Sonic Lost World
di
Roberto Vicario
Parlare di un personaggio come quello di Sonic é un argomento complicato per più di un motivo. La mascotte principale di casa Sega, da diversi anni ormai, sembra aver perso una sua precisa identità. Nonostante il promettente sbarco del porcospino blu nel mondo del 3D con quel capolavo assoluto di Sonic Adventures datato 1998 (con relativo seguito), gli sviluppatori del Sonic Team hanno perso brillantezza e innovazione, sfornando capitoli che pur provando differenti approcci e stili di gioco, hanno vissuto di tremendi alti e bassi - più i primi che i secondi -, con giochi non sempre apprezzati dai fan, ancora alla ricerca di un prodotto in grado di rendere onore ai gloriosi capitoli dell'era 16 bit o dei due capitoli per Dreamcast.
Con l'arrivo di questo Sonic: Lost World, Sega, tenta ancora una volta un differente approccio rispetto a quello visto in Sonic Generations e, neanche troppo velatamente, prova a strizzare l'occhio ad un vero e proprio pilastro recente dell'universo platform: Mario Galaxy.
Che piacere giocare con questo porcospino
Diciamolo senza remore, perché la cosa più importante é sicuramente l'onestà nei confronti dei nostri lettori. Sonic: Lost World é un titolo tutt'altro che perfetto, lontano da quello che WiiU é stata in grado di offrire con platform decisamente più convincenti come il recente Rayman: Legends, giusto per citarne uno. Tuttavia, paddone alla mano, non abbiamo potuto fare a meno di notare come la strada intrapresa dal Sonic Team sia quella giusta, e pur ricadendo ancora in errori di sviluppo già visti in tempi recenti, risulta sicuramente appagante in termini di gameplay.
Tralasciando qualsiasi discorso su una trama che nonostante gli sforzi degli sviluppatori, risulterà alquanto semplicistica e utile solamente per dare un senso al nostro viaggio attraverso i 28 schemi di gioco - rappresentati da una simpatica mappa fatta di tanti tasselli esagonali -, sin da primo livello chiamato Windy Hill Zone si percepisce che qualcosa é cambiato. A scopo puramente informativo, ancora una volta dovremo combattere contro il cattivo Dott.Eggman e i suoi alleati: un gruppo di alieni che si fa chiamare Deadly Six. Il tutto su un pianeta sconosciuto che é stato raggiunto per caso da Sonic e compagnia chiamato Lost Hex.
La caratteristica che balza sicuramente all'occhio é un level design che, finalmente, sembra convincere sotto tutti gli aspetti con una conformazione di piattaforme studiate in maniera tale da rendere appagante sia la semplice fase di platforming quanto quella esplorativa. La struttura scelta, infatti, ricorda molto da vicino quella del già citato Mario Galaxy, e seppur non toccando le vette di eccellenza raggiunte dal titolo con protagonista l'idraulico, é risultata a conti fatti quella migliore per rendere appaganti i movimenti del porcospino.
Sopratutto nelle fasi 3D, la struttura a planetoidi dei mondi di gioco, permette al giocatore di percepire con pieno appagamento un sistema di controllo che finalmente risponde con un feedback sensato, a quello che vorremmo far compiere su schermo al nostro protagonista. La possibilità di gestire la velocità tramite l'analogico e il grilletto di destra, piuttosto che la necessità di concatenare diverse uccisioni “lockando” i nemici quando si é in spin, per non perdere il ritmo della corsa (già visto nei capitoli precedenti, ma qui sensibilmente migliorato), sono elementi che influiscono in maniera estremamente positiva all'interno della giocabilità, donandoci un Sonic appagante sotto tutti i punti di vista e pienamente funzionale alla struttura dei livelli e alla disposizione dei nemici.
Ad esaltare ancora di più il lavoro svolto dai programmatori del Sonic Team ci pensano le sezione in bidimensionale che, come già successo in Generations, omaggiano neanche troppo velatamente i capostipiti della serie. In questo senso si apprezza ancora di più l'ottimo lavoro svolto sulla gestione dei controlli e sull'inerzia, che rispondo in maniera convincente all'input dato dal giocatore. Infine non mancheranno aree più “scriptate” in cui il controllo del nostro porcospino sarà ridotto a quello di un semplice binario (sezioni già viste in Sonic Adventures) ma comunque in grado di regalare quella sensazione di adrenalinica velocità da sempre associata a Sonic.
La quadratura del cerchio é stata trovata amalgamando tra di loro queste diverse sezioni di gioco all'interno dei vari livelli offrendo un ritmo sicuramente innovativo per la serie e in grado finalmente di risultate totalmente appagante. Tutto bello? non proprio. Come dicevamo poco sopra, i ragazzi del Sonic Team sembrano non aver imparato totalmente dai loro errori passati, e giocando a Sonic: Lost World qualche piccolo eco proveniente dal passato tornerà prepotentemente a galla.
Alcune sezioni di gioco infatti risultano, purtroppo, mal calibrate nella gestione del platforming e sopratutto nell'ultimo mondo questa sensazione diventa ancora più percepibile, facendo aumentare in maniera esponenziale il livello di difficoltà tanto da farlo sembrare quasi frustrante. Oppure un sistema di controllo che a volte impazzisce e trasforma un doppio salto in un attacco o viceversa. Un sorta di déjà vu negativo che avremmo voluto evitare, ma che fortunatamente capita abbastanza raramente e non intacca in maniera indelebile la qualità generale del prodotto.
Inoltre alcuni elementi di gioco sembra non siano stati minimamente curati dagli sviluppatori, aggiungendoli semplicemente come contenuto, ma non specificando l'effettiva utilità all'interno del gameplay. Ci stiamo riferendo ai poteri Wisp (visti per la prima volta in Colors) che una volta raccolti ci permetteranno di attivare dei poteri particolari, che pur sfruttando alcune delle funzionalità del gamepad, non daranno la sensazione di apportare un reale beneficio.
A corollario di questo lungo discorso sulla giocabilità dobbiamo segnalare la presenza ancora una volta di aree segrete e livelli bonus, che principalmente sbloccheremo raccogliendo le stelle rosse sparse per i vari stage. Inoltre, é contemplata anche una modalità a due giocatori (in cui il secondo giocatore controlla un piccolo aeroplano), ma decisamente poco appagante e in grado di stufare abbastanza velocemente.
Ritorno alle origini
Se quindi sotto l'aspetto del gameplay ci troviamo davanti ad una sorta di anno zero, con un titolo ancora acerbo sotto alcuni punti di vista e non esente da critiche, diverso é il discorso legato al comparto tecnico del titolo. Gli sviluppatori giapponesi, tornando saggiamente ad uno stile che ricorda molto da vicino quello dei primi capitoli, sono riusciti a costruire un motore grafico che, pur non offrendo una mole poligonale da far strappare i capelli, riesce comunque ad essere una vera gioia per gli occhi, grazie a colori sgargianti ed in pieno full HD. Ogni area ha un tema predominante: deserto, lava, ghiaccio e cosi via. Su questo sono stati costruiti dei mondi convincenti, estremamente piacevoli da esplorare. Non manca qualche saltuario calo di frame rate, ma in generale possiamo affermare che il lavoro svolto é il migliore visto in questi ultimi anni per quel che riguarda la serie di Sonic.
Come già visto in altri titoli, anche Sonic: Lost World permetterà in qualsiasi momento di passare dallo schermo della televisione a quello del gamepad senza particolari problemi, visto che l'utilizzo delle funzionalità touch del gamepad rasenta lo zero assoluto. Viene invece supportato il Miiverse, grazie ad una simpatica funzione che ci permetterà di lasciare oggetti all'interno dell'unverso di Nintendo a favore degli altri giocatori.
Tirando quindi le somme possiamo ritenerci più che soddisfatti del lavoro svolto su questo Sonic: Lost World. La volontà da parte del Sonic Team di offrire un prodotto in grado di rendere onore al nome di Sonic (e perché no, anche alla pazienza dei fan!) traspare in maniera alquanto cristallina, grazie ad un gameplay finalmente solido e a un design dei livelli che, difficoltà mal calibrata a parte, trasforma questo gioco -finalmente- in un bel Sonic da giocare. Un'ulteriore freccia nella faretra di WiiU e un titolo che nonostante i difetti gli amanti dei platform game devono assolutamente tenere in considerazione.
Con l'arrivo di questo Sonic: Lost World, Sega, tenta ancora una volta un differente approccio rispetto a quello visto in Sonic Generations e, neanche troppo velatamente, prova a strizzare l'occhio ad un vero e proprio pilastro recente dell'universo platform: Mario Galaxy.
Che piacere giocare con questo porcospino
Diciamolo senza remore, perché la cosa più importante é sicuramente l'onestà nei confronti dei nostri lettori. Sonic: Lost World é un titolo tutt'altro che perfetto, lontano da quello che WiiU é stata in grado di offrire con platform decisamente più convincenti come il recente Rayman: Legends, giusto per citarne uno. Tuttavia, paddone alla mano, non abbiamo potuto fare a meno di notare come la strada intrapresa dal Sonic Team sia quella giusta, e pur ricadendo ancora in errori di sviluppo già visti in tempi recenti, risulta sicuramente appagante in termini di gameplay.
Tralasciando qualsiasi discorso su una trama che nonostante gli sforzi degli sviluppatori, risulterà alquanto semplicistica e utile solamente per dare un senso al nostro viaggio attraverso i 28 schemi di gioco - rappresentati da una simpatica mappa fatta di tanti tasselli esagonali -, sin da primo livello chiamato Windy Hill Zone si percepisce che qualcosa é cambiato. A scopo puramente informativo, ancora una volta dovremo combattere contro il cattivo Dott.Eggman e i suoi alleati: un gruppo di alieni che si fa chiamare Deadly Six. Il tutto su un pianeta sconosciuto che é stato raggiunto per caso da Sonic e compagnia chiamato Lost Hex.
La caratteristica che balza sicuramente all'occhio é un level design che, finalmente, sembra convincere sotto tutti gli aspetti con una conformazione di piattaforme studiate in maniera tale da rendere appagante sia la semplice fase di platforming quanto quella esplorativa. La struttura scelta, infatti, ricorda molto da vicino quella del già citato Mario Galaxy, e seppur non toccando le vette di eccellenza raggiunte dal titolo con protagonista l'idraulico, é risultata a conti fatti quella migliore per rendere appaganti i movimenti del porcospino.
Sopratutto nelle fasi 3D, la struttura a planetoidi dei mondi di gioco, permette al giocatore di percepire con pieno appagamento un sistema di controllo che finalmente risponde con un feedback sensato, a quello che vorremmo far compiere su schermo al nostro protagonista. La possibilità di gestire la velocità tramite l'analogico e il grilletto di destra, piuttosto che la necessità di concatenare diverse uccisioni “lockando” i nemici quando si é in spin, per non perdere il ritmo della corsa (già visto nei capitoli precedenti, ma qui sensibilmente migliorato), sono elementi che influiscono in maniera estremamente positiva all'interno della giocabilità, donandoci un Sonic appagante sotto tutti i punti di vista e pienamente funzionale alla struttura dei livelli e alla disposizione dei nemici.
Ad esaltare ancora di più il lavoro svolto dai programmatori del Sonic Team ci pensano le sezione in bidimensionale che, come già successo in Generations, omaggiano neanche troppo velatamente i capostipiti della serie. In questo senso si apprezza ancora di più l'ottimo lavoro svolto sulla gestione dei controlli e sull'inerzia, che rispondo in maniera convincente all'input dato dal giocatore. Infine non mancheranno aree più “scriptate” in cui il controllo del nostro porcospino sarà ridotto a quello di un semplice binario (sezioni già viste in Sonic Adventures) ma comunque in grado di regalare quella sensazione di adrenalinica velocità da sempre associata a Sonic.
La quadratura del cerchio é stata trovata amalgamando tra di loro queste diverse sezioni di gioco all'interno dei vari livelli offrendo un ritmo sicuramente innovativo per la serie e in grado finalmente di risultate totalmente appagante. Tutto bello? non proprio. Come dicevamo poco sopra, i ragazzi del Sonic Team sembrano non aver imparato totalmente dai loro errori passati, e giocando a Sonic: Lost World qualche piccolo eco proveniente dal passato tornerà prepotentemente a galla.
Alcune sezioni di gioco infatti risultano, purtroppo, mal calibrate nella gestione del platforming e sopratutto nell'ultimo mondo questa sensazione diventa ancora più percepibile, facendo aumentare in maniera esponenziale il livello di difficoltà tanto da farlo sembrare quasi frustrante. Oppure un sistema di controllo che a volte impazzisce e trasforma un doppio salto in un attacco o viceversa. Un sorta di déjà vu negativo che avremmo voluto evitare, ma che fortunatamente capita abbastanza raramente e non intacca in maniera indelebile la qualità generale del prodotto.
Inoltre alcuni elementi di gioco sembra non siano stati minimamente curati dagli sviluppatori, aggiungendoli semplicemente come contenuto, ma non specificando l'effettiva utilità all'interno del gameplay. Ci stiamo riferendo ai poteri Wisp (visti per la prima volta in Colors) che una volta raccolti ci permetteranno di attivare dei poteri particolari, che pur sfruttando alcune delle funzionalità del gamepad, non daranno la sensazione di apportare un reale beneficio.
A corollario di questo lungo discorso sulla giocabilità dobbiamo segnalare la presenza ancora una volta di aree segrete e livelli bonus, che principalmente sbloccheremo raccogliendo le stelle rosse sparse per i vari stage. Inoltre, é contemplata anche una modalità a due giocatori (in cui il secondo giocatore controlla un piccolo aeroplano), ma decisamente poco appagante e in grado di stufare abbastanza velocemente.
Ritorno alle origini
Se quindi sotto l'aspetto del gameplay ci troviamo davanti ad una sorta di anno zero, con un titolo ancora acerbo sotto alcuni punti di vista e non esente da critiche, diverso é il discorso legato al comparto tecnico del titolo. Gli sviluppatori giapponesi, tornando saggiamente ad uno stile che ricorda molto da vicino quello dei primi capitoli, sono riusciti a costruire un motore grafico che, pur non offrendo una mole poligonale da far strappare i capelli, riesce comunque ad essere una vera gioia per gli occhi, grazie a colori sgargianti ed in pieno full HD. Ogni area ha un tema predominante: deserto, lava, ghiaccio e cosi via. Su questo sono stati costruiti dei mondi convincenti, estremamente piacevoli da esplorare. Non manca qualche saltuario calo di frame rate, ma in generale possiamo affermare che il lavoro svolto é il migliore visto in questi ultimi anni per quel che riguarda la serie di Sonic.
Come già visto in altri titoli, anche Sonic: Lost World permetterà in qualsiasi momento di passare dallo schermo della televisione a quello del gamepad senza particolari problemi, visto che l'utilizzo delle funzionalità touch del gamepad rasenta lo zero assoluto. Viene invece supportato il Miiverse, grazie ad una simpatica funzione che ci permetterà di lasciare oggetti all'interno dell'unverso di Nintendo a favore degli altri giocatori.
Tirando quindi le somme possiamo ritenerci più che soddisfatti del lavoro svolto su questo Sonic: Lost World. La volontà da parte del Sonic Team di offrire un prodotto in grado di rendere onore al nome di Sonic (e perché no, anche alla pazienza dei fan!) traspare in maniera alquanto cristallina, grazie ad un gameplay finalmente solido e a un design dei livelli che, difficoltà mal calibrata a parte, trasforma questo gioco -finalmente- in un bel Sonic da giocare. Un'ulteriore freccia nella faretra di WiiU e un titolo che nonostante i difetti gli amanti dei platform game devono assolutamente tenere in considerazione.
Sonic Lost World
8
Voto
Redazione
Sonic Lost World
Sonic: Lost World segna un nuovo inizio per la saga di Sonic. Un gameplay finalmente solido, un level design che sembra essere tornato quello ispirato di diversi anni fa e una componente estetica di tutto rispetto, sono solo alcuni degli elementi che ci hanno fatto apprezzare questo capitolo. Se siete fan dei platform game, o del porcospino blu, buttateci un occhio.