Sonic Superstars - l'ultima fatica della mascotte di Sega corre alla velocità della luce!
Sonic Superstars è un gioco in 2.5D di Sega che riporta la serie ai fasti di un tempo.
Sembra quasi assurdo doverlo ricordare spesso, ma questo anno 2023 riserva continuamente sorprese (gradite). Tra i souls-like di un certo calibro, giochi tripla-a che stanno riscontrando il favore del pubblico e le lodi della critica, in questa golden age si torna anche a quella che un tempo si sarebbe chiamata console war, ma che ora è un testa a testa in cui tutti (si spera) risultano vincitori. A chi mi riferisco? Bè, non manca molto all’uscita di Super Mario Wonder – che recensiremo e giocheremo allo sfinimento, quindi continuate a seguirci – e nello stesso periodo vedere il ritorno in grande spolvero di Sonic fa scendere più di una lacrima ai tanti estimatori dei platform, quelli veri, duri e puri.
Sonic Superstars: ridammi il mio anello!
Se Mario per Nintendo ha sempre seguito una certa cura da parte dei team di sviluppo, Sonic ha subito un’onda oscillante di qualità alternata, non riuscendo sempre a capitalizzare gli sforzi e gli intenti degli sviluppatori. Sonic Superstars, che timidamente non si è scelto di assegnargli un numero della serie originale degli anni ’90, potrebbe essere l’apripista di un reboot di qualità davvero sopraffina. Sviluppato grazie al motore Unity, veniamo immediatamente accolti da un’intro in stile cartoon, molto classica e adorabile, con una presentazione così curata anche a livello di regia che vorremmo vedere anche molti gli altri episodi con la stessa dedizione.
Nonostante il prologo, si parte immediatamente con il pad alla mano e pronti all'azione, venendo subito buttati nella mischia come se avessimo inserito una cartuccia nel Mega Drive. La grafica 3D, le ottime animazioni e le textures scelte dal team di sviluppo lo pongono ad un livello di attenzione semi-maniacale. Non ci sono sbavature, Sonic perde la spigolosità dei pixel e degli sprites dei primi capitoli, ma non la dedizione alla corsa continua. Ogni livello è infatti strutturato per essere macinato dagli speedrunner, ma anche talmente gradevole da attraversare in pochissimo tempo, che la voglia di ricominciare continuamente per scoprire percorsi alternativi è altissimo. Oltre al multiplayer, anche chi vorrà giocare nella modalità a singolo giocatore potrà scegliere tra uno degli amici del ventaglio classico di personaggi apparsi nei vari capitoli di Sonic. C’è infatti chi vorrà fare con calma per scostare ogni minima pianta, scovare ogni segreto (ce ne sono tantissimi) e magari riuscire a guadagnare anche… un nuovo potere!
Supersonic!
Questa volta il nostro porcospino preferito potrà contare non soltanto sui vostri riflessi, su gambe particolarmente agili, o sulla sua schiena appuntita, ma avrà poteri specifici che potrete attivare per risolvere mini-quest e ostacoli lungo il percorso che non possono essere superati se non con l'aiuto di alcuni potenziamenti. Per aggiungere questi bonus basterà accedere ad una ruota delle abilità e scegliere quello che più vi aggrada, ma per arrivare a sbloccare ciascuno di essi, dovrete snocciolare ogni angolo di tutti gli stage per trovare il mega-anello che vi collega ad uno stage specifico in cui verrete premiati da cotanta forza e magnificenza. Per quanto il multiplayer
In generale è giusto ricordare che Sonic è certamente hardcore come lo era ai suoi esordi, la perdita degli anelli, ogni volta che qualcuno vi tocca o finite su qualche spuntone, è frustrante ora come allora, ma il bilanciamento è stato pensato per essere più “umano” e l'azione adrenalinica può essere decodificata anche da giocatori meno esperti, nonostante ci vorrà più di un passaggio per memorizzare i percorsi e capire come ottenere tutto o comunque evitare troppe sconfitte concatenate. Il bilanciamento oltretutto prevede anche delle boss fight non esageratamente folli da essere superate, ma con un livello di impegno che fa allineare la cosa – almeno su questo frangente – ai platform Nintendo.
Può esserci qualche difetto in una produzione senza troppe sbavature? In realtà sì, c’è il senso del nuovo, lo spirito classico, ma manca forse quell'idea di reale novità che possa essere maggiormente dirompente