Sonic the Hedgehog
di
Francesco Bettinelli
È sempre un momento magico quando un grande protagonista dei videogames torna in scena, tirato a lucido per una nuova avventura. Ancor più importante è il ritorno di un'icona, una mascotte, una vera e propria leggenda che ha legato indissolubilmente la sua vita, i suoi successi e la sua fama ad un marchio, quello di Sega, che a sua volta ha trovato in lui un portabandiera. Dalle sue prime apparizioni sul vetusto Master System, tra Sonic e i consumatori dell'hardware Sega si è sviluppato un legame importante, una vera fede che, seppur non raggiungendo l'adorazione per Mario dei fans Nintendo, ha comunque tracciato un solco profondo nei cuori ritagliandosi un posto e conquistando un seggio nell'Olimpo dei videogames. Innumerevoli apparizioni lo hanno portato sul Mega Drive e sul Saturn fino alla consacrazione su Dreamcast. Con Sonic Adventure e l'ingresso nell'era a 128-bit la serie raggiunse l'apice della popolarità con uno dei titoli più riusciti dell'imponente schiera dei platform-action. Consolidato il suo status grazie ad uno spettacolare seguito si apriva dinnanzi al porcospino la strada per il successo, un successo però destinato ad affievolirsi, a scricchiolare. La morte prematura del Dreamcast segnò anche la fine di Sega come produttore hardware, e costrinse la compagnia ad esportare i propri prodotti sulle macchine altrui. Il lento, ma inesorabile declino non ha però intaccato la strategia di Sega, desiderosa di continuare a proporre Sonic anche nella nuova generazione.
Cronaca di un insuccesso annunciato
Questa recensione è dedicata soprattutto a coloro i quali ancora non abbiano alcuna nozione della versione Xbox 360 uscita a novembre 2006 e pressoché identica a questa per Playstation 3. Il primo impatto è di quelli che mozzano il fiato e riguarda il filmato di presentazione. La superba qualità del video in fmv, evocativo e solenne come in pochi casi prima d'ora, richiama alla memoria lo sfarzo grafico e l'atmosfera della serie di Final Fantasy. Durante un'importante cerimonia la pace della stupenda Soleanna, nota anche come la "città d'acqua", viene violata dall'incursione di Dr. Eggman, nemesi ormai consueta del nostro fido porcospino. Il folle scienziato minaccia delle pesanti ritorsioni se non gli verrà rivelato il segreto della misteriosa "Fiamma del Disastro" e come avvertimento rapisce la giovane principessa Elise.
Tuttavia Sonic, che casualmente si trova da quelle parti decide di prestarle soccorso. Nell'immediato l'intervento del porcospino fallisce e questi, mosso dal consueto spirito di sacrificio oltre che dall'atavico desiderio di porre fine ai soprusi di Eggman entra in azione. Col termine del filmato cessano anche le velleità artistiche del gioco, che fin da subito si manifesta con un aspetto grafico tutt'altro che next gen.
A parte la discreta realizzazione dei personaggi principali tutto il resto, a partire dai fondali appare sbiadito, poco ispirato, non certo degno di elogi. Ciò che in primo luogo stupisce (in negativo) è il nutrito campionario di errori, limiti e scelte discutibili a cui l'occhio del giocatore si deve ben presto abituare: ambientazioni scarne, poco particolareggiate, ricoperte di texture tutt'altro che convincenti fanno da cornice a degli scenari cosparsi di abbondante aliasing, sgradevole pop-up e una copiosa spolverata di rallentamenti. A questo piatto non certo invitante si aggiunge una realizzazione dei nemici (i robot di Eggman) non esaltante e degli npc altamente old-gen. Dulcis in fundo le telecamere, la cui incertezza e imprecisione spezza le gambe al gameplay. Anche il comparto audio, come quello grafico non fa gridare al miracolo, tuttavia il discreto doppiaggio inglese e gli effetti sonori compiono il loro dovere senza grosse incertezze.
La telecamera che rovinò un gioco
La struttura di quest'ultimo Sonic alterna elementi già noti e stra-abusati della serie a delle novità. L'azione si dipana tra la città di Soleanna, dove il porcospino e i suoi amici svolgono un'indagine per cercare di risalire al rapimento della principessa, e i livelli veri e propri, classici stages in stile Sonic, veloci ed all'insegna della spettacolarità. Nelle fasi cittadine il nostro fido Sonic, alla testa dell'ormai consueta brigata formata da Tails e Knuckles sarà impegnato a girovagare per le strade alla ricerca di elementi che possano aiutare a riportare indietro la principessa. La caratteristica di free-roaming risulta pressoché nulla e ben presto ci si renderà conto di una verità alquanto spiacevole. Queste fasi infatti ripetono pedissequamente lo stesso schema per il quale il porcospino deve trovare gli npc segnalati da un'icona blu, svolgere per loro una data missione e ricevere in dono questo o quel potenziamento, utile per il proseguo della vicenda. La presenza degli altri npc (quelli con icona di colore arancione) risulta inutile, mero orpello inserito per dare alle strade della città una parvenza di vita. Terminate le side quest per gli npc "importanti" sarà quindi il momento di affrontare uno dei livelli di turno.
Come detto Sonic non sarà l'unico personaggio ai nostri comandi, ed insieme ai due compagni precedentemente menzionati tornano in scena alcune altre vecchie conoscenze, come la bella Amy Rose e Shadow, il porcospino nero di ritorno dal ruolo di protagonista dell'ultimo spin-off della serie. Ad aggiungersi all'allegra brigata troviamo Silver, un nuovo porcospino dotato di strepitosi poteri mentali. Le novità nelle azioni non mancano, e tra queste si segnalano le parecchie sessioni a bordo di mezzi o i poteri di telecinesi del nuovo arrivato. Quello che preoccupa è però lo schema di gioco, rimasto invariato nel corso degli anni senza offrire delle solide quanto decise novità ad un gameplay ormai stantio. Come per i predecessori anche questo gioco non necessita di strategie particolarmente eleganti per essere portato a termine. Nei panni del protagonista i livelli si succederanno nell'apatia e nella ripetitività più completa, con un'azione che si sviluppa entro binari prestabiliti, una festa di rulli acceleratori, rampe e giri della morte tutti portati avanti in maniera automatica, con il giocatore che, a parte qualche pressione del tasto per il salto e talune fasi di lotta contro nemici di scarsa IA e potenza, si limita ad un ruolo di spettatore di un'avventura sempre meno interattiva. A salvare solo parzialmente l'esperienza ludica sono stati riproposti i boss di fine livello, da affrontare quasi tutti nel medesimo modo colpendo più volte il nemico di turno nel suo punto debole. Tuttavia, nel bel mezzo della sagra della monotonia, un fattore pesante come un macigno frantuma le pur poche attrattive di questo titolo: le telecamere. Il sistema preposto alla gestione delle telecamere fa le bizze sin da subito.
Già solamente le imprecisioni dei comandi, affidati rispettivamente alla levetta destra e al tasto R1, rendono decisamente complicata l'esperienza di gioco. Ad intervenire per tagliare letteralmente le gambe al gameplay è però la telecamera automatica, che il più delle volte si attiva nei momenti meno opportuni e che in più d'un'occasione rende vano ogni tentativo umano di correzione. Il risultato è facilmente ipotizzabile: un numero impressionante di volte ci troveremo a saltare senza avere alcun punto di riferimento o a cambiare la nostra traiettoria in maniera innaturale per finire stecchiti, o nel vuoto, o ancor peggio affogati. Calcare la mano in sede di recensione su un aspetto simile potrebbe sembrare un'esagerazione, tuttavia si tratta di un problema che farà perdere al giocatore decine di preziose vite senza averne alcuna colpa, in balia di una telecamera ballerina. Il gioco di per se è abbastanza semplice, i nemici non certo dei mostri d'intelligenza e i boss finali solo sulle prime daranno qualche grattacapo. Il fatto che la maggiore causa di problemi e di morte del nostro amato porcospino (e soci), sia dovuto ad un errore di valutazione così vistoso attuato dai programmatori non può che condizionarne in negativo il giudizio finale.
C'è anche il multiplayer
Oltre all'avventura in singolo, che conta in tutto una trentina di livelli, i giocatori che hanno il desiderio di passare qualche ora di divertimento in multiplayer con Sonic e soci possono partecipare alla modalità squadra, dove due amici possono portare a termine le diverse missioni della storia in split screen, aiutandosi a vicenda per superare determinati ostacoli che richiedono espressamente delle azioni combinate. Inoltre è presente una modalità battaglia, una gara tra due giocatori dove poter utilizzare qualunque mezzo per arrivare al traguardo per primi.
Cronaca di un insuccesso annunciato
Questa recensione è dedicata soprattutto a coloro i quali ancora non abbiano alcuna nozione della versione Xbox 360 uscita a novembre 2006 e pressoché identica a questa per Playstation 3. Il primo impatto è di quelli che mozzano il fiato e riguarda il filmato di presentazione. La superba qualità del video in fmv, evocativo e solenne come in pochi casi prima d'ora, richiama alla memoria lo sfarzo grafico e l'atmosfera della serie di Final Fantasy. Durante un'importante cerimonia la pace della stupenda Soleanna, nota anche come la "città d'acqua", viene violata dall'incursione di Dr. Eggman, nemesi ormai consueta del nostro fido porcospino. Il folle scienziato minaccia delle pesanti ritorsioni se non gli verrà rivelato il segreto della misteriosa "Fiamma del Disastro" e come avvertimento rapisce la giovane principessa Elise.
Tuttavia Sonic, che casualmente si trova da quelle parti decide di prestarle soccorso. Nell'immediato l'intervento del porcospino fallisce e questi, mosso dal consueto spirito di sacrificio oltre che dall'atavico desiderio di porre fine ai soprusi di Eggman entra in azione. Col termine del filmato cessano anche le velleità artistiche del gioco, che fin da subito si manifesta con un aspetto grafico tutt'altro che next gen.
A parte la discreta realizzazione dei personaggi principali tutto il resto, a partire dai fondali appare sbiadito, poco ispirato, non certo degno di elogi. Ciò che in primo luogo stupisce (in negativo) è il nutrito campionario di errori, limiti e scelte discutibili a cui l'occhio del giocatore si deve ben presto abituare: ambientazioni scarne, poco particolareggiate, ricoperte di texture tutt'altro che convincenti fanno da cornice a degli scenari cosparsi di abbondante aliasing, sgradevole pop-up e una copiosa spolverata di rallentamenti. A questo piatto non certo invitante si aggiunge una realizzazione dei nemici (i robot di Eggman) non esaltante e degli npc altamente old-gen. Dulcis in fundo le telecamere, la cui incertezza e imprecisione spezza le gambe al gameplay. Anche il comparto audio, come quello grafico non fa gridare al miracolo, tuttavia il discreto doppiaggio inglese e gli effetti sonori compiono il loro dovere senza grosse incertezze.
La telecamera che rovinò un gioco
La struttura di quest'ultimo Sonic alterna elementi già noti e stra-abusati della serie a delle novità. L'azione si dipana tra la città di Soleanna, dove il porcospino e i suoi amici svolgono un'indagine per cercare di risalire al rapimento della principessa, e i livelli veri e propri, classici stages in stile Sonic, veloci ed all'insegna della spettacolarità. Nelle fasi cittadine il nostro fido Sonic, alla testa dell'ormai consueta brigata formata da Tails e Knuckles sarà impegnato a girovagare per le strade alla ricerca di elementi che possano aiutare a riportare indietro la principessa. La caratteristica di free-roaming risulta pressoché nulla e ben presto ci si renderà conto di una verità alquanto spiacevole. Queste fasi infatti ripetono pedissequamente lo stesso schema per il quale il porcospino deve trovare gli npc segnalati da un'icona blu, svolgere per loro una data missione e ricevere in dono questo o quel potenziamento, utile per il proseguo della vicenda. La presenza degli altri npc (quelli con icona di colore arancione) risulta inutile, mero orpello inserito per dare alle strade della città una parvenza di vita. Terminate le side quest per gli npc "importanti" sarà quindi il momento di affrontare uno dei livelli di turno.
Come detto Sonic non sarà l'unico personaggio ai nostri comandi, ed insieme ai due compagni precedentemente menzionati tornano in scena alcune altre vecchie conoscenze, come la bella Amy Rose e Shadow, il porcospino nero di ritorno dal ruolo di protagonista dell'ultimo spin-off della serie. Ad aggiungersi all'allegra brigata troviamo Silver, un nuovo porcospino dotato di strepitosi poteri mentali. Le novità nelle azioni non mancano, e tra queste si segnalano le parecchie sessioni a bordo di mezzi o i poteri di telecinesi del nuovo arrivato. Quello che preoccupa è però lo schema di gioco, rimasto invariato nel corso degli anni senza offrire delle solide quanto decise novità ad un gameplay ormai stantio. Come per i predecessori anche questo gioco non necessita di strategie particolarmente eleganti per essere portato a termine. Nei panni del protagonista i livelli si succederanno nell'apatia e nella ripetitività più completa, con un'azione che si sviluppa entro binari prestabiliti, una festa di rulli acceleratori, rampe e giri della morte tutti portati avanti in maniera automatica, con il giocatore che, a parte qualche pressione del tasto per il salto e talune fasi di lotta contro nemici di scarsa IA e potenza, si limita ad un ruolo di spettatore di un'avventura sempre meno interattiva. A salvare solo parzialmente l'esperienza ludica sono stati riproposti i boss di fine livello, da affrontare quasi tutti nel medesimo modo colpendo più volte il nemico di turno nel suo punto debole. Tuttavia, nel bel mezzo della sagra della monotonia, un fattore pesante come un macigno frantuma le pur poche attrattive di questo titolo: le telecamere. Il sistema preposto alla gestione delle telecamere fa le bizze sin da subito.
Già solamente le imprecisioni dei comandi, affidati rispettivamente alla levetta destra e al tasto R1, rendono decisamente complicata l'esperienza di gioco. Ad intervenire per tagliare letteralmente le gambe al gameplay è però la telecamera automatica, che il più delle volte si attiva nei momenti meno opportuni e che in più d'un'occasione rende vano ogni tentativo umano di correzione. Il risultato è facilmente ipotizzabile: un numero impressionante di volte ci troveremo a saltare senza avere alcun punto di riferimento o a cambiare la nostra traiettoria in maniera innaturale per finire stecchiti, o nel vuoto, o ancor peggio affogati. Calcare la mano in sede di recensione su un aspetto simile potrebbe sembrare un'esagerazione, tuttavia si tratta di un problema che farà perdere al giocatore decine di preziose vite senza averne alcuna colpa, in balia di una telecamera ballerina. Il gioco di per se è abbastanza semplice, i nemici non certo dei mostri d'intelligenza e i boss finali solo sulle prime daranno qualche grattacapo. Il fatto che la maggiore causa di problemi e di morte del nostro amato porcospino (e soci), sia dovuto ad un errore di valutazione così vistoso attuato dai programmatori non può che condizionarne in negativo il giudizio finale.
C'è anche il multiplayer
Oltre all'avventura in singolo, che conta in tutto una trentina di livelli, i giocatori che hanno il desiderio di passare qualche ora di divertimento in multiplayer con Sonic e soci possono partecipare alla modalità squadra, dove due amici possono portare a termine le diverse missioni della storia in split screen, aiutandosi a vicenda per superare determinati ostacoli che richiedono espressamente delle azioni combinate. Inoltre è presente una modalità battaglia, una gara tra due giocatori dove poter utilizzare qualunque mezzo per arrivare al traguardo per primi.
Sonic the Hedgehog
4
Voto
Redazione
Sonic the Hedgehog
Dispiace profondamente che una delle icone del mondo dei videogames abbia toccato un punto così basso. L'eroe, la mascotte, quel simpatico porcospino blu che per anni ha ricoperto il ruolo di portabandiera delle piattaforme Sega nella console war con l'allora rivale Mario, caposquadra Nintendo, ha perduto tutto il suo smalto e il suo carisma, protagonista involontario di un gioco banale, poco ispirato, rovinato irrimediabilmente da una pletora di bug. Senza appello. Tecnicamente estremamente sottotono, il titolo del Sonic Team si fregia di uno dei peggiori sistemi di telecamere mai apparsi in un videogame dagli albori ai giorni nostri. Perdere la maggior parte delle vite per lacune delle telecamere piuttosto che per gli attacchi nemici la dice lunga sulla validità del gioco che abbiamo tra le mani. Le parole di Simon Jeffery, presidente di Sega, riguardo all'intenzione della compagnia di non sviluppare altri titoli di Sonic senza prima ridefinirne l'immagine offrono doverosi spunti di riflessione. Peccato!