Sonic Rivals
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Considerata ormai da alcuni anni la peripatetica del mercato videoludico, Sega è riuscita nel difficilissimo intento di distruggere in poco tempo tutto il blasone e l'affetto conquistato e al contempo ridicolizzare la maggior parte delle sue serie di successo. A farne le spese in maniera più evidente è stata proprio una delle mascotte per eccellenza della storia dei videogiochi, quel Sonic che tanti bambini hanno amato per almeno un decennio. È dai tempi di Sonic Adventure 2 che la serie vive uno stato di catatonia dal quale non riesce più ad uscire e il recente disastro che risponde al nome di Sonic The Hedgehog è lì a testimoniarlo. Se persino il quasi infallibile Sonic Team comincia a steccare in maniera alquanto plateale è forse giunto il momento di deporre le armi e dare l'estrema unzione a una saga che non merita un così becero trattamento. Eppure Sega ci crede ancora e cerca di ridare vita alla serie affidandone le sorti a sviluppatori esterni. È il caso di Sonic Rivals per PSP, messo nelle mani di Backbone Entertainment nella speranza di tirare fuori dal cilindro un prodotto godibile per i pochi fan ancora fedeli al porcospino blu. Missione compiuta o ennesimo scempio perpetrato ai danni di Sonic?
PARTENZA A RAZZO
Il porcospino parlante si rifà il look e compare a schermo in una veste minimale. Le modalità disponibili sono infatti poche e ben delineate già nel menu iniziale: si va dalla classica Storia alle altrettanto classiche Coppe, passando per Sfide che richiedono il raggiungimento di obbiettivi prefissati per essere completate con successo. È ovviamente la Storia a fungere da fulcro dell'intera opera, lasciando alle altre modalità le briciole di una longevità invero poco convincente. Tralasciando l'incipit narrativo, alquanto banale e scontato, ci si ritrova a dover affrontare un singolo avversario all'interno di arene tridimensionali. Va detto però che lo scorrimento orizzontale da sinistra verso destra e l'impossibilità di girovagare liberamente per i livelli rende Sonic Rivals più simile a un vecchio classico 2D che ai titoli di nuova generazione, fatti di spazi aperti e free roaming. Scopo del giocatore è quello di giungere al traguardo prima del nemico e fare luce sullo strano comportamento del malvagio Eggman, ormai presente in ogni capitolo della saga. A prima vista sembrerebbe scontato e arcaico, invece la profondità balza all'occhio per merito di un level design ben studiato e generoso nel numero di bivi e strade alternative percorribili. Non basta infatti una singola passata per carpire i segreti dei tracciati, sempre pronti a mettere in mostra nuove insidie e trabocchetti. La situazione poi si complica a causa delle mosse segrete di ogni personaggio (quattro inizialmente disponibili, e uno sbloccabile ad avventura completata) e dei power-up che si possono raccogliere durante il tragitto. Da questo punto di vista Sonic Rivals prende spunto da Mario Kart, mettendo sul piatto raggi congelanti, palle di fuoco e fulmini capaci di stordire l'ignaro avversario.
Tale elemento da un tocco di strategia alle veloci corse messe in piedi dagli sviluppatori, soprattutto se si considera che un power-up ben utilizzato e conservato può cambiare totalmente le sorti di una gara apparentemente già persa. Peccato per l'assenza di un maggior numero di mosse personalizzabili e per l'eccessiva frenesia di alcuni passaggi, deleteria nel caso si voglia pianificare con attenzione l'azione da compiere. Un'ulteriore complicazione si riscontra nei boss di fine livello, abbattibili solo dopo averne assimilato i pattern di attacco. Serve però una certa flessibilità e la voglia di osare, soprattutto se si considera che anche con i boss si gareggia contro il tempo e un avversario. È infatti sufficiente perdere qualche secondo di troppo per vanificare il lavoro svolto e vedere il nemico agguantare la vittoria.
FRENATA ACCENTUATA
Il comparto audiovisivo vive di alti e bassi. Grande lavoro è stato svolto per garantire una doverosa fluidità e un frame rate privo di vistosi cali. Missione compiuta da questo punto di vista e spauracchio evitato per l'utente. Manca invece mordente nelle animazioni e più in generale nella qualità delle texture, ancorate su livelli di sufficienza. Meglio le ambientazioni, ma va anche detto che l'assenza di vaste arene tridimensionali da esplorare ha aiutato Backbone Entertainment ad evitare eventuali figuracce. Notizie abbastanza positive anche dal sonoro, avaro di musiche memorabili ma perlomeno capace di regalare motivetti adrenalinici ed effetti nella media. Sonic stecca visibilmente solo nella longevità, più che altro a causa di un multiplayer poco incisivo e per l'assenza di alternative valide rispetto all'obbligo di percorrere una manciata di livelli e battere un numero troppo limitato di avversari. A proposito del multiplayer va detto che si può affrontare un solo avversario per volta e manca totalmente la condivisione tramite una copia del gioco. È pur vero che le carte acquisibili vincendo le coppe o avanzando nella storia possono essere puntate per dare un po' più di pepe alla sfida con avversari umani, ma a conti fatti ci si ritrova con un prodotto facilmente completabile in una manciata di giorni e dallo scarso valore aggiunto in multiplayer. Insomma, non si è di fronte all'auspicata debacle, sebbene i fasti della saga siano ancora lontani. Il rischio di eutanasia è scongiurato, perlomeno sino alla prossima apparizione del porcospino blu su console.
PARTENZA A RAZZO
Il porcospino parlante si rifà il look e compare a schermo in una veste minimale. Le modalità disponibili sono infatti poche e ben delineate già nel menu iniziale: si va dalla classica Storia alle altrettanto classiche Coppe, passando per Sfide che richiedono il raggiungimento di obbiettivi prefissati per essere completate con successo. È ovviamente la Storia a fungere da fulcro dell'intera opera, lasciando alle altre modalità le briciole di una longevità invero poco convincente. Tralasciando l'incipit narrativo, alquanto banale e scontato, ci si ritrova a dover affrontare un singolo avversario all'interno di arene tridimensionali. Va detto però che lo scorrimento orizzontale da sinistra verso destra e l'impossibilità di girovagare liberamente per i livelli rende Sonic Rivals più simile a un vecchio classico 2D che ai titoli di nuova generazione, fatti di spazi aperti e free roaming. Scopo del giocatore è quello di giungere al traguardo prima del nemico e fare luce sullo strano comportamento del malvagio Eggman, ormai presente in ogni capitolo della saga. A prima vista sembrerebbe scontato e arcaico, invece la profondità balza all'occhio per merito di un level design ben studiato e generoso nel numero di bivi e strade alternative percorribili. Non basta infatti una singola passata per carpire i segreti dei tracciati, sempre pronti a mettere in mostra nuove insidie e trabocchetti. La situazione poi si complica a causa delle mosse segrete di ogni personaggio (quattro inizialmente disponibili, e uno sbloccabile ad avventura completata) e dei power-up che si possono raccogliere durante il tragitto. Da questo punto di vista Sonic Rivals prende spunto da Mario Kart, mettendo sul piatto raggi congelanti, palle di fuoco e fulmini capaci di stordire l'ignaro avversario.
Tale elemento da un tocco di strategia alle veloci corse messe in piedi dagli sviluppatori, soprattutto se si considera che un power-up ben utilizzato e conservato può cambiare totalmente le sorti di una gara apparentemente già persa. Peccato per l'assenza di un maggior numero di mosse personalizzabili e per l'eccessiva frenesia di alcuni passaggi, deleteria nel caso si voglia pianificare con attenzione l'azione da compiere. Un'ulteriore complicazione si riscontra nei boss di fine livello, abbattibili solo dopo averne assimilato i pattern di attacco. Serve però una certa flessibilità e la voglia di osare, soprattutto se si considera che anche con i boss si gareggia contro il tempo e un avversario. È infatti sufficiente perdere qualche secondo di troppo per vanificare il lavoro svolto e vedere il nemico agguantare la vittoria.
FRENATA ACCENTUATA
Il comparto audiovisivo vive di alti e bassi. Grande lavoro è stato svolto per garantire una doverosa fluidità e un frame rate privo di vistosi cali. Missione compiuta da questo punto di vista e spauracchio evitato per l'utente. Manca invece mordente nelle animazioni e più in generale nella qualità delle texture, ancorate su livelli di sufficienza. Meglio le ambientazioni, ma va anche detto che l'assenza di vaste arene tridimensionali da esplorare ha aiutato Backbone Entertainment ad evitare eventuali figuracce. Notizie abbastanza positive anche dal sonoro, avaro di musiche memorabili ma perlomeno capace di regalare motivetti adrenalinici ed effetti nella media. Sonic stecca visibilmente solo nella longevità, più che altro a causa di un multiplayer poco incisivo e per l'assenza di alternative valide rispetto all'obbligo di percorrere una manciata di livelli e battere un numero troppo limitato di avversari. A proposito del multiplayer va detto che si può affrontare un solo avversario per volta e manca totalmente la condivisione tramite una copia del gioco. È pur vero che le carte acquisibili vincendo le coppe o avanzando nella storia possono essere puntate per dare un po' più di pepe alla sfida con avversari umani, ma a conti fatti ci si ritrova con un prodotto facilmente completabile in una manciata di giorni e dallo scarso valore aggiunto in multiplayer. Insomma, non si è di fronte all'auspicata debacle, sebbene i fasti della saga siano ancora lontani. Il rischio di eutanasia è scongiurato, perlomeno sino alla prossima apparizione del porcospino blu su console.