software house riescono a imprimere ai propri prodotti. La mascotte Sega, voluta dal presidente Hayao Nakayama e presentata all'edizione invernale del Computer Electronics Show del 1990, a quasi 13 anni dalla sua prima apparizione in-game (1991 - Sonic the Hedgehog) è ancora capace di mostrare un gameplay fresco e innovativo, rinverdito col passare dei tempi da miriade di trovate atte a rallentare il suo invecchiamento.
Stavolta il Sonic Team toglie fuori dal cilindro una struttura di gioco abilmente innovata, con la presenza di quattro squadre (Team Sonic, Team Dark, Team Rose, Team Chaotix), ognuna delle quali composta da tre personaggi raffiguranti un colore: blu, rosso e giallo. A ognuno di questi colori, che rappresentano rispettivamente speed, power e fly, è abbinato un beniamino del team. Nel caso del Sonic Team è quanto mai ovvio di come a Sonic sia demandato il compito di schizzare a folli velocità, a Knuckles di usare la forza bruta quando richiesta e a Tails di raggiungere in volo zone altrimenti proibitive. E' proprio tale aspetto che costituisce il punto di forza del titolo Sonic Team, ovvero la giusta alternanza di personaggi, da usare nel modo giusto al momento giusto. Negli stage sarete infatti chiamati a utilizzare un singolo personaggio alla volta, mentre i restanti due vi seguiranno come segugi, ma non solo. Innanzitutto potrete cambiare in qualsiasi momento il personaggio principale, in secondo luogo potrete attaccare i nemici grazie all'aiuto dei due rimanenti, utili anche in altre circostanze seppur non direttamente controllati. Appare così tutta l'importanza del concetto di team, dove la sapiente alternanza dell'heroes, sarà fondamentale per il prosieguo dell'avventura.
Ma l'alternanza non è sempre doverosa, con personaggi la cui utilità a volte rimane potenziale, constatato che alcune sezioni possono essere superate in più modi, e con personaggi differenti. Deriva da questo il conseguente maggiore utilizzo di alcuni, il minore di altri. I cancelli colorati che troverete lungo il cammino hanno la funzione di switchare automaticamente il leader in base alla situazione, con la controindicazione di facilitarci troppo la vita, ancora di più se si pensa alle numerose indicazioni che ci esplicitano palesemente il personaggio da utilizzare nelle situazioni più ostiche. A parte queste piccole facilitazioni concesse al giocatore, va detto che la possibilità di risolvere le situazioni in più modi, riesce a differenziare maggiormente il gameplay, dove però alcune piccole magagne si sarebbero potute evitare. Saltato a piè pari il discorso supermosse (Team Blast, attacco completo del team) che ricordano in quanto a cattivo spettacolo i film di Austin Powers, e più che simpatia suscitano demenzialità, arriviamo subito al dunque.